Autore Topic: Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca  (Letto 6848 volte)

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Offline Stendardo

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Stalingrad è un film di prodotto in Germania nel 1993 da Josef Vilsmaier . Da profondo conoscitore di storia militare , ritengo che tale film sia quello che abbia raccontato con la maggiore obiettività storica quanto realmente accaduto durante la famosa battaglia di Stalingrado .

Stalingrad è un film del 1993 diretto da Joseph Vilsmaier , il film su youtube è in italiano con qualche frase non tradotta .

Considerazioni , impressioni , eventuali imprecisioni storiche e critiche...?



 





Fonte :  http://it.wikipedia.org/wiki/Stalingrad_(film)

Trama [modifica]
 
Un gruppo di Sturmpioniere, pionieri d'assalto tedeschi, a riposo in Italia dopo aver partecipato ai combattimenti sul fronte africano, viene inviato in Unione Sovietica, più precisamente a Stalingrado, dove si sta svolgendo la battaglia, quella che si rivelerà essere la più sanguinosa e violenta della seconda guerra mondiale.
 
Il sottotenente Hans von Witzland, imbevuto del classico spirito aristocratico-cameratesco del soldato di professione tedesco e convinto di combattere una guerra formalmente corretta e non ideologica, ed i soldati del suo plotone, veterani e cinicamente concentrati solo sulla spietata lotta per la sopravvivenza, partecipano ad alcuni scontri particolarmente drammatici e violenti sia tra le rovine della città che nel sottosuolo e nel dedalo delle fognature. La realtà della guerra ideologica e di annientamento sul fronte russo provocherà amare disillusioni nel sottotenente Witzland e crolli del morale della truppa.
 
Durante una perlustrazione delle fognature uno dei soldati rimane gravemente ferito ad una gamba tanto che gli viene grossolanamente amputata dai camerati presenti; una volta arrivati in una cantina dove sono stipati centinaia di feriti il caporale Reiser perde la testa e costringe, sotto la minaccia del mitra, un infermiere a cercare di salvarlo. Questo costerà a lui, al sottotenente ed agli altri soldati della pattuglia il deferimento alla Corte marziale: saranno degradati ed inviati ad un battaglione di disciplina. Contemporaneamente arriva la notizia che il fronte è stato sfondato e che la 6ª Armata è ora circondata.
 
Dopo essere scampati con successo ad un cruento scontro con carri armati nemici, il sottotenente e gli altri soldati vengono riabilitati ma sono costretti dal medesimo fanatico capitano, che li aveva denunciati dopo l'incidente nel ricovero dei feriti, a fucilare dei civili tra i quali vi è anche un bambino (un piccolo calzolaio che i soldati avevano conosciuto in precedenza). Tra Hans ed i suoi soldati, nel frattempo diventati anche amici, nasce la spinta a disertare, anche per non essere costretti ad uccidere altri innocenti, arrivando anche a fingersi feriti per essere evacuati ma il tentativo non riesce e dopo l'occupazione da parte dei soldati sovietici dell'ultimo aeroporto ancora disponibile sono costretti a rientrare, ormai sbandati, nella città assediata.
 
Nei loro ultimi momenti di vita uccidono il capitano, dopo che egli, ormai fuori controllo, aveva assassinato un loro compagno che aveva raccolto "senza permesso" dei viveri paracadutati da un aereo e, riparati nel suo bunker, scoprono grandi quantità di viveri di cui si era appropriato ed una giovane donna soldato sovietica tenuta prigioniera (la stessa che, nei sotterranei, aveva tentato di uccidere il tenente). Ripensando in quei momenti a tutto ciò che li ha travolti ognuno segue il proprio destino: chi si suicida, chi rientra nelle strade della città ormai distrutta nell'intento almeno di morire da soldato e chi cerca un'ultima disperata via di fuga esalando l'ultimo respiro nella steppa gelata in mezzo ad una tormenta.
 
