Autore Topic: La gravidanza? Non è etica  (Letto 4048 volte)

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La gravidanza? Non è etica
« il: Gennaio 21, 2013, 08:21:57 am »
me l'ero perso questo articolo:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/12080


La gravidanza? Non è etica
Una bioeticista inglese chiede che lo stato finanzi la ricerca sull’utero artificiale
Dopo la batosta subita alla Camera dei Lords sul Welfare Reform Bill al grido di “non ci sono soldi”, il premier inglese David Cameron ha, se non altro, qualche buon argomento per resistere alla furia della bioeticista Anna Smajdor, docente alla University of East Anglia e ricercatrice onoraria in Bioetica dell’Imperial College di Londra. In nome dell’intero genere femminile – che peraltro non risulta gliel’abbia chiesto – la Smajdor sostiene la necessità di dedicare urgentemente fondi pubblici alla ricerca sull’utero artificiale, allo scopo di emancipare le donne da quei relitti ancestrali e “barbari” (testuale), fatti di dolore e oppressione, che si chiamano gravidanza e parto. L’ectogenesi, cioè la gravidanza in un utero artificiale, è dunque la vera e ultimativa frontiera dell’uguaglianza tra i sessi (maschio e femmina in dolce attesa alla pari, tutti e due fuori dalla porta del laboratorio), senza la quale la stessa idea di parità, nello Smajdor pensiero, suona come una beffa.

Non è uno scherzo. A farsi veicolo della richiesta di Anna Smajdor è una rivista universitaria di primo piano, il Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics, che nel suo ultimo numero ospita le sue argomentazioni (“In Defense of Ectogenesis”) in risposta alle critiche a un primo articolo sull’utero artificiale pubblicato dalla ricercatrice nel 2007. I cambiamenti nelle strutture finanziarie e sociali possono marginalmente migliorare le cose, scrive la Smajdor, ma bisogna trovare una migliore soluzione alla gravidanza e al parto, che non sono altro che malattie protratte, qualcosa che assomiglia al morbillo ma che dura assai di più ed è più invalidante. Consideriamo le donne come portatrici di bambini, come marsupi viventi che devono subordinare i loro interessi al bene dei loro figli, o piuttosto dobbiamo ammettere che i nostri valori sociali e il nostro livello di esperienza medica non sono ormai più compatibili con la riproduzione naturale? Può ancora, una società liberale, tollerare che le donne rimangano incinte e partoriscano? No, non può, risponde naturalmente la dottoressa Smajdor, che vanta un curriculum degno del “Mondo Nuovo” immaginato dal suo conterraneo Aldous Huxley: dalla ricerca sugli ibridi uomo animale alla fabbricazione di gameti artificiali per arrivare alla partenogenesi e alla necessità di riconoscere la legittimità del mercato degli ovociti, i suoi interventi di turbobioetica sui maggiori quotidiani inglesi e le sue interviste radiofoniche sulla Bbc fanno a gara con se stessi nel dare corpo teorico e sostegno ideale ai peggiori incubi tecnoscientifici. Autrice nel 2007 del libro “From Ivf to Immortality. Controversy in the Era of Reproductive Technology”, per premio, ché anche nell campo dell’immaginazione horror il talento va compensato, la Smajdor ha ottenuto – per la sua tesi di dottorato e per la realizzazione di un cortometraggio di venti minuti amenamente intitolato “In vitro” – il sostegno di Wellcome Trust, prima fondazione britannica per la ricerca medica e seconda su scala mondiale, dopo quella di Bill e Melinda Gates.

