Autore Topic: Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"  (Letto 95866 volte)

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Alberto86

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #120 il: Giugno 04, 2013, 22:12:56 pm »
da Adiantum:




I diritti degli uomini sono sotto attacco in Italia: da più parti è in atto una violenta campagna di stampa diffamatoria anti-maschio con l'obiettivo di far passare nuove leggi di stampo femminista (1) e, sopratutto, di far riconoscere 85 milioni di € di fondi pubblici alle organizzazioni femministe che attaccano ideologicamente gli uomini fingendo di proteggere le donne da quella che chiamano "violenza di genere".
Suona familiare?
I Media continuano, ancora oggi, a ripetere che la cosiddetta "violenza maschile è la prima causa di morte per le donne". La verità, in questo caso, è che il tasso di morti femminili è solo lo 0,056% (cioè 0,56 per 100.000 abitanti), e le donne rappresentano solo il 23% degli italiani che, ogni anno, vengono uccisi.
I media continua a ripetere che 7 milioni di donne italiane sono vittime della violenza maschile. Questa falsa affermazione si basa su un sondaggio telefonico, in cui le donne italiane ricevono domande come "Il tuo partner critica il vostro abbigliamento?" Le donne che hanno risposto "sì" sono state contate, senza saperlo, come vittime di violenza psicologica dagli intervistatori. La frode statistica divenne evidente quando alcuni ricercatori hanno fatto, nell'ambito di un nuovo studio scientifico-universitario, le stesse domande agli uomini, ricevendo lo stesso tasso di risposte "sì", e raggiungendo il risultato di 6.000.000 di vittime maschili.
I Media, poi, da alcuni mesi vanno ripetendo all'infinito che l'Italia è il paese del "femminicidio". Le lobbies che sostengono la teoria del femminicidio vogliono che l'uccisione di una donna venga considerata un crimine più grave dell'omicidio di un uomo. Nonostante questi atti vengano commessi da uomini che seguono le loro azioni con il proprio suicidio, anche così l'Italia è uno dei paesi più sicuri al mondo per le donne: 5 donne uccise ogni milione di abitanti ogni anno [2].
Questa invenzione del "femminicidio" non è nuova. La lobby femminista globale è riuscito a passare questo in Argentina [3] - in cui l'omicidio di una donna (ma solo se l'autore è maschio) porta una condanna a vita, mentre ogni altro omicidio (donna contro uomo o uomo contro uomo) comporta una pena di 8 fino a 25 anni di reclusione. In sostanza, la legge letteralmente afferma che la vita di un uomo è meno rilevante per la società.
I media italiani ignorano anche problemi molto più grandi, come ad esempio che il tasso di suicidi tra i padri separati è 284 all'anno per milione. Il tasso di suicidi diventa 4 volte più elevato con la separazione, quando uomini e bambini hanno a che fare con un sistema giudiziario sessista e con false accuse [4]. Come si è raggiunta questa situazione nel Bel Paese, dato che le leggi sessiste che sono più espliciti in diversi paesi europei non esistono in Italia perché l'articolo 3 della Costituzione è finora riuscita a bloccarle? L'articolo in questione dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione .... [5].
L'Italia è uno strano paese, in cui ciò che si vede nelle leggi non è quello che poi si ottiene quando ci si rivolge alle Istituzioni. Il femminismo non ha mai avuto grande popolarità tra gli italiani. Tuttavia, è diventato politicamente potente. In effetti, le principali organizzazioni femministe, come UDI (Unione Donne Italiane), sono state fondate dal PCI (Partito Comunista Italiano) e hanno ancora un potere forte, soprattutto nei partiti di sinistra. Attraverso la politica, il femminismo italiano ha una forte influenza artificiale sui media e nello Stato.
Ancora non suona familiare? Quasi tutti i quotidiani italiani sono finanziati dallo Stato e ospitano un blog femminista. Ad esempio, il giornale comunista "il manifesto" ospita un blog che reca nel titolo la frase "Prima donne e bambine". Qui i commenti dei lettori sono spesso censurati, e anche quelli che superano la censura sono per lo più negativi.
Il potere politico, tuttavia, è il problema più grande. Gli italiani possono votare per i partiti, ma non per i politici. Una volta eletti, i politici possono fare quello che vogliono. I politici hanno deciso di mettere nella terza posizione più importante dello stato (la Camera dei deputati) una femminista che proviene da un partito di estrema sinistra che ha ottenuto solo il 3% dei voti alle recenti elezioni.
