Cultura degli insegnanti
Già…
si privilegia la cultura classica, letteraria, umanistica. Le scienze e tecnologia sono sempre in secondo piano,
Qui non sono del tutto d’accordo: la cultura umanistica è indispensabile per favorire quella scientifica. Come si vede in India: all’IIT (i cui ‘scarti’ non trovano difficoltà ad essere ammessi al MIT) riescono bene gli studenti di famiglia brahminica -e non per ragioni di casta- proprio perché hanno una conoscenza approfondita della filosofia, del sanscrito, simile come struttura al greco antico e che richiede padronanza dell’analisi logica.
Poi però è necessaria una solida formazione scientifica e la (vera) promozione della ricerca, che in Italia manca completamente a livello accademico.
Inoltre riguardo all'informatizzazione per dire quanti anni siamo in dietro
Non penso che bisogni portare il computer a scuola: c’è abbastanza informatica fuori e non migliora la didattica, anzi non abitua a ragionare sostituendo immagini preconfezionate al pensiero.
2) Soldi. Basta visitare un edificio universitario o guardare da fuori un edificio scolastico svedese e uno itlaiano.
Qualche risorsa si potrebbe trovare riducendo il surplus di insegnanti, spesso impreparati.
3) Abolire i titoli di studio. Una persona deve valere per quello che è, non per quello che ha in mano. Molti corsi di laurea universitari sono nati solo dall'esigenza di studenti, pressati psicologicamente da genitori e società, per prendere una laurea "se no non sei nessuno".
Sembra una battuta, ma secondo diversi studi seri è una possibilità concreta: già oggi l’università è inutile a livello formativo, un’autrice ha scritto che serve solo ad abituare al lavoro di gruppo (?) e forse in futuro la ricerca e la formazione (purtroppo, per certi versi) dovranno essere finanziate privatamente.
L’accademia è sterile, e chi vuol fare ricerca in Italia deve arrangiarsi: non mancano ricercatori di talento ai quali le università si disinteressano completamente:
http://www.nextme.it/scienza/energia/3084-e-cat-fusione-fredda-bolognaSarebbe interessante vedere cosa invece propongono i ricercatori sotto contratto con questa università.
4) Le scuole professionali devono ritornare ad avere un ruolo fondamentale. E deve passare il messaggio che chi fa una scuola professionale non è uno sfigato, ma uno che sa lavorare manualmente/tecnicamente probabilmente meglio di un laureato. Nel nostro paese in questi anni si è perso completamente una generazione di artigiani per colpa di "se non prendi la laurea, non sei nessuno”.
Proprio così. Vedi sopra…
ma se vuoi pubblicare o partecipare al convegno come relatore di fanno tutto per non lasciarti, devi essere amico, parente di qualcuno per riuscire o devi per forza dire ciò che vogliono loro.
Già sentita, e da un professore universitario ad una conferenza…
E mi hanno fatto di tutto per impedirmi di fare il dottorato in cotutella con Francia come se fosse stato un affronto nei loro confronti.
A Parigi invece ho trovato un atmosfera molto diversa, quasi ti provocano di raccontare in pubblico le tue ricerche, le tue idee, è molto diverso.
Anche questa non è nuova… Pare che la differenza sia tale che ci sia da darsi un pizzicotto per vedere se si sta sognando…
Credo che le scuole professionali per ovvie ragioni funzionino molto meglio.