“In vitro”, che si può apprezzare integralmente sul sito della Smajdor, è ambientato nel 2044 e narra la storia di Rachel, una scienziata dalle ambizioni pionieristiche – un po’ come la sua autrice, insomma – che riesce a farsi beffe dei divieti vigenti nell’anno 2010 e crea dal proprio stesso midollo osseo lo sperma artificiale con il quale feconda un proprio ovulo e diventa madre di figlia, Sophia (fai da te estremo, insomma, anche se la gravidanza e il parto sono ancora del genere “barbaro”, non liberale e artificiale). Scoperta e ostracizzata, Rachel si ritira in una casa solitaria su una spiaggia, dove all’inizio del film la vediamo raccogliere rami per il fuoco…

Ma lasciamo la fiction e torniamo alla realtà, o a quella che la dottoressa Smajdor vorrebbe che fosse. E’ lei a chiedere, serissimamente, nel suo saggio sul Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics, “di dare priorità alla ricerca sull’ectogenesi come alternativa alla gravidanza”, mentre suggerisce che, di fronte alla scelta tra una società in cui le donne corrono tutti i rischi della gravidanza e del parto e una società in cui l’utero artificiale sia realizzato, nessuno dovrebbe aver dubbi sui vantaggi della seconda. Solo in quest’ultimo caso gli oneri della riproduzione della specie sarebbero equamente ripartiti tra maschi e femmine. Ectogenesi come “imperativo morale” dunque, in attesa di intentare un’opportuna class action contro il fatto che la Terra è tonda ed è costretta a girare intorno al Sole, e mai viceversa. E a chi le fa notare che molte donne si sentono felici nella gravidanza e nel parto, l’astuta bioeticista spiega che le poverette, allo stato attuale dei fatti, se vogliono un figlio non hanno alternativa, e quella che chiamano felicità è solo fare di necessità virtù. Separiamo le cose, da una parte il bambino e dall’altra il procedimento artificiale, asettico e standardizzato per averlo, e vedrete che non c’è lotta: tutte e tutti in fila nelle factory dove, alimentati da miscele di liquido amniotico sintetico e cullati da dondolamenti, suoni e gorgoglii simulanti le prestazioni dell’obsoleto grembo materno, piccoli pargoli robotizzati crescono, in attesa di essere consegnati ai felici committenti, mamma e papà finalmente alla pari.

“La gravidanza e il parto, lungi dall’essere indispensabili per garantire il legame materno, possono ostacolare la capacità delle donne di prendersi cura dei loro bambini”, teorizza Anna Smajdor. La quale mette a frutto i suoi lati visionari anche in imprese molto glamour, come la collaborazione con l’artista Zoe Papadopulou nel progetto “Reproductive Futures”, sempre finanziato da Wellcome Trust, nel quale le “artificial reproductive technologies” diventano direttamente Art (carino, no?).

E poi, nelle sue acrobazie profetico scientifiche, la Smajdor è in buona compagnia. Dall’altra parte della Manica, il biologo e filosofo Henri Atlan – fino al 2000 nel Comitato di bioetica francese, convinto che anche la clonazione umana diventerà un modo di procreazione come un altro – ha dedicato già da qualche anno all’“Utérus artificiel” un libro omonimo, pubblicato da Seuil nella collana “Librairie du XXI siècle”. Questione di pochi decenni, scrive Atlan, e le Sale di Decantazione di Huxley diventeranno una realtà che segnerà “la possibilità di una evoluzione verso una vera eguaglianza dei sessi”. A mezza strada tra il trattato di biologia e il manifesto filosofico, il saggio di Atlan esalta le meraviglie dell’ectogenesi. Già insigni studiosi, in ogni parte del mondo, ci si stanno applicando. Nell’Università di Cornell, Stati Uniti, l’équipe di Helen Liu ha impiantato un embrione umano appositamente fabbricato in vitro in un abbozzo di utero artificiale, con apporto di sostanze nutrienti e ormonali. L’esperimento è durato sei giorni, ma non è che l’inizio. Certo, “si potranno immaginare delle ragioni sociali” per proibire l’utero artificiale, scrive Atlan, ma “non resisteranno a lungo alle ragioni per consentirlo, perché i motivi per sostituire la gravidanza con uno sviluppo in ambiente artificiale non riguarderanno il più o meno fantasmatico ‘desiderio di figlio’ biologico a ogni costo. Le prime giustificazioni saranno probabilmente mediche, per salvare embrioni abortiti spontaneamente, poi per permettere a donne prive di utero di procreare… Molto presto, si svilupperà la domanda da parte di donne desiderose di procreare risparmiandosi la costrizione di una gravidanza.

