Leggendo i contenuti di questo sito facente capo ad uno studio legale, mi è venuta una grande idea.
http://www.spinozziecalanna.it/home/tempo-di-crisi-attenti-alle-false-separazioni.htmlChi ha commesso l'errore di sposarsi dovrebbe SUBITO separarsi, ad esempio con la scusa di avere la precedenza nell'iscrizione dei figli alla scuola materna.
Riporto l'articolo evidenziando in grassetto le parti salienti e inserendo note, tra parentesi quadre [...].
Se le femministe si mettono reciprocamente in guardia su alcuni aspetti legali, è proprio lì che dobbiamo colpire.
(Sun-Tzù)
Chi si occupa professionalmente di diritto di famiglia prima o poi si trova di fronte clienti che ‘hanno bisogno di una separazione’.
Non sono persone con un rapporto coniugale in crisi, ma coppie (la richiesta è infatti congiunta) che intendono separarsi fittiziamente, formalmente, al solo fine di ottenere in modo distorto dei benefici (magari solo un miglior punteggio nelle graduatorie per gli asili pubblici o simili) o evitarsi dei danni (come l’aggressione dei propri beni da parte dei creditori).
[Vi rendete conto che viviamo in un paese nel quale le troie, se separate, hanno la precedenza rispetto alle brave madri di famiglia?]
L’attuale periodo di profonda crisi, il crescere della pressione fiscale (si pensi solo all’IMU) e la stagnazione economica non fanno che incoraggiare la ricerca di soluzioni di questo tipo.
Personalmente però non amo e non incoraggio questo tipo di richieste, sempre ammesso che siano esplicitate: spesso si tace, al massimo… si ammicca.
Innanzitutto ritengo che sia moralmente -prima ancora che giuridicamente- scorretto avvantaggiarsi in questo modo rispetto a chi invece ha reali (o comunque più gravi) situazioni di disagio; né va dimenticato che l’uso improprio delle tutele di legge finisce per vanificarle e renderle in sostanza inutili per tutti.
Ma c’è anche un motivo ‘tecnico’ che mi spinge a consigliare la massima cautela nell’avventurarsi su simili sentieri.
Generalmente infatti chi si vuole separare per tali fini non presta la minima attenzione a quel che viene scritto nel ricorso; gl’interessa il risultato (indiretto) per cui chiede di separarsi, mentre spesso non legge nemmeno il contenuto delle condizioni… che egli stesso sta chiedendo di applicare.
Ancora peggio, a volte l’interessato recupera, magari da chissà quale angolo d’internet, un fac-simile che completa e stampa per conto suo, senza avere il minimo supporto tecnico-giuridico.
[Eh..eh eh eh... Molto bene. Ce li possiamo scaricare da internet... ]
Nel far ciò si dimentica (o meglio s’ignora) che la legge -e il tribunale che la applica- non prevedono separazioni ‘finte’; anzi, se il giudice che ascolta i coniugi dovesse percepire l’inesistenza della crisi della coppia, non potrebbe far altro che rigettare il ricorso.
Dunque una separazione omologata (=approvata) dal tribunale è una separazione vera e propria, a ogni effetto di legge.
E può essere azionata dall’interessato.
Perciò se uno dei due coniugi ha in cuor suo l’intenzione di separarsi davvero, ottenuta la separazione ‘finta’ (ma per la legge verissima) non dovrà far altro che pretenderne (con le buone o con le cattive) l’attuazione ed esecuzione, potendo ad es. pretendere che l’altro esca dalla casa coniugale, versi l’assegno pattuito etc.
A parti invertite, il coniuge economicamente a carico (esempio classico: la moglie casalinga) potrebbe ritrovarsi ad aver firmato un accordo per cui ‘ognuno dei coniugi provvede da sè al proprio mantenimento’; in pratica, pur non avendo reddito non avrà diritto a un assegno mensile (e queste sono condizioni che non si possono cambiare -nemmeno in tribunale- se non cambia la situazione economica dei coniugi).
Se pensate che sia un’ipotesi remota, vi sbagliate di grosso.
Ho avuto personalmente a che fare con persone che, separatesi per evitare l’aggressione dei creditori dell’altro coniuge, sono poi venute in studio sospirando per dire che tutto sommato il loro matrimonio tanto bene non andava e dunque quella separazione, teoricamente solo di carta, sarebbe stata azionata e applicata davvero.
Contro una simile eventualità non ci sono rimedi legali di facile attuazione.
Dunque in tali casi son dolori, per il coniuge svantaggiato e fors’anche per l’avvocato che gli ha fatto sottoscrivere con eccessiva disinvoltura un ricorso ‘precotto’.
[Bene! Benissimo, direi! Quindi... Poche palle. Signori sposati, correte a separarvi. Separatevi con accordi equilibrati, senza che la moglie, qualora, superati i quarant'anni, casomai recuperasse le capacità orgasmiche e decidesse di mollarvi quattro a zero, non abbia poi, nulla a pretendere. L'importante, ci spiegano, è che non cambi la situazione economica dei coniugi. O meglio, che non risulti essere cambiata.]
FORZA RAGAZZI!
Un uomo informato è un uomo più forte!