Come in molti paesi, gli uomini italiani lavorano e guadagnano di più, anche perché molte donne preferiscono il ruolo femminile tradizionale piuttosto che fare carriera. Ma in Italia questo è il momento del divorzio. Il femminismo italiano è diventato una sorta di "mammismo", che va contro anche il femminismo internazionale. Questo dimostra ancora una volta che il femminismo è esclusivamente una questione di potere politico. Ad esempio, le femministe svedesi, nell'ottica di supportare le madri che lavorano, sostengono l'affidamento congiunto in modo che le donne possono intraprendere una carriera. Il femminismo italiano, invece, fa esattamente il contrario ed ha assunto il ruolo di nemico dei padri che si desiderano prendersi cura dei bambini, portando avanti falsi principi secondo cui i bambini dovrebbero rimanere con la madre fino a quando hanno 3 o 6 (... o 18) anni di età.
Quando il Parlamento ha approvato l legge sull'affidamento condiviso, nel 2006, il femminismo ha preso l'unica strada possibile in un paese dove le leggi sono buone, ma rispettarle è facoltativo: quella dell'illegalità. Le false accuse sono molto efficaci nel paese con il sistema giudiziario più lento d'Europa. I risultati di questi atti criminali sono stati descritti da molti giudici. Il giudice Carmen Pugliese ha detto [5] "Solo 2 su 10 accuse di violenza sono vere. Gli altri sono usati come ricatto contro i mariti". Gian Ettore Gassani, presidente dell'AMI (una delle principali associazioni di avvocati) dice: "E 'una situazione di emergenza, i giudici di Roma hanno stabilito che il 75% delle accuse contro l'ex-coniugi sono false, fatto con lo scopo di ottenere vantaggi". Il giudice Barbara Bresci ha aggiunto: "Molto spesso le accuse vengono utilizzate per ottenere i bambini e gli alimenti". Il giudice Monica Magi ha detto: "Potrebbe sembrare incredibile che si usano false accuse di abusi sessuali e del bambino ... quasi sempre fatto da donne che tentano di rimuovere i padri".
Lo psicologo Sara Pezzuolo dice: "Le false accuse di violenza e di abusi sessuali costruiti per eliminare l'ex-partner sono tra il 70% e il 95%". Luca Steffenoni, esperto di crimine, ha calcolato in un libro che le false accuse sono utilizzate nell'86% dei divorzi. Una ricerca del Prof. Camerini et al. ha mostrato che in Italia l'80% delle persone accusate di pedofilia sono padri, ed essi risultano essere innocenti nel 92,4% dei casi.
Anche quando false accuse non sono utilizzate, i padri italiani soffrono momenti difficili, come descritto dal New York Times [6]
La legge sull'affidamento condiviso democraticamente votata dal Parlamento italiano non viene applicata dai giudici: Adiantum (associazione per i diritti dei bambini) ha lanciato una class action contro il sistema giudiziario italiano, con un procedimento collettivo in corso presso la Corte Europea per i Diritti Umani, un tribunale che ha già sanzionato Italia, in molti casi [7].
Intanto i giudici fanno il contrario e, a volte si applica il principio (che non è mai stato democraticamente votato, intendiamoci) adottato dalla Cassazione (Corte suprema italiana), che ha inventato il "diritto a mantenere lo stile di vita adottato durante il matrimonio". Il risultato è stato definito dal New York Times: gli uomini diventano schiavi che lavorano con un buon stipendio, ma hanno spesso bisogno di trovare una camera da letto e il cibo.
Ancora non suona familiare?
Due recenti sentenze esemplificano il funzionamento del sistema giudiziario. L'8 marzo 2013, la Cassazione ha stabilito che i bambini devono essere protetti dalla sindrome di alienazione genitoriale (PAS): l'alienante è stato un padre. Il 20 marzo 2013, nello stesso mese, la Corte ha dichiarato, in un caso in cui l'alienante è una madre, che la PAS non ha il supporto scientifico sufficiente. Quindi, in pratica, secondo la Corte di Cassazione italiana, PAS esiste solo quando la madre può trarre beneficio. Il presidente della Cassazione era in entrambi i casi, Maria Gabriella Luccioli, già criticato in passato per altre frasi. Il principale quotidiano italiano Corriere della Sera, ha scritto nel 2008 [8]: "Lei ha riscritto il diritto di famiglia. Tutto e sempre a favore delle donne". Il secondo giornale principale, la Repubblica, ha scritto nel 1997 [9]: "La Cassazione sta diventando femminista".
Adesso il Parlamento italiano ha ratificato all'unanimità la Convenzione di Istanbul [10]. E' quasi un "game over". Con la Convenzione di Istanbul ratificata, la Costituzione è niente se l'interesse femminile è in gioco.

