Autore Topic: Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio  (Letto 1794 volte)

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Offline Stendardo

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Ed anche Giulia Bongiorno e Flavia Perina ci hanno lasciato...Ragazzi , esprimiamo il nostro cordoglio per l'improvvisa perdita della cara Giulia e della cara Flavia...
Dopo un breve excursus sulla loro attività fuori e dentro gli scranni parlamentari , ho voluto dedicare loro una poesia d'addio... :rolleyes:

http://www.publicpolicy.it/voto-2013-i-big-che-rimangono-fuori-dal-parlamento-7413.html

Public Policy) - Roma, 26 feb - Sarebbero molti i big delle
passate legislature che a questo giro dovrebbero rimanere in
panchina. Secondo i calcoli del Cise, il centro italiano
studi elettorali, centro interuniversitario di Luiss e
Università di Firenze, non entrano in Parlamento alcuni nomi
illustri. Soprattutto ex Fli e appartenenti alla sinistra
radicale. Si tratta di Gianfranco Fini, presidente della
Camera uscente, Fabio Granata, Italo Bocchino, Carmelo
Briguglio, Flavia Perina, Giulia Bongiorno e Mario
Baldassarri. Per il Cise di Fli, solo Benedetto Della
Vedova, dovrebbe essere eletto al Senato nella lista Con
Monti per l'Italia.

Fuori da Montecitorio e Palazzo Madama anche Antonio
Ingroia, candidato premier di Rivoluzione civile, Antonio Di
Pietro, leader Idv e poi Oliviero Diliberto (segretario dei
comunisti italiani), Angelo Bonelli (presidente dei Verdi) e
Paolo Ferrero (segretario di Rifondazione comunista).
A destra rimarrebbero fuori Francesco Storace (che corre
anche per la presidenza della regione Lazio), Raffaele
Lombardo, capolista al Senato del Movimento per le autonomie
e Gianfranco Micciché, leader di Grande Sud. (Public Policy)

http://27esimaora.corriere.it/articolo/donne-in-politica-che-cosa-ci-esclude/

Giulia Bongiorno* | Vivo e lavoro a Roma: sono avvocato penalista, deputata del gruppo FLI e presiedo la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Mi arrabbio quando, pensando di farmi piacere, qualcuno mi cita come esempio di donna che ha saputo conciliare una carriera molto impegnativa con il ruolo di madre. Visto che ci sono riuscita solo a quarantaquattro anni, mi sembra di essere l’esempio, semmai, della difficoltà delle donne italiane di essere madri e lavoratrici. Vorrei che per le altre fosse più facile di quanto lo è stato per me e cerco di impegnarmi anche in questa direzione. Il mio sito: www.doppiadifesa.it   

Nessuno è in grado di immaginare come sarà la politica dopo il governo Monti, tra i cui meriti c’è sicuramente quello di aver affidato tre ministeri di peso a tre donne di valore.

La scelta del presidente Monti dimostra che, quando la selezione avviene sulla base della competenza, le donne sono in prima linea.

    Ma cosa accadrà quando questo governo tecnico avrà esaurito il proprio mandato e la politica – come è giusto che sia – riprenderà il proprio posto?

Il mio timore è che si ripristineranno le vecchie logiche, quelle che finora hanno sempre escluso le donne da incarichi di potere.

Ecco perché è indifferibile una strategia diretta a promuovere la presenza femminile in politica.

Una prima strada potrebbe essere chiedere alle parlamentari di ciascuno schieramento di impegnarsi in una serrata trattativa all’interno del proprio partito per ottenere che, in occasione delle prossime elezioni, almeno la metà delle candidate siano donne. Ma è probabile che non basterà.

Forse, allora, bisognerebbe avere la forza e il coraggio di osare di più.

È innegabile che nel nostro paese ci sono molte donne di valore che finora sono state tenute ai margini e che, per tanti motivi, non sono ancora riuscite a esprimere appieno le proprie competenze e i propri talenti.

    È possibile inserire nel panorama politico una formazione che, attraverso una classe dirigente di donne, faccia dello sguardo e della sensibilità femminili la propria cifra distintiva?

Le difficoltà sono innumerevoli, ma il punto non è questo: alle difficoltà siamo abituate. Il punto è che c’è un ostacolo preliminare davanti al quale cadiamo ogni volta: la nostra tendenza – anche dopo aver combattuto battaglie comuni – a dividerci, a frammentarci, a disgregarci. L’incapacità di mantenere un fronte unico.