Da questo punto di vista, l’utero artificiale deve essere accostato non alla procreazione medicalmente assistita, ma alla pillola contraccettiva e alla liberalizzazione dell’aborto. Non è il ‘diritto al figlio’, più o meno contestabile, che sarà invocato, ma il diritto delle donne a disporre del proprio corpo. Quando sarà possibile procreare evitando la gravidanza, in nome di che ci si potrà opporre alla rivendicazione delle donne a scegliere questo tipo di gestazione?”. L’anziano intellettuale francese, a dire il vero, è più possibilista della sua giovane collega inglese, convintissima che, una volta messo a disposizione l’utero artificiale, nessuna femmina si farà più incastrare in quell’assurda attività consistente nel dare vita a un figlio. Uomo di mondo, il filosofo sa che le donne a volte possono essere bizzarre. Perché negar loro qualche piccola stravaganza? Quelle che lo vorranno, potranno continuare a far figli con il sistema delle loro nonne, un po’ come farsi i maglioni ai ferri invece che andare a comprarseli al Bon Marché o da Harrods. L’importante è che le altre possano emanciparsi. Così “la rivoluzione cominciata in modo apparentemente anodino con la pillola e la lavatrice sarà completata dall’ectogenesi”. Senza offesa per la lavatrice.


:hmm:
chissà perchè non ha parlato di uomini e della possibilità di procreare senza donna




Offline Vicus

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #1 il: Gennaio 21, 2013, 11:54:57 am »
Questo ancora una volta la dice lunga su quello cui porterà l'attuale tendenza, se non si fa qualcosa per valorizzare la famiglia comunque la si intenda.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Brutale

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #2 il: Gennaio 21, 2013, 13:45:39 pm »
le follie femministe mirano all'auto annientamento della femminilità allo scopo di diventare sempre più simili ai maschi

lo svilimento della figura maschile e la maschilizzazione delle donne giovano allo scopo di eliminare le differenze tra i generi e ridurre il gap tra uomini e donne, sia negli aspetti più superficiali che a livello a biologico, quando e se la scienza lo permette

meno differenze, meno complessi... sperano loro

ma le donne sono solitamente incapaci di organizzare un progetto sul lungo termine e prevedere quali potrebbero essere le reali conseguenze delle loro azioni

abbagliate da tutto ciò che luccica si arruffano tutto quel che possono fino a quando gli è consentito

in futuro non saranno più capaci nemmeno di partorire; già oggi se ne vedono le avvisaglie: milionate di aborti e parti cesarei, in quante sono ancora in grado di partorire in modo naturale?

Offline Peterparkerbs

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #3 il: Gennaio 21, 2013, 21:59:06 pm »
Secondo me l'utero artificiale rappresenta la più grande conquista a cui il genere maschile può mirare. Semplicemente renderebbre le donne inutili. Se una donna non è più necessaria per procreare a cosa serve?  :unsure:

Gli uomini dovrebbero solo trovare una donatrice della cellula uovo e potrebbero diventare padri senza problemi di matrimonio, divorzio o mantenimento per una gallina di turno....

Tanto ormai la famiglia è già stata distrutta... e non sono certo stati gli uomini, ma le leggi che sono state approvate dagli anni 70 ad oggi (divorzio, aborto,.....).

Forse mi sbaglio, ma non riesco a vederla in altro modo.

Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #4 il: Gennaio 22, 2013, 00:20:14 am »
"... “In vitro”, che si può apprezzare integralmente sul sito della Smajdor, è ambientato nel 2044 e narra la storia di Rachel, una scienziata dalle ambizioni pionieristiche – un po’ come la sua autrice, insomma – che riesce a farsi beffe dei divieti vigenti nell’anno 2010 e crea dal proprio stesso midollo osseo lo sperma artificiale con il quale feconda un proprio ovulo e diventa madre di figlia, Sophia (fai da te estremo, insomma, anche se la gravidanza e il parto sono ancora del genere “barbaro”, non liberale e artificiale). Scoperta e ostracizzata, Rachel si ritira in una casa solitaria su una spiaggia, dove all’inizio del film la vediamo raccogliere rami per il fuoco ..."

