Autore Topic: 11-12 Maggio - Marcia per la Vita - Roma - III° edizione www.marciaperlavita.it  (Letto 17221 volte)

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Me ne frego .
Domenica io ed altre decine di centinaia di persone andremo alla Marcia per la Vita . Le femministe possono andare tranquillamente a farsi fottere (tra di loro) .

fonte :
http://www.marciaperlavita.it/articoli/2301/

7 maggio 2013


PERCHÉ ANDARCI, PERCHÉ DIFENDERLA, PERCHÉ PROMUOVERLA

di Mario Palmaro, Presidente Nazionale del Comitato Verità e Vita 1. La Marcia è pensiero e azione
 
La Marcia per la Vita – che si svolge a Roma domenica 12 maggio – è una forma nobile e concreta di impegno: per la vita, per il bene, per la verità. Ogni sana bioetica è, come il cattolicesimo, pensiero e azioni: dal ben-pensare segue il ben agire. Distinguo il bene dal male, e di conseguenza scelgo di fare il bene e di fuggire il male (anche se questo non sempre mi riesce, perché sono un uomo, e talvolta scelgo il male anche quando so che è male). La Marcia per la Vita esprime pensiero, prima che azione: tanto è vero che la Marcia è tradizionalmente preceduta da un Convegno presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Quest’anno, al convegno interverranno fra gli altri due convinti difensori della vita, il Cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e monsignor Crepaldi, arcivescovo di Trieste. D’altra parte, un convegno non fa notizia. Ecco allora la necessità di mobilitare un popolo, numeroso e determinato, coraggioso e ben formato, disposto a scendere in piazza. Come scesero in piazza gli ungheresi di fronte ai carri armati sovietici, o i polacchi di fronte alla prevaricazione comunista. Perché in Italia e nel mondo è stata dichiarata guerra alla vita, una guerra condotta con l’arma della legalità formale, sancita dalla ingiusta legge 194 del 1978. Echi non vuole diventare complice di questa guerra contro la vita deve fare qualcosa, deve dire qualcosa, deve osare qualcosa.
 
2. La Marcia è l’evento più importante per la cultura pro-life in Italia
 
In soli tre anni la Marcia Nazionale per la Vita è diventata un evento fondamentale per il mondo pro-life italiano: anzi, l’appuntamento più importante dell’anno. Lo dimostrano le adesioni che sono per qualità e numero impressionanti. Lo dimostra il carattere per molti versi spontaneo, che viene dal basso, della manifestazione, che si è sottratta fin dal principio da possibili strumentalizzazione di natura politica, partitica, settaria. La Marcia non è la creatura di qualche singolo uomo politico, ma è l’espressione più sincera e autentica di una volontà: quella di non rassegnarsi mai all’esistenza di una legge dello Stato che rende diritto l’aborto volontario. L’anno scorso confluirono a Roma 15.000 persone, quest’anno sono annunciati pullman da tutti Italia e dall’Europa.
 
3. Un messaggio chiaro e semplice
 
Perché la Marcia riscuote questo successo, in un Paese che è a grande maggioranza abortista? La forza della Marcia sta nel suo messaggio, chiaro e semplice: no all’aborto e no alla legge 194 del 1978 . Inoltre, la Marcia non ha carattere ecclesiale, non è una processione, non è un incontro di preghiera: ad essa partecipano cattolici e altri cristiani, esponenti di altre religioni, credenti e non credenti. Molti tacciono, molti altri pregano, in un clima di grande libertà. In questo modo, la Marcia documenta la ragionevolezza delle ragioni della vita. La Marcia è autonoma e indipendente, e si garantisce una libertà che la sottrae a condizionamenti, compromessi, tattiche, censure interne, pavidità travestite da prudenza.
 
