Autore Topic: Multiculturalismo  (Letto 3570 volte)

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Offline Guit

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #15 il: Febbraio 09, 2013, 06:34:47 am »
Per parlare di multiculturalismo non è sufficiente che due persone nate in posti diversi vivano nella stessa città. Si può parlare di multiculturalismo solo in presenza di più culture, dove ognuna per svilupparsi e sopravvivere, ha bisogno di spazi identitari materiali e immateriali; linguistici, storici, geografici, climatici, artistici.  Il nostro tendere, in occidente, non è al multiculturalismo bensì all'omologazione.

La stessa dinamica colpisce anche il dominio dei sessi.
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Offline vnd

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #16 il: Febbraio 09, 2013, 07:48:03 am »
Nello specifico, le guerre non sono mai scoppiate perché ci sono diverse culture nel mondo, bensì perché , possibilmente mondializzandosi.

Per fare ciò viene istigata la conflittualità inter-culturale, e ad un osservatore superficiale appare quindi che il movente della guerra risieda in quella conflittualità, mentre in realtà è stata artatamente sobillata. Vedi sunniti contro sciiti, che oggi pare non possano più condividere gli stessi stati, dopo che il mondialismo ha soffiato sul fuoco della rivolta.

Sono fermamente convinto che la dimensione umana sia locale e che ogni scostamento da ciò sia fonte di alienazione.

Sono d'accordo.
Salvo anteporre che tutte le guerre, ma proprio tutte, comprese le rivolte e le persecuzioni (che sono guerre contro individui disarmati che hanno conservato una identità distinguibile dal resto della nazione: cristiani, ebrei, ecc... spesso, organizzandosi in modo corporativo), si fanno per ragioni economiche.
La guerra è spesa pubblica, è ridistribuzione delle ricchezze, è rubare qualcosa a qualcuno: acqua, petrolio, risorse minerarie.

La guerra può anche soltanto avere lo scopo di mantenere lo status quo.

Nella civiltà contadina è quasi obbligatorio costringere il popolo a combattere una guerra ad ogni generazione per ridurre l'impoverimento dovuto all'eccessivo frezionamento ereditario.
I poveri sono pericolosi perché possono rivoltarsi.
Non conviene mai far scendere il popolo al di sotto di un certo livello di povertà (soglia di ribellione).
Diminuendo il numero dei fratelli, questi erediteranno terreni più ampi in grado di garantire la sopravvivenza per qualche generazione. Fino a che si renderà necessaria una nuova guerra.

La realtà industriale dilaziona questi intervalli.


Comunque sia, l'odio razziale, il nazionalismo, la religione, la democrazia e la libertà, sono motivazioni di facciata.

Sono pertanto d'accordo con l'espressione: "viene istigata la conflittualità inter-culturale".
E, in particolar modo con: "ad un osservatore superficiale appare quindi che il movente della guerra risieda in quella conflittualità, mentre in realtà è stata artatamente sobillata".

Pertanto, non credo che sia tanto  "una cultura o una dottrina si vuole imporre sulle altre" quanto una classe dominante, detentrice di un regime economico, che vuole conquistarsi il predominio a spese del popolo mandato a massacrarsi.
La guerra ingrassa il ricco e affama il povero ed è combattuta dal secondo ad esclusivo beneficio del primo.
Sempre.

In una guerra, il vero nemico, non è chi ti sta difronte ma colui che ti sta sopra.


« Ultima modifica: Febbraio 09, 2013, 08:00:00 am da vnd »
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Offline Guit

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #17 il: Febbraio 10, 2013, 00:48:48 am »
Sono d'accordo.
Salvo anteporre che tutte le guerre, ma proprio tutte, comprese le rivolte e le persecuzioni (che sono guerre contro individui disarmati che hanno conservato una identità distinguibile dal resto della nazione: cristiani, ebrei, ecc... spesso, organizzandosi in modo corporativo), si fanno per ragioni economiche.

L'economia oggi è diventata un concetto astratto e omnicomprensivo. E' sinonimo di convenzienza, volontà di potenza, sopravvivenza. Un fastidioso miscuglio di cultura e natura.

Se confinassimo l'economia nella logica di scambi e mercati, potremmo facilmente dimostrare che la guerra non si fa solo per motivi economici, bensì per convenienza. E le due cose non necessariamente coincidono.

Mi incuriosisce l'ansia di mettere il denaro prima di ogni altro movente. Perché?