In tutti gli schieramenti di uomini ci sono invidie, gelosie e odi, e quindi divisioni, scissioni, a volte persino rotture clamorose. Ma i sentimenti vengono sempre incanalati in strategie.

Tizio può non essere del tutto convinto dell’idoneità di Caio a rivestire un determinato ruolo, ma una volta deciso che Caio è il candidato del suo schieramento lo sosterrà: non fosse altro, per partecipare della fetta di potere che Caio potrebbe conquistare. Se le cose andranno bene, proprio a partire da quella prima fetta ne arriveranno altre, e loro se le spartiranno tutte: magari detestandosi, ma silenziosamente. In nome di un interesse comune e superiore.

Nei gruppi di donne questo non avviene: noi non ce ne teniamo nemmeno mezza. Quando si forma uno schieramento, prima o poi c’è sempre qualcuna che attacca apertamente qualcun’altra, è solo questione di tempo. E gli obiettivi che erano stati fissati, e che magari per un attimo erano sembrati persino a portata di mano, si fanno lontani. Irraggiungibili.

Credo sia l’esito della micidiale congiuntura tra una distorta forma di “schiettezza” (le virgolette qui sono d’obbligo), la difficoltà nel disciplinare le emozioni e l’incapacità di valutare le conseguenze dei propri gesti: quel che è certo è che nella maggior parte dei casi basterebbe risparmiare una critica – o rinviarla a un momento e a una sede più opportuni – per evitare fratture insanabili, e dunque perdita di forza, di coesione e di credibilità.

Purtroppo, non abbiamo ancora capito che è proprio nella zona d’ombra tra il dire e il non dire che risiede e prospera il potere.

Il potere passa di necessità attraverso la coesione. E coesione non significa amarsi, significa saper convivere mettendo da parte l’incontenibile smania di entrare in conflitto aperto ogni qual volta emerge un disaccordo. Cosa che peraltro le donne sanno fare benissimo quando si tratta, per esempio, di venire a patti con il marito se c’è in gioco il bene dei figli. Per qualche motivo, però, paradossalmente, proprio quando ci si ritrova tra donne a tentare di creare un gruppo che persegue un obiettivo, la nostra capacità di mediazione e di ascolto, la nostra comprensione e il nostro spirito di sacrificio precipitano in caduta libera.

    Le donne andranno al potere soltanto quando avranno capito la differenza tra l’amore e la civile convivenza e saranno – anche solo apparentemente – unite, compatte e solidali.

Quando, cioè, in nome di un interesse comune avranno imparato a essere meno “schiette” e più strategiche.

    Quanto tempo ci vorrà per superare questa ontologica incapacità di fare gruppo, di fare gruppo veramente però, e per più di cinque minuti?

http://27esimaora.corriere.it/articolo/che-siano-le-leggi-a-giudicare-non-i-roghi/#more-4356

Flavia Perina * | Flavia Perina, giornalista, ex direttore del Secolo d'Italia, parlamentare di Futuro e libertà. Sono nel comitato promotore di Se Non Ora Quando, mi occupo di diritti, integrazione, nuova cittadinanza. Ho tre figli adolescenti. Ho scritto un libro con la collega del Pd Alessia Mosca: Senza una donna – Un dialogo su potere, famiglia, diritti nel Paese più maschilista d'Europa, edito da Add

Non conosco Rosy Mauro e non mi piace il suo stile. Credo che il problema della sua inadeguatezza al ruolo – vicepresidente del Senato – avrebbe dovuto essere sollevato quando ha “scapocciato” durante il dibattito sulla riforma Gelmini dando per approvati emendamenti che non lo erano e mettendo in enorme difficoltà le istituzioni. Immagino che dovrà spiegare molto ai magistrati che indagano sui soldi della Lega, anzi sui soldi degli italiani perché tale è il finanziamento pubblico: serve a pagare la democrazia, non le Porsche dei figli di papà.

Ma la caccia alla strega che il suo stesso partito ha avviato contro di lei mi ha stupito. Negativamente. E la ritengo l’ennesima dimostrazione del maschilismo della politica italiana.