Quello che ancora molti non vogliono capire è la differenza che si pone tra l'utensile tecno-riproduttivo e l'accendino per dare fuoco ai rami. La riproduzione artificiale è per il genere umano un punto di non ritorno; oggi se venisse a mancare la tecnica non estingueremmo perché ancora ci possiamo riprodurre, domani non più. L'errore più grave che stanno commettendo oggi gli umani, anche gli scientisti, è illudersi che avremo sempre il controllo sulle macchine, che siamo noi a utilizzare loro, senza capire che nei fatti non è così e che già oggi usiamo gran parte del nostro tempo per evolvere la tecnica invece che per evolvere noi stessi. La tecnica dà benessere solo se è complementare all'umano e non arriva a gettare nell'insenso, sostituendole, le funzioni naturali di base. E' paradossale vedere oggi, nell'occidente laico, tutti fare propria la battaglia per salvaguardare l'ambiente, non invadere la natura, capire il valore della biodiversità, e allo stesso tempo prestarsi al progetto di meccanizzazione della specie.

Non capisco perché togliere la foresta al panda è un crimine, e togliere a noi la riproduzione naturale è un progresso.
Perché mai l'animale in cattività dovrebbe soffrire se l'umano senza libido vive felice?



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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #5 il: Gennaio 22, 2013, 02:31:24 am »
hola guit, bentornato  :)
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
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Offline cancellatow

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #6 il: Gennaio 22, 2013, 09:57:59 am »
bentornato Guit :)

Quello che ancora molti non vogliono capire è la differenza che si pone tra l'utensile tecno-riproduttivo e l'accendino per dare fuoco ai rami. La riproduzione artificiale è per il genere umano un punto di non ritorno; oggi se venisse a mancare la tecnica non estingueremmo perché ancora ci possiamo riprodurre, domani non più.

credo che il punto di non ritorno sia la sostituzione degli organi
ancora possiamo nutrirci senza tecnica, almeno alcuni
ma, come potrebbe venire a mancare la tecnica?

L'errore più grave che stanno commettendo oggi gli umani, anche gli scientisti, è illudersi che avremo sempre il controllo sulle macchine, che siamo noi a utilizzare loro, senza capire che nei fatti non è così e che già oggi usiamo gran parte del nostro tempo per evolvere la tecnica invece che per evolvere noi stessi.

se l'evoluzione è sopravvivenza e competizione, si
una scimmia con una spada ha ammazzato Archimede

E' paradossale vedere oggi, nell'occidente laico, tutti fare propria la battaglia per salvaguardare l'ambiente, non invadere la natura, capire il valore della biodiversità, e allo stesso tempo prestarsi al progetto di meccanizzazione della specie.
paradossale?
irrazionale direi :D
a muovere l'umanità son le pulsioni, e in questo caso forse c'entra il senso di colpa
di esistere :D

Non capisco perché togliere la foresta al panda è un crimine, e togliere a noi la riproduzione naturale è un progresso.
Perché mai l'animale in cattività dovrebbe soffrire se l'umano senza libido vive felice?

perchè si pensa di avere la libertà di scelta




Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #7 il: Gennaio 24, 2013, 01:33:13 am »
Ciao Bishma, ciao War.
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Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #8 il: Gennaio 24, 2013, 01:42:28 am »
credo che il punto di non ritorno sia la sostituzione degli organi
ancora possiamo nutrirci senza tecnica, almeno alcuni
ma, come potrebbe venire a mancare la tecnica?

Cosa intendi per mancare? Quello che può facilmente venir meno secondo me è il controllo sulla tecnica, favorito da una ideologia scientista fondata sul primato della tecnica sull'uomo, a sua volta favorito dall'idea fanelliana della storia umana come storia della tecnologia, che invece di aprire a un'autocritica diventa apologia della perdizione e del sonnambulismo.

