Che cos'è che distingue un'individuo giovane,da uno vecchio?
In un'epoca in cui tutti si sentono giovani,magari giovani in un corpo di vecchio,non è una domanda infeconda di riflessioni sull'animo umano.
Sarò sintetico nel dire ciò che divide il giovane dal vecchio:
La pretesa di eternità.
Pretesa,non ricerca.
Pretesa,nel senso di pretesa infantile,come dice il bambino,io voglio,il giovane dice io voglio,voglio che sia eterno,e dunque se lo voglio così intensamente,esso è...
Pretesa nel senso inglese di pretend,ovvero,fingere,fingere che sia eterno,non autoingannarsi,perchè il bambino,è fermamente convinto che volere e ottenere,sono i 2 aspetti di una stessa cosa,dunque il suo è inganno,e non autoinganno,l'inganno della giovinezza.
Il giovane si sente eterno,non necessariamente,crede in una vita dopo la morte,ma semplicemente la morte è una cosa che non lo riguarda,e quando la razionalità lo costringe a più realistiche riflessioni,egli pretende,l'immortalità,la pretende,come se fosse un suo diritto,come se quel sentimento,che pervade gli esseri umani,nella loro giovinezza,l'amore,fosse,il suo DIRITTO,all'eternità.
Pretesa di eternità,non è il sentire che esiste un'anima immortale,ma pretendere di essere immortali,così,tali quali come si è,con le proprie membra,il proprio cuore,che batte,il proprio cervello, che (non) pensa,con il proprio intestino,che digerisce,con il proprio culo,che caga.
Come se una rosa,potesse non appassire in eterno,perchè la sua bellezza gliene dà il diritto.
Non si fatica a ravvisare in me nelle ultime 2 righe,un'ironia,neanche troppo sottile,giacchè forse non sono più giovane,questo senso di vaga ironia,è la soluzione all'enigmatico sorriso delle statue dei buddha,in oriente.
Essi sorridono,della presunzione dei giovani,della crudeltà intrinseca di ciò che è bello,giacchè essi sono compassionevoli,e rinnegano ciò che è bello,perchè ciò che è bello è crudele.
E' crudele,per chi lo contempla,perchè se ne innamora,e lo vede disfarsi,è crudele per chi lo è,perchè vede ogni giorno il proprio disfacimento,ed è innamorato,o meglio innamorata,di sè stessa.
E' crudele,poi perchè esso pretende l'immortalità e non solo,per se stesso,ma la nega agli altri.
Il profumo della rosa ha diritto ad esistere per sempre,il tanfo della merda,deve sparire in pochi secondi.
Io sorrido di questo,non me ne dolgo,forse perchè non sono più giovane,ma nel sorriso dei buddha,vi è un'ironia nell'ironia,giacchè nella vita,vi è inganno,nell'inganno.
Io infatti a differenza di chi mi critica e dice che io sono un giovane-vecchio,non sono nè l'uno nè l'altro.
Giacchè il giovane,pretende di essere eterno,ed è uno sciocco,ma il vecchio,pretende di essere giovane,ed è uno sciocco più grande,ed in ragione di ciò,soffre di più.
Vi è in questa stoltezza,dicono i Buddha,l'origine di ogni sofferenza,se il giovane soffre,perchè non riconosce che tutto può invecchiare e morire,il vecchio soffre perchè continua a ritenersi giovane,e diventa la caricatura di sè stesso.
Qual è l'origine di tutte le sciagure del vecchio?
Il fatto di ritenersi giovane.
Quanti vanno in coma cardiocircolatorio al parco,perchè si mettono a correre,o a giocare a tennis,dopo 50 anni che stanno fermi?
Ne uccide più lo sport del petrolio,dico io.
Quanti si prendono un ictus perchè devono a tutti i costi farsi le ragazze,non perchè lo desiderino,ma perchè devono a tutti i costi dimostrare di ''avercelo ancora duro'',senatur in prima linea?
Vi è in ciò,un monito ancora più esteso,che non si rivolge solo ai vecchi,ma anche a tutti gli uomini,CHI NON RICONOSCE LA PROPRIA MORBIDEZZA,E' DESTINATO A INDURIRSI,MA CHI NON RICONOSCE LA PROPRIA FRAGILITA' E' DESTINATO A SPACCARSI.