Il denaro è per definizione controvalore di altri valori.


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Offline Guit

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #18 il: Febbraio 10, 2013, 01:02:12 am »
Se tu oggi ammazzi uno per antipatia, sei da ospedale psichiatrico, se lo ammazzi per debiti, sei sì un criminale, ma un criminale che ragiona.

Che ragiona nei termini utilitaristici di una cultura del denaro, come metafora di potere.

Allora dovresti dire che ti stava antipatico perché non ti aveva restituito un debito, non perché, per dire, aveva tradito l'amicizia trombandosi la tua compagna. Nel caso tu lo avessi ucciso per il secondo motivo, ti converrebbe, nell'essere giudicato dall'opinione pubblica, puntare sul primo.

Nella realtà le cose non si svolgono precisamente così, secondo il mio parere. Sono estremamente più complesse. Sia i fatti individuali che quelli geopolitici.

Le cosiddette guerre umanitarie/preventive con le quali l'occidente ha lietato il mondo negli ultimi vent'anni, sono un misto di imposizione antropologica e interesse economico.
« Ultima modifica: Febbraio 10, 2013, 01:18:05 am da Guit »
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Offline Guit

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #19 il: Febbraio 10, 2013, 01:10:14 am »
Il multiculturalismo, nella concezione di massa, è soft-power: una nobile intenzione, sedicente, che corrisponde a una ignobile omologazione mondialista.

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Offline Guit

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #20 il: Febbraio 10, 2013, 01:28:16 am »
Considerate, in via del tutto ipotetica, che se uno dimostrasse di aver ucciso una donna per denaro, per questioni di eredità, per esempio, decadrebbe addirittura l'accusa morale di femminicidio. Cioè uno dei dogmi primigeni dell'etica tecnocratica: aver ucciso per moventi sessuali, o meglio, etero-sessuali.

Moralmente parlando, stante la proposta Bongiorno-Carfagna, si eviterebbe nientemeno che l'ergastolo. Ti paresse poco.

E' indubbiamente buffo, che lo stesso reato, commesso per rancore contabile, e non per altro, sia meno esecrabile di quello commesso per rancore sentimentale.

Scrivo questo per ribadire che, secondo me, la guerra, parallelamente a una morale evidente nel giudizio della violenza privata, oggi è letta come econocentrica per darle un'attenuante. Dire che la guerra è econocentrica è un modo per dire che si può fare.

Per essere ancora più precisi: la massa viene ipnotizzata dalle ragioni umanitarie, mentre l'intellighentsia si sollazza con la geopolitica degli interessi economici. E ad entrambi sfugge il nesso profondo.




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Offline fabriziopiludu

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #21 il: Febbraio 10, 2013, 02:57:41 am »
 
Se tu oggi ammazzi uno per antipatia, sei da ospedale psichiatrico, se lo ammazzi per debiti, sei sì un criminale, ma un criminale che ragiona.

Che ragiona nei termini utilitaristici di una cultura del denaro, come metafora di potere.

Allora dovresti dire che ti stava antipatico perché non ti aveva restituito un debito, non perché, per dire, aveva tradito l'amicizia trombandosi la tua compagna. Nel caso tu lo avessi ucciso per il secondo motivo, ti converrebbe, nell'essere giudicato dall'opinione pubblica, puntare sul primo.

Nella realtà le cose non si svolgono precisamente così, secondo il mio parere. Sono estremamente più complesse. Sia i fatti individuali che quelli geopolitici.

Le cosiddette guerre umanitarie/preventive con le quali l'occidente ha lietato il mondo negli ultimi vent'anni, sono un misto di imposizione antropologica e interesse economico.
In Francia, c'erano i "rastrellatori".
 OGNI volta ci fosse un attentato contro i Nazisti o un'Autorità di Vichy, sceglievano le persone ritenute antipatiche, e le mandavano alla fucilazione!
 Prendevano 50 persone...
 

Offline fabriziopiludu

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #22 il: Febbraio 10, 2013, 05:15:51 am »



 Se le donne in  O G N I settore,
 esistevan pure le RASTRELLATRICI!  ;)


 

Offline vnd

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #23 il: Febbraio 10, 2013, 08:22:44 am »
Considerate, in via del tutto ipotetica, che se uno dimostrasse di aver ucciso una donna per denaro, per questioni di eredità, per esempio, decadrebbe addirittura l'accusa morale di femminicidio. Cioè uno dei dogmi primigeni dell'etica tecnocratica: aver ucciso per moventi sessuali, o meglio, etero-sessuali.

