Autore Topic: Le femministe ricorrono all' hackeraggio.  (Letto 1609 volte)

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Online Jason

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Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« il: Gennaio 20, 2013, 18:03:38 pm »
http://www.comunicazionedigenere.net/hackerata-la-pagina-no-alla-violenza-sulle-donne/

Citazione

Hackerata la pagina facebook “No alla violenza sulle donne”: censura femminista?

Diffamazioni e crimini informatici: il femminismo ha fatto di tutto per far censurare l’unica pagina «No alla violenza sulle donne» che ha conquistato un grande successo di pubblico (centinaia di migliaia di iscritti) dicendo la verità e quindi andando contro all’ideologia femminista.

Dapprima, le femministe si sono associate per “segnalare” falsamente gli account dei gestori della pagina e la pagina stessa sfruttando per i loro scopi i meccanismi automatici di FaceBook.   Un primo attacco, portato nell’agosto 2010, fallì per un soffio, riuscendo a far disattivare tutti gli account eccetto uno.

Poi, “giornaliste” femministe hanno scritto articoli diffamatori, e contattato i proprietari di FaceBook nel tentativo di ottenere la censura.  Altre hanno scritto di essersi rivolte ad amici politici.   Ma anche loro hanno fallito.

Una situazione che non piaceva alle femministe oneste, che su “femminismo a sud” chiedevano come fosse possibile che l’obbiettivo del femminismo italiano fosse far censurare una pagina.

Che per anni è riuscita a dire tutto quanto era giusto dire.

Dove non è arrivata la diffamazione, è arrivato l’hackeraggio.  Nel gennaio 2013 qualcuno, ancora non identificato dalla Polizia Postale, ha cancellato le richieste dei veri titolari di restituire il maltolto, iniziando a postare contenuti femministi quali spot ministeriali.  E così, la pagina ha subito perso 170mila iscritti.

Per fortuna l’Italia si è nel frattempo dotata di leggi che puniscono questi reati informatici.

Purtroppo FaceBook, pur avvertito del problema, non si è ancora attivato.

Pur comprendendo la lentezza visto l’enorme numero di iscritti, così facendo FaceBook rischia di perdere gli investimenti delle ditte che difficilmente pubblicizzeranno su pagine FaceBook se ditte concorrenti potessero impunemente hackerarle.  FaceBook vende pubblicità che consente di acquisire iscritti al costo di circa 25mila€ ogni 500mila iscritti.  Questo è quindi il danno economico che dovrà essere risarcito qualora l’hackeraggio porti ad una perdita della pagina.

Curiosamente l’attacco è avvenuto in concomitanza con la campagna elettorale, mentre la pagina hackerata invitava a votare per i partiti favorevoli all’affido condiviso (Movimento 5 Stelle, Radicali con Rita Bernardini, e poi Alessandra Gallone, Giorgia Meloni…) ed a levare il voto ai partiti PD e IDV che avevano affossato la riforma dell’affido condiviso.

Più di un anno fa, le femministe hackerarono e distrussero il gruppo FB di "Uomini Beta". Ora è stata la volta della pagina cosiddetta "clone" di "No alla violenza sulle donne", antifemminista, che alle femministe faceva girare le ovaie. Dopo le diffamazioni, le denunce alla polizia postale, hanno fatto ricorso all' hackeraggio. E meno che queste queste sono quelle che gridano "no al bavaglio".
« Ultima modifica: Gennaio 20, 2013, 18:17:51 pm da Jason »
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Online Jason

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Re:Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« Risposta #1 il: Gennaio 20, 2013, 18:04:45 pm »
La stessa cosa hanno fatto contro il sito di Pontifex a seguito della polemica sulla questione di don Corsi


Citazione
Aggiornamenti del 20 gennaio 2013

(primo) Con le nostre piccole risorse abbiamo preso delle contromisure, sperando che bastino, ma abbiamo seri dubbi. Non possiamo scendere nei dettagli tecnici. Per ora il sito sembra andare benino ma in questi giorni ci impegneremo per rendere il servizio sempre migliore e costante. Il lettore non corre alcun rischio navigando sul nostro sito, in quanto il problema è solo lato server, è causato dai continui "GET" richiesti, quindi le risorse di sistema si saturano in locale. Il sito è perfettamente aggiornato e protetto sia nel Cms che nei componenti di terze parti. Il servizio non è ancora stabile in quanto l'attacco DDoS procede, ma è stato filtrato in vari modi, pertanto il lettore potrà avere solamente dei disagi nella navigazione. Può capitare che il sito non carichi tutti i suoi moduli e che gli articoli risultino temporaneamente illeggibili. In questi casi può esserci anche una scritta "MySQL server has gone away ..." e il contatore visite può riportare la dicitura "Abbiamo nessun visitatore e nessun utente online". L'attacco non consente all'interfaccia dinamica di dialogare in tempi normali con il Database e non ci è possibile aumentare il time-out. In questo caso bisogna portare pazienza e riprovare a navigare dopo qualche minuto. Abbiamo avvisato WordPress della problematica riscontrata a nostro danno (bug della funzionalità di Pingback). Speriamo che le contromisure adottate durino almeno fino a domani. Si accettano consigli e aiuti. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

Aggiornamenti del 19 gennaio 2013

(secondo) E' pervenuta una missiva di rivendicazione dell'attacco. La consegna è avvenuta mediante mail. E' stato usato un Remailer Anonimo di Tipo III. Per il momento non siamo in grado di tornare on line e di offrire un servizio lineare e costante. Ci sono state proposte alcune alternative ma hanno costi così esorbitanti che non riusciremmo mai a sostenere. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

(primo) Studiando i log completi dei nostri siti abbiamo individuato la causa dei recenti disservizi. Trattasi di attacco DDoS (Distributed Denial of Service) contro i nostri siti, ad opera di un hacker professionista. Viene sfruttata una falla del Cms WordPress, in uso da numerosi utenti nel mondo. A nostro avviso si tratta della funzionalità di Pingback, sistema che permette di “avvisare” altri blog/siti della pubblicazione di un nuovo articolo. Il Pingback tenta di risolvere un url da pingare (interrogare); alterando la richiesta e interrogando un host diverso dalla lista di  WordPress, la richiesta può essere indirizzata verso un sito che sarà la vittima del criminale. Se l'attacco è circoscritto, il problema è facilmente aggirabile mediante firewall, ma quando l'attacco diventa di tipo Distributed (DDoS, la D sta per distributed) è quasi impossibile sopravvivere, a meno che non si posseggano risorse economiche ingenti e infrastrutture professionali. I server che ospitano il nostri siti non sono in grado di fare fronte ad una mole di richieste così elevate e concentrate nello stesso momento, essendo i siti in php, quindi il sistema va in down e diventa non navigabile. Questo tipo di attacco è stato usato da Anonymous negli ultimi anni per danneggiare siti di importanti organizzazioni (non è il caso nostro).  Lo scopritore di questa falla presente in WordPress è Bogdan Calin e lo staff di WordPress sta studiando una patch per risolvere il problema; si consiglia di disabilitare il sistema di Pingback/Trackback, per evitare che il vostro sito WordPress venga usato come origine di attacchi. Con il supporto del Cnaipic e di vari collaboratori, stiamo cercando di risolvere il problema usando le nostre piccole risorse. Si accettano consigli e aiuti. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

18 gennaio 2013

Il blog Pontifex.Roma è vittima di attacchi criminali di tipo "Denial of Service" o Dos. Si tratta di un attacco informatico in cui si cerca di portare il funzionamento di un sistema informatico che fornisce un servizio, ad esempio un sito web, al limite delle prestazioni, lavorando su uno dei parametri d'ingresso, fino a renderlo non più in grado di erogare il servizio. Con l'aiuto delle Autorità e dei vari Fornitori di servizi stiamo cercando di risolvere e/o di aggirare il problema. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.
« Ultima modifica: Gennaio 20, 2013, 18:21:34 pm da Jason »
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline Stendardo

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Re:Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« Risposta #2 il: Gennaio 20, 2013, 18:15:29 pm »
La stessa cosa hanno fatto contro il sito di Pontifex a seguito della polemica sulla questione di don Corsi:


Agiornamenti del 20 gennaio 2013

(primo) Con le nostre piccole risorse abbiamo preso delle contromisure, sperando che bastino, ma abbiamo seri dubbi. Non possiamo scendere nei dettagli tecnici. Per ora il sito sembra andare benino ma in questi giorni ci impegneremo per rendere il servizio sempre migliore e costante. Il lettore non corre alcun rischio navigando sul nostro sito, in quanto il problema è solo lato server, è causato dai continui "GET" richiesti, quindi le risorse di sistema si saturano in locale. Il sito è perfettamente aggiornato e protetto sia nel Cms che nei componenti di terze parti. Il servizio non è ancora stabile in quanto l'attacco DDoS procede, ma è stato filtrato in vari modi, pertanto il lettore potrà avere solamente dei disagi nella navigazione. Può capitare che il sito non carichi tutti i suoi moduli e che gli articoli risultino temporaneamente illeggibili. In questi casi può esserci anche una scritta "MySQL server has gone away ..." e il contatore visite può riportare la dicitura "Abbiamo nessun visitatore e nessun utente online". L'attacco non consente all'interfaccia dinamica di dialogare in tempi normali con il Database e non ci è possibile aumentare il time-out. In questo caso bisogna portare pazienza e riprovare a navigare dopo qualche minuto. Abbiamo avvisato WordPress della problematica riscontrata a nostro danno (bug della funzionalità di Pingback). Speriamo che le contromisure adottate durino almeno fino a domani. Si accettano consigli e aiuti. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