4. Un evento fecondo
 
La Marcia si dimostra un evento fecondo. L’anno scorso giornali e tv – soprattutto laici – ne hanno dovuto parlare, e lo hanno fatto con crescente preoccupazione. Molti gestori del media system ritenevano che ormai il mondo pro-life in Italia avesse accettato come un dato irremovibile la legge sull’aborto e che si potesse confinare ogni rigurgito antiabortista dentro il comodo recinto dell’assistenza sociale. Sì all’aiuto alle donne con gravidanze difficili – o almeno a quelle che vogliono essere aiutate – no a qualunque tentativo di mettere in discussione il diritto alla scelta della donna stessa. Una trappola concettuale nella quale certamente sono cadute fette importanti del mondo pro-life. Ma non vi è caduta la Marcia Nazionale per la Vita. Questo seme sta già germogliando anche a livello locale, dove sono nate quasi dal nulla Marce per la vita locali, come ad esempio in Sicilia e in Piemonte. La Marcia ha poi propiziato la nascita dei Giuristi per la vita, che si propongono di dare assistenza legale alle persone che concretamente si battono contro l’aborto, e che vengono minacciate nell’esercizio del loro lavoro, come ad esempio accade sempre più spesso a medici e infermieri obiettori di coscienza. E’ nata la rivista “Notizie pro Vita”, diretta da un professionista serio e preparato come Toni Brandi.
 
5. Un fatto nuovo per l’Italia
 
La Marcia Nazionale è un fatto nuovo per la cultura pro-life italiana: dal 1978, in oltre trent’anni non sono mai state organizzate manifestazioni importanti, massicce e in grado di coinvolgere tutto l’associazionismo cattolico contro la legalizzazione dell’aborto e contro la 194 . Tanto è vero che l’associazione pro-life più importante italiana, il Movimento per la Vita, dopo tre anni e almeno fino ad ora non ha aderito ufficialmente alla Marcia Nazionale per la Vita. Perché questa omissione? La mancanza di una tradizione di piazza dei pro-life italiani ha diverse cause: c’è una oggettiva difficoltà nel mobilitare la gente, soprattutto l’associazionismo cattolico, su questo tema scomodo. C’è soprattutto la paura di scontrarsi con il mondo: chi critica una legge, automaticamente critica lo Stato, e questo genera il timore delle sue reazioni. C’è poi una diffusa confusione dottrinale anche all’interno dello stesso mondo pro-life e mondo cattolico, una carenza nella “ortodossia per la vita”. C’è sempre più diffuso il rischio che si affermi nella prassi un volontario formalmente pro-life che aiuta la donna concreta a non abortire, ma che in linea di principio ritiene legittimo che la donna possa scegliere se abortire o no. Un volontario che prova a dissuadere la donna, ma che è parimenti disponibile ad accompagnarla in ospedale ad abortire “per non lasciarla sola”. C’è, insomma, l’affermarsi nella stessa cultura pro-life italiana di uno stile più moderato, dialogico, social-filantropico, focalizzato in modo ormai esclusivo sull’azione consultoriale e assistenziale, pronto ad abbandonare definitivamente l’azione culturale e giuridica. Propenso, piuttosto, a qualche sortita politica di carattere dimostrativo, tendente a ottenere qualche piccolo risultato parziale, che non intacchi nemmeno a parole il quadro normativo esistente. Un mondo pro-life, insomma, che sembra essersi stancato di denunciare pubblicamente le leggi ingiuste – conseguenza: l’opinione pubblica metabolizza e digerisce le leggi ingiuste. Ecco perché migliaia di persone hanno deciso improvvisamente di scendere in piazza, non trovando più rappresentato il loro sdegno e la loro opposizione alla legge abortista vigente. Certo, la Marcia nasce anche dalla positiva emulazione della manifestazione che si svolge ogni gennaio a Washington, per protestare contro la sentenza Roe vs. Wade. Una marcia che vede sfilare centinaia di migliaia di americani per dire, semplicemente, “stop abortion”: chissà che un giorno anche in Italia non si possa assistere a qualche cosa di simile.
 
6. Perché è importante partecipare.
 
E’ importante partecipare a questa marcia per due generi di motivi: sia esterni al mondo pro-life, che interni ad esso. Cominciamo dai motivi “esterni”. 
 