Moralmente parlando, stante la proposta Bongiorno-Carfagna, si eviterebbe nientemeno che l'ergastolo. Ti paresse poco.


E' già così...
Le mogli che hanno minacciato separazioni, che sono state ammazzate, tranne in qualche possibile eccezione, lo sono state proprio a causa dell'ingiustizia sessista che ruota attorno alle separazioni.
L'uomo sa che perderà tutto: i figli, la casa, la macchina, lo stipendio, la dignità.
Il che correisponde, complessivamente, alla rovina degli affetti (per i soli figli, s'intende) ed economica.
Il problema è che la rabbia è così forte che lui se ne dimentica... l'assassino ricorda di aver ucciso la moglie ma... non sa più perché.

Poi... come dice Grillo, in Italia abbiamo troppi avvocati incapaci e, io aggiungerei, psicologi.
Incapaci di tutelare gli interessi maschili, i primi, e di cogliere le vere ragioni di un disagio grave, i secondi.
Gravissima e colpevole imperizia.

La verità è che se ci fosse maggiore giustizia nelle sentenze di separazione, salveremmo la vita di tante donne.

Il femminicidio non esiste.

Le donne sposate muoiono dopo aver minacciato di rovinare per sempre il marito.
Le più giovani, muoiono dopo essersi fatte scarrozzare e pagare serate, concerti, consumazioni, vacanze, viaggi, affitti, i mobili della casa.... e via discorrendo.

E' sempre questione di soldi.

Un uomo (non sposato) si sente tradito e, se non riesce a controllarsi, può uccidere, quando oltre al tempo sprecato con una donna immatura, incostante ed insicura, ci rimette anche del denaro.

Se invece uccide senza ragione, è un disturbato.

In tutti i casi non c'è mai odio generale verso le donne.
Il femminicidio è una.... cagata pazzesca.

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Offline vnd

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #24 il: Febbraio 10, 2013, 08:41:19 am »


Il denaro è per definizione controvalore di altri valori.

Il denaro di per se non è male.
Male è l'importanza che gli si può dare nella propria vita.
L'ingordigia, l'egoismo, la spietatezza.
Male è la guerra.
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Offline Lucia

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #25 il: Febbraio 10, 2013, 09:47:57 am »
Se tu oggi ammazzi uno per antipatia, sei da ospedale psichiatrico, se lo ammazzi per debiti, sei sì un criminale, ma un criminale che ragiona.

Che ragiona nei termini utilitaristici di una cultura del denaro, come metafora di potere.

Allora dovresti dire che ti stava antipatico perché non ti aveva restituito un debito, non perché, per dire, aveva tradito l'amicizia trombandosi la tua compagna. Nel caso tu lo avessi ucciso per il secondo motivo, ti converrebbe, nell'essere giudicato dall'opinione pubblica, puntare sul primo.

Nella realtà le cose non si svolgono precisamente così, secondo il mio parere. Sono estremamente più complesse. Sia i fatti individuali che quelli geopolitici.

Le cosiddette guerre umanitarie/preventive con le quali l'occidente ha lietato il mondo negli ultimi vent'anni, sono un misto di imposizione antropologica e interesse economico.

Il fatto che le guerre hanno motivi economici e materialistici e non umanitari come vengono presentati
mi sembrava più uno smascheramento dei moventi della guerra
e mai una scusa, anzi.
Allora meglio un barbaro onesto che non finge che vuole salvare ma si sa che vuol soprratutto rubare e arrichirsi.

Offline Lucia

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Re:Multiculturalismo
« Risposta #26 il: Febbraio 10, 2013, 12:14:14 pm »
Per parlare di multiculturalismo non è sufficiente che due persone nate in posti diversi vivano nella stessa città. Si può parlare di multiculturalismo solo in presenza di più culture, dove ognuna per svilupparsi e sopravvivere, ha bisogno di spazi identitari materiali e immateriali; linguistici, storici, geografici, climatici, artistici.  Il nostro tendere, in occidente, non è al multiculturalismo bensì all'omologazione.

La stessa dinamica colpisce anche il dominio dei sessi.

Non a me l'omologazione (diventare tutti uguali) non mi piace.

anzi mi sembra proprio l'opposto del multiculturalità.