Curiosità [modifica]
 Nel film vengono citati i "battaglioni d'assalto" 336, l'unità a cui appartengono il tenente von Witzland e i suoi uomini, e 179; nella realtà storica effettivamente presero parte alla battaglia il Pionier-Bataillion 179 (appartenente alla 79. Infanterie-Division) al comando del capitano Weltz, ed il Pionier-Bataillion 336 (appartenente alla 336. Infaterie-Division) al comando del capitano Lund. I due battaglioni d'assalto vennero trasportati nell'area di Stalingrado il 17 ottobre 1942 (battaglione 179) e il 6 novembre 1942 (battaglione 336) provenienti rispettivamente da Idar-Oberstein e da Bielefeld. Questi reparti quindi non furono trasferiti dall'Italia come compare nel film. I battaglioni d'assalto presero parte alla "operazione Hubertus", l'offensiva finale sferrata dai tedeschi il 9 novembre 1942 per conquistare gli ultimi capisaldi sovietici che sarebbe terminata con un fallimento il 18 novembre. Il battaglione d'assalto 336 rimase accerchiato a Stalingrado, insieme a tutta la 6ª Armata, dopo la controffensiva sovietica iniziata il 19 novembre 1942 e venne completamente distrutto.
 Nel videogioco Medal of Honor: Allied Assault in una delle mappe per multiplayer denominata "Stalingrad", compare un'ambientazione visibilmente ispirata ad un edificio presente in una scena del film.
 Mentre nell'edizione italiana del film, nella scena iniziale, viene descritto il luogo di acquartieramento dei soldati genericamente come "Italia", nell'edizione originale la descrizione riporta "Porto Cervo, Agosto 1942", ma la nascita del famoso luogo esclusivo risale agli anni sessanta. Il luogo dove vengono girate le scene iniziali si tratta di Cervo Ligure in provincia di Imperia.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline fabriziopiludu

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 Leggendo Sven Hassell, abbiamo visto l'umanità del Soldato Tedesco.
 E la BRUTALITA' delle donne Russe, partigiane comprese: senza morale o pietà.

 E le donne dell'NKVD, l'unica difesa era LA FUGA!
 Un suicidio affrontare un avversario più forte!
 Le avesse affrontate, non avrebbe potuto scriver il libro delle esperienze sul Fronte Russo.
 L'importante NON era vincere, era salvare la pelle!


 

Offline Red-

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Citazione
Stalingrad è un film del 1993 diretto da Joseph Vilsmaier , il film su youtube è in italiano con qualche frase non tradotta .
..Me lo guardo e poi ti dico, grazie per la segnalazione.
...Cmq definire buoni i soldati nazisti e cattivi i russi è ovviamente una palese imprecisione, a prescindere.  :shifty:
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline fabriziopiludu

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 Noi, qui, vediamo TUTTO con occhio antifemminista, non rimaniamo nel generico.


 

Offline Mercimonio

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..Me lo guardo e poi ti dico, grazie per la segnalazione.
...Cmq definire buoni i soldati nazisti e cattivi i russi è ovviamente una palese imprecisione, a prescindere.  :shifty:

mahh ... l'URSS e' finita nel 1989, la germania nazista nel '45 ... ormai direi i tempi sono maturi per vedere la storia senza tutto il muro ideologico e fanatico della guerra fredda.

sarebbe il caso di chiedere agli anziani in est europa cosa ne pensano, io l'est l'ho girato abbastanza bene, farete fatica a trovare qualche nostalgico del comunismo mentre al contrario e' zeppo di nazionalisti e neo nazisti.

la mia famiglia comunque sotto il fascismo non se la passava cosi' male e non ha mai patito la fame, casomai ha perso tutto durante la guerra per le bombe angloamericane e avevano perso tutto pure durante il '15-18 perche' in italia chi paga queste battaglie perse poi e' sempre il popolino...

Stalingrad : era una guerra e come in tutte le guerre succedono queste cose, se ne parla molto perche' fu la battaglia decisiva che diede la svolta ma in realta' bisogna scavare un po' piu' indietro, la stessa folle idea dell'operazione barbarossa fu una decisione incredibilmente azzardata e fondata su dati irrealistici come concordano molti dei leader sopravvissuti, Speer ad esempio nel suo libro e anche altri minori.

a parte che gli eserciti slavi storicamente si sono sempre contraddistinti per la loro spietatezza e crudelta', non solo i russi ma pure serbi croati etc quindi dove sta la novita' ?

se e' per questo pure cinesi e japponesi e vietnamiti e cambogiani .. roba da macellai medievali per i nostri standards.

soldati buoni o cattivi ? non penso una persona "buona" possa anche diventare un "buon soldato", ci sono skills necessari che semplicemente cozzano contro quelli che sono bevevolmente accettati in un civile.

casomai ci sono buoni ordini e cattivi ordini, ma chi da' gli ordini deve anche giustamente vedere la cosa in chiave tattica prima che umana.

