Autore Topic: Padri, madri e lavoro  (Letto 2272 volte)

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Offline Vicus

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Padri, madri e lavoro
« il: Gennaio 21, 2013, 13:19:16 pm »
Alcune osservazioni interessanti apparse su
http://costanzamiriano.com/2013/01/21/padri-madri-e-lavoro/#more-6458.

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Innanzitutto bisognerebbe lasciare la possibilità di scelta perché ora non è vero che si può scegliere. Ci hanno rubato uno stipendio, prima bastava un portatore di stipendio in casa adesso è quasi impossibile che sia sufficiente.
Verissimo. Aggiungendo però che ora non ne bastano neanche due di stipendi: per fare dei figli e mantenerli è necessario un ‘terzo sesso’ di precari che col loro lavoro permettano all’economia di sostenere poche famiglie.
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Quindi, lottare per questo: perché le mamme abbiano il diritto, cioè perché i padri siano retribuiti anche in base al quoziente familiare, con un forte assegno, uniti ad ogni aiuto possibile anche se, adesso penso che sia un argomento, in questo momento, insomma, molto difficile da tirare fuori, però questo è il primo punto.
Molto difficile, ma l’unica vera soluzione (che però andrebbe accollata al datore di lavoro), anche perché valorizza l’autonomia familiare e responsabilizza i padri che lavorano; non allontanarebbe le donne dalla famiglia né incentiverebbe alla separazione con la certezza che il welfare provvederebbe.
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E però mi sembra che nel dibattito pubblico sia sempre questo il tema, l’ascesa al potere e mai i problemi di orario che veramente interessano tutte noi e ci riguardano.

Io credo che ci sia un disegno molto preciso contro la famiglia perché le quote rosa per esempio sono contro la famiglia. Secondo me, cioè, è vero che si può fare tutto, delegando a baby-sitter e tate, però una non è più una mamma quella che sforna biologicamente un figlio però non fa la mamma.

Io credo che ci sia un disegno politico e ideologico molto preciso, contro la famiglia, contro i figli, e a favore dell’appiattimento di genere

il padre può essere meno presente a casa perché il padre è quello che mette la regola, che dice i sì e i no, quello che sì deve essere presente come figura, come punto di riferimento, come archetipo. Cioè io dico ai miei figli: “il babbo dice così” anche se lui non c’è, in quel momento. Però per noi è presente, e non è necessario che sia lì dodici ore al giorno sempre a mettere i cerotti sui ginocchi sbucciati ecc.

Io ho sentito all’asilo nido, che come ho detto è un posto secondo me contro la natura dei bambini, ho sentito all’asilo nido delle maestre che sgridavano i padri perché non cambiavano i pannolini.

I padri di oggi sono fin troppo accudenti, siamo una generazione senza padri; non so se voi frequentate asili, scuole, ma io vedo delle cose proprio ignobili a scuola, bambini completamente senza regole, completamente senza punti di riferimento, questo è il lavoro che devono fare i padri, però se i padri vengono indottrinati a cambiare i pannolini, ad essere accudenti, a spingere i passeggini, poi non possono anche essere la regola, incarnare il limite, il senso della realtà perché c’è una polarizzazione che viene completamente sbilanciata

Due o tre giorni di paternità obbligatoria non è che cambino nell’essenza la figura paterna o il suo profilo lavorativo, però secondo me sono delle battaglie simboliche che vogliono tutte comunicare, appunto, l’intercambiabilità dei ruoli e la femminilizzazione del maschio che è in atto nella nostra società.
Parole sante. Però:
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permettere a chi lo desidera, a chi ha la benedizione di avere dei figli, di stare a casa anche anni, senza perdere il posto e con degli assegni familiari dignitosi.
A parte il carattere illusorio di queste proposte che richiederebbero un welfare -sempre più in discussione- ancora più elefantiaco, qui si contraddice e tralascia un punto essenziale: la collettività che si accolla le spese di famiglie altrui.
La Costituzione tutela l’accesso al lavoro ma anche la famiglia, e le due norme andrebbero armonizzate.
Il lavoro è essenzialmente un mezzo di sussistenza, non uno status per soddisfare il nostro ego. Se la presenza e il ruolo della donna sono essenziali in famiglia, che senso ha l’utilizzo di ingenti risorse pubbliche per farla lavorare per forza e interferire con le normali dinamiche sociali, creando uno stato di cose artificiale?
La causa della disoccupazione, almeno nel lungo periodo, sembra essere l’automazione di lavori manuali e anche intellettuali: non sarebbe più saggio, invece di alimentare un (redditizio) surplus di manodopera facendo lavorare anche le madri, aumentare lo stipendio dei padri mettendo così questa spesa a carico del datore di lavoro? Almeno quando quest’ultimo, cosa non così rara, realizza profitti considerevoli. Sarebbe meglio che accollare quest’onere alla collettività, fatta anche di precari che pagano di tasca propria le spese di famiglie non loro.
Tra l’altro uno stipendio ancorato al quoziente familiare disincentiverebbe le separazioni: se i coniugi si separano, l’uomo guadagna meno perché non deve più mantenere la moglie, che va a lavorare non mantenendola più il marito.
Si dirà che una tale politica costituirebbe una discriminazione. A parte che badare alla propria famiglia è un privilegio almeno se paragonato a certi lavori, oggi la donna è discriminata in quanto madre essendo costretta a lavorare. Se è proprio indispensabile che si ‘realizzi’ (come sostengono i media, dimenticando che anche se laureata, fa più o meno l’impiegata o la centralinista), non sarebbe preferibile orientarla -se madre- verso lavori ad orario flessibile o che si possano svolgere in casa invece dei vari congedi di paternità?
« Ultima modifica: Gennaio 21, 2013, 13:38:19 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #1 il: Gennaio 21, 2013, 15:10:37 pm »
Aggiornamento: admin precisa che i contributi sarebbero ripagati dalle madri andando in pensione più tardi.
Intanto la tendenza attuale, piaccia o no, è verso lo smantellamento dello stato sociale. Inoltre nella realtà sempre meno persone mantengono lo stesso lavoro (posto che ne abbiano uno, e con reddito dignitoso) fino ai 70 anni e oltre in modo da ‘ripagare’ i contributi percepiti.
Perciò, tale proposta nella pratica non risolverebbe il problema di mantenere famiglie di altri: dove qualcuno prende, l’altro dà e dato che anche le famiglie contribuiscono, a 30 o 70 anni, al… fondo famiglie e ci sono sempre meno ‘ricchi’ a compensare i redditi dei meno abbienti, un eventuale maggior beneficio per le suddette famiglie da dove verrebbe?
Soldi per tutti non ce ne sono, quindi con tali proposte di fatto si alimenta una situazione in cui la gran maggioranza di lavoratori spesso precari e sottopagati, e che non hanno mezzi per metter su famiglia, devono paradossalmente mantenere i figli di pochi ‘privilegiati’.
Si può anche sostenere che molte aziende non abbiano mezzi. Il discorso sulle risorse sarebbe piuttosto ampio, però con tutto il rispetto per le buone intenzioni accollare questi oneri a una popolazione sempre più impoverita non rappresenta una soluzione. Il risultato non sarebbe di aumentare il numero delle famiglie, ma di far affluire decrescenti risorse verso le poche esistenti.
È giusto sostenere la famiglia, però gli ‘incentivi statali’, che solo la Germania si può ancora permettere, come si è visto per l’auto non funzionano quando nessuno le compra per mancanza di reddito, o non ci sono risorse per aumentare il numero delle famiglie.
La questione non è redistribuire, ma aumentare la ricchezza circolante, e sarebbe bello se in questo senso ci fossero proposte concrete.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #2 il: Gennaio 21, 2013, 15:49:29 pm »
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Vicus :
La questione non è redistribuire, ma aumentare la ricchezza circolante, e sarebbe bello se in questo senso ci fossero proposte concrete.

punto importantissimo, che dovrebbe essere capito in alto loco

Offline Lucia

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #3 il: Gennaio 21, 2013, 16:51:56 pm »
.Parole sante. Però:A parte il carattere illusorio di queste proposte che richiederebbero un welfare -sempre più in discussione- ancora più elefantiaco, qui si contraddice e tralascia un punto essenziale: la collettività che si accolla le spese di famiglie altrui.

Secondo me invede è ragionevole che la società si accolla le spese di famiglie altrui. Si tratta della futura generazione del paese, è per loro che va questo. Perché non si dovrebbe incentivare cosi di fare e crescere bambini? Perché chi ha figli dovrebbe chiedersi scusa da chi vuol vivere solo per cazzi suoi se avrebbe più diritti?

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Il lavoro è essenzialmente un mezzo di sussistenza, non uno status per soddisfare il nostro ego.

Questo non è vero. E come la storia dei talenti, se non li fai crescere vieni punito, se non realizzi le tue possibilità anche allora vieni punito. Il lavoro deve essere una vocazione però, non solo un mezzo di sussistenza.
Non avete mai avuto la mistica del lavoro/vocazione?
Nella mia famiglia tutti ce l'hanno.
E anche un modello di valori secondo me giusto da dare ai figli.
Non tanto per grandi guadagni ma per rendersi utili.


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aumentare lo stipendio dei padri mettendo così questa spesa a carico del datore di lavoro?

quindi come datore di lavoro a un padre dovrei pagare di più che a un non padre o a una donna?! E allora a chi pensi che darei lavoro? A chi devo dare di più o a chi di meno?


Offline COSMOS1

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #4 il: Gennaio 21, 2013, 17:31:53 pm »
mio intervento


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Siamo una società senza padri perchè i padri sono stai costretti (in modo politicamente corretto, ovviamente) ad esternare le proprie emozioni e a cambiare i pannolini.
Vie d'uscita? Gli uomini che si riappropriano del loro ruolo? Giammai: maschilismo! Questo ci siamo sentiti ripetere per anni, noi dell'arcipelago U3000 e MS, anche da insigni uomini di Chiesa.
Allora che le donne prese dalla disperazione ci obblighino a riprenderci il ruolo che ci avevano sottratto? Già: una puntata di oggi le comiche. L'invito di Costanza a riscoprire la ragionevolezza della sottomissione femminile è una nota stonata nella marcia triofale verso l'Apocalisse. Ma porterà da qualche parte? Oppure quando i nodi arrivano al pettine, anche le deliziose follower di Costanza scoprono il telefono di un avvocato nel portafoglio?
Difficile ammetterlo, ma noi attorno a questo calice amaro ci giriamo da anni: non c'è alcuna via d'uscita credibile.
Non diciamo vantandocene, ma con vero irrisolto sgomento.


per chiarezza mi sono attenuto al ns specifico
per quel che riguarda la vil pecunia, diamo per buono che una qualche soluzione ci sia: lo Stato paga, in un modo o nell'altro.
Va bene, è possibile.
Ma ancora una volta è applicare una toppa che non farà altro che uno squarcio + grande. Perchè lo squarcio è che lo stipendio di un uomo non basta più a mantenere una famiglia, questo è il punto. E non basta più perchè hanno fatto una media tra quello che un uomo produce e ciò che una donna produce.  :mad:
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline Vicus

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #5 il: Gennaio 21, 2013, 20:03:35 pm »
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Ma ancora una volta è applicare una toppa che non farà altro che uno squarcio + grande. Perchè lo squarcio è che lo stipendio di un uomo non basta più a mantenere una famiglia, questo è il punto.
Proprio così. Che Costanza abbia salvato molti matrimoni mi sembra plausibile e lodevole, però parlare di politiche economiche nei fatti a favore di pochi è poco credibile come difesa della famiglia, almeno nei grandi numeri. La mia impressione è che non ci si voglia compromettere più di tanto con la questione della famiglia e in tempi di crisi come al solito si cerchi a spese di altri di difendere il proprio sempre più piccolo orticello. Però questa limitata visione delle cose è controproducente a lungo andare anche per le sempre meno numerose famiglie "assistite".
Purtroppo la vil pecunia è un fattore non trascurabile per una famiglia. Lo stato sociale è allo sfascio, parlare di incentivi alle famiglie (o  malgrado giuste osservazioni, addirittura di welfare universale…) significa sognare:
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In questo paese non si produce praticamente più nulla, le fabbriche chiudono, il commercio è sfinito, la finanza è per pochi
Perché il mantenimento dei figli, giustissimo, deve però essere pagato da altri poveracci (persino quando non sono padri separati) invece che da chi i soldi eventualmente li ha? Tra l'altro questo già avviene sotto forma di mancanza di tutele del precariato (vedi primo post). Se davvero si vuole salvare il matrimonio e la società della quale è alla base, bisogna che tutti possano permetterselo e che siano tutelati da separazioni di comodo.
Peraltro anche durante la guerra la gente si sposava (come ha detto più volte Costanza), e senza farsi mantenere dagli altri.
Il problema principale del resto non sono tanto gli (inutili) incentivi, ma il fatto che costituirebbero un alibi o una distrazione dalla mancanza di una qualunque proposta, seria e concreta, per aumentare il reddito del settore famiglie, e soprattutto tutelare giuridicamente le poche che miracolosamente riescono a formarsi.
Comunque è una discussione puramente teorica: di questi tempi chi si illude che sussidi di questo tipo siano approvati?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline yamamax

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #6 il: Gennaio 22, 2013, 17:47:12 pm »
Ma ancora c'è qualcuno che crede al walfare in Italia ? Parolona tanto di moda ultimamente tanto da "inventarci" un ministero e una quantità buona di belle poltrone.
Mi permetto di dirvi alcuni numeri sul "walfare all' italiana":
- 4 miliardi di euro per salvare una banca ( MPS)
- 3 miliardi per far tirare a campare Alitalia solo negli ultimi 3 anni
- decenni di cassa integrazione a FIAT e milioni di incentivi
- finanziamenti assurdi ai partiti
ecc..ecc..
Risultati:
- MPS è salva e può chiudere 400 filiali e mandare a casa migliaia di persone (grazie!)
- Alitalia produce solo indebitamenti e finirà o di nuovo commissariata o svenduta a stracci (grazie!)
- FIAT un pezzo alla volta sparirà dall' Italia con un bagno di sangue di disoccupati (grazie!)
- Su questo punto il Trota e Batman/Polverini ... dicono grazie.

I soldi per la famiglia ci sarebbero ma vai a dirlo a queste teste di c..zo.
Parlate di ricchezza circolante, bene dovete sapere che un altro "vizio" italiano è quello di strapagare milioni di euro pochi AD .... che quando falliscono se ne vanno con liquidazioni paurose e mandano sul lastrico migliaia di onesti lavoratori da mille euro al mese.
Ma è sempre tutto regolare e non viene sollevata nessuna irregolarità. E' per entrare a far parte di questo giochino che cercano le quote rosa per i CDA ...avete ancora dubbi ?
Il walfare andatelo a cercare in altri posti del mondo ancora da noi siamo alle prese con altri problemi irrisolti.

P.S. X la Miriano: ogni tanto leggi qualche pagina di finanza nei giornaletti in cui scrivi così capisci dove vanno a finire i soldi che servirebbero a dare dignità e speranza a tante famiglie italiane. Poi quando incontri una starnazzatrice femminista che vuole la poltrona in CDA da 15mila euro al mese,  dalle un cazzotto in faccia .... anche da parte mia. Grazie.

Offline ilmarmocchio

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #7 il: Gennaio 23, 2013, 14:23:46 pm »
Ma ancora c'è qualcuno che crede al walfare in Italia ? Parolona tanto di moda ultimamente tanto da "inventarci" un ministero e una quantità buona di belle poltrone.
Mi permetto di dirvi alcuni numeri sul "walfare all' italiana":
- 4 miliardi di euro per salvare una banca ( MPS)
- 3 miliardi per far tirare a campare Alitalia solo negli ultimi 3 anni
- decenni di cassa integrazione a FIAT e milioni di incentivi
- finanziamenti assurdi ai partiti
ecc..ecc..
Risultati:
- MPS è salva e può chiudere 400 filiali e mandare a casa migliaia di persone (grazie!)
- Alitalia produce solo indebitamenti e finirà o di nuovo commissariata o svenduta a stracci (grazie!)
- FIAT un pezzo alla volta sparirà dall' Italia con un bagno di sangue di disoccupati (grazie!)
- Su questo punto il Trota e Batman/Polverini ... dicono grazie.

I soldi per la famiglia ci sarebbero ma vai a dirlo a queste teste di c..zo.
Parlate di ricchezza circolante, bene dovete sapere che un altro "vizio" italiano è quello di strapagare milioni di euro pochi AD .... che quando falliscono se ne vanno con liquidazioni paurose e mandano sul lastrico migliaia di onesti lavoratori da mille euro al mese.
Ma è sempre tutto regolare e non viene sollevata nessuna irregolarità. E' per entrare a far parte di questo giochino che cercano le quote rosa per i CDA ...avete ancora dubbi ?
Il walfare andatelo a cercare in altri posti del mondo ancora da noi siamo alle prese con altri problemi irrisolti.

