Autore Topic: Cosa ne pensate della squola e università italiane?  (Letto 1179 volte)

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Offline Vicus

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Cosa ne pensate della squola e università italiane?
« il: Gennaio 30, 2013, 00:42:37 am »
Ho votato la due, in quanto scuola e università italiane, come in altre parti del mondo del resto, non hanno più una funzione formativa: rilasciano solo diplomi, che permettono al più di accedere a un impiego burocratico che una volta non richiedeva la laurea.
Le uniche scuole che formano, sia pure a livello puramente tecnico, sono ad esempio quelle indiane, coreane, giapponesi: come si può ben vedere dal fatto che questi paesi esportano tecnologia.
E voi, che ne pensate?
« Ultima modifica: Gennaio 30, 2013, 11:30:50 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline mmann

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Re:Cosa ne pensate della squola e università italiane?
« Risposta #1 il: Gennaio 30, 2013, 09:23:42 am »
Ti rispondo da un paese scandinavo odiato da questo forum.
Secondo me la scuola manca di
1) Cultura degli insegnanti, di cui il 90% purtroppo sono solo donne donne. Questo fa' sì - visto il contesto culturale e storico - che si privilegia la cultura classica, letteraria, umanistica. Le scienze e tecnologia sono sempre in secondo piano, spesso insegnate da persone che sono li perchè fallite nel proprio ambito. Inoltre riguardo all'informatizzazione per dire quanti anni siamo in dietro: parlando qui in Svezia con un collega che ha la mia stessa età mi dice "scusa ma voi non lo usavate PowerPoint a scuola?"... Io: "Scuola fare slides e presentazioni? No mai... boh forse una volta"

2) Soldi. Basta visitare un edificio universitario o guardare da fuori un edificio scolastico svedese e uno itlaiano.

3) Abolire i titoli di studio. Una persona deve valere per quello che è, non per quello che ha in mano. Molti corsi di laurea universitari sono nati solo dall'esigenza di studenti, pressati psicologicamente da genitori e società, per prendere una laurea "se no non sei nessuno".

4) Le scuole professionali devono ritornare ad avere un ruolo fondamentale. E deve passare il messaggio che chi fa una scuola professionale non è uno sfigato, ma uno che sa lavorare manualmente/tecnicamente probabilmente meglio di un laureato. Nel nostro paese in questi anni si è perso completamente una generazione di artigiani per colpa di "se non prendi la laurea, non sei nessuno". In Germania invece per accedere a certi corsi universitari necessiti di una certa media dei voti alle superiori.... Nel mio caso, (mi sto per laureare in fisica), probabilmente non avrei potuto accedere ad una laurea scientifica ma forse solo ad a corsi tecnici avanzati, che forse a pensarci bene corrispondono di più a quello che farò di mestiere

Offline Lucia

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Re:Cosa ne pensate della squola e università italiane?
« Risposta #2 il: Gennaio 30, 2013, 11:12:50 am »
io ho fatto solo il PhD in Italia, quindi posso parlare in merito solo di quel livello... Era un po come in Romania  ti fanno lavorare, gli va bene quasi tutto ciò che fai (menefreghismo) ma se vuoi pubblicare o partecipare al convegno come relatore di fanno tutto per non lasciarti, devi essere amico, parente di qualcuno per riuscire o devi per forza dire ciò che vogliono loro.
Non dico che non ti lasciano pensare con la tua testa solo che è inutile. E mi hanno fatto di tutto per impedirmi di fare il dottorato in cotutella con Francia come se fosse stato un affronto nei loro confronti.
A Parigi invece ho trovato un atmosfera molto diversa, quasi ti provocano di raccontare in pubblico le tue ricerche, le tue idee, è molto diverso.