Aggiornamenti del 19 gennaio 2013

(secondo) E' pervenuta una missiva di rivendicazione dell'attacco. La consegna è avvenuta mediante mail. E' stato usato un Remailer Anonimo di Tipo III. Per il momento non siamo in grado di tornare on line e di offrire un servizio lineare e costante. Ci sono state proposte alcune alternative ma hanno costi così esorbitanti che non riusciremmo mai a sostenere. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

(primo) Studiando i log completi dei nostri siti abbiamo individuato la causa dei recenti disservizi. Trattasi di attacco DDoS (Distributed Denial of Service) contro i nostri siti, ad opera di un hacker professionista. Viene sfruttata una falla del Cms WordPress, in uso da numerosi utenti nel mondo. A nostro avviso si tratta della funzionalità di Pingback, sistema che permette di “avvisare” altri blog/siti della pubblicazione di un nuovo articolo. Il Pingback tenta di risolvere un url da pingare (interrogare); alterando la richiesta e interrogando un host diverso dalla lista di  WordPress, la richiesta può essere indirizzata verso un sito che sarà la vittima del criminale. Se l'attacco è circoscritto, il problema è facilmente aggirabile mediante firewall, ma quando l'attacco diventa di tipo Distributed (DDoS, la D sta per distributed) è quasi impossibile sopravvivere, a meno che non si posseggano risorse economiche ingenti e infrastrutture professionali. I server che ospitano il nostri siti non sono in grado di fare fronte ad una mole di richieste così elevate e concentrate nello stesso momento, essendo i siti in php, quindi il sistema va in down e diventa non navigabile. Questo tipo di attacco è stato usato da Anonymous negli ultimi anni per danneggiare siti di importanti organizzazioni (non è il caso nostro).  Lo scopritore di questa falla presente in WordPress è Bogdan Calin e lo staff di WordPress sta studiando una patch per risolvere il problema; si consiglia di disabilitare il sistema di Pingback/Trackback, per evitare che il vostro sito WordPress venga usato come origine di attacchi. Con il supporto del Cnaipic e di vari collaboratori, stiamo cercando di risolvere il problema usando le nostre piccole risorse. Si accettano consigli e aiuti. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

18 gennaio 2013

Il blog Pontifex.Roma è vittima di attacchi criminali di tipo "Denial of Service" o Dos. Si tratta di un attacco informatico in cui si cerca di portare il funzionamento di un sistema informatico che fornisce un servizio, ad esempio un sito web, al limite delle prestazioni, lavorando su uno dei parametri d'ingresso, fino a renderlo non più in grado di erogare il servizio. Con l'aiuto delle Autorità e dei vari Fornitori di servizi stiamo cercando di risolvere e/o di aggirare il problema. Vi terremo aggiornati. Grazie per la pazienza.

Questo è , purtroppo , il vero volto del femminismo .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Online Jason

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Re:Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« Risposta #3 il: Gennaio 20, 2013, 19:23:20 pm »
Sono state create liste di proscrizione in cui si invita a denunciare tutti i siti e pagine in cui ci si occupa di padri separati, qui:

http://www.facebook.com/pages/Campagna-per-la-moralizzazione/244147002317328

qui:

http://www.facebook.com/pages/Stima-per-sessisti-che-perdono-ore-a-scrivere-improbabili-blog/268502293187748

e in tutte le pagine che parlano della c.d. "violenza sulle donne", alcune delle quali con decine e decine di migliaia di iscritte e di maschi pentiti vari.


Inoltre, date un' occhiata a queste pagine piene di odio:


http://www.facebook.com/Noallaviolenzasulledonnevero2

http://www.facebook.com/pages/Un-altro-genere-di-comunicazione/114603571928685

Tra l'altro abbiamo già visto qualche tempo fa che molte donne e femministe rabbiose su FB non hanno esitato a diffamare femministe più moderate e dialoganti.

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Re:Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« Risposta #4 il: Gennaio 20, 2013, 19:36:48 pm »
In quelle liste di proscrizione prima linkate, queste sciagurate sono state capaci di inserire anche pagine completamente pacifiche e non polemiche  in cui si parla dei padri, tutti, non solo quelli separati dai figli:

http://www.facebook.com/paternita

e questa pagina che si occupa di bigenitorialità:

 http://www.facebook.com/pages/Movimento-per-lInfanzia-e-la-Bigenitorialit%C3%A0/141396492644755


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Re:Le femministe ricorrono all' hackeraggio.
« Risposta #5 il: Gennaio 20, 2013, 20:57:07 pm »
Citazione
Una situazione che non piaceva alle femministe oneste, che su “femminismo a sud” ... etc.. 

ROTFL

Comunque, solidarietà all'autore dell'altra campana sul vittimismo femminista.
Vnd [nick collettivo].