Citazione
se l'evoluzione è sopravvivenza e competizione, si
una scimmia con una spada ha ammazzato Archimede

Sempre secondo la mia presuntuosa visione, l'umano si auto-giustifica nelle proprie manchevolezze etiche portando a propria difesa le leggi della natura, come quella della competizione-selezione. La tecnica abolisce in parte queste cose, non come pulsioni ma come funzioni, e malgrado ciò noi continuiamo a parlare di dinamiche da età del fuoco, mentre all'ordine del giorno c'è la partenogenesi, l'utero artificiale, armi sempre più potenti capaci di sterminare l'umanità e media massificati digitali terrestri e satellitari nelle mani di oligarchie che ne controllano i contenuti.

E noi qui a parlare di competizione. Siamo appena appena ridicoli non trovi?


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Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #9 il: Gennaio 24, 2013, 01:50:21 am »
L'etica tecnocratica è puramente utilitarista, è quella secondo cui se una cosa conviene allora è automaticamente, implicitamente, giusta. Il Bene è disegnato dall'orizzonte del fattibile. L'arbitrio, la coscienza, la meditazione e la considerazione del fuori da sé, sono gettati alle ortiche. Questo è il governo delle macchine e credo che in questo senso, sia già tra noi.
E dal punto di vista quemmista, secondo me, non c'è niente di meno "maschile" ...

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Offline Lucia

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #10 il: Gennaio 24, 2013, 10:32:31 am »
La tecnica deve intervenire solo dove la natura non riesce fare.
Sul sito cercobimbo ho visto situazioni di donne senza utero (una sola ho visto infatti) e per quel caso un aiuto cosi non sarebbe male.
Certo non centra niente il discorso di quella ricercatrice o cosa.

Tra l'altro quando ero incinta ho letto tante informazioni sul che cosa fantastica è il parto naturale. Dal solito troviamo ciò che cerchiamo ma comunque ho trovato molto di più l'atteggiamento opposto a quello del vostro articolo, cioè ho trovato tanti madri in attesa che non vogliono l'anestesia durante il travaglio perché fa male al bimbo e che dicevano che è bello partorire, come salire una montagna, alcune volevano partorire accasa perché il parto non è una malattia...
Permettetemi questo è un atteggiamento altretanto diffuso tra le donne.

Offline Vicus

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #11 il: Gennaio 27, 2013, 20:33:35 pm »
Citazione
l'umano si auto-giustifica nelle proprie manchevolezze etiche portando a propria difesa le leggi della natura, come quella della competizione-selezione.
È a partire da Darwin che la scienza è diventata apertamente antisociale, laddove potrebbe essere al servizio dell’umanità. Tra l’altro sembra provato che il darwinismo è un dogma scientifico, una teoria che la moderna ricerca (genetica e paleontologica) smentisce ogni giorno di più.
Citazione
già oggi usiamo gran parte del nostro tempo per evolvere la tecnica invece che per evolvere noi stessi.
Siamo gli organi riproduttori delle nostre tecnologie, come le api con i fiori, ma le vediamo ancora come qualcosa di innocuo e pienamente gestibile.
La nostra attuale cultura è ipnotizzata dalla tecnologia, che è usata acriticamente per il solo fatto di essere disponibile. Siamo l’unica civiltà mai esistita che almeno nei fatti neghi il trascendente, e non faccia riferimento a un principio superiore quale che sia.
Questo ha portato necessariamente a una divinizzazione dell’uomo col suo desiderio per la comodità, il prestigio o il potere, considerate le uniche cose esistenti e quindi l’unico scopo possibile.
La tecnologia è quindi vista essenzialmente come un mezzo per realizzare un appetito umano individuale o collettivo senza considerazione dei suoi effetti sociali.
Il risultato è che ci si affida ad essa per svolgere meglio qualcosa e in realtà si diventa servomeccanismi della tecnologia stessa.
Siamo ancora lontani da un uso consapevole della tecnica, il che implica (come lo testimonia la questione dell’utero artificiale, che non dovrebbe neanche porsi) la coscienza della dignità e del primato dell’essere umano sulle proprie tecnologie.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #12 il: Gennaio 29, 2013, 15:06:38 pm »
La tecnica deve intervenire solo dove la natura non riesce fare.
Sul sito cercobimbo ho visto situazioni di donne senza utero (una sola ho visto infatti) e per quel caso un aiuto cosi non sarebbe male.
Certo non centra niente il discorso di quella ricercatrice o cosa.

