Autore Topic: Michele Fabbri : la questione femminile .  (Letto 1512 volte)

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Offline Stendardo

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Michele Fabbri : la questione femminile .
« il: Aprile 05, 2013, 09:28:37 am »
http://www.centrostudilaruna.it/la-questione-femminile.html

MARBAS
 
È signore dell’inversione sessuale: quando arriverà lui non ci saranno più né maschio né femmina.
 
Satana, Liturgia infernale, Società Editrice “Il Ponte Vecchio”.
 
Sembra proprio che oggi il mondo sia caduto sotto la signoria del demone Marbas, visto che l’inizio del XXI secolo celebra i trionfi satanici della confusione sessuale. In questo clima allucinato è quanto mai opportuna una ricognizione delle fonti che hanno portato l’umanità a questa condizione straniante e poco verosimile.
 
Una delle intellettuali che hanno maggiormente contribuito alla formazione dell’ideologia femminista è Emma Goldman, ebrea proveniente dalla Lituania, vissuta fra il 1869 e il 1940. Una raccolta di tre saggi della Goldman particolarmente illuminanti è pubblicata nel volumetto Amore emancipazione. Il libretto accoglie anche una interessante notizia biografica sulla Goldman, che non si è fatta davvero mancare nulla: ha partecipato ad attività di anarchici americani, di rivoluzionari bolscevichi, di comunisti spagnoli e di antifascisti italiani…
 
Il primo saggio è intitolato Il voto alle donne. Si tratta di uno scritto di sorprendente attualità, poiché vengono abbozzati tutti i temi cui oggi attinge a piene mani la propaganda di regime femminista. Lo scritto, tuttavia, si produce anche in poco lusinghiere considerazioni sulla stessa natura delle donne: “la donna, più ancora dell’uomo, è una adoratrice di feticci, essa è sempre inginocchiata, sempre a mani giunte”. Se lo avesse detto un uomo sarebbe stata una inaccettabile dichiarazione maschilista, ma in realtà proprio questa è la caratteristica delle moderne società femminilizzate: una mentalità servile in cui singole persone e intere nazioni si lasciano sottomettere, con brividi di piacere masochista, attraverso l’esproprio di sovranità e la soppressione dei più elementari diritti civili. Inoltre la rivoluzionaria femminista dà spettacolo con quest’affermazione: “la religione, in particolare la religione cristiana, ha condannato la donna alla vita di un essere inferiore, di una schiava”. Quest’opinione stupisce per la grossolana generalizzazione, ma si tratta di un linguaggio collaudato e di sicuro effetto presso il pubblico progressista. Il saggio propone frasi e slogan che oggi sono propagandati da tutti i mass media: la famiglia è una prigione, la donna deve pagare il pedaggio alla Chiesa e allo Stato, la donna dovrebbe avere diritti legali sul salario del marito, e altre corbellerie di questo genere…
 
Ma nonostante tutto ciò, l’autrice si lancia in una vera e propria critica…della democrazia! Infatti la Goldman sostiene che avere il diritto di voto non significa affatto essere liberi, anzi lo stesso voto può trasformarsi in un efficace metodo di controllo delle masse. Così l’autrice notava che nei paesi in cui le donne avevano ottenuto il voto, i problemi sociali non accennavano a scomparire, tutt’altro! La stessa condizione femminile, inoltre, tendeva a essere ulteriormente aggravata dallo stile di vita della civiltà industriale: oltre al tradizionale lavoro casalingo, le donne sempre più spesso erano oberate dal lavoro in fabbrica. Stava nascendo l’infernale meccanismo della società dei consumi che spinge tutti gli individui a un produttivismo esasperato!
 