P.S. X la Miriano: ogni tanto leggi qualche pagina di finanza nei giornaletti in cui scrivi così capisci dove vanno a finire i soldi che servirebbero a dare dignità e speranza a tante famiglie italiane. Poi quando incontri una starnazzatrice femminista che vuole la poltrona in CDA da 15mila euro al mese,  dalle un cazzotto in faccia .... anche da parte mia. Grazie.
Su MPS posso aggiungere qualcosa di sconosciuto ai più : MPS possiede la tenuta di Marinella ( comune di Sarzana , provincia di la Spezia ). produce latte , mais, ecc e inoltre ,la banca possiede l'intero paese vecchio, il tutto in una zona turistica di grande potenzialità . In passato si erano fatti avanti Agnelli e poi Berlusconi  per acquistare la zona e far decollare un complesso turistico di prim'ordine. Ci sono tutte le infrastrutture. Ma MPS, chr va a braccetto con le amministrazioni rosse della val di Magra, ha sempre risposto : " noi compriamo, non vendiamo ".
Cos', turismo straccione e in calo.
Adesso, visto il deficit, avrebbero dovuro per pprima cosa vendere.
Invece, Monti, gli ha regalato l'IMU.
Oramai è chiaro che Monti è uno dei più scarsi presidenti del consiglio che abbiamo mai avuto :
curatore fallimentare dell'Italia, buono solo a rastrellare soldi per le banche

Offline yamamax

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #8 il: Gennaio 24, 2013, 14:29:52 pm »
A proposito di lavoro ... e distribuzione equa della ricchezza:

http://www.funweek.it/tv/belen-100000-euro-in-tre-giorni.php

...nell'ultima settimana Belen e il compagno De Martino avrebbero guadagnato la bellezza di 100.000 euro, 'lavorando' circa tre giorni.
 E' bastata la campagna delle t-shirt per Fred Mello, la sfilata di Stefano De Martino per Richmond e il patrocinio di lei alla collezione 'Bimbus' di Preca Brummel: calcolatrice alla mano, i due futuri genitori hanno portato a casa un bel po' di soldini.


Solo in un paese di gonzi vagino-dipendenti poteva attecchire una mignotta di lusso come questa, che vergogna !  :doh:
Poi da un laureato "pretendiamo" che lavori fino a fare il sangue per meno di mille euro al mese, ...Italia terra di grandi imprenditori.
 

Offline Warlordmaniac

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #9 il: Gennaio 24, 2013, 14:37:07 pm »
A proposito di lavoro ... e distribuzione equa della ricchezza:

http://www.funweek.it/tv/belen-100000-euro-in-tre-giorni.php

...nell'ultima settimana Belen e il compagno De Martino avrebbero guadagnato la bellezza di 100.000 euro, 'lavorando' circa tre giorni.
 E' bastata la campagna delle t-shirt per Fred Mello, la sfilata di Stefano De Martino per Richmond e il patrocinio di lei alla collezione 'Bimbus' di Preca Brummel: calcolatrice alla mano, i due futuri genitori hanno portato a casa un bel po' di soldini.


Solo in un paese di gonzi vagino-dipendenti poteva attecchire una mignotta di lusso come questa, che vergogna !  :doh:
Poi da un laureato "pretendiamo" che lavori fino a fare il sangue per meno di mille euro al mese, ...Italia terra di grandi imprenditori.

Poi ci sono quelli che rispondono che quelli che vogliono tassarli, sono degli invidiosi. Un insegnante precario che viene insultato per 1200 euro al mese, un muratore che rompe la schiena per 1000 euro al mese, sono solo degli invidiosi, se non sono d'accordo con i guadagni di queste mignotte e puttanieri.