Von Paulus ha cercato fino all'ultimo di arrendersi per salvare le truppe ma hitler e i suoi ministri hanno sempre rifiutato e comunque non si puo' negare che non sarebbe servito a un cazzo, in asia centrale ci sono ancora dei villaggi con discendenti di prigionieri tedeschi e koreani ad esempio, quello sarebbe stato il loro destino in campi di lavoro e prigionia.

Offline fabriziopiludu

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le donne si son divertite!
Guarda come fossero CONTENTE!


 

Online Massimo

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Ringraziando per la qualifica di "esperto" dico la mia sul film: è un tentativo, ingenuo, di umanizzare il
soldato tedesco che nel pieno della guerra e dell'euforia della vittoria concepita come vicina, viene
descritto come un soldato come gli altri che faceva coscienziosamente la guerra ma che non odiava e
non disprezzava il nemico che considerava di pari valore e che cercava di commettere meno crimini
possibili verso la popolazione civile. Il che è storicamente falso: educato al concetto di superiorità
razziale e spinto a comportarsi senza inibizioni verso una popolazione considerata - e dichiarata -
come subumana il soldato tedesco non si fece problemi ad ammazzare i civili anche senza ordini
dei capi. In questo i soldati tedeschi avevano la massima libertà di azione: non si conosce un solo
caso di provvedimento disciplinare contro militari tedeschi per abusi, soprusi e atrocità verso i
civili russi. Anzi, gli ufficiali (non solo SS) incoraggiavano le brutalità dei militari anche come misura
per abbattere il morale della popolazione, terrorizzandola e scoraggiandola dall'appoggiare
l'esercito russo in fuga di fronte all'avanzata tedesca. Le iniziali folgoranti vittorie della Wermacht
nel 1941 e nel 1942 non fecero che esaltare ancora di più la convinzione dei tedeschi, anche dell'
ultimo soldato, di avere di fronte degli esseri inferiori, incapaci di una resistenza efficace, che si
erano fatti conquistare territori immensi e quindi indegni della libertà, della dignità e di qualsiasi
considerazione da parte del popolo tedesco. Questa era la convinzione generale condivisa dai
soldati tedeschi, salvo qualche rara eccezione, nell'estate del 1942, quando si diede la spallata
a Stalingrado. La certezza della vittoria e della fine vittoriosa imminente della guerra traspare nei
diari dei soldati tedeschi di allora. Scrisse in quell'occasione un soldato tedesco: "I russi possono
sparare quanto vogliono: noi sparerermo di più!". Non sono certo le parole di un soldato che
nutre rispetto per il nemico. Nel 1942 l'ideologia nazista aveva fatto oramai breccia nella mente e
nella morale del popolo tedesco, anche perchè da tre anni la Wermacht non aveva collezionato
che vittorie: la conquista della Polonia, l'occupazione della Francia, della Jugoslavia, della Grecia,
persino dell'isola di Creta (con la sola azione dei paracadutisti) e, da ultimo, l'invasione della
Russia, nella quale le divisioni tedesche stavano affondando come nel burro. Persino Federico il
Grande si sarebbe sognato una tale sequela di vittorie. Ce n'era abbastanza per avvalorare il
credo nazista della superiorità della razza tedesca e dell'inferiorità di tutte le altre e per dare
credito ai sogni messianici del Reich Millenario: nel 1942 la vittoria totale era davvero alla portata
della Germania. E questa era la convinzione di tutti i tedeschi, dal Capo di stato Maggiore della
Wermacht all'ultimo furiere. Il film non è altro che una rivisitazione del clima morale di allora con
gli occhi di oggi e con il senno di poi di oggi e quindi è falso come tutte le rivisitazioni. Nel 1942
i tedeschi adottarono in pieno la propaganda nazista e non sentirono alcun bisogno di provare
sentimenti di umanità verso un popolo percepito come arretrato, incivile, che si era dato in toto
al comunismo e indegno di avere le risorse naturali immense che dovevano essere sfruttate dal
meritevole popolo tedesco. Questa era l'intima convinzione dei soldati tedeschi nel 1942. Solo
nel gennaio 1943 questa loro granitica certezza si infranse, con la resa di Von Paulus. Da quel
momento in poi, per la Germania ci sarebbe stata solo la ritirata fino al bunker della Cancelleria.
Ma fu solo nel 1943 che episodi come quelli descritti nel film poterono verificarsi, quando il morale
e la certezza della vittoria - e quindi la convinzione che i nemici erano dei subumani - stavano
iniziando a vacillare. Non prima. Quindi il fim va considerato anacronistico. Che non rispecchia
quindi per niente l'etica, il clima morale, i valori, le credenze e i dogmi del soldato della Wermacht.   

