Lo so che non dovremmo parlare di una certa fikasicula, però ho appena letto questa gigantesca castroneria scritta con l'intento, tipicamente femminile, di non assumersi mai le responsabilità per i propri sbagli.
Infatti la suddetta, dopo essere uscita "fuori dai ranghi" cercando il dialogo col mondo dei movimenti maschili, ha assaggiato la medicina amara che quotidianamente il nazifemminismo riserva a noi nati con la colpa di essere maschi, e si è improvvisamente accorta di quanto autoritaria e reazionaria sia l'ideologia femminista che da sempre ha sostenuto.
Si è resa conto di quanto questa ideologia faccia comodo ai poteri forti, e di quanto lei come femminista non sia altro che una utile idiota nelle mani di questi poteri.
E cosa fa dopo questa presa di coscienza? In coerenza con il suo dirsi antifascita e antiautoritaria dovrebbe ripudiare il femminismo.
Ma la coerenza non è femmina, si sa. E infatti, pur di non sconfessare questa ideologia dell'odio e del rancore, della censura e del furto di diritti maschili, si impegna in una inaudita acrobazia intellettuale e bolla il femminismo ufficiale come "donnismo antifemminista".
La Ravera, la Terragni, le donne di Se non ora quando, le "giornaliste" della 27ora, ecc. sarebbero tutte delle esponenti dell'antifemmismo, delle nostre compagne ideologiche insomma
L'affermazione è così platealmente assurda che mi ha fatto scompisciare dal ridere, del resto chi potrebbe credere a una boiata del genere?
Ecco qui il passaggio incriminato:
http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/03/12/in-italia-si-pratica-il-donnismo-antifemminista-movimento-di-distrazione-di-massa/Il Donnismo è Antifemminista
Il Donnismo, che per certi versi puoi chiamare anche femminismo autoritario, viene purtroppo spesso definito come IL Femminismo, e immagina di aggirare la critica che dai femminismi arriva, forte e sostanziosa, stabilendo che tutto il resto sia Antifemminismo. La stessa riflessione realmente antifemminista, mista tra pulsioni maschiliste/conservatrici e una visione autodeterminata al maschile sulle questioni di genere, fa tanta confusione, spara nel mucchio, ed è incapace di formulare una critica efficace ad una cultura e una pratica effettivamente reazionaria che stritola i generi, tutti, in una dimensione autoritaria e fascista.
Sfugge, purtroppo, talvolta, che per loro stessa natura, i femminismi hanno anticorpi necessari affinché sia possibile rinnovare pensieri e pratiche in relazione ai bisogni e alle interpretazioni soggettive in ogni genere di società. Quello che vediamo oggi, per quanto si voglia dargli dignità d’azione a partire dal fatto che coinvolge tante donne in buonafede, è infatti la totale antitesi del femminismo. E’ dunque l’Antifemminismo declinato da donne e culture che hanno assimilato due o tre parole d’ordine del femminismo e della lotta antisessista e le hanno ridefinite per portare tutte in piazza a celebrare i corpi sacri delle madri o di altre martiri.
Perché il Donnismo, per esistere, ha bisogno di martiri, di corpi morti da commemorare, e non di donne autodeterminate e non addomesticate che realizzino iniziative che non rispondano a “comportamenti standardizzati”. Il Donnismo ha bisogno di persone che non riflettano di differenza di classe e che in una donna ricca, una ministra, incluso quella che ti porta via l’art. 18, veda una sorella. Ed è lo stesso Donnismo che vede nella prostituta una donna per-male, salvo quando si redime e si fa salvare per essere ricondotta ai ruoli di madre e moglie o di badante (questo è lo schema applicato per accettare le migranti in Italia e per non destinarle ai Cie).