Non c’è politico uomo che abbia meritato lo stesso trattamento anche se molti, negli ultimi anni, sono stati sospettati e talvolta condannati per reati gravissimi: dalla connivenza con la mafia alla compravendita di nomine e appalti. Sempre, senza eccezioni, nei rispettivi partiti è scattata una silenziosa “solidarietà nel non dire”: pochi e reticenti commenti dei colleghi, vaghi inviti ad aspettare le conclusioni dei magistrati. Mai si è sentito un leader (Maroni) aizzare la folla armata di scope: «Rosi Mauro non si è dimessa, ci penserà la Lega a dimetterla». Mai si è visto un rito tribale come quello scatenato contro la Mauro nel silenzio totale di chi fino a ieri era abituato a difendere l’indifendibile (vi ricordate il voto su Ruby nipote di Moubarak?).

E uso la parola rito non a caso: il rogo della strega rappresenta simbolicamente l’emendamento dal peccato delle società più superstiziose e maschiliste, delle culture più chiuse e ostili ai diritti. Allora, una riflessione si impone.

    La Mauro paga doppio perchè è una donna? Perché è stata donna di potere in un partito decisamente machista? Perché ai partiti carismatico-populisti della seconda Repubblica serve una vittima sacrificale per assolvere se stessi? Oppure è solo un caso, è solo per quei capelli sciolti e quegli occhi di brace, per quell’estetica da fattucchiera?

Dite voi, io riassumo la mia opinione in poche parole: nel bene e nel male, l’Italia non è un Paese per donne.




Addio Vecchie Mie

“Addio Vecchie Mie”

Care e vecchie Giulia e Flavia
oggi è l’ultimo giorno che posate
il vostro deretano in Parlamento
in cui sentirò la vostra voce
trapani, sibili e soffiate
alcuni dì tanto insensate
alcuni dì tanto ebete .

Oggi dovrò dirvi addio
e di certo
non l’ho scelto io,
dopo anni e anni di
passioni
adesso provo un gran dolore.

In tanti anni di Parlamento
Voi , o Vecchie mie ,
di certo ne avrete fatte ,
di cotte e di crude ,
ma adesso anche per voi
è giunta l’ora del silenzio ,
stasera vi spegneranno
e poi , se ne andranno.

E con voi si spegneranno
…illusioni e rancori…….
……odio e rumori…….
ma state pur certe e lo sapete…….
che nei nostri cuori
sempre rimarrete .

Addio Vecchie Mie….. :cool:

Standarte

Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline ilmarmocchio

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #1 il: Febbraio 27, 2013, 15:56:05 pm »
buona, veramente buona... :D

addio vecchie mie e....
NON ritornate :D

Offline Vicus

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #2 il: Febbraio 27, 2013, 16:31:39 pm »
 :bye: :clap:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto86

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #3 il: Febbraio 27, 2013, 19:24:13 pm »
Certamente una buona notizia, anche se avrei esultato il doppio se tra queste ci fosse stata anche la Carfregna.

Per il resto, chissà come mai, ho lo strano presentimento che nei prossimi anni ci saranno nuove parassite che le sostituiranno egregiamente.  :rolleyes:

Offline ilmarmocchio

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #4 il: Febbraio 27, 2013, 20:17:42 pm »
se ne è andata anche la Concia :lol: :lol: :lol:

Offline vnd

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #5 il: Febbraio 27, 2013, 20:35:43 pm »
Certamente una buona notizia, anche se avrei esultato il doppio se tra queste ci fosse stata anche la Carfregna.

Per il resto, chissà come mai, ho lo strano presentimento che nei prossimi anni ci saranno nuove parassite che le sostituiranno egregiamente.  :rolleyes:

Dici bene...
Hanno appena detto che questo sarà il parlamento con più "bipedi falloprivati": 31%.

Tanto per usare termini cari alle nazifemministe.
Vnd [nick collettivo].

Offline yamamax

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Re:Giulia Bongiorno e Flavia Perina non sono più parlamentari - Poesia d'addio
« Risposta #6 il: Febbraio 27, 2013, 20:57:04 pm »
Dici bene...
Hanno appena detto che questo sarà il parlamento con più "bipedi falloprivati": 31%.

Tanto per usare termini cari alle nazifemministe.


Ma il di là della percentuale dei "falli" avranno capito che l' Italia non può più permettersi incompetenti e banditi al Governo o in Parlamento ?  :cry:
Questa prima lista di "trombate" è un piacere ma non basta,  ora devono cominciare a fare qualcosa sul serio.  :mad: