Molto interessante, fa riflettere.
Andando oltre le blande (e comode) definizioni comportamentali come "sindrome da shopping", patologie consumistiche, ecc.., ciò che emerge a livello sociale e psicologico è innanzi tutto l'assenza di principi, il non rispetto della proprietà altrui e degli altri, considerare cioè tutto al proprio servizio (i negozi, le persone, lo stato) il "come e quando voglio io", è in fondo lo stesso sentimento di possesso ed egocentrismo che in altri contesti e situazioni porta le stesse persone a compiere gesti più gravi come ad esempio l'impossessamento della prole nelle separazioni. Il passo è breve.
Ho avuto un'aspra discussione proprio ieri su questi temi, con una donna mia parente (ultrafemminista). Ebbene, lei ha proprio questo "pensiero debole" nei confronti di concetti quali:
- proprietà privata
- obblighi coniugali
- condivisione equa delle risorse
- leggi e regolamenti
Alla fine è finita in una mezza rissa. Non mi sono piegato di un millimetro, mi è toccato urlare come una scimmia (sigh).
Il giorno dopo (oggi) ho avuto molto ma molto più rispetto da parte sua, nonostante nella discussione non me l'abbia data vinta.
E' stata un po' una sorpresa. Penso, non senza rammarico, che se uno "spiega" le proprie ragioni in modo calmo e pacato ad una donna, non funzioni. Ci vuole il "bastone", una certa dose di violenza verbale. Purtroppo, dico. Inutile, i discorsi etici e morali sembrano non fare presa su certa gente, il cui metro di misura è il proprio "ego". Gli strilli e i litigi, aspri e violenti, invece lasciano un qualche segno, almeno così pare. E' un po' animalesco.