Autore Topic: Padre escluso e invece sì a due mamme?!  (Letto 855 volte)

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Offline mmann

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Padre escluso e invece sì a due mamme?!
« il: Gennaio 11, 2013, 19:13:39 pm »


Da il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/11/famiglie-gay-cassazione-bambino-puo-crescere-bene/467382/
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Famiglie gay, Cassazione: “Un bambino può crescere bene”
Gli ermellini dicono no ai pregiudizi sull'affidamento di bambini a coppie omosessuali: un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia con "genitori" dello stesso stesso. Confermato quindi l'affido alla madre che ha una relazione con un'altra donna nonostante il ricorso del padre naturale
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 gennaio 2013

Più informazioni su: Adozioni Gay, Affidamento, Cassazione, Coppie Gay, Costituzione, Diritti Gay, Gay, Matrimoni Gay.
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Un bambino o una bambina possono crescere bene in una famiglia con genitori dello stesso sesso. La riflessione non arriva da uno psicologo, né da un sociologo e neanche da un rappresentante di una delle associazioni che rappresentano i diritti dei gay, ma dai supremi giudici della Cassazione nelle motivazioni di una sentenza che conferma l’affido a una madre che vive con una donna. Gli ermellini così dicono no ai pregiudizi sull’affidamento di bambini a coppie omosessuali: un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia gay.

I magistrati di Palazzo Cavour hanno confermato l’affidamento esclusivo di un bimbo a una donna che convive con un’altra donna nonostante il ricorso del padre del bimbo. La prima sezione civile ha rigettato l’istanza presentata dall’uomo, di religione musulmana, contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Brescia che comunque aveva stabilito che il figlio minore vivesse con la madre, ex tossicodipendente, la quale aveva deciso di andare a convivere con una delle educatrici che aveva conosciuto in una comunità di recupero. La decisione dei giudici di Brescia era conseguenza di un episodio violento del papà, alla presenza del bambino, contro la convivente dell’ex compagna. L’uomo era ricorso in Cassazione lamentando la carenza motivazionale della decisione di merito sull’”idoneità sotto il profilo educativo” della famiglia in cui il minore era stato inserito, “composta da due donne legate da una relazione omosessuale”.

I giudici, secondo il ricorrente, non avevano approfondito se tale tipo di famiglia potesse “garantire l’equilibrato sviluppo del bambino“, proprio in relazione “ai diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio di cui all’articolo 29 della Costituzione, all’equiparazione dei figli nati fuori dal matrimonio con i figli legittimi di cui all’articolo 30 della Costituzione e al diritto fondamentale del minore di essere educato secondo i principi educativi e religiosi di entrambi i genitori”. Fatto questo, si rilevava nel ricorso, “che non poteva prescindere dal contesto religioso e culturale del padre, di religione musulmana”. La Cassazione, con la sentenza n.601 hanno bocciato il ricorso, sottolineando che “alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza”, ma solo “il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”. In tal modo, osservano i giudici di ‘Palazzaccio’, “si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino”.

Offline mmann

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Re:Padre escluso e invece sì a due mamme?!
« Risposta #1 il: Gennaio 11, 2013, 19:18:38 pm »
Il punto è non è famiglia gay o no... il punto è secondo me che il figlio dovrebbe essere affidato ad entrambi PADRE e MADRE sempre! Poi che lui o lei abbiano compagno compagna compagnx non dovrebbe centrare niente. La questione che la mamma ha la compagna/o è infinitamente minore che escludere completamente uno dei due genitori a priori!

Offline vnd

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Re:Padre escluso e invece sì a due mamme?!
« Risposta #2 il: Gennaio 11, 2013, 20:18:46 pm »

Da il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/11/famiglie-gay-cassazione-bambino-puo-crescere-bene/467382/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/11/famiglie-gay-cassazione-bambino-puo-crescere-bene/467382/

Famiglie gay, Cassazione: “Un bambino può crescere bene”


Speriamo che il vaticano s'incazzi.
Invece che autosputtanarsi con le denunce assurde a quel genio di Guzzanti dovrebbero impegnarsi in materie molto più serie e importanti.
Vnd [nick collettivo].

Offline COSMOS1

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Re:Padre escluso e invece sì a due mamme?!
« Risposta #3 il: Febbraio 20, 2013, 10:28:53 am »
http://www.tempi.it/la-corte-di-strasburgo-ha-stabilito-che-una-violenza-non-e-una-violenza-ma-un-buon-diritto-un-buon-diritto-gay#.USST032YO1I

qui sotto il testo dell'articolo. Ho sottolineato le parti importanti dal nostro punto di vista.
Si svegliano ora che i buoi sono scappati. Vabbuò, meglio tardi che mai, ma dubito che arriveranno da qualche parte.


