Autore Topic: Sostituto Commissario donna della Polizia indagata per abuso di potere  (Letto 1129 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://www.umbria24.it/perugia-capo-della-omicidi-indagata-per-abuso-la-difesa-insussistenti-i-gravi-indizi-di-colpevolezza/147764.html

Perugia, capo della omicidi indagata per abuso di potere. Difesa: «Insussistenti i ‘gravi’ indizi di colpevolezza»

Il gip non ha sospeso il sostituto commissario Monica Napoleoni nonostante la richiesta del pm. Sospesa un'altra funzionaria per due mesi. Indagati altri due poliziotti
Perugia, capo della omicidi indagata per abuso di potere. Difesa: «Insussistenti i ‘gravi’ indizi di colpevolezza»

di Francesca Marruco e Ivano Porfiri

Il capo della sezione omicidi della squadra mobile di Perugia, Monica Napoleoni, e altri tre funzionari dello stesso ufficio sono indagati nell’ambito di una inchiesta su presunte indagini ‘abusive’, coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Petrazzini  e portata avanti dalla stessa squadra mobile.  Per il sostituto commissario e gli altri tre poliziotti, Stefano Gubbiotti, Stefania Squarta e Lorena Zugarini, il pm aveva anche chiesto una misura cautelare, concessa dal gip Carla Giangamboni solo per  l’assistente Zugarini, sospesa per due mesi dal servizio.

L’accusa Secondo la ricostruzione dell’accusa i quattro, su mandato della Napoleoni, avrebbero svolto delle ‘indagini abusive’, accedendo al sistema informatico interforze, su una psicologa del tribunale dei minori che aveva dato parere negativo quando Napoleoni aveva chiesto la revoca della patria potestà dell’ex marito sul figlio.

Le ruote tagliate  L’indagine è nata all’indomani di un episodio avvenuto alla psicologa. Era il 17 novembre scorso quando la figlia della professionista, che usa la macchina intestata alla madre, rientrando a casa nota che, sta scritto nell’oridnanza del gip, «tutti e quattro i pneumatici erano tagliati» e sul cofano c’era scritto «’troia, così impari a togliere i figli alle mamme’ tracciata con pennarello blu e accompagnata da disegno fallico». Per questo episodio e anche per un’altra scritta offensiva riferita alla stessa professionista, viene sporta denuncia. «Ribadendo di non aver mai utilizzato l’auto danneggiata, ipotizzava, (la psicologa, ndr) che l’autore del gesto avesse ricollegato il mezzo alla sua persona mediante accertamenti al PRA o simili». Il pm dunque ha subito verificato se vi fossero state «interrogazioni agli archivi informatici relativi all’autovettura».  Ed è da questo accertamento che emerge come il 14 e il 16 novembre scorso, erano state fatte delle interrogazioni dalla questura di Perugia. Precisamente dai tre funzionari indagati insieme alla Napoleoni, anche se «non c’era alcuna indagine in corso sulla psicologa».

Le offese Il 18 novembre, una sera dopo l’episodio delle ruote tagliate, anche il marito della Napoleoni sporge denuncia per delle scritte offensive che gli vengono fatte sotto casa. «Devi morire» e «Pedofilo». Nella chiamata che lui fa al 112, dice di vedere un’Audi scura allontanarsi dalla sua proprietà.

In procura Il 17 dicembre scorso Squarta e Gubbiotti vengono convocati dal pm. La donna, che ancora non sa il motivo della chiamata in procura, manda messaggi al sostituto commissario Napoleoni dicendole che forse erano stati chiamati per quelle «interrogazioni che abbiamo fatto per te» e, scrive il gip Giangamboni, «chiedendo indicazioni su cosa rispondere». «Quali? Ma quando le hai fatte?» le risponde il sostituto commissario. «Io non vel’ho mai chiesto…mica sono pazza».