Motivi extra moenia
 
a) Viviamo ormai nella civiltà dell’aborto. Nel mondo si contano ogni anno circa 45 milioni di aborti volontari, le leggi abortiste si stanno estendendo a tutte le nazioni, la sensibilità dell’opinione pubblica di fronte a questo fenomeno sta declinando in maniera inesorabile verso l’assuefazione e l’assenso acritico.
 
b) Vogliamo richiamare l’attenzione dei mass media e dell’opinione pubblica con un messaggio forte e non compromissorio: l’aborto uccide e fa male a milioni di anime.
 
c) Vogliamo dimostrare che il popolo della vita c’è, è minoranza ma non si rassegna e vuole combattere.
 
d) Vogliamo denunciare pubblicamente le leggi ingiuste.   
 
Motivi intra moenia
 
a) Dobbiamo scuotere le coscienze assopite o confuse degli stessi credenti, e di non pochi esponenti del mondo pro-life.
 
b) Dobbiamo riaffermare l’ortodossia pro-life di fronte alle “eresie” dottrinali: ad esempio, pensiamo a una serie di slogan che ormai sono ripetuti da giornali e mass media cattolici o di area teoricamente pro-life. Ad esempio, che “la legge 194 è una buona legge”; che “è stata solo applicata male, e ora va applicata tutta”; che essa “prevede l’aborto come extrema ratio.”
 
c) Dobbiamo rilanciare un certo associazionismo pro-life che appare sonnolento e remissivo, dedito al compromesso politico, afono, clericale e dunque non cattolico, impegnato da anni in estenuanti e spesso inconcludenti raccolte di firme.
 
d) Dobbiamo supportare l’agire con un pensiero forte. In troppi ambiti pro-life da anni si vive di un “pensiero debole”, di una sorta di “pensiero liquido” che amalgama identità pro-life ed identità pro-choice. Dobbiamo farlo per dire di no alla riduzione dell’attività per la vita a mera distribuzione di pannolini e passeggini, prevalentemente a extracomunitari e a persone meno abbienti. Nella tragica illusione che la causa dell’aborto sia di natura economica e sociale, secondo una lettura che è – a ben guardare – tardivamente ed essenzialmente marxista.
 
e) Dobbiamo sottrarre i principi non negoziabili a un uso strumentale da parte della politica e di politici dediti al compromesso e all’annacquamento sistematico della verità; strategia che fra l’altro non ha impedito, ma anzi ha accelerato il processo di espulsione dei principi non negoziabili dai programmi dei partiti nelle recenti elezioni.
 
f) Dobbiamo evitare l’annacquamento del tema aborto dentro una più generica e fumosa difesa della vita. Dobbiamo evitare che una certa retorica della povertà – legata alla effettiva crisi economica – serva a non parlare più dei più poveri fra i poveri, come li chiamava Madre Teresa: i bambini non nati uccisi con l’aborto.   
 
7. Diffidare dalle imitazioni
 
Nessuno di noi può pensare di poter fare qualcosa di risolutivo di fronte a questo scenario agghiacciante. Tuttavia, qualche cosa si può fare. Per esempio, partecipare in prima persona alla Marcia Nazionale per la Vita. In secondo luogo, far conoscere la marcia tra amici, in parrocchia, nella diocesi, nel mondo dell’associazionismo. Per vincere la barriera di indifferenza e spesso di vera e propria censura che avvolge questa manifestazione. Non bisogna nemmeno spaventarsi o scandalizzarsi di alcuni maldestri tentativi che sono stati messi in atto per offuscare la Marcia, trasformando la giornata del 12 maggio in qualche cosa di altro e di diverso, e per fare in modo che i mass media, soprattutto cattolici, quel giorno parlino d’altro e non della Marcia. Purtroppo il processo di annacquamento del Movimento pro-life in Italia genera anche forme meschine di concorrenza e di censura, alle quali però si deve rispondere con serenità e in modo composto. Il popolo della vita non è stupido: osserva, ed è in grado di capire e di giudicare. Il tempo è galantuomo, e farà prevalere per una volta la moneta autentica su quella falsa.
 
