Vi invito a vedere la foto dove si può vedere il signor Talleu , con la sua felpa , mentre viene portato in caserma da un poliziotto perchè il suo abbigliamento è "contrario al buon costume" .
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Esteri
Addio a Liberté, Égalité, Fraternité
Francia: no alla felpa anti nozze-gay
I gendarmi multano un uomo ai jardins du Luxembourg per il "logo" pro-famiglia
Frank Talleu, direttore di alcune scuole cattoliche di un quartiere parigino, è stato portato al posto di Polizia perchè il suo abbigliamento era "contrario al buon costume"
Liberté, Égalité, Fraternité. Sono praticamente 300 anni che il motto della Rivoluzione francese, divenuto oramai quello ufficiale della nazione d’oltralpe, riempie la bocca ed i libri di scuola di tutto il mondo occidentale. Peccato che, nel Paese della baguette e della Tour Eiffel, del Moulin Rouge e di una nazionale di calcio che non riesce mai a vincere i mondiali, la libertà proprio non ci sia più. O, meglio, esista solo per alcune categorie di cittadini. Non parliamo dell’uguaglianza, tantomeno della fraternità.
Il fatto avvenuto lo scorso lunedì a Parigi, ha dell’incredibile. Anzi, dell’inverosimile. Peggio ancora, del vergognoso. È il primo di aprile (no, no, non si tratta di uno scherzo, la storia è verissima), un signore di mezza età passeggia per i centralissimi jardins du Luxembourg con la felpa che caratterizza la “protesta” contro i matrimoni gay. Nulla di sconvolgente. Si tratta semplicemente del disegno stilizzato di una famiglia, propriamente detta, composta da mamma, papà e due bimbi. Niente di omofobo, tutt’altro che offensivo. Eppure, alcuni zelanti gendarmi bloccano –verbalmente e fisicamente- il povero malcapitato, che viene precipitosamente portato al posto di polizia più vicino. L’intenzione è quella di multarlo per “tenuta contraria al buon costume”. Insomma, un’infrazione che ha a dir poco del ridicolo. Franck Talleu, questo il nome del francese protagonista dell’incommentabile , era ai giardini insieme ad altre famiglie, non certo per mettere su un picchetto di protesta, ma solo per far trascorrere una piacevole giornata ai bambini, in vista delle feste di Pasqua.
La felpa di Talleu, però, a detta degli agenti francesi, avrebbe potuto -in astratto- turbare la quiete del luogo e creare un qualche tipo di controversia con gli altri frequentatori dei giardini.
Dopo le, sacrosante, proteste del signore, il responsabile del presidio di Polizia cambia la contravvenzione che per “tenuta contraria al buon costume” , diventa per “organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini senza una speciale organizzazione”.
Le Figaro, ha riportato le dichiarazioni indignate di Talleu per quella che definisce “un’enorme farsa”, fonte di un “sentimento di esasperazione che cresce” di fronte all’”impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione: se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?”.
Franck Talleu, direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, attacca duramente la gendarmeria parigina per l’accaduto e, sempre su Le Figaro, scrive senza mezzi termini: “Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice”.
Insomma, una cosa sola è chiara, i francesi, da oggi, non posso davvero più impartire lezioni sulla libertà. Di alcun tipo. A nessuno.
Liberté, Égalité, Fraternité. Sono praticamente 300 anni che il motto della Rivoluzione francese, divenuto oramai quello ufficiale della nazione d’oltralpe, riempie la bocca ed i libri di scuola di tutto il mondo occidentale. Peccato che, nel Paese della baguette e della Tour Eiffel, del Moulin Rouge e di una nazionale di calcio che non riesce mai a vincere i mondiali, la libertà proprio non ci sia più. O, meglio, esista solo per alcune categorie di cittadini. Non parliamo dell’uguaglianza, tantomeno della fraternità.Il fatto avvenuto lo scorso lunedì a Parigi, ha dell’incredibile. Anzi, dell’inverosimile. Peggio ancora, del vergognoso. È il primo di aprile (no, no, non si tratta di uno scherzo, la storia è verissima), un signore di mezza età passeggia per i centralissimi jardins du Luxembourg con la felpa che caratterizza la “protesta” contro i matrimoni gay. Nulla di sconvolgente. Si tratta semplicemente del disegno stilizzato di una famiglia, propriamente detta, composta da mamma, papà e due bimbi. Niente di omofobo, tutt’altro che offensivo. Eppure, alcuni zelanti gendarmi bloccano –verbalmente e fisicamente- il povero malcapitato, che viene precipitosamente portato al posto di polizia più vicino. L’intenzione è quella di multarlo per “tenuta contraria al buon costume”. Insomma, un’infrazione che ha a dir poco del ridicolo. Franck Talleu, questo il nome del francese protagonista dell’incommentabile , era ai giardini insieme ad altre famiglie, non certo per mettere su un picchetto di protesta, ma solo per far trascorrere una piacevole giornata ai bambini, in vista delle feste di Pasqua. La felpa di Talleu, però, a detta degli agenti francesi, avrebbe potuto -in astratto- turbare la quiete del luogo e creare un qualche tipo di controversia con gli altri frequentatori dei giardini. Dopo le, sacrosante, proteste del signore, il responsabile del presidio di Polizia cambia la contravvenzione che per “tenuta contraria al buon costume” , diventa per “organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini senza una speciale organizzazione”. Le Figaro, ha riportato le dichiarazioni indignate di Talleu per quella che definisce “un’enorme farsa”, fonte di un “sentimento di esasperazione che cresce” di fronte all’”impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione: se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?”.Franck Talleu, direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, attacca duramente la gendarmeria parigina per l’accaduto e, sempre su Le Figaro, scrive senza mezzi termini: “Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice”.Insomma, una cosa sola è chiara, i francesi, da oggi, non posso davvero più impartire lezioni sulla libertà. Di alcun tipo. A nessuno.
Micol Paglia