Offline fabriziopiludu

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 No! NON è stato tutto così semplice come la conti tu!
 Per esempio, la presa di Sebastopoli è stata una fatica immane! Han dovuto usare quel Mortaio gigantesco. C'è voluto un uso massiccio dell'Aviazione sul Porto di Sebastopli, con bombe da una tonnellata,...

 Da Stalingrado, NON è stata solo una ritirata!!! C'è stata una nuova offensiva Nazista nell'Estate del '43. Si è combattuto ASPRAMENTE nella Zona di Rostov, Harkov.
  C'è stala la Battaglia di Kursk - il più grande Scontro tra Mezzi Corazzati.

 Grave sconfitta, in realtà, è stata la mancata presa di Mosca.
 Il Vorkommando Moskau, comandato da Franz Six, che doveva occuparsi degli Ebrei Moscoviti, ed
 impossessarsi dei Documenti, ebbe altri compiti.
 L'Esercito Nazista avanzò veramente solo verso Sud.
 A Nord, Leningrado NON fu mai espugnata.
 Murmansk, prima l'Esercito Finnico, poi i Nazisti. Quanto da dire!!!
 Arcangelo è stata raggiunta?
 Cruenti combattimenti nella Zona di Velikie Lukie.

 Il FelMaresciallo Model MAESTRO della Strategia della Ritirata, ostacolando gli inseguitori.


 

Offline fabriziopiludu

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 Se Napoleone è arrivato a Nosca, i Nazisti NON han fatto altrettanto!
 Troppe perdite a Smolensk, e sulla Moscova.
 Emblematica la Scena nel film "Paris brule-t-il?" di Renè Clement.
 Nel 1944, in Francia, ritroviamo il Feldmaresciallo Walter Model.


 

Offline Mercimonio

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difficile vincere con Canaris e molti altri che spifferano al nemico le piu' importanti informazioni di intelligence.

ma tanto il destino della germania e anche dell'europa intera era segnato gia' dal 1918, ormai il mondo e' cambiato e certi equilibri di potere non sono piu' sostenibili.


Offline fabriziopiludu

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Re:Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca
« Risposta #10 il: Maggio 10, 2013, 23:26:31 pm »



 Ah! l'OSS!!!


 

Offline fabriziopiludu

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Re:Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca
« Risposta #11 il: Maggio 10, 2013, 23:40:04 pm »



 
Stalingrado NON ha fermato l'attività degli Einsatzgruppen in Bielorussia.
Al ragazzo, << Va be', per stavolta, ti risparmiamo. Tanto ti abbiamo traumatizzato per bene! >>


 

