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Zanardo - Ancora lagne sul femminicidio

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vnd:
Emergenza femminicidio, il cambiamento è culturale
di Lorella Zanardo | 8 maggio 2013

http://anonym.to/?http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/08/emergenza-femminicidio-ripartiamo-da-scuola-e-tv/586975/

Anche lei scrive alla Boldrini e anche alla Idem.
(Quello che non capisco è perché il ministro dello sport si metta a rompere i coglioni sul femminicidio... Qualcuno di voi sa se rientra tra le sue competenze?
Aver partecipato a qualche gara darebbe titolo di contrastere Beccaria?)

Riporto l'articolo ma... potreste anche saltarlo a piè pari.
Vi consiglio invece di leggere l'intelligente contributo di un rappresentante del Movimento 5 Stelle che, che che si dica.....



--- Citazione ---Gentile presidente della Camera Laura Boldrini, gentili ministre Maria Chiara Carrozza e Josefa Idem, in questi giorni il corpo di noi donne pare stia diventando popolare. Ci sono voluti oltre 100 donne ammazzate l’anno passato e un trend in ascesa anche quest’anno per convincere i media a dare risalto al femminicidio, neologismo che sta a significare omicidio di una donna in quanto donna. In molte stiamo lavorando su questo tema da anni, a partire dalle donne attive nei centri per le donne maltrattate alle migliaia di attiviste ignote che con pazienza svolgono un ruolo fondamentale in rete, luogo prezioso di innalzamento del livello di consapevolezza, frequentato dalle e dai giovani e quindi luogo di formazione ed educazione quando ben utilizzato.

È forse ridondante ricordare qui quanto il nostro Paese sia arretrato su questo tema e su quello della valorizzazione di genere in generale, il nostro 80esimo posto nella classifica del Gender gap stilato dal Wef, o le raccomandazioni inevase della rappresentante della Cedaw-Onu ne sono testimonianza. Questo è il punto di partenza ed è inutile guardare al passato. Possiamo decidere che oggi sia l’inizio di un nuovo percorso.

Mi permetto di consigliare alcune iniziative necessarie la cui richiesta arriva dalle migliaia di ragazze e di giovani uomini che incontriamo ogni anno nelle scuole. Il cambio che auspichiamo è culturale, vogliamo un Paese realmente paritario dove anche per le donne sia valido quella bellissima parte del terzo articolo della Costituzione che ci ricorda come ognuno – e immagino ognuna – debba essere messa in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale di persona. I luoghi idonei da cui iniziare il cambiamento sono i due più importanti agenti di socializzazione attivi nell’età formativa: i media e la scuola.

Si stanno raccogliendo firme, si moltiplicano appelli ed è certo bene innalzare l’attenzione. Ricordo però con preoccupazione che l’anno scorso partì una campagna contro il femminicidio promossa tra l’altro anche da noi. Alta fu l’attenzione, anche i calciatori si attivarono, nomi noti si dissero d’accordo. Ma non successe poi molto di più. È la bellezza e il limite del web, lo constatiamo nelle scuole: firmiamo un appello, scriviamo il nostro “mi piace” sui social network e crediamo di avere fatto il nostro dovere, mentre è solo il primo, importante, ma solo il primissimo passo.

“Non esco più con le amiche al pomeriggio – mi confidava una ragazzina al termine di una lezione a scuola – Il mio ragazzo è geloso, non vuole”. Inizia da lì il bisogno di educazione prima che alla sessualità, alla relazione sia per le ragazze che per i ragazzi. È urgente spiegare, confrontarsi e mettersi in ascolto perché moltissimi parlano di giovani ma pochi si mettono in reale relazione con loro.

“L’ho uccisa perché mi ha lasciato”, è la motivazione più frequente che danno gli uomini di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali dopo aver ucciso una donna. “Il colpo di coda del patriarcato“, lo definisce qualcuna. E c’è del vero perché i femminicidi sono tanti anche nella civilissima Norvegia dove le donne sono occupate, dispongono di welfare di qualità, ma faticano a compiere l’ultimo passo verso una reale e definitiva emancipazione: prendere decisioni che potrebbero anche influire sulla vita del proprio partner. Ciò che noi donne abbiamo imparato ad accettare da secoli. Un cambio culturale che parta dalle scuole e quindi un tavolo interministeriale. Sarebbe importantissimo coinvolgere anche il ministero dell’Istruzione perché si faccia promotore di corsi di aggiornamento per gli insegnanti, che si trovano spesso a gestire una tematica per la quale non ricevono supporto formativo.

Lascio per ultimo il tema più spinoso, quello della responsabilità dei media per la rappresentazione oggettivizzata e irreale che propongono delle donne. Le tv private e pubbliche propongono giornalmente l’immagine di un modello di donna unico, passiva, spogliata, spesso muta. Non è un corpo nudo che offende, il corpo nudo può avere una capacità rivoluzionaria di comunicazione, spieghiamo nelle scuole, ma un corpo passivo e indagato in ogni dettaglio in modo umiliante e voyeuristico ci umilia tutte.

