Dal Corriere della Sera :
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/14-gennaio-2013/padri-separati-aiuto-l-affitto-alloggi-dedicati-canone-dimezzato-2113538054377.shtmlSOCIETA'
Padri separati, un aiuto per l’affitto
e alloggi dedicati a canone dimezzato
Finanziamento regionale di 500 mila euro. L’associazione Aps: «Caso unico in Italia»
VENEZIA — Dormono in macchina o chiedono al Comune un alloggio popolare, si lavano in ufficio, vanno a mangiare alla Caritas o alla mensa dei poveri, si mettono in coda per ricevere una borsa della spesa da enti di beneficenza, cercano lavoretti extra per sbarcare il lunario. Perchè lo stipendio se ne va con l’assegno di mantenimento a favore di ex moglie e figli e magari anche per pagare il mutuo della casa dove non abitano più loro, ma la «ex» famiglia. E’ la situazione di molti padri separati, nel Veneto come nel resto d’Italia, segnalata da associazioni e Comuni ma anche dalla Chiesa, che di recente ha dedicato al fenomeno, in espansione, un servizio di Radio Vaticana.
E allora non è un caso se il primo aiuto concreto arriva dal Veneto bianco, che nella proposta di bilancio 2013 varata dalla giunta ha inserito un finanziamento di 500 mila euro proprio a sostegno di «famiglie monoparentali, genitori separati e divorziati in situazione di difficoltà economica». La somma è così suddivisa: 200 mila euro costituiscono un fondo per l’accesso al credito, gli altri 300 mila sono contributi al pagamento dell’affitto o del mutuo. «La prima tranche si riferisce a prestiti d’onore — spiega l’assessore al Sociale, Remo Sernagiotto —. L’idea è di creare due aree con alloggi riservati ai separati e ad altri veneti soli e in difficoltà economica, gratuiti per i primi tre mesi. Poi gli inquilini pagheranno il 50% dell’affitto, percentuale che nel tempo potrà ridursi a seconda della capacità del singolo di riprendersi economicamente.
La somma scontata rappresenta appunto il prestito d’onore, che il beneficiario potrà restituire alla Regione fra tre o quattro anni e senza interessi. La permanenza negli appartamenti a canone agevolato avrà una durata massima di due anni, necessaria a far riprendere fiato alla persona in crisi e a garantire un adeguato turn over». Gli altri 300 mila euro dei 500 mila messi a bilancio serviranno invece ad aiutare chi non ce la fa a pagare affitto o mutuo della propria casa. «Non daremo soldi in mano a nessuno, verseremo la parte concordata caso per caso con l’interessato direttamente al proprietario dell’immobile o alla banca — aggiunge Sernagiotto —. Per accedere a questo aiuto ci si dovrà rivolgere al proprio Comune, secondo modalità che renderemo note a breve». L’importo citato finanzia la legge a tema approvata lo scorso primo agosto dal consiglio regionale, con il sostegno dell’opposizione.
«E’ l’unica in Italia — commenta Tiziana Franchi, presidente dell’Associazione padri separati — anche la Lombardia sta pensando a qualcosa di simile, ma non ha ancora emanato alcun provvedimento. E’ un segnale importante, una risposta concreta ad un allarme generalizzato, che coinvolge sempre più uomini. I quali molto spesso si vergognano a chiedere aiuto, a rivolgersi ad associazioni o alla Caritas, piuttosto muoiono di fame. Un quadro che si sta facendo drammatico. Il Veneto è una regione all’avanguardia nell’affrontare tali problematiche sociali e ancora una volta l’ha dimostrato, facendo da apripista con un finanziamento mirato che potrà risollevare molte persone».
Michela Nicolussi Moro