 
 
Mario Palmaro, Presidente Nazionale del Comitato Verità e Vita
« Ultima modifica: Maggio 08, 2013, 08:08:12 am da Standarte »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Me ne frego .
Domenica io ed altre decine di centinaia di persone andremo alla Marcia per la Vita . Le femministe possono andare tranquillamente a farsi fottere (tra di loro) .


Io comincio a preparare qualche messaggio d'effetto per intervenire in giro per la rete dove sicuramente tenteranno di crocifiggervi.

Sono di sinistra, non offenderti e ricordatelo... Quindi, il mio messaggio sarà contro la reazione fascista delle femministe che tenteranno di zittirvi.

"Più fasciste dei fascisti: Diritto all' Obiezione, diritto all'informazione della donna, parto anonimo. L'incapacità femminista di confrontarsi democraticamente con chi, avendola letta, opera in linea con la 194."
Vnd [nick collettivo].

Offline Mercimonio

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ahhh non c'e' modo per loro di confrontarsi, e manco gliene frega nulla tra l'altro, il loro e' un dogma totalizzante, non puo' essere discusso quindi.

fascismo o comunismo, non saprei cosa c'entrano qua, queste sono solo fanatiche accecate dall'odio ideologico.

gia' la frase "il corpo e' mio" implica che loro ne vogliano fare il cazzo che gli pare incluso abortire e tutto il resto.
e implica anche proprieta' privata sul nascituro.

e fin qui sarebbero anche cazzi loro, il problema e' che vogliono far pagar le spese agli altri e qui casca l'asino !

ma e' possibile che certa gentaglia passi la vita a fare "chiagni e fotti" ?
tutti sti problemi non esisterebbero se queste avessero un lavoro normale e se non passassero la vita ad aspettare che gli ALTRI le mantengano.

quanta energia e quanta dedizione ci mettono pur di non muovere un dito e mantenere i loro schifosi privilegi.
stanno anche su di notte a studiare come mettercelo in culo di giorno.


Offline Stendardo

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Io comincio a preparare qualche messaggio d'effetto per intervenire in giro per la rete dove sicuramente tenteranno di crocifiggervi.

Sono di sinistra, non offenderti e ricordatelo... Quindi, il mio messaggio sarà contro la reazione fascista delle femministe che tenteranno di zittirvi.

"Più fasciste dei fascisti: Diritto all' Obiezione, diritto all'informazione della donna, parto anonimo. L'incapacità femminista di confrontarsi democraticamente con chi, avendola letta, opera in linea con la 194."

Ci tengo a precisarTi che la manifestazione è apartitica ed apolitica (non sono ammesse bandiere di nessun partito politico) .
Inoltre è una manifestazione CONTRO L'ABORTO laica ed interreligiosa ci saranno anche esponenti dell'islam ed anche buddisti...
E' una manifestazione internazionale : molti verranno dalla Polonia , Lettonia , Estona , Russia e più in generale dai paesi dell'Europa dell'est .
E' evidente che il deus ex machina della manifestazione è rappresentato dai movimenti cattolici prolife .
Quest'anno è il 1°anno che la manifestazione è dichiaratamente abrogazionista nei confronti della Legge 194 .
Ci stiamo adoperando a raccogliere le firme necessarie ad avviare il referendum che , se tutto va bene , dovrebbe portare all'abrogazione della Legge 194 .
Perchè l'obiettivo è appunto quello di abrogare la Legge 194 senza tanti fronzoli e salvare le vite di moltissimi bambini che vengono soppressi  nel grembo materno  con gli stessi metodi che usava Mengele ad Auschwitz . Iniezioni dirette al cuore del bambino , svuotamento del cervello del bambino etc. , eccetto la Lombardia TUTTI i bambini abortiti vengono inceneriti in forni crematori .
Che il Signore benedica la nostra battaglia !
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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MARCIA PER LA VITA: nuove adesioni di personalità ecclesiastiche

24 aprile 2013


(di Federico Catani su Corrispondenza Romana del 18-04-2013) Manca ormai meno di un mese alla terza Marcia Nazionale per la Vita, che si terrà a Roma il prossimo 12 maggio, e continuano ad arrivare numerose al Comitato organizzatore dell’evento le adesioni di vescovi e cardinali. Tra l’edizione del 2012 e quella di quest’anno, hanno inviato lettere di sostegno e incoraggiamento alla Marcia più di quaranta prelati, fra titolari di diocesi italiane e membri della Curia romana.