Dall'altra parte, ho lavorato nel mio paese in un Liceo professionale, i ragazzi facevano 3 giorni scuola e 2 giorni pratica per il mestiere da imparare e per i mestieri era una cosa buona, e a molti di loro gli piaceva imparare quel mestiere. Non ne ho idea come si fa in Italia, forse me lo dite voi. Lo so che ci sono le scuole alberghiere, là mi sembra che sono ugualmente orientati per imparare un mestiere. Li ho visti i studenti al concorso di pasticceria, gelateria di Rimini.

Offline Vicus

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Re:Cosa ne pensate della squola e università italiane?
« Risposta #3 il: Gennaio 30, 2013, 16:08:18 pm »
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Cultura degli insegnanti
Già…
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si privilegia la cultura classica, letteraria, umanistica. Le scienze e tecnologia sono sempre in secondo piano,
Qui non sono del tutto d’accordo: la cultura umanistica è indispensabile per favorire quella scientifica. Come si vede in India: all’IIT (i cui ‘scarti’ non trovano difficoltà ad essere ammessi al MIT) riescono bene gli studenti di famiglia brahminica -e non per ragioni di casta- proprio perché hanno una conoscenza approfondita della filosofia, del sanscrito, simile come struttura al greco antico e che richiede padronanza dell’analisi logica.
Poi però è necessaria una solida formazione scientifica e la (vera) promozione della ricerca, che in Italia manca completamente a livello accademico.
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Inoltre riguardo all'informatizzazione per dire quanti anni siamo in dietro
Non penso che bisogni portare il computer a scuola: c’è abbastanza informatica fuori e non migliora la didattica, anzi non abitua a ragionare sostituendo immagini preconfezionate al pensiero.
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2) Soldi. Basta visitare un edificio universitario o guardare da fuori un edificio scolastico svedese e uno itlaiano.
Qualche risorsa si potrebbe trovare riducendo il surplus di insegnanti, spesso impreparati.
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3) Abolire i titoli di studio. Una persona deve valere per quello che è, non per quello che ha in mano. Molti corsi di laurea universitari sono nati solo dall'esigenza di studenti, pressati psicologicamente da genitori e società, per prendere una laurea "se no non sei nessuno".
Sembra una battuta, ma secondo diversi studi seri è una possibilità concreta: già oggi l’università è inutile a livello formativo, un’autrice ha scritto che serve solo ad abituare al lavoro di gruppo (?) e forse in futuro la ricerca e la formazione (purtroppo, per certi versi) dovranno essere finanziate privatamente.
L’accademia è sterile, e chi vuol fare ricerca in Italia deve arrangiarsi: non mancano ricercatori di talento ai quali le università si disinteressano completamente:

http://www.nextme.it/scienza/energia/3084-e-cat-fusione-fredda-bologna

Sarebbe interessante vedere cosa invece propongono i ricercatori sotto contratto con questa università.
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4) Le scuole professionali devono ritornare ad avere un ruolo fondamentale. E deve passare il messaggio che chi fa una scuola professionale non è uno sfigato, ma uno che sa lavorare manualmente/tecnicamente probabilmente meglio di un laureato. Nel nostro paese in questi anni si è perso completamente una generazione di artigiani per colpa di "se non prendi la laurea, non sei nessuno”.
Proprio così. Vedi sopra…
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ma se vuoi pubblicare o partecipare al convegno come relatore di fanno tutto per non lasciarti, devi essere amico, parente di qualcuno per riuscire o devi per forza dire ciò che vogliono loro.
Già sentita, e da un professore universitario ad una conferenza…
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E mi hanno fatto di tutto per impedirmi di fare il dottorato in cotutella con Francia come se fosse stato un affronto nei loro confronti.
A Parigi invece ho trovato un atmosfera molto diversa, quasi ti provocano di raccontare in pubblico le tue ricerche, le tue idee, è molto diverso.
Anche questa non è nuova… Pare che la differenza sia tale che ci sia da darsi un pizzicotto per vedere se si sta sognando…
Credo che le scuole professionali per ovvie ragioni funzionino molto meglio.
« Ultima modifica: Gennaio 30, 2013, 23:31:30 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.