Il secondo saggio, dal titolo La tratta delle bianche, è dedicato all’eterno tema della prostituzione. Il mestiere più antico del mondo si è manifestato nelle forme più diverse. Il paganesimo, nella sua infinita saggezza, aveva assegnato alle prostitute anche ruoli sacerdotali. La Chiesa medievale non era stata così stupida da vietare la prostituzione, lasciando il problema al libero arbitrio delle coscienze individuali. Con la nascita della morale puritana protestante cominciano legislazioni puramente repressive, che germogliano nell’ideologia femminista: naturalmente per la Goldman la prostituzione non è altro che una manifestazione della prevaricazione maschile sulla donna. Ancor oggi le femministe e i loro mercenari uomini, invocano a gran voce legislazioni punitive per i maschi che frequentano prostitute, ma non per le donne che si prostituiscono: la donna non è mai colpevole, sembra quasi che per la legislazione femminista la donna sia incapace di intendere e di volere (ma non è forse questa una concezione davvero riduttiva della donna?).
 
Ad ogni modo sarebbe auspicabile vedere applicate leggi di questo genere, poiché comunismo e femminismo affermano all’unisono che lo stesso matrimonio è una forma di prostituzione; l’applicazione della legge, pertanto, avrebbe esiti a dir poco spettacolari sui suoi stessi bigotti sostenitori!
 
Tanto più che la prostituzione è ampiamente diffusa negli ambienti omosessuali e transessuali: se il legislatore pensa di vietare anche la prostituzione omosessuale, è destinato a un clamoroso autogol…
 
E infine la stessa democrazia di mercato non è forse la più conclamata e vergognosa forma di prostituzione? Come si vede il ragionamento può portare molto lontano…
 
La prostituzione un tempo rappresentava per i maschi un momento altamente ritualizzato di iniziazione sessuale, e dava al maschio un certo distacco psicologico nei confronti della femmina. Si creava così un correttivo fra i due sessi, essendo la donna psicologicamente più forte dell’uomo. Estromettendo la prostituzione dall’orizzonte della legalità la classe dirigente ha ottenuto un duplice obiettivo: l’indebolimento del maschio e il rafforzamento del mercato nero che alimenta la società multicriminale.
 
Il terzo saggio è intitolato Amore e matrimonio. Anche qui vengono anticipati i luoghi comuni e le insulsaggini che oggi siamo abituati a sentire ogni giorno: le donne sposate rinunciano alla loro realizzazione, le donne si sposano perché sono tenute nell’ignoranza, il matrimonio è un fallimento annunciato, la donna è una macchina per fare figli…
 
I sostenitori della distruzione del matrimonio ancora oggi non ci spiegano quale sarebbe la brillante alternativa alla famiglia, ma è fin troppo facile intuire quali siano i loro obiettivi: abolizione del diritto all’eredità, con la conseguente abolizione della proprietà privata… Una strada fra le tante per arrivare a un nuovo collettivismo comunista, il sogno nemmeno troppo dissimulato delle classi dirigenti occidentali!
 
Il libro della Goldman è un utile punto di partenza per sviluppare una critica dei dogmi femministi, cha hanno l’aspetto di un Moloch inattaccabile, ma che sul piano logico possono essere smontati molto facilmente.
 
Partendo da questi dogmi, la sessualità maschile viene costantemente criminalizzata da un sistema mediatico totalmente monopolizzato dalla lobby femminista. Si è arrivati al punto che una sentenza della magistratura ha stabilito che… guardare una donna è molestia sessuale! In buona sostanza si vuol far passare il concetto che l’uomo è colpevole perché desidera la donna, che è un po’ come dire che si è colpevoli di avere fame, sete, sonno…
 
E quest’idea si traduce in una gigantesca campagna di diffamazione contro il genere maschile.
 
Sulla base di questi assunti la disinformazione di regime afferma che milioni di donne sarebbero vittima di violenze sessuali, peraltro passando vergognosamente sotto silenzio il fatto che quasi tutti i casi di violenze carnali sono stupri etnici commessi dagli extracomunitari ai danni delle donne autoctone! Inoltre non si capisce perché ci siano donne che continuano a frequentare la compagnia maschile, visto che gli uomini vogliono violentarle, perseguitarle, ucciderle ecc…
 
Evidentemente per la psicologia infantile della cultura di massa la commedia del vittimismo è buona per tutte le stagioni. Ma quando la cultura progressista si trova a dover affrontare l’imbarazzante questione della donna nell’Islam il sistema mostra tutta la sua intrinseca fragilità. Indubbiamente nel mondo islamico la condizione femminile è assai lontana dalle concezioni occidentali, formate dalla cultura classica e cristiana. Il tema è pertanto fra i più stimolanti e ricchi di sviluppi, poiché le femministe sono responsabili del buco demografico che è stato riempito con masse di extracomunitari, spesso di religione musulmana, o comunque abituati a stili di vita piuttosto “arcaici” (forse stavolta si sono scavate la fossa da sole…).
 
