Mi chiedo se non ci siano anche implicazioni sociali: dal timore di essere accusato ingiustamente di stupro o stalking, passando attraverso la consapevolezza che un matrimonio non è per sempre e si sa come finisce il divorzio; oppure le semplici quote rosa che portano le donne a lavorare in ufficio, mentre gli uomini, che magari hanno skills più che adeguate, finiscono per lavorare in fabbrica nonostante una laurea spesso più consistente di quelle femminili in lettere o scienze sociali.
Tanto per... dalle mie parti si ricerca la figura dell'impiegatA (ammin., commerciale, buste paga, ecc.) non dell'impiegatO/A; come se il lavoro d'ufficio fosse un lavoro "da donna", non solo nel pubblico impiego, ma anche nel privato.
Il tutto per bilanciare (?) il fatto che molti uomini anziani vanno in pensione sempre più tardi per moltissime ragioni differenti.
Ti dico quello che penso di quanto tu hai esposto,
molti lavori di uffici non sono utili, spesso sono creati attraverso il sistema politico, clientelismo e così via.
Di tutti questi posti impiegatizi e pressochè inutili per il 90% vengono occupate dalle donne.
Attualmente, agli uomini il lavoro non viene offerto ma si devono rifugiare in due ambiti lavorativi:
1) lavori pesanti come in agricoltura, nell'edilizia, nell'industria etc
2) lavori autonomi con rischi propri, forte tassazione, possibilità di indebitarsi lavorando etc.
Questi ultimi, attraverso i loro sacrifici devono mantenere:
1) tutti i pensionati attuali con privilegi annessi (lo stato non ha un euro dei loro contributi che hanno versato in passato)
2) mantenere tutti i dipendenti statali, stragrande maggioranza donne (gli statali anche se pagano le tasse, allo stato non gli entra un euro attivo)
3) mantenere tutti i lavori passivi impiegatizi, anche qui stragrande maggioranza donne, di tutte le concessioni che sono state privatizzate.
4) pagare l'interesse sul debito pubblico che è di circa 80 miliardi l'anno (cifra spaventosa) per un debito che non hanno fatto loro.
Molti giovani lavoratori, senza saperlo, si sono sobbarcati un peso notevole. Tanti giovani lavoratori sono sfiduciati, adesso non basta più la buona volontà di lavorare per andare avanti, il peso è troppo grande, molti stanno mollando, si stanno accorgendo che lavorano molto per gli altri e poco per se stessi.
Il ragionamento comune è:
di quanto quadagno il 75% se ne và tra tasse dirette e indirette, contributi e spese varie, sono soggetto a controllo, se qualcosa va storto ci pure rimetto, allora visto che lavoro più per lo stato che per me, ci vada lo stato a fare quello che faccio io ed io me ne sto a casa, almeno sto tranquillo.
Se questa piaga continuerà ancora, lo stato (già lo sta facendo) sarà costretto a licenziare tante signorine che occupano lavori impiegatizi che a sentir loro parlare portano l'italia avanti.