http://www.adiantum.it/public/3360-convenzione-di-istanbul--guerra-agli-uomini-italiani-%28italy-declares-war-against-italian-men%29.asp

 





La Camera, all'unanimità, ha ratificato la c.d. Convenzione di Istanbul, già rifiutata da molti paesi occidentali (Danimarca, Irlanda, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria, Cirpo, Estonia, Lettonia, Lituania) e in Italia firmata dall'ex ministro Fornero.  Scontata la ratifica da parte del Senato, nei prossimi giorni.
Qualche deputato era ancora intento ad applaudire, quando una folta squadriglia di anticostituzionalisti, capeggiati da Daniela Sbrollini (ovviamente del PD...), cominciava a tuonare "adesso una legge sul femminicidio".  La seguiva Pia Locatelli, che auspicava "dobbiamo evitare che questo atto si riduca a pura operazione di immagine: tale sarebbe se si lasciasse immutata la legislazione vigente”.
Capito l'antifona ?
Non è bastato accostare il nostro Paese alla Turchia o al Montenegro - che certamente non hanno le nostre tradizioni in quanto a rispetto delle donne -, ma alle sostenitrici della guerra tra i generi (che frutta loro voti sicuri e tanti soldini per le associazioni clienti) sembra necessario cambiare le leggi.
Per far cosa? Forse per introdurre il principio di discriminazione di fronte al codice penale ?
Sembra di sì, e il disegno viene da lontano. Alcuni partiti, ma sopratutto i loro giornali, le loro TV e i loro organismi direzionali, usando come copertura gli episodi di violenza sulle donne (quello che chiamano "femminicidio", termine inviso anche a molte donne di cultura), vorrebbero favorire una legislazione secondo la quale la parità dei diritti tra uomo e donna verrebbe meno. Inoltre, questa già convenzione consentirebbe l'acquisizione di ingenti fondi pubblici da parte dei discussi centri anti-violenza (alcuni dei quali, non dimentichiamolo, si sono distinti in passato per la loro capacità di fabbricareartificiosamente false accuse nei confronti di ex mariti e padri).
Appoggiata da José Manuel Barroso e da Viviane Reding, qualora ratificata da 10 stati, la Convenzione di Istanbul (vedi allegato a margine dell'articolo) era tata ratificata solo da Albania, Montenegro, Portogallo e Turchia, ma tanti altri paesi l'hanno rifiutata con sdegno. In Italia è stat appoggiata dal presidente della camera Boldrini, secondo la quale "la ratifica della Convenzione di Istanbul per prevenire e contrastare la violenza domestica e sulle donne sarebbe solo un primo, fondamentale passo, cui dovremo poi dare seguito con ulteriori provvedimenti ed adeguati stanziamenti di fondi....".  Per queste affermazioni il presidente della Camera ha subito, recentemente, numerose critiche sul suo ruolo smaccatamente a favore delle donne (e non di tutti gli italiani, senza distinzione di genere).
La convenzione di Istanbul, a ben vedere, si fonda su alcuni assunti che, probabilmente, andavano bene fino a cinquant'anni fa: “Riconoscere che la violenza sulle donne è una manifestazione di relazioni di potere, che hanno portato al dominio ed alla discriminazione degli uomini sulle donne”, ma anche su colossali falsità, come quella di “Riconoscere la natura strutturale della violenza sulle donne come basata sul genere”.
Effettivamente, alcuni degli articoli della convenzione sembrano finalizzati ad incentivare il sistema delle false accuse, che già oggi colpisce un numero enorme di papà separati (e anche di diverse mamme, a parti invertite, vittime di alienazione parentale). Secondo l'articolo 31, per esempio, "gli stati dovranno imporre leggi che assicurino che, nella determinazione dell'affido e dei diritti di visita dei bambini, siano tenute in conto gli episodi di violenza e per assicurare che l'esercizio dei diritti di visita o di custodia non metta a rischio le donne vittime o i bambini".