Un’altra grande questione che la classe dirigente si troverà a dover affrontare è quella dell’ingresso delle donne in Massoneria. La struttura di potere delle democrazie occidentali è basata sulla rete sotterranea delle logge massoniche, ma al momento la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, punto di riferimento della Massoneria mondiale, non ammette le donne. Che cosa accadrà quando le donne reclameranno pari opportunità anche per accedere alle logge massoniche? Non è escluso che possa essere proprio questo il punto di rottura del sistema…
 
La pubblicistica femminista, con espressione infelice e patetica, invita le donne a “tirar fuori le unghie” e non nasconde le sue intenzioni sterminazioniste verso il genere maschile: gli insulti che la stampa femminista vomita quotidianamente contro i maschi ricalcano le argomentazioni che la pubblicistica nazista utilizzava contro gli ebrei, ma le femministe sono libere di propagandare le loro tesi nella più assoluta impunità! Così la cultura di regime, in una stanca ripetizione dei luoghi comuni dominanti, inscena il rovesciamento della realtà con lo schema ormai visto mille volte: i presunti svantaggiati ti puntano il coltello alla gola e hanno la pretesa di farsi passare per vittime!
 
Infatti nel carnevale osceno della società dei consumi la donna è in una posizione di notevole vantaggio rispetto all’uomo: la società dello spettacolo e la pratica dello shopping compulsivo rappresentano il trionfo della mentalità femminile. Il predominio della donna, oltretutto, è fondato su presupposti assai discutibili: dall’aborto legalizzato all’insieme di leggi che mettono l’uomo in condizione di minorità giuridica…
 
Utilizzando il linguaggio commerciale si potrebbe dire che, quanto meno, si tratta di concorrenza sleale!
 
Le argomentazioni con cui si tenta di puntellare il sistema sono a dir poco deliranti: per giustificare l’aborto le femministe hanno elaborato l’originale concetto di “schiavitù biologica” della donna. Ma su questa base si potrebbe obiettare che ogni individuo vive in stato di schiavitù biologica perché è costretto a nutrirsi, quindi le autorità dovrebbero provvedere a nutrire tutti i cittadini senza che questi abbiano a disturbarsi per procurarsi il pane col lavoro!
 
Oggi il femminismo rappresenta il centro nevralgico del potere costituito, tutelato dall’inquietante sorveglianza dei ministeri per le “pari opportunità”, e fiancheggiato dalla martellante propaganda dei mass media. Colpisce, in particolare, l’astrattezza ideologica del linguaggio femminista: come i comunisti pretendevano di parlare a nome dei “lavoratori”, così le femministe pretendono di parlare a nome delle “donne”, come se i loro banali slogan dovessero rappresentare l’infinita varietà e le diverse sensibilità dell’universo femminile.
 
Eppure dietro la roboante retorica femminista c’è il grande tema, costantemente censurato, del disagio maschile; l’accondiscendenza con cui la popolazione maschile accetta i soprusi femministi è un mistero doloroso di cui è difficile rendere ragione, e lascia intuire che le forze occulte stiano utilizzando tecnologie per la manipolazione genetica e cerebrale…
 
In anni recenti l’esercito americano ha comunicato di aver messo a punto armi chimiche che alterano l’equilibrio ormonale. Ufficialmente gli esperimenti non sono stati portati avanti, ma a giudicare da come si comportano i maschi c’è da pensare che in realtà tali ordigni vengano impiegati massicciamente…
 
Tuttavia non si può tacere che i maschi, da parte loro, sono i primi responsabili di questa situazione, visto che non riescono a reagire al femminismo. Non è inseguendo le femministe sul piano delle rivendicazioni che si può arrivare a una riconsiderazione della questione maschile: sul terreno del vittimismo vincono sempre loro!
 
