incredibile sicurezza nel formulare certezze sicuramente opinabili e nell’ evitare il dialogo.
il potere che rifiuta ogni esteriorità, diventa inglobante, castratore, fusionale.
Questo modo totalizzante di comunicare sopprime tutte le distinzioni tra interiore ed esteriore, tra privato e pubblico. Crea una relazione fusionale tra individuo e potere.
la negazione dei legami sociali e la neutralizzazione della coscienza.
Nessun spiraglio è lasciato alla negoziazione e niente è discusso con gli “alleati”, l’Altro per lei non esiste.
insiste sull’immagine e sul narcisismo.
Il dubbio non la tocca, lei è pronta a tutto. Lei è il tutto che si rivela in sé, una totale potenza non turbata dalla Legge.
Niente di nuovo, né originale: il prodotto antropologico di una cultura estremamente diffusa e pervasiva, che crea il tipo umano responsabile di PAS, lettere di avvocati a sorpresa e altre amenità che oggigiorno ci affliggono.
Queste donne, cui ben si adatta la definizione di Spose Meccaniche, si rappresentano l’uomo ideale come il loro alter-ego: un uomo-macchina perfettamente integrato in un ingranaggio sociale fusionale, che per loro è l'unico portatore di senso. Un uomo perfettamente efficiente e super-adattato, che non pone né si pone domande, segno di inettitudine e improduttività (“l’uomo impedito” delle femministe).
L’umanità del maschio, e dell’essere umano tout court, non è altro che un’anomalia da correggere: il ruolo dell’uomo è quello di semplice cinghia di trasmissione in famiglia degli input e dei modelli sociali di cui la moglie è la migliore interprete (su questo non sembrano esserci dubbi).
Non un compagno ma un assistente -in seconda- le cui manifestazioni di affetto sono tollerate nella misura in cui si situano nella sfera dell’intrattenimento e dello svago più che della relazione.