Tra gli altri, vanno ricordati i cardinali Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano e Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma e Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici. Circa gli ultimi aderenti, si segnalano i nomi dei cardinali Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, Angelo Scola, arcivescovo di Milano e Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Oltre all’adesione di mons. Adriano Bernardini, nunzio apostolico in Italia, hanno dato poi il proprio sostegno molti vescovi, tra i quali mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, mons. Lorenzo Ghizzoni, vescovo di Ravenna, mons. Luigi Negri, vescovo di Ferrara, mons. Mario Oliveri, vescovo di Albenga-Imperia e diversi uomini di Curia, come mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (e organizzatore peraltro di un grande incontro internazionale di tutti i gruppi pro-life del mondo in Piazza San Pietro il prossimo 16 giugno, nel contesto dell’Anno della Fede), mons. Georg Ganswein, storico segretario di Benedetto XVI e Prefetto della Casa pontificia, mons. Ignacio Carrasca de Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Guido Pozzo, Elemosiniere di Sua Santità, mons. Giuseppe Sciacca, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e altri ancora.
 
La Marcia per la Vita non è un’iniziativa ecclesiale, sebbene i promotori siano tutti cattolici e pertanto va notato che l’adesione dei vari prelati è avvenuta a titolo personale. La mobilitazione di piazza del prossimo 12 maggio a Roma è aperta a tutti, senza distinzioni di orientamento politico e religioso, purché ci si riconosca nella difesa del diritto alla vita e nella netta contrapposizione, senza alcun compromesso e senza alcun cedimento, all’iniqua legge 194: di fronte a oltre cinque milioni di bambini uccisi, infatti, occorre lasciar da parte ogni linea minimalista. A ribadire la validità di questa strategia, nella capitale della cristianità saranno presenti anche delegazioni di moltissime realtà pro-life a livello europeo e internazionale, oltre che numerose associazioni italiane. La Marcia partirà dal Colosseo alle 9 e si concluderà a Castel Sant’Angelo.
 
Alle 12 tutti potranno confluire in Piazza San Pietro per la recita del Regina coeli insieme a Papa Francesco, che proprio il 12 maggio, in una solenne celebrazione eucaristica, canonizzerà alcuni santi, tra cui i martiri di Otranto, uccisi in odium fidei dai musulmani nel 1480. Il giorno prima, l’11 maggio, si terrà presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum un grande convegno sui temi della vita, cui parteciperanno anche il cardinal Caffarra e mons. Crepaldi, oltre che personalità quali la giornalista Costanza Miriano, il neonatologo Giuseppe Noia, lo psicoterapeuta Roberto Marchesini, lo psicologo Tonino Cantelmi, il medico Carlo Bellieni e l’avvocato Gianfranco Amato. La sera invece, alle 20,30, presso la Basilica dei SS. Apostoli, si terrà una veglia di preghiera, con adorazione eucaristica e recita del santo Rosario, presieduta dal card. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica e grande sostenitore delle marce per la vita. (Federico Catani)
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fonte : http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13530:ampie-adesioni-la-marcia-per-la-vita-assume-un-respiro-internazionale&catid=16:italia&Itemid=39

ASI) Roma è pronta ad accogliere la terza edizione della Marcia per la Vita, che si terrà nella Capitale il prossimo 12 maggio, con partenza alle ore 9.00 dal Colosseo ed arrivo a Castel Sant’Angelo. Il sostegno e le adesioni giungono copiose, a testimonianza del fatto che l’evento sta assumendo sempre più ampie dimensioni, malgrado la scarsa attenzione da parte dei media.
 