I maschi potranno arrivare a un riequilibrio dei ruoli se sapranno recuperare e adattare ai tempi i loro stereotipi tradizionali: quelli dell’eroe, del guerriero, del ribelle…
 
* * *
 
Emma Goldman, Amore emancipazione. Tre saggi sulla questione della donna, Edizioni La Fiaccola, Ragusa 1996, pp. 56.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Salar de Uyuni

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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #1 il: Aprile 05, 2013, 09:46:59 am »
Citazione
Che cosa accadrà quando le donne reclameranno pari opportunità anche per accedere alle logge massoniche?
Difficile che le donne entrino nella massoneria,i massoni,si definiscono ''figli del fuoco'',giacchè l'acqua lasciata a sè stessa si corrompe,chiara allusione del fatto che soltanto gli uomini ne possono fare parte.
Complottisticamente,loro,probabilmente,hanno usato quest'arma contro gli altri uomini,e la tengono dalla parte del manico,non lasceranno che sia usata contro di loro.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline vnd

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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #2 il: Aprile 05, 2013, 13:03:03 pm »
Difficile che le donne entrino nella massoneria,i massoni,si definiscono ''figli del fuoco'',giacchè l'acqua lasciata a sè stessa si corrompe,chiara allusione del fatto che soltanto gli uomini ne possono fare parte.
Complottisticamente,loro,probabilmente,hanno usato quest'arma contro gli altri uomini,e la tengono dalla parte del manico,non lasceranno che sia usata contro di loro.

La massoneria è controllabile ma è UNO strumento di controllo, non è LO strumento di controllo.
Insisto col dire che la Massoneria, di per se, è un'istituzione seria finalizzata alla istintiva ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano.
Il problema, come per altre realtà,  sono i massoni....

Tanto per citarne alcuni...
Garibaldi  e Mazzini erano massoni importantissimi a livello mondiale.
Gandhi era massone.
Freud e Einstein erano del B'nai B'rith, la massoneria ebraica.
Stanlio ed Ollio... Noschese... Alfieri...
Tra i massoni compaiono i padri fondatori degli Stati Uniti, astronauti, musicisti, scrittori, poeti...


Le donne non possono essere massoni perché questo è previsto dai landmark.
I massoni sono muratori, non esistono muratori donna, quindi non devono esserci nemmeno massoni donna.
Infrangere i landmark è un po' come se, nell'ambito della religione ebraico-cristiana qualcuno decidesse che alcuni tra i comandamenti non sono più validi (a parte che è successo davvero per ciò che concerne le icone...).


Tuttavia, a partire dal 1744, si è verificata un'infezione femminile delle logge massoniche che si è sparsa diffusamente nelle varie nazioni.

Citazione
Si dice che la prima donna ad essere ammessa nella Massoneria fu Elizabeth Aldworth (nata St. Leger) la quale avrebbe assistito alle funzioni di un incontro di una loggia che si teneva a casa di suo padre, primo Visconte Doneraile, un abitante della Contea di Cork, Irlanda. Nella prima parte del XVIII secolo era uso comune che le logge si riunissero regolarmente in case private; questa loggia era debitamente autorizzata come numero 150 nel registro della Grande Loggia d'Irlanda. Elizabeth avrebbe rimosso un mattone e avrebbe visto la cerimonia dalla stanza adiacente; dopo essere stata scoperta, la situazione di Elizabeth fu discussa dalla loggia e fu deciso di iniziarla alla massoneria. Altre fonti narrano come lei fosse una delle firmatarie dell'Irish Book of Constitutions del 1744 e di come spesso frequentasse, con la sua regalia massonica, intrattenimenti patrocinati dalla massoneria a beneficio dei poveri e degli indigenti; è inoltre riportato che quando morì le fu accordato l'onore di una sepoltura massonica.
Maria Deraismes, co-fondatrice della dell'Ordine massonico, Le Droit Humain