Già questo articolo fa sorgere un primo dubbio: devono essere tenute in conto le sole condanne accertate e documentate di violenza, o anche le semplici accuse ? Nel secondo caso, infatti, si avallerebbe un colossale errore di correttezza e rispondenza giuridica, perchè un sistema che incide sulla vita di più persone (padri e figli minori) sulla base di semplici accuse è chiaramente anti-costituzionale. Senza tenere in conto gli errori giudiziari o i provvedimenti temporanei (come l'ammonizione del questore in caso di presunto stalking).
Secondo, poi, l'articolo 55, si prevede che ".....il procedimento possa continuare anche se la vittima dovesse ritrattare l’accusa o ritirare la denuncia......" e che venga garantita "la possibilità per le organizzazioni governative e non governative e per i consulenti specializzati nella lotta alla violenza domestica di assistere e/o di sostenere le vittime, su loro richiesta, nel corso delle indagini e dei procedimenti giudiziari relativi ai reati stabiliti conformemente alla presente Convenzione".
Si tratta di un chiaro richiamo alle reti e ai centri anti-violenza per sole donne, che nel nostro Paese si sono distinti anche per l'enorme massa di denaro pubblico a loro destinati negli anni e con risultati decisamente inferiori alle attese.
In Italia i dati ci dicono che gli omicidi di donne sono pari a 5 per milione all'anno (dati ONU, uno dei tassi più bassi al mondo), mentre gli omicidi di uomini raggiungono la cifra di 16 per milione all'anno. Preoccupante il dato sui suicidi di uomini separati: 248 per milione all'anno (il tasso si quadruplica con la separazione), accompagnato al fenomeno della false accuse (l'80% delle accuse di violenza ed il 92.4% delle accuse di abusi quando fatte in sede di separazione).
Calunniare l'ex coniuge è spesso visto come il metodo per impadronirsi di casa, mantenimenti e figli, ma la violenza domestica, pur essendo grave e da condannare sempre, è causata da una piccola percentuale di persone, uomini e donne in egual misura. Non si sono ancora spenti l'eco della enorme "bufala" con cui le fazioni lesbiche e femministe asserivano che “la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne” (dato assolutamente falso), e l'enorme sdegno causato dai dati ISTAT sulla percentuale di donne vittime di violenza in Italia (6.723.00.....), scaturiti da modalità di intervista "taroccate" (a cura dei centri anti-violenza), che oggi gli italiani si trovano a fronteggiare l'ennesimo caso di disinformazione collettiva, secondo la quale gli atti di violenza contro le donne sarebbero compiuti "in quanto donne". Si tratta di un'affermazione gravissima, perchè assimila gli atti di violenza - certamente condannabili e da perseguire duramente - a quelli compiuti dagli antisemiti contro una o più categorie sociali.
Nella Germania nazista, per esempio, gli ebrei venivano perseguitati "in quanto ebrei". Per un nazista era normale scendere per strada e uccidere un ebreo. Qualunque ebreo, anche sconosciuto. Gli atti di violenza contro le donne, invece, hanno tristemente un preciso destinatario, e cioè una moglie, compagna, fidanzata, amica, che nella mente malata di un omicida va colpita a morte. Non una donna qualunque, "una donna in quanto donna" scelta a caso per strada, bensì "quella donna", ben individuata e certamente a lui legata.
In sintesi, molte associazioni e alcuni magistrati, per niente allineati, sono pronti ad eccepire eventuali leggi anticostituzionali presso la Consulta.
Prima di allora, gli anticostituzionalisti stiano attenti a non travalicare il limite della decenza.