 
Le associazioni del laicato cattolico italiano che hanno annunciato la loro presenza si contano a decine, ma non manca anche l’adesione di importanti realtà pro-life straniere. Alcuni, pur di non mancare, affronteranno un viaggio transoceanico. È il caso, per esempio, di due famose attiviste americane. Interverranno e marceranno a Roma Jeanne Monahan, portavoce della March for Life di Washington e Lila Rose, presidente del gruppo Live Action, tra i principali avversari del Planned Parenthood, quel piano internazionale, per il quale si adoperano diverse organizzazioni “mondialiste”, che si propone di pianificare il numero di nascite nel pianeta. “La presenza di queste due grandi figure di spicco delle battaglie pro-life americane - si legge in un comunicato degli organizzatori della Marcia per la Vita - contribuisce a dare alla Marcia per la Vita italiana un respiro internazionale, inserendola così nel contesto delle medesime mobilitazioni che avvengono da anni in tutto il mondo”.
 
Jeanne Monahan, classe ’73, anno in cui negli Stati Uniti per la prima volta una sentenza di un tribunale rese legale l’aborto, è da poco diventata presidentessa della March for Life. Nel gennaio scorso l’attivista americana è riuscita a mobilitare mezzo milione di persone, gran parte delle quali giovani, scese per le strade di Washington per manifestare il proprio sì alla vita.
 
Lila Rose, nata nel 1988, con la sua Live Action prova ad educare l’opinione pubblica americana circa la cruenta pratica dell’aborto. Recentemente, le è stato dedicato un lungo servizio da parte della Cnn. Tra le altre personalità di spicco che interverranno alla Marcia per la Vita di Roma - annunciano gli organizzatori - vi saranno anche Nicholas Windsor, figlio della duchessa di Kent e nipote della regina Elisabetta e il dottor Dor, storico medico militante pro-life francese, finito pure in carcere per la sua lotta all’aborto.
 
Sostegno e adesione che arriva anche da parte dell’episcopato e della Curia romana. Tanti prelati, vescovi e cardinali hanno espresso parole di sostegno nei confronti della Marcia. Si registra in tal senso l’adesione del cardinal Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. “Credo che in alcuni Paesi ci sia grande esitazione da parte dei prelati a coinvolgersi in manifestazioni pubbliche. Quasi fosse percepita come una sorta di attività politica, inadatta al ruolo di ecclesiastico”. Ma Burke fa una valutazione diversa: “Non si tratta di un’adesione politica nel senso di essere a favore di questo o quel candidato, non è partigianeria: è un bene che unisce tutti”. “A mio avviso - afferma il porporato - è un problema di bene comune, di dare testimonianza in favore del bene comune”.
 
La sera prima dell’evento, sabato 11 maggio, alle ore 21 presso la Basilica dei SS. Apostoli, il cardinale Raymond Leo Burke presiederà una solenne veglia di preghiera.
 Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Ci stiamo adoperando a raccogliere le firme necessarie ad avviare il referendum che , se tutto va bene , dovrebbe portare all'abrogazione della Legge 194 .



Perderemmo.
La cultura antiabortista deve essere preceduta da una lunga campagna informativa.

La 194 offre l'opzione del parto anonimo.
Il parto anonimo è la giusta soluzione che evita di ricorrere ad aborto per certe coppie, e alla fecondazione assistita, per altre.

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Perderemmo.
La cultura antiabortista deve essere preceduta da una lunga campagna informativa.

La 194 offre l'opzione del parto anonimo.
Il parto anonimo è la giusta soluzione che evita di ricorrere ad aborto per certe coppie, e alla fecondazione assistita, per altre.

La 194 garantisce il diritto all'obiezione.

Parto anonimo, offerta di contraccettivi a prezzi popolari, obiezione di coscienza sono mezzi che la 194 offre per limitare i danni della stupidità femminile.
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