Offline Stendardo

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Re:Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca
« Risposta #12 il: Agosto 05, 2013, 14:25:44 pm »
Ringraziando per la qualifica di "esperto" dico la mia sul film: è un tentativo, ingenuo, di umanizzare il
soldato tedesco che nel pieno della guerra e dell'euforia della vittoria concepita come vicina, viene
descritto come un soldato come gli altri che faceva coscienziosamente la guerra ma che non odiava e
non disprezzava il nemico che considerava di pari valore e che cercava di commettere meno crimini
possibili verso la popolazione civile. Il che è storicamente falso: educato al concetto di superiorità
razziale e spinto a comportarsi senza inibizioni verso una popolazione considerata - e dichiarata -
come subumana il soldato tedesco non si fece problemi ad ammazzare i civili anche senza ordini
dei capi. In questo i soldati tedeschi avevano la massima libertà di azione: non si conosce un solo
caso di provvedimento disciplinare contro militari tedeschi per abusi, soprusi e atrocità verso i
civili russi. Anzi, gli ufficiali (non solo SS) incoraggiavano le brutalità dei militari anche come misura
per abbattere il morale della popolazione, terrorizzandola e scoraggiandola dall'appoggiare
l'esercito russo in fuga di fronte all'avanzata tedesca. Le iniziali folgoranti vittorie della Wermacht
nel 1941 e nel 1942 non fecero che esaltare ancora di più la convinzione dei tedeschi, anche dell'
ultimo soldato, di avere di fronte degli esseri inferiori, incapaci di una resistenza efficace, che si
erano fatti conquistare territori immensi e quindi indegni della libertà, della dignità e di qualsiasi
considerazione da parte del popolo tedesco. Questa era la convinzione generale condivisa dai
soldati tedeschi, salvo qualche rara eccezione, nell'estate del 1942, quando si diede la spallata
a Stalingrado. La certezza della vittoria e della fine vittoriosa imminente della guerra traspare nei
diari dei soldati tedeschi di allora. Scrisse in quell'occasione un soldato tedesco: "I russi possono
sparare quanto vogliono: noi sparerermo di più!". Non sono certo le parole di un soldato che
nutre rispetto per il nemico. Nel 1942 l'ideologia nazista aveva fatto oramai breccia nella mente e
nella morale del popolo tedesco, anche perchè da tre anni la Wermacht non aveva collezionato
che vittorie: la conquista della Polonia, l'occupazione della Francia, della Jugoslavia, della Grecia,
persino dell'isola di Creta (con la sola azione dei paracadutisti) e, da ultimo, l'invasione della
Russia, nella quale le divisioni tedesche stavano affondando come nel burro. Persino Federico il
Grande si sarebbe sognato una tale sequela di vittorie. Ce n'era abbastanza per avvalorare il
credo nazista della superiorità della razza tedesca e dell'inferiorità di tutte le altre e per dare
credito ai sogni messianici del Reich Millenario: nel 1942 la vittoria totale era davvero alla portata
della Germania. E questa era la convinzione di tutti i tedeschi, dal Capo di stato Maggiore della
Wermacht all'ultimo furiere. Il film non è altro che una rivisitazione del clima morale di allora con
gli occhi di oggi e con il senno di poi di oggi e quindi è falso come tutte le rivisitazioni. Nel 1942
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meritevole popolo tedesco. Questa era l'intima convinzione dei soldati tedeschi nel 1942. Solo
nel gennaio 1943 questa loro granitica certezza si infranse, con la resa di Von Paulus. Da quel
momento in poi, per la Germania ci sarebbe stata solo la ritirata fino al bunker della Cancelleria.
Ma fu solo nel 1943 che episodi come quelli descritti nel film poterono verificarsi, quando il morale
e la certezza della vittoria - e quindi la convinzione che i nemici erano dei subumani - stavano
iniziando a vacillare. Non prima. Quindi il fim va considerato anacronistico. Che non rispecchia
quindi per niente l'etica, il clima morale, i valori, le credenze e i dogmi del soldato della Wermacht.

