Sono un ex nerd (persi i capelli non ho più il physique du rôle). Lavoro in un laboratorio informatico con hard disk e schede madri ovunque. Ho visto entrare in quel bunker la figa dei "piani alti" per la prima volta quando aveva scoperto che lì c'era gente esperta di cartografia digitale, e lei doveva sostenere un esame sul tema ... "Vuoi un caffè?". Così. Di punto in bianco. Lì non si era mai vista una donna oltre alla gentile signora delle pulizie e di punto in bianco, ti arriva questa a chiederti se vuoi un caffè ... Dopo che per anni ti ha gratificato col suo saluto alla "questo mo che vole da me".
Ovviamente non interessandomi né la sua compagnia né il suo esame le risposi che grazie: "Non bevo caffè" (ne prendo solo tra i dieci e i quindici al giorno, ma in compagnia dei miei amici tecnici).
Quello che mi offese comunque non era l'opportunismo ma l'idea di comprare le mie conoscenze, frutto di anni e anni di studio e lavoro, con un caffè.
I miei dieci anni di mazzo valgono come minimo un mese di alcova, e se chiedo troppo pazienza: me li tengo per me e lei, per il suo esame, o si mette a studiare o trova qualche disperato che li baratta per compagnia.
Questo fenomeno delle donne scandalizzate che tu chiedi sesso mentre loro cercano amicizia mi ha sempre urtato: l'amicizia è una cosa seria, intima. Con una sconosciuta al massimo si può fare sesso. Ma proprio al massimo, se si comporta bene. E nel raro caso in cui vada tutto bene, solo allora si può cominciare a parlare di cartografia. Meglio di no ma al limite, proprio al limite a quel punto una concessione alla cultura è d'obbligo.