GERUSALEMME - Ofir porta l'abito nero e giallo con la gonna che copre le ginocchia e le maniche che nascondono i gomiti.
Osserva le regole della sua famiglia e del villaggio religioso dove vive, il moshav Nir Galim sulla costa verso sud.
Non è bastato ai rabbini che dirigono la sua scuola: Ofir ha cantato da sola in pubblico - davanti a milioni di israeliani - perché ha voluto partecipare al concorso televisivo The Voice , versione locale dello show americano.
È stata punita, sospesa per due settimane, i genitori hanno accettato il castigo, non l'hanno tenuta a casa.
Ofir Ben-Shetreet è andata avanti,
si è presentata ai giudici dello spettacolo che definiscono la sua voce «angelica» e tra loro ha scelto come mentore il «diavolo»: Aviv Geffen, il simbolo della Tel Aviv libertaria e trasgressiva.
La rockstar l'ha sfidata a lasciarsi guidare da lui, lei ha intuito che può aiutarla a sviluppare il suo talento di diciassettenne.
Zvi Arnon, il rabbino del villaggio, giustifica la decisione della scuola (che sta ad Ashdod, metropoli portuale poco lontana), la sospensione è arrivata dopo le proteste dei genitori di altri allievi. «Per me Ofir resta - ha commentato in un'intervista al Canale 7 - una giovane con una forte moralità, molti nel villaggio la difendono.
Ma nessun leader religioso (non cristiano n.d.r) può permettere che una donna canti davanti agli uomini».La regola del kol isha è tra le più contestate dai laici, viene applicata alle cerimonie di Stato o militari, dove spesso i soldati ortodossi lasciano la sala per non ascoltare le donne cantare. Un anno fa la Giornata della Gioventù aveva spaccato la cittadina di Kfar Sava, quando i movimenti religiosi avevano preteso che nessuna ragazza si esibisse.
«Io canto fin da quando sono bambina - racconta Ofir - e sento il bisogno di realizzare il mio talento. La Torah vuole che siamo felici e invita ad ascoltare la musica per esserlo. Credo sia possibile conciliare le regole con questi insegnamenti, per questo ho scelto di partecipare allo show».
Rabbini moderati come Aaron Leibowitz sentono in lei «la voce di una generazione che sta cambiando. Non ha rinunciato alla religione, sta cercando la sua strada attraverso le definizioni classiche di giudaismo. Questi giovani - uso una metafora musicale - stanno attuando un remix». Lo psicanalista Carlo Strenger invita sul quotidiano Haaretz il presidente americano Barack Obama a seguire l'accoppiata Ofir-Aviv Geffen per scoprire «un'Israele normale»: «Le elezioni di fine gennaio sono state presentate come una guerra tra tribù, gli ultraortodossi contro i laici. Dobbiamo capire che siamo una società multiculturale di immigrati che deve imparare la tolleranza per sopravvivere».
http://www.corriere.it/esteri/13_febbraio_07/israele-x-factor_39aaa9ee-70f2-11e2-9be5-7db8936d7164.shtml