http://www.adiantum.it/public/3355-convenzione-di-istanbul,-gli-anticostituzionalisti-escono-allo-scoperto--adesso-nuove-leggi.asp

Offline ilmarmocchio

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #122 il: Giugno 06, 2013, 11:34:47 am »
Probabilmente già lo sapevate tutti, comunque in ossequio al principio "melius abundare quam deficere" e qualcuno potrebbe non ancora saperlo ed aver sottoscritto, posto il link.

http://www.activism.com/it_IT/petizione/fermiamo-i-partiti-che-vogliono-imporci-la-convenzione-di-istanbul-follia-femminista-per-levare-ai-bambini-i-loro-papa/43750
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Offline COSMOS1

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #123 il: Giugno 06, 2013, 13:48:27 pm »
Probabilmente già lo sapevate tutti, comunque in ossequio al principio "melius abundare quam deficere" e qualcuno potrebbe non ancora saperlo ed aver sottoscritto, posto il link.

http://www.activism.com/it_IT/petizione/fermiamo-i-partiti-che-vogliono-imporci-la-convenzione-di-istanbul-follia-femminista-per-levare-ai-bambini-i-loro-papa/43750

firmata
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Offline Stendardo

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #124 il: Giugno 06, 2013, 14:18:51 pm »
Già firmata .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Alberto86

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #125 il: Giugno 06, 2013, 22:57:35 pm »
Probabilmente già lo sapevate tutti, comunque in ossequio al principio "melius abundare quam deficere" e qualcuno potrebbe non ancora saperlo ed aver sottoscritto, posto il link.

http://www.activism.com/it_IT/petizione/fermiamo-i-partiti-che-vogliono-imporci-la-convenzione-di-istanbul-follia-femminista-per-levare-ai-bambini-i-loro-papa/43750



Firmata. Devo ancora capire perchè, ma non l'avevo fatto.  :cry:
« Ultima modifica: Giugno 10, 2013, 15:18:31 pm da Alberto86 »

Offline Brutale

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #126 il: Giugno 19, 2013, 17:08:37 pm »
Femminicidio, la convenzione di Istanbul è legge italiana

La Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne, chiamata comunemente Convenzione di Istanbul, è stata definitivamente ratificata dal Parlamento italiano.

Approvata dal Comitato dei Ministri dei paesi aderenti al Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma dall'11 aprile 2011. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Più precisamente, la finalità è quella di "prevenire e contrastare la violenza intrafamiliare e altre specifiche forme di violenza contro le donne, di proteggere e fornire sostegno alle vittime di questa violenza nonchè di perseguire gli autori".

La Convenzione, che da oggi è legge in Italia, ha tra i suoi principali obiettivi l'individuazione di una strategia condivisa per il contrasto della violenza sulle donne, ma anche la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre a promuovere l'eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Ma l'aspetto più innovativo del testo è senz'altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

Nella Convenzione, tra l'altro, viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, nonchè per il sostegno alle vittime e lo sviluppo dei servizi a loro dedicati.

E' prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica e viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili e dell'aborto e della sterilizzazione forzata. Si riconosce infine il ruolo fondamentale svolto dalla società civile e dall'associazionismo in questo settore.

La Convenzione è stata firmata dall'Italia (dall'allora ministro Elsa Fornero) nel settembre scorso a Strasburgo.
 L'Italia, con il via libera di oggi al Senato, è il quinto Paese ad aver ratificato la Convenzione, che però, per entrare in vigore, ha bisogno della ratifica di dieci Paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio d'Europa.


http://www.huffingtonpost.it/2013/06/19/femminicidio-la-convenzione-di-istanbul-e-legge-italiana_n_3464616.html?utm_hp_ref=italy

Offline Cad.

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #127 il: Giugno 19, 2013, 18:03:55 pm »
Ratificata anche qui all'unanimità....

------

http://www.corriere.it/politica/13_giugno_19/convenzione-istanbul-ratifica-al-senato_df55c654-d8ca-11e2-8ffc-5f2d0b7e19c1.shtml

...... Uno dei primi passi fondamentali resta il riconoscimento della violenza maschile sul corpo e sulla psiche delle donne, avviando così un percorso di prevenzione per contrastarla. ......


Ovvero riconoscere che tutto, e solo, il genere maschile è violento.

--------

Una volta una persona scrisse che "il mondo si divideva in bianchi e neri, ora in ricchi e poveri"; io aggiungo che "ora" è già passato, adesso si divide in "donne e uomini".
Ma quel "dividere" è sempre fonte di discriminazione, che dove può arrivare lo sappiano solo alla fine.

Offline Mercimonio

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #128 il: Giugno 19, 2013, 19:05:50 pm »
"corpo e PSICHE della donna" !

appunto, perche' hanno gia' in cantiere leggi che renderanno reato anche qualunque sedicente violenza verbale, qui sta il grave, e anzi possono anche includere il linguaggio corporeo.


Alberto86

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #129 il: Giugno 19, 2013, 19:56:18 pm »
Vabbè tanto lo sapevamo già che l'esito sarebbe stato questo.

Se avete lo stomaco forte di cercare i video su YT relativi al comizio femminista/misandrico alla Camera sulla convenzione di Istanbul, potete farvi un'idea del profondo livello di castrazione mentale e sottomissione alla femmina che c'è in questo ridicolo paesiello di mafie, di interessi e di cagnolini.

Sarebbe bastato un minimo livello di contrasto politico maschile al femminismo per rispedire le femministe dalla fogna da cui sono venute.
Ma niente....Anzi i nostri cari femminucci politici hanno avuto pure un ruolo attivo!  :sick:
« Ultima modifica: Giugno 19, 2013, 20:11:25 pm da Alberto86 »

Online KasparHauser

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #130 il: Giugno 19, 2013, 21:17:30 pm »
Vabbè possiamo sempre dire che ci aggiungiamo ai paesi più civili d'Europa quali il Portogallo, la Turchia, Il Montenegro, e l'Albania, passando dalla firma alla ratifica in tempi record, primato assoluto in Europa.

Offline Cad.

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #131 il: Giugno 19, 2013, 23:53:38 pm »
Entrambe le camere hanno approvato all'unanimità; condivido, non poteva andare diversamente.

Presumo non si sia votato con voto segreto, la pubblica condanna sarebbe stata certa per i contrari, ma se fosse stato voto segreto sarebbe andata, anche solo in parte, diversamente?

Chissà se un eventuale partito della QM potrebbe avere dei consensi, in fondo il voto è unico, libero, SEGRETO e personale.

Tornando alla convenzione e alle leggi che seguiranno (esempio, la proposta di aggravante di femminicidio per i reati contro la persona commessi a danno di donne, DDL mussolini ecc..), giuridicamente ci rimarrà solo la speranza della Corte Costituzionale.
Se la Consulta non boccerà le norme evidentemente sessiste, la strada dell'oppressione degli uomini è spianata.

Offline Stendardo

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #132 il: Giugno 20, 2013, 00:34:16 am »
La convenzione di Istanbul non è attualmente nessuna legge ordinaria vigente nella Repubblica Italiana  .
Quelli del huffington post farebbero bene a studiare non dico un pò di diritto ma almeno un pò di educazione civica che si studia anche alle scuole medie .
Il parlamento italiano , Camera dei Deputati e Senato della Repubblica ,  ha "solo" approvato la ratifica della convezione di Istanbul da parte dell'Italia , ma affinchè essa possa entrare in  vigore ed essere vincolante per gli stati membri è conditio sine qua non che essa venga ratificata dal ALMENO altri 5 stati di cui almeno 3 facenti parte del Consiglio d'Europa .
Per cui confermo nella maniera più assoluta che , al momento , la convenzione di Istanbul è carta per sanitari .
« Ultima modifica: Giugno 20, 2013, 00:48:58 am da Standarte »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline fabriziopiludu

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #133 il: Giugno 20, 2013, 11:29:13 am »



 Saremo ancora più radicali ed esacerbati!!!


 

Offline dimitri

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Re:Convenzione di Istanbul - "Prevenzione e lotta alla violenza sulle donne"
« Risposta #134 il: Giugno 20, 2013, 16:13:18 pm »
Premetto che non ne sono sicuro in quanto non sono ancora riuscito a reperire il DDL di ratifica approvato, ma dalla visione delle precedenti versioni mi pare di capire che è prevista anche una modifica della c.d. legge Mancino che, per chi non lo sapesse “condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali”. La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici”.(wikipedia). Pare che vi sarà un integrazione con la previsione di punibilità estesa anche all’istigazione all’odio ed alla violenza di genere.
In un primo momento la cosa che mi è venuta in mente è stato: Oh!! Finalmente, non dovremo più subire aggressioni misandriche. Tuttavia …  :hmm: mhhh perché l’hanno fatto proprio ora e non prima?  :  :hmm: mhhhh qualcosa non mi torna. E da incurabile malizioso quale sono mi è subito venuto il malsano pensierino: non può essere che fino a ieri era opportuno permettere la divulgazione di messaggi misandrici per creare consenso? Non può essere che ora, in previsione di tutta una serie di provvedimenti fortemente discriminatori che adotteranno è opportuno far si che gli uomini non possano lagnarsi troppo? Il solito malfidato!!! :sleep:

Non appena reperisco il testo definitivo vi faccio sapere.

Intanto, condoglianze.
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