Citazione
Nel caso controverso posto da una coppia di lesbiche la Corte di Strasburgo ha così sentenziato: due donne, una delle quali ha in precedenza avuto un figlio da un uomo da cui poi si è separata, hanno il diritto ad adottare alla pari il bambino e a creare così un nuovo nucleo famigliare stabile e a sé stante.
 Siamo ben oltre l’adozione gay: siamo a un giudizio – definitivo perché emesso dalla Grande Chambre e i cui principi valgono per tutti i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa – in cui la massima giurisdizione europea stabilisce che il legame naturale che unisce padre e figlio può essere rescisso per sentenza. Il caso riguarda una coppia di donne austriache. Una delle due, madre di un bambino, dal 2007 chiedeva che anche la nuova compagna potesse adottarlo. Ma il padre del bambino, che non è mai venuto meno alle proprie responsabilità, che ha riconosciuto il figlio, gli ha dato il suo cognome e paga regolarmente gli alimenti per il suo sostentamento, si è sempre opposto a tale richiesta da parte della madre e della sua nuova compagna.
 Di contro, le due donne ritenevano lesivo del principio di “uguaglianza” e, quindi, della loro vita familiare, il fatto che non potessero adottarlo alla pari, come potrebbe succedere in una coppia costituita da un uomo e una donna, da un padre e una madre.
  La legge austriaca ha sempre dato torto alle due lesbiche perché in Austria la legge prevede la perdita di potestà (e la successiva adozione da parte del nuovo partner) solo se c’è accordo di tutti i soggetti o se il genitore si è macchiato di gravi colpe o ha abbandonato il bambino.
 Inoltre la legge austriaca prevede tale possibilità di adozione solo per le coppie formate da una uomo e una donna: non per discriminare i gay, ovviamente, ma perché un figlio ha sempre un padre e una madre.
Dunque, ragionavano i tribunali austriaci: non esiste che si possa strappare un padre dal proprio figlio per darlo in adozione alla madre e alla sua nuova convivente. Sarebbe una violenza contro ogni evidenza e diritto del bambino.
 Bene, la Suprema Corte europea ha stabilito che questa violenza non è una violenza, ma un buon diritto. Un buon diritto gay.
  Post scriptum. Si tratta dell’ennesimo episodio che conferma il trend imposto dall’agenda gay e dalle forze che premono sui tribunali nazionali e internazionali per ottenere la disarticolazione dell’alleanza uomo-donna, l’affermazione del relativismo delle fondamentali relazioni umane e sociali, l’attuazione di un principio di uguaglianza ideologico e perciò irrispettoso dei diritti dei bambini: primo fra tutti, quello di avere un padre e una madre. Attraverso sentenze che poi si trasferiscono direttamente nei parlamenti, questa azione top-down, portata dall’alto verso il basso, è in tutta evidenza un’azione che ha di mira la forzatura del processo democratico e la legittimazione delle nuova ideologia gender-gay attraverso l’imposizione di un dibattito che non ci sarebbe se non si creassero volutamente e artificiosamente gli “incidenti” processuali del tipo di quelli sollevati dalla coppia austriaca succitata. Questa è la lobby europea dell’agenda gay: quella che seleziona o supporta i candidati e la casistica da portare nei tribunali di ultima istanza per ottenere da essi la legittimazione che non otterrebbero per via popolare e democratica. Sarà il grande problema dei prossimi anni.
 Ecco perché è indispensabile che anche nelle elezioni politiche come quelle che si svolgeranno il prossimo 24-25 febbraio si scelgano attentamente i partiti che si oppongono a questo processo di progressiva imposizione di una legalità che non ha legittimità. Come dicevano i dissidenti dell’Est quando il comunismo che lì vi trionfava aveva come uno dei propri obiettivi quello di cancellare la famiglia e ridurre la relazione uomo-donna a mero istituto di riproduzione biologica a scopo di regime. «Una volta avvenuta la separazione della legalità dalla legittimità – intesa come sopravvivenza personalistica, soggettiva, di cose del passato – tutto può diventare legale: l’espressione “la legge è la legge” contiene infatti in nuce i campi di concentramento, perché sottrae i funzionari dell’apparato legale alla responsabilità personale e alla vita naturale» (Vaclav Belohradsky).
Dio cè
MA NON SEI TU
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