È necessario chiedere che nelle redazioni di giornali e tv si compia un passo importante verso il rispetto costituzionale dei nostri diritti che passa anche, e forse soprattutto, da come veniamo raccontate. Non di censura stiamo parlando, bensì di rispetto indispensabile per crescere, affermarsi ed esistere pienamente. Un percorso articolato dove promuovere anche nuove trasmissioni televisive divulgative che propongano modelli femminili a cui le ragazze possano ispirarsi e attraverso i quali i ragazzi comincino a conoscerci. Avviene in altri Paesi europei, chiediamo che avvenga anche qui da noi.

L’Art directors club, che riunisce le maggiori agenzie pubblicitarie italiane, ha iniziato un percorso di riflessione e cambiamento su questo tema: giornali e tv possono fare altrettanto. Da ultimo è mio compito ricordare come l’emergenza femminicidio sia stata tenuta viva attraverso la fatica e il lavoro instancabile di migliaia di giovani attiviste e attivisti che non hanno mai dimenticato di denunciare, di ricordare, di scrivere alle redazioni, di accompagnare le vittime a i processi.

A queste giovani “attiviste anonime” che hanno impedito che il femminicidio restasse fatto di cronaca perché sanno comunicare con efficacia ai loro e alle loro coetanee. Onoreremo così con gratitudine il patto intergenerazionale, base per una indispensabile coesione sociale.

il Fatto Quotidiano, 8 maggio 2013

--- Termina citazione ---

Ed ecco il contributo di  Maurizio Di Gregorio.


--- Citazione ---l'articolo miscela molte cose apparentemente plausibili
ma costruisce un quadro fittizio.

Sarebbe meglio che non giocaste con le cifre
Gli omicidi di donne sono in totale 125, (nel 2012)
quelle uccise da partner sono  74
mentre nello stesso anno gli uomini uccisi da donne sono 60
e i tentati omicidi di uomini da parte di donne sono 96
(una semplice ricerca su internet),
 in più vi sono gli infanticidi commessi per il 92% da donne

nel 2013 finora le vittime in 4 mesi sono 25
e pertanto se questa triste tendenza fosse confermata
a fine 2013 le vittime sarebbero 75 cioè 45% in meno rispetto al 2012.
( su una popolazione di 31 milioni di donne)

gli omicidi di uomini sono molti di più (4 volte tanto)
e molte le morti sul lavoro e negli incidenti d'auto

Per quanto riguarda gli omicidi di donne solo una piccolissima parte
sono forse da attribuire a odio di genere,
il resto a drammi familiari come gli omicidi suicidi di entrambi i partner

I dati ufficiali indicano l'Italia come la nazione in cui avvengono meno
assassini di donne di tutta Europa (la Grecia viene prima)
e una delle 10 nazioni al mondo più sicure per le donne.

Ora anche se è reale che vi sono alcuni uomini violenti
( probabilmente violenti con tutti, sia uomini che donne)
e che in molte famiglie vi sono gravi problemi di convivenza
comunicazione e incomprensione

Perchè strumentalizzare questi dati?
per ottenere potere e soldi?

Il discorso di genere oscura la realtà e promuove l'odio di genere
un modo vecchio e sbagliato di vedere le cose come la lotta di classe

Perchè non parlate mai di armonia da ricercare e conseguire?
Di questo potrebbero esser pieni gli articoli e le lezioni a scuola
ma continuo a non vederne traccia

--- Termina citazione ---

Alberto86:
Vabbè sono i soliti starnazzamenti provenienti dalle solite fallite.

Queste hanno una qualche importanza solo perchè i merdia hanno dato loro importanza e risalto mediatico.

Altrimenti sarebbero delle classiche zitelle qualunque sconosciute , chiuse a marcire nel loro piccolo mondo di complessi di inferiorità e odio/invidia verso il sesso maschile.



Ps: il link non funziona Vnd. Potresti postare anche il link dell'articolo di questo De Gregorio?   

vnd:

--- Citazione da: Alberto86 - Maggio 10, 2013, 16:20:43 pm ---

Ps: il link non funziona Vnd. Potresti postare anche il link dell'articolo di questo De Gregorio?   

--- Termina citazione ---

Il link a me funziona. E' filtrato, come previsto da regolamanto wiki.
Aspetta qualche secondo.
Quello di De Gregorio è un commento.
Devi scorrerli nella pagina della Zanardo.

Alberto86:
Ok ora funziona. Non so che diavolo era successo? L'hai modificato?

Su De Gregorio non avevo capito fosse un commento dato che sul ridicolo blog della Zanardo volevo evitare di entrare.  :sleep:

dimitri:
Scusate sono un novellino sul tema. ma nooo, anche sul fatto quotidiano succedono queste cose!!! e pensare che lo reputavo un giornale serio. Va beh, come di recente ho fatto la disdetta da sky dopo aver visto la pubblicità di un programma a dir poco allucinante, così da oggi smetterò di leggere il fatto quotidiano. Ma a parte la questione maschile, esiste ancora in Italia qualche ambito che non sia tenuto per le palle dal nazi-femminismo? Sarà ma a me pare che queste orami abbiano acquisito potere su tutto.

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