Autore Topic: Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"  (Letto 2010 volte)

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Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« il: Maggio 14, 2013, 08:37:13 am »
Il regime nazi-femminista tenta di zittirci a suon di insulti e minacce di querela, e ancora stiamo a domandarci se dovremmo o no reagire con le stesse armi.
La campagna diffamatoria antimaschile, distoglie l'attenzione dagli operai sottopagati, dalle morte bianche per ricordarci, ogni giorno che esiste il femminicidio. Cambiare nome ad un reato, aumentarne la pena e, speriamo di no, invertire l'onere della prova, secondo qualcuno dovrebbe ridurre il numero di quei reati.
Una sciocchezza senza senso.

Già un anno fa i nostri amici di "ragioni maschili" scrivevano così:
http://ragionimaschili.blogspot.it/2012/06/non-e-piu-tempo-di-belle-maniere.html

Citazione
Non è più tempo di belle maniere

Il garbo nobiliare e composto con cui Fabio Nestola – esponente di spicco dell’associazione Adiantum – ha replicato all'ultima aggressione ideologica verso il mondo maschile, condotta con l’abituale ferocia argomentativa dalla ormai onnipresente Barbara Spinelli, sarebbe da applausi.
Dico sarebbe – uso il condizionale – per due motivi.

Il primo è che c’è una certa incongruenza di fondo tra l’aggressione e la reazione; un po’ come se a qualcuna che ti urla in faccia che c'hai la depravazione inesorabilmente inscritta nel DNA tu rispondessi con il sopracciglio alzato: «signora, lei mi fa torto».
Il secondo è che c’è un difetto di prospettiva generale, a mio giudizio, in una parte degli argomenti addotti da Nestola.
Ma prima di inoltrarci nel commento vediamo - a beneficio di chi fosse all’oscuro della querelle in atto - di cosa si tratta.
E’ in dirittura d'arrivo al Senato della Repubblica il disegno di legge 957 in materia di nuovo affido condiviso e, di conseguenza, l’associazione di sinistra “giuristi democratici” – cellula della potente lobby femminista italiana che agisce, tra l’altro, come referente nazionale del famigerato CEDAW dell’ONU - ha ripreso ad alzare le barricate contro il provvedimento con particolare e rinnovata veemenza.
La tesi sostenuta dalle femministe si fonda sull'abituale e ben sperimentato dogma rivoluzionario della violenza di genere.
Dato che il mondo si divide(rebbe) tra oppressori (al maschile) ed oppresse (al femminile), la lotta di classe rende necessario (dicono loro) che l'ordinamento giuridico vada deformato con l'inibizione dei diritti maschili anche in materia di affidamento dei figli e il contestuale ampliamento a dismisura dei diritti femminili; quindi, no all'affido condiviso - che sarebbe persino incostituzionale, a loro parere - in nessuna forma, in nessun modo e per nessuna ragione al mondo.
Tanta mirabilia argomentativa la si potrà meglio “apprezzare” dalla presa di posizione ufficiale apparsa sul loro sito a firma, appunto, della pasionaria Spinelli e sulla stampa (Il Manifesto) a firma Laura Betti.
Al manicheismo irrazionale e distorto di questo settore lobbistico, tutt’altro che inascoltato o marginale (anzi....), ha fatto riscontro, appunto, la sola, unica e perciò già flebile replica oxfordiana di Fabio Nestola il quale, dal sito di Adiantum, parla educatamente di «informazione pilotata» sulla violenza di genere.
Con questa espressione (informazione pilotata) volendo presumibilmente fare riferimento alla pratica della "disinformatzia", quella strategia comunicativa elaborata scientificamente nella Russia sovietica dei bei tempi andati, quando la manipolazione dell’opinione pubblica ottenuta con la diffamazione sistematica dell'avversario (o nemico) era la regola dell'internazionalismo rivoluzionario e l’amore per la verità dei fatti un crimine politico ai danni del popolo da punire con il gulag.

Ciò posto, voglio sgomberare subito il campo da un potenziale equivoco.
Al netto dell'incongruenza di cui dicevamo prima, lo stile pacato e tollerante di Nestola è veramente da applausi, nel senso pieno dell'espressione e senza alcuna ironia; rimanere civili in un contesto di barbarie ideologica e di intolleranza giacobina quale quella esibita dalle femministe è un segno di grande forza maschile, un insegnamento di stile e compostezza.
Ma forse non è più tempo di belle maniere.
Non lo dico io, lo dice ad esempio Luisa Muraro che, guarda tu il caso, è femminista di punta del c.d. "pensiero della differenza" ed ha scritto un libro - Dio è violent - con il quale giustifica l'idea di un ritorno al terrore rivoluzionario e, quindi, alla violenza politica, soprattutto se pensata e agita dalle donne (è per questo che non precisa se Dio sarebbe violento o violenta).
Lo dice la Spinelli che accusa impunemente tutti gli uomini di indegnità morale e materiale.
Lo dice la teoria della violenza di genere che non è un corredario statistico scientificamente inoppugnabile, tutt'altro, ma una riproposizione del conflitto di classe ri-orientato su nuove coordinate sociali.
In realtà, dietro al combinato disposto delle tesi delle spinelli, delle muraro e delle betti - delle femministe, insomma - