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Chan (Oms) difende gestione pandemia, siamo stati fortunati
Roma, 18 gen. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "Siamo stati fortunati: se la pandemia avesse preso un'altra piega, se il virus fosse mutato in una forma più virulenta, staremmo ancora combattendo contro problemi seri" legati alla nuova influenza A/H1N1. Lo sottolinea il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Margaret Chan, difendendo a spada tratta la gestione della pandemia da parte della sua Agenzia, in un discorso oggi all'Executive Board sui maggiori progressi dell'ultimo decennio in salute pubblica. "Quando si scriverà la storia di questa pandemia - sottolinea - penso che la velocità delle azioni prese dai Governi per proteggere la popolazione sarà collocata ai primi posti. Nonostante la pressione, quasi tutti i sistemi sanitari hanno fronteggiato bene l'emergenza". La situazione ormai sembra volgere al meglio. "In alcuni Paesi dell'emisfero Nord la pandemia sembra risolversi. Il peggio potrebbe essere passato - ammette - Ma per chiunque è ancora presto arrivare a conclusioni certe prima di aprile, quando finisce la normale stagione influenzale. L'inverno è ancora lungo", ammonisce la responsabile dell'Oms, difendendo la sua organizzazione, finita nei giorni scorsi al centro delle polemiche per aver tenuto un atteggiamento giudicato eccessivamente allarmistico. "Per me - dice ancora la Chan, lodando il lavoro degli operatori sanitari, che hanno lavorato senza sosta per assistere i loro pazienti - la miglior buona notizia di salute del decennio precedente è che la lungamente attesa pandemia influenzale ha avuto un impatto così moderato". Il direttore generale dell'Oms cita più volte la benevolenza della dea bendata. Secondo la Chan, infatti, "siamo stati fortunati fin dall'inizio, e lo siamo ancora. Il virus inizialmente si è diffuso in Paesi con buoni sistemi di sorveglianza sanitaria, l'onestà e la velocità dei primi rapporti hanno posto la base per la risposta internazionale". C'è poi il fatto che il virus non è mutato, e che "la resistenza all'oseltamivir non è diventata diffusa. Il vaccino, inoltre, si è dimostrato sicuro e molto vicino al virus circolante. Ma le cose potevano andar male su ognuno di questi punti. Siamo stati fortunati anche in altri modi - continua la Chan - Questa è la prima pandemia post-rivoluzione tecnologica". Per la prima volta nella storia "la comunità internazionale poteva esaminare in tempo reale l'evoluzione" della pandemia, per contrastarla. I dati raccolti fin dall'aprile scorso e il numero di studi e ricerche pubblicati è stato notevole "e questo ci ha permesso di produrre linee guida per il trattamento, di monitorare l'epidemiologia e di seguire le mutazioni". Dunque il mix di fortuna e preparazione hanno permesso di evitare il peggio, secondo la Chan. "Nel corso delle emergenze sanitarie - prosegue - vanno prese decisioni rapide in un'atmosfera di considerevole incertezza scientifica. E la tendenza delle autorità sanitarie è quasi sempre quella di eccedere in cautela", piuttosto che nel senso opposto, "per tutelare la salute dei cittadini". E sul numero eccessivo di vaccini prodotti, ordinati e rimasti invenduti, l'esperta replica: "Penso che tutti noi peferiremmo vedere una pandemia moderata con ampie scorte di vaccini rispetto a una grave con scorte inadeguate". Inoltre, secondo la Chan, "non possiamo ancora prevedere cosa accadrà da qui alla fine dell'anno, quando l'emisfero meridionale entrerà nella stagione influenzale e i virus saranno più trasmissibili". E ancora: "La pandemia è stata un test per le nuove regole internazionali di salute", norme "che assicurano che nessuno, inclusa me stessa, abbia un potere senza controlli". A preoccupare il vertice Oms è in particolare l'Africa, dove sono possibili "ondate intense" di sindrome influenzale. Inoltre non è ancora certo se si sia sviluppata una immunità a livello di popolazione sufficiente a evitare future violente ondate. Ecco perché "credo che quello che stanno facendo molti Paesi, e cioè spingere gli abitanti a vaccinarsi, sia un approccio prudente di salute pubblica", dice la Chan. Mentre per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo restano i timori per "la mancanza di accesso ai vaccini". Non sono mancate le sorprese, per gli stessi specialisti. "Avevamo previsto problemi nel produrre i vaccini abbastanza in fretta, e questo è accaduto, ma non avevamo previsto - ammette la Chan - che le persone decidessero di non vaccinarsi". E se la questione delle informazioni alla popolazione resta aperta, secondo il direttore generale dell'Oms parte del problema è sorto dalla grande differenza tra ciò che ci si aspettava dopo aver studiato a lungo il virus H5N1, altamente letale, e quello che "fortunatamente" è accaduto. "Si temeva - spiega - un evento simile alla pandemia del 1918, mentre ciò che è accaduto è più vicino alle pandemia del 1957 o del 1968". La Chan invita comunque alla cautela sul numero delle vittime causate dall'H1N1. "Stime attendibili del tasso di mortalità e dei decessi non saranno possibili prima di due anni dalla fine della pandemia". In ogni caso "questa è la pandemia più strettamente monitorata della storia", e anche le risposte date saranno "esaminate attentamente", assicura la responsabile dell'Oms.
Piu' che l' OMS pote' la dea bendata. A proposito, ci vogliono piu' donne al comando. Se poi pero' sono come questa miss Chan,
forse e' meglio tornare agli sciamani