Dal gip A gennaio, tutti gli indagati vengono sentiti anche dal giudice per l’interrogatorio di garanzia. Napoleoni nega di aver mai demandato a qualche collega di fare «indagini» sulla psicologa, mentre gli altri ammettono di aver interrogato il sistema informativo interforze, come avevano già fatto davanti al pm. Solo l’assistente Zugarini, che secondo la ricostruzione avrebbe chiesto agli altri due di fare i controlli, fornisce al pm una motivazione e al gip un’altra. A Petrazzini dice di aver fatto ricerche sulla psicologa «per curiosità» perché avrebbe avuto voce in capitolo nella delicata questione dell’affidamento del figlio della collega. Al gip invece dice che le avrebbe fatte per verificare delle notizie arrivate da una «fonte confidenziale che avrebbero potuto generare un’indagine sulla psicologa».

Le motivazioni del giudice Il gip sospende solo Zugarini perché ritiene «altamente probabile che possa reiterare analoghe condotte». Non accoglie la richiesta del pm per Napoleoni perché «non si trovava in ufficio il 14 novembre», «nelle conversazioni e nei messaggi intercettati ha sempre mostrato di non avere conoscenza delle interrogazioni effettuate» e ha dato «una spiegazione per le pressanti richieste» ai carabinieri. «La ricostruzione alternativa non appare inverosimile ad avviso di questo gip, e pone un elemento di dubbio non superabile adeguatamente sulla scorta dei dati certi disponibili in atti circa la partecipazione – sia pure in veste di istigatrice e non di partecipe all’attuazione materiale delle condotte illecite – dell’indagata Napoleoni alla condotta illecita  contestata. Non appare implausibile, del resto, che l’indagata Zugarini abbia operato di propria iniziativa». Quanto agli altri indagati non sospesi,  per il gip, «non risultano aver concorso nella condotta illecita per autonoma iniziativa, ma sono stati coinvolti dalla collega».

La nota della difesa La replica del legale del sostituto commissario Monica Napoleoni e dell’assistente Lorena Zugarini non si è fatta attendere. L’avvocato Nicola Di Mario ha emesso una nota in cui sottolinea come «la vicenda che riguarda il sostituto commissario Monica Napoleoni ha già subito un primo controllo giurisdizionale (con esito favorevole per la posizione dell’indagata) da parte del gip di Perugia . Ogni notizia già divulgata al riguardo, avendo subito marcate distorsioni espositive – sostiene l’avvocato Di Mario -, ha rappresentato gli accadimenti in modo non conforme alla realtà storica. Infatti, a conclusione dell’interrogatorio di garanzia, l’Autorità preposta ha rigettato la richiesta di sospensione dal servizio, avanzata dalla procura della Repubblica di Perugia, valutando insussistenti, a carico dell’Ufficiale di polizia giudiziaria, i gravi indizi di colpevolezza. L’Organo della cautela ha, cioè – spiega ancora l’avvocato Di Mario -, ritenuto, con diffusa ed ineccepibile motivazione, che nei riguardi del sostituto commissario Napoleoni risultasse carente, sin dal momento genetico, la condizione generale di applicabilità dello strumento interdittivo prevista dall’ordinamento processuale. Inoltre, nei confronti della Napoleoni non sono state formulate contestazioni per ipotetici danneggiamenti subiti da terzi ma solo elevato un addebito provvisorio di accesso abusivo a sistema informatico che, però, non ha ricevuto riscontri positivi dal collaudo svolto ad opera del giudice per le indagini preliminari». Gli altri indagati sono difesi dagli avvocati Lino Ciaccio e Michele Nannarone.

Al Riesame Le deleghe di indagine sono svolte dalla squadra mobile che ha, si apprende dalla questura, «tutto l’interesse a chiarire tutto, anche a tutela degli interessati», che sono stati tutti e quattro destinati ad altri uffici, in cui non espleteranno alcuna attività di indagine, «in attesa della definizione della vicenda». Intanto il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha fatto ricorso al Riesame contro la decisione del gip. Il ricorso potrebbe essere discusso già la prossima settimana.
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