La massoneria mista internazionale cominciò in Francia nel 1882 con l'iniziazione di Maria Deraismes nella loggia Libre Penseurs (letteralmente "loggia dei liberi pensatori"), una loggia di uomini sotto la Grande Loge Symbolique de France. Con il Senatore attivista Georges Martin, nel 1893 Maria Deraismes sovrintese l'iniziazione di sedici donne nella prima loggia nel mondo ad avere sia uomini che donne come membri, creando Le Droit Humain. In Francia, Belgio, Inghilterra, Italia, Spagna ed in molti altri paesi, le donne generalmente entrano in logge massoniche, come quelle appartenenti all'Ordine internazionale Le Droit Humain, che ammette sia uomini che donne, oppure entrano in logge che ammettono solo donne, costituite sotto la giurisdizione locale.

In America settentrionale è più comune per le donne non diventare massoni per sé, ma aggregandosi ad un corpo associato con proprie, separate tradizioni, come l'Order of the Eastern Star, in Italia "Stella d'Oriente", che ammette solamente donne parenti di massoni. In Olanda esiste una fratellanza per donne completamente separata, benché alleata, l'Order of Weavers ("Ordine delle Tessitrici"), la quale usa simboli tratti dalla tessitura piuttosto che dalla massoneria artigiana.

La Grande Loge Symbolique de France e altre giurisdizioni che alla corrente massonica di questo fanno riferimento concedono pieno riconoscimento alle donne in massoneria che sono qui perfettamente equiparate agli uomini. L'UGLE e altre giurisdizioni non riconoscono formalmente alcuna entità che accolga donne, sebbene in molti paesi si percepisca e si accetti in modo informale come queste istituzioni co-massoniche siano parte della libera muratoria in un senso più ampio. L'UGLE, per esempio, ha riconosciuto fin dal 1998 due giurisdizioni femminili locali come regolari nella pratica, eccezion fatta per il loro includere donne, ed ha indicato che, benché non formalmente riconosciuti, questi corpi possono essere considerati parte della massoneria. Così, la posizione delle donne nella massoneria sta rapidamente evolvendo nel mondo di lingua inglese. In molti casi il Nord America sta seguendo la tendenza inglese in fatto di donne. I massoni si definiscono tra di loro "fratelli". Le donne (che si definiscono "sorelle") non sono ammesse nelle officine del Grande Oriente d'Italia, così come in quelle della Gran Loggia Regolare d'Italia, ma nei capitoli di un ordine parallelo paramassonico chiamato Ordine della Stella d'Oriente e ufficialmente riconosciuto dal Grande Oriente d'Italia, nel quale però sono ammesse solo donne legate da vincoli di parentela con gli appartenenti al Grande Oriente d'Italia. Sono ammesse invece in altre Comunioni, come la Gran Loggia d'Italia (obbedienza mista, che appartiene al ramo "francese") e l'Ordine Le Droit Humain (attraverso la Federazione Italiana); nelle Comunioni "miste" sono riconosciute alle Sorelle pari dignità iniziatica ed eguali possibilità elettive all'interno delle logge e dell'obbedienza.

La Gran Loggia Massonica Femminile d'Italia (GLMFI) è attualmente l'unica obbedienza femminile operante in Italia, con statuto e regolamenti riconosciuti a livello internazionale; è retta da un Consiglio Federale democraticamente eletto, al cui vertice è la Gran Maestra; le elezioni delle cariche sono effettuate annualmente, ciascuna di esse non può essere attribuita per più di tre volte consecutive alla stessa sorella. Dall'ottobre 1995 la GLMFI è membro effettivo del CLIPSAS (Centro di cultura e di Informazione delle Potenze Massoniche firmatarie del trattato di Strasburgo del 22 gennaio 1961), e dal marzo 1996 del CLIMAF (Centro di Cultura Internazionale della Massoneria Femminile). Nel novembre 2000 ha partecipato alla fondazione dell'Unione delle Obbedienze Massoniche del Mediterraneo. Ha rapporti di amicizia e scambi culturali con le obbedienze che riconoscono l'iniziazione femminile mettendo in pratica il concetto di uguaglianza nella diversità
http://it.wikipedia.org/wiki/Massoneria

La GRAN LOGGIA MASSONICA FEMMINILE D’ITALIA è stata costituita nel 1990 a Roma  il che, se notate, corrisponde al sencondo risveglio femminista (il primo è quello del 1970).
http://www.granloggiafemminile.it/it/storia.php

Le regioni più inquinate dalla massoneria femminile sono Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania e Sardegna.