Si ho capito ma il film parla della battaglia di Stalingrado non di ciò che accadde sul fronte orientale in generale .
Ed è vero quello che tu dici che la guerra sul fronte orientale per la ferocia non aveva nulla a che spartire con quella combattuta contro gli angloamericani perchè all'epoca  i tedeschi consideravano gli slavi (polacchi , serbi , bielorussi , russi etc.) "untermanschen" ovvero "subuomini" rozzi , primitivi e barbari .
Condivido anche gran parte della tua analisi , che soprattutto dopo le fasi iniziali vittoriose dell'operazione "Barbarossa" le armate tedesche avevano distrutto migliaia di carri armati , di cannoni , di aerei ed altro materiale bellico russo facendo prigionieri milioni di soldati russi tanto da aver , ragionavolmente , pensato che , a causa delle enormi perdite inflitte all'Armata Rossa , non ci fosse più nessuno davanti a loro .
Si pensi solo che se i tedeschi avessero avuto le stesse perdite che inflissero all'Armata Rossa in soli due mesi Giugno e Luglio 1941 , la Wermacht sarebbe cessata automaticamente di esistere .
In aggiunta a questo si pensi anche alla tua analisi corretta per quanto riguarda le vittorie conseguite rapidamente in occidente , tutto ciò aveva fatto maturare nel pensiero dei tedeschi l'idea che essi fossero invincibili .
Penso sempre a quel passo di un libro che ho letto sulla guerra nel fronte orientale quando un carrista tedesco constatava stupefatto che dopo aver distrutto la sua divisione 100 carri armati , se ne trovava davanti altri 100 e poi altri 100 ancora...sembrando quasi che l'Unione Sovietica sfornasse soldati , carri armati , arei e cannoni dal cilindro .   
Tuttavia , nello specifico , durante la battaglia di Stalingrado la stragrande maggioranza dei soldati tedeschi appartenenti alla 6°Armata non fecero nè abusi , nè soprusi , nè atrocità ai danni della popolazione civile inerme , al contrario , combatterono molto valorosamente ed eroicamente come anche i soldati russi della 62°Armata .
E , da questo punto di vista , ritengo che questo film sia molto attinente su quanto realmente è accaduto a Stalingrado nei mesi che vanno dall'Agosto 1942 al Febbraio 1943 .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline fabriziopiludu

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Re:Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca
« Risposta #13 il: Agosto 05, 2013, 15:08:10 pm »



 Che c'entra!?
 Se eran morti tanti uomini, c'eran sempre LE DONNE, no!
 E si condidera SOLO le Tedesche stuprate... invece cosa abbia subito la Popolazione maschile da parte dalle Soldatesse Russe con le calze cachi di Ordinanza, i Giornalisti tentano di SVICOLARE!


 Stalingrado - ricordiamo - importante per le Guerre!
 Vi era goà stata Battaglia durante La Guerra tra Rossi e Bianchi, e non si chiamava ancora Stalingrado, si chiamava Tsaritsin.



 

Online Massimo

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Re:Stalingrad(Germania,1993)Il film che racconta la battaglia dalla parte tedesca
« Risposta #14 il: Agosto 05, 2013, 20:18:54 pm »

Tuttavia , nello specifico , durante la battaglia di Stalingrado la stragrande maggioranza dei soldati tedeschi appartenenti alla 6°Armata non fecero nè abusi , nè soprusi , nè atrocità ai danni della popolazione civile inerme , al contrario , combatterono molto valorosamente ed eroicamente come anche i soldati russi della 62°Armata .
E , da questo punto di vista , ritengo che questo film sia molto attinente su quanto realmente è accaduto a Stalingrado nei mesi che vanno dall'Agosto 1942 al Febbraio 1943 .
Semplicemente perchè erano troppo impegnati a combattere i russi che difendevano Stalingrado
(o meglio le rovine di Stalingrado) casa per casa, isolato per isolato e addirittura piano per piano
(ci furono casi in cui soldati tedeschi e soldati russi convivevano combattendo nella stessa casa).
Ma sul fatto che i civili russi dovessero essere trattati senza riguardi erano d'accordo con i loro
commilitoni che, non impegnati altrove in quel forsennato combattimento corpo a corpo, erano
liberi di comportarsi di conseguenza, privando i civili russi del loro cibo, del loro raccolto e persino
delle loro case, cacciandoveli insieme alle loro famiglie. I soldati italiani dell'ARMIR hanno fornito
ampia testimonianza della brutalità dei loro alleati tedeschi verso i russi, non riuscendo affatto a
capacitarsi del perchè di simili bestialità. Fu proprio a Stalingrado che i tedeschi capirono che i
russi non erano proprio quei tontoloni animali privi di combattività che fino a quel momento a
loro erano sembrati. Ci volle la resa della sesta armata di Von Paulus a convincere i tedeschi
che non erano più invincibili e che adesso erano diventati vulnerabili. E con questa certezza
crollò quella della loro superiorità razziale. Ma questo potè avvenire solo nel 1943. Non l'anno
prima. Stalingrado fu uno spartiacque della guerra non solo dal punto di vista strategico ma
anche psicologico. Fu solo a partire da quel momento che i tedeschi si accorsero - e solo da
quel momento- che, come ebbe a dire un caporione nazista in seguito condannato a Norimberga,
"con i russi abbiamo sbagliato tutto". Per l'appunto.