X esperti di seconda guerra mondiale (Massimo , Cosmos etc.)
Ringraziando per la qualifica di "esperto" dico la mia sul film: è un tentativo, ingenuo, di umanizzare il
soldato tedesco che nel pieno della guerra e dell'euforia della vittoria concepita come vicina, viene
descritto come un soldato come gli altri che faceva coscienziosamente la guerra ma che non odiava e
non disprezzava il nemico che considerava di pari valore e che cercava di commettere meno crimini
possibili verso la popolazione civile. Il che è storicamente falso: educato al concetto di superiorità
razziale e spinto a comportarsi senza inibizioni verso una popolazione considerata - e dichiarata -
come subumana il soldato tedesco non si fece problemi ad ammazzare i civili anche senza ordini
dei capi. In questo i soldati tedeschi avevano la massima libertà di azione: non si conosce un solo
caso di provvedimento disciplinare contro militari tedeschi per abusi, soprusi e atrocità verso i
civili russi. Anzi, gli ufficiali (non solo SS) incoraggiavano le brutalità dei militari anche come misura
per abbattere il morale della popolazione, terrorizzandola e scoraggiandola dall'appoggiare
l'esercito russo in fuga di fronte all'avanzata tedesca. Le iniziali folgoranti vittorie della Wermacht
nel 1941 e nel 1942 non fecero che esaltare ancora di più la convinzione dei tedeschi, anche dell'
ultimo soldato, di avere di fronte degli esseri inferiori, incapaci di una resistenza efficace, che si
erano fatti conquistare territori immensi e quindi indegni della libertà, della dignità e di qualsiasi
considerazione da parte del popolo tedesco. Questa era la convinzione generale condivisa dai
soldati tedeschi, salvo qualche rara eccezione, nell'estate del 1942, quando si diede la spallata
a Stalingrado. La certezza della vittoria e della fine vittoriosa imminente della guerra traspare nei
diari dei soldati tedeschi di allora. Scrisse in quell'occasione un soldato tedesco: "I russi possono
sparare quanto vogliono: noi sparerermo di più!". Non sono certo le parole di un soldato che
nutre rispetto per il nemico. Nel 1942 l'ideologia nazista aveva fatto oramai breccia nella mente e
nella morale del popolo tedesco, anche perchè da tre anni la Wermacht non aveva collezionato
che vittorie: la conquista della Polonia, l'occupazione della Francia, della Jugoslavia, della Grecia,
persino dell'isola di Creta (con la sola azione dei paracadutisti) e, da ultimo, l'invasione della
Russia, nella quale le divisioni tedesche stavano affondando come nel burro. Persino Federico il
Grande si sarebbe sognato una tale sequela di vittorie. Ce n'era abbastanza per avvalorare il
credo nazista della superiorità della razza tedesca e dell'inferiorità di tutte le altre e per dare
credito ai sogni messianici del Reich Millenario: nel 1942 la vittoria totale era davvero alla portata
della Germania. E questa era la convinzione di tutti i tedeschi, dal Capo di stato Maggiore della
Wermacht all'ultimo furiere. Il film non è altro che una rivisitazione del clima morale di allora con
gli occhi di oggi e con il senno di poi di oggi e quindi è falso come tutte le rivisitazioni. Nel 1942
i tedeschi adottarono in pieno la propaganda nazista e non sentirono alcun bisogno di provare
sentimenti di umanità verso un popolo percepito come arretrato, incivile, che si era dato in toto
al comunismo e indegno di avere le risorse naturali immense che dovevano essere sfruttate dal
meritevole popolo tedesco. Questa era l'intima convinzione dei soldati tedeschi nel 1942. Solo
nel gennaio 1943 questa loro granitica certezza si infranse, con la resa di Von Paulus. Da quel
momento in poi, per la Germania ci sarebbe stata solo la ritirata fino al bunker della Cancelleria.
Ma fu solo nel 1943 che episodi come quelli descritti nel film poterono verificarsi, quando il morale
e la certezza della vittoria - e quindi la convinzione che i nemici erano dei subumani - stavano
iniziando a vacillare. Non prima. Quindi il fim va considerato anacronistico. Che non rispecchia
quindi per niente l'etica, il clima morale, i valori, le credenze e i dogmi del soldato della Wermacht.