Offline Vicus

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Re:Padri, madri e lavoro
« Risposta #10 il: Gennaio 25, 2013, 00:02:41 am »
Tutto abbastanza vero, ma c’è qualcosina di più: un po' troppo semplicistico buttarla su Montepaschi o Belen.
Innanzitutto, se vuoi parlare di incentivi in modo credibile -e soprattutto equo- comincia a proporre di destinare alle famiglie i fondi del Montepaschi, invece di accollarli ai poveracci: per di più con argomentazioni del tipo che sarebbero da “punire” in quanto celibi, ha scritto qui Lucia che mi è pure simpatica, ma quante volte abbiamo sentito questa musica su giornali e tv? Se la famiglia va a rotoli, la colpa non è di chi non è sposato e neppure di Belen…

Poi stupisce (per modo di dire) e delude l’estrema povertà e semplicismo di questi programmi, quasi unicamente centrati sul soldo e senza una vera parola –scomoda forse ma essenziale- sulla tutela giuridica e la promozione sociale della famiglia. Molto più utili i programmi delle associazioni di padri separati.
Si tenga a mente quanto detto da un autore, al di là delle sue idee o del contesto particolare cui si riferiva: “bisogna abolire la famiglia, perché costa troppo”.
Ora, poco importa se consapevolmente o no, è proprio quello che sta avvenendo: il sistema economico, che non potrebbe letteralmente reggersi senza lavoro precario privo di tutele, non può certo permettersi più di un limitato numero di famiglie. Per di più, queste stesse famiglie faticano a sbarcare il lunario (ma talvolta hanno doppio o triplo reddito), ed è necessario sostenerle… con il lavoro di chi una famiglia non se la può permettere: almeno con pretese di benessere, fatte generalmente ricadere sull’uomo, oggi insostenibili. È come se per avere un figlio servissero tre o più genitori: dal punto di vista economico una vera, oltre che involontaria, paternità ‘surrogata’.

Guardiamo poi un attimo ai meriti di queste famiglie così eroiche: la prima impressione è che oggi bisogna essere raccomandati persino per procreare. Un film commerciale ambientato in un futuro distopico, che certi salotti buoni di discussione schifano ma mettono in pratica, usava la parola ‘autorizzati’. Ed infatti chi si sposa? Nella stragrande maggioranza, chi ha ottenuto l’impiego in una grande azienda (per meriti suoi, mi affretto a dire), o in qualche apparato pubblico. Persino per un lavoro precario ci sono spesso molti candidati e chi viene assunto è considerato fortunato.
Queste famiglie, pur con tutte le loro difficoltà, dal punto di vista sociale sono privilegiate, almeno rispetto agli altri che sono tagliati fuori dal circuito del lavoro.

I sussidi poi, per quanto possano avere una limitata utilità, sono anche un alibi per guardare dall’altra parte, per lavarsene le mani senza avanzare proposte risolutive. In cosa si oppongono realmente alla deriva denatalista? Abbiamo visto che risultati hanno dato per Fiat e Mps: gli incentivi sono l’inutile toppa, messa con tipica mentalità miope da burocrate da chi è incapace, o per proprio tornaconto o viltà non ha la volontà, di affrontare un problema per risolverlo davvero. Puntellare un numero decrescente di famiglie con sussidi micragnosi non modifica la tendenza di fondo.

Anche in tempi di considerevole penuria si formavano famiglie e -come non riconoscerlo?- erano migliori delle attuali: unite, fedeli, solidali. E non perché ricevessero ‘incentivi’: ma perché c’era una cultura dello stare insieme, del sacrificio, del servire l’altro. Quasi mai si vedevano in famiglie del passato litigi, separazioni e altre amenità. Ora, cosa si fa per favorire questa cultura? Per re-insegnare a uomini –e donne- a volere il bene dell’altro e della famiglia, come è sempre stato finora, invece di cercare il proprio tornaconto? Uomini e donne hanno disimparato cosa sia amarsi, il matrimonio e la famiglia: con questa mentalità, per la quale l’altro è visto come un oggetto di consumo o una macchina per procreare, è sorprendente che la riproduzione artificiale non sia ancora subentrata.
Il badare al proprio orticello di ‘categoria’ infischiandosene degli altri, ed eventualmente a loro spese è l’equivalente sociale del coniuge che si separa per convenienza, per “vivere la propria vita”. La famiglia riguarda tutti gli uomini e le donne, e se si vuole salvarla bisogna, più che elargire sussidi, coinvolgere tutti in un progetto comune.
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2013, 00:22:01 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.