Tra l'altro quando ero incinta ho letto tante informazioni sul che cosa fantastica è il parto naturale. Dal solito troviamo ciò che cerchiamo ma comunque ho trovato molto di più l'atteggiamento opposto a quello del vostro articolo, cioè ho trovato tanti madri in attesa che non vogliono l'anestesia durante il travaglio perché fa male al bimbo e che dicevano che è bello partorire, come salire una montagna, alcune volevano partorire accasa perché il parto non è una malattia...
Permettetemi questo è un atteggiamento altretanto diffuso tra le donne.

Da tempo la mia denuncia da quemmista non si rivolge più a uomini e donne comuni bensì ai poteri dell'oligarchia tecno-laicista sovranazionale, e alle rispettive organizzazioni locali che la rappresentano, i cui progetti di ingegneria sociale vengono calati dall'alto sul popolo, soprattutto ricorrendo all'uso dei sessi come elemento di conflittualità sociale, in sostituzione del ruolo che nel novecento aveva la razza.

I templi del laicismo tecnocratico predicano da tempo l'allontanamento dell'umano dalle proprie funzioni riproduttive; una proposizione multiforme che va dalla necessità abortiva, giustificata dalle ambizioni di autodeterminazione del femminile, alla distruzione simbolica e spesso fattuale della figura paterna, alla sempre crescente pressione della scuola sulla vita dei bambini (avvicinamento all'educazione di stato e allontanamento da quella famigliare e di comunità), più mille altre sfumature, tutte riconducibili a una sola visione del'essere.

La questione maschile secondo me è una delle principali porte di accesso e comprensione di queste dinamiche. Senza QM non si capisce o è difficilissimo farlo.

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Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #13 il: Gennaio 29, 2013, 15:16:58 pm »
In pochi per esempio hanno capito che l'allontanamento delle donne dal proprio ruolo di mamme giustifica la adozione dei bambini da parte dello stato. Normalmente, parlando con altri, ho notato che chi è acritico rispetto all'orrore del sesso-razzismo anti-uomo è anche implicitamente favorevole all'adozione di stato e sostiene l'idea filo-tecnocratica che la famiglia e la comunità locale inducano nei bimbi una mala educazione di fondo, che poi è letta come non conformità acquisita verso la legge. I bambini cresciuti dal popolo insomma, sopravvivono un latente spirito eversivo che al regime risulta scomodo.



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Offline Guit

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Re:La gravidanza? Non è etica
« Risposta #14 il: Gennaio 29, 2013, 15:34:13 pm »
Che tempismo!

<<...  scuola solo un mese di vacanze. "Le vacanze estive durino solo un mese". E' quanto si legge nella bozza sulla riforma del mercato del lavoro redatta dai centristi. "Va ipotizzata - si legge nel documento preparato sabato mattina durante una riunione nello studio del giuslavorista ex Pd Pietro Ichino - una riforma del calendario scolastico in modo da limitare ad un mese le vacanze estive, sulla base della partecipazione volontaria delle famiglie".  "Questa misura - prosegue il documento - non vuole andare ad aggravare il lavoro degli insegnanti, ma modernizzare un sistema che penalizza i genitori lavoratori. Le attività sportive, di recupero, alternative e per la comunità possono trovare più spazio se la scuola rimane aperta per 11 mesi l'anno, incoraggiando ogni istituto ad essere autonomo nella scelta dell'impiego per il tempo in più" ... >>
http://www.repubblica.it/politica/2013/01/28/news/monti_fisco-51435283/?rss

Fa parte di alcune proposte dei centristi montiani, cioè dei principali sostenitori (in realtà ci stanno tutti), dell'agenda tecno-lacista sovranazionale.

Vedete? Lo dicono loro stessi: in ragione delle esigenze lavorative dei genitori si propone lo spostamento progressivo dei bambini verso lo stato. Quando c'erano le mamme una proposta del genere sarebbe stata difficile da giustificare.



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