Altra curiosità, la Stella d'Oriente, che pur fa capo al più serio GOI (Grande Oriente d'Italia) è uno dei modi per invocare Luci-fero.


« Ultima modifica: Aprile 05, 2013, 13:14:45 pm da vnd »
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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #3 il: Aprile 05, 2013, 13:40:41 pm »
Una delle intellettuali che hanno maggiormente contribuito alla formazione dell’ideologia femminista è Emma Goldman, ebrea ...

Eccerto, alla fine la colpa è sempre di un ebreo. ^_^


Citazione
Sembra proprio che oggi il mondo sia caduto sotto la signoria del demone Marbas
Sì, sì, bravi menteccatti, invocate pure i demoni...
Allora, vediamo, la colpa è dell'ebreo, la colpa è del demone Marbas, la colpa della femmina...


Citazione
non ci saranno più né maschio né femmina.

Chissà perchè questa frase mi pare d'averla già sentita...
Sbaglio o era la profezia (meglio sarebbe dire progetto) di un ebreo? Di un ebreo .... rinnegato. :hmm:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #4 il: Aprile 05, 2013, 14:02:54 pm »

Sbaglio o era la profezia (meglio sarebbe dire progetto) di un ebreo? Di un ebreo .... rinnegato. :hmm:

Rinnegato?

Occhio alle parole....
Potrebbe sembrare l'ennesimo tentativo di colpevolizzare gli ebrei.
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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #5 il: Aprile 05, 2013, 14:08:50 pm »
Autorinnegato? :D

Cmq, rinnegato è corretto:

"di individuo che fuoriesce da una comunità religiosa o politico riprovandone la precedente adesione"
http://it.wiktionary.org/wiki/rinnegato
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #6 il: Aprile 05, 2013, 14:26:20 pm »
Autorinnegato? :D

Cmq, rinnegato è corretto:


Credo che il tizio del quale parli non abbia mai manifestamente dichiarato di voler abbandonare alcuna comunità religiosa.
Nacque ebreo, visse da ebreo e... morì da ebreo, celebrando il suo stesso rito funebre, recitando un salmo (Mio D-o, perché mi hai abbandonato?).
Un ebreo che aveva studiato all'estero... Come si fa oggi con l'Erasmus. Con buona probabilità, aveva orizzzonti più allargati rispetto a chi non si era mai mosso da Israele.


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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #7 il: Aprile 06, 2013, 02:29:39 am »

Sì, sì, bravi menteccatti, invocate pure i demoni...
Allora, vediamo, la colpa è dell'ebreo, la colpa è del demone Marbas, la colpa della femmina...



Hai dimenticato un'ultima categoria da aggiungere a questi , quella di cui anche tu fai parte , però non la dico perchè rischierei di essere troppo offensivo...
« Ultima modifica: Aprile 06, 2013, 02:45:48 am da Standarte »
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Offline Stendardo

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Re:Michele Fabbri : la questione femminile .
« Risposta #8 il: Aprile 06, 2013, 02:40:25 am »
Eccerto, alla fine la colpa è sempre di un ebreo. ^_^


La tua osservazione è falsa e tendenziosa in nessuna parte dell'articolo sta scritto che tutti i membri della massoneria sono ebrei , è vero , invece , che la maggior parte dei membri della massoneria sono americani , inglesi , svizzeri , ebrei ed anche italiani .

E tra gli ebrei c'è chi segue il Signore e chi , invece , il vitello d'oro...come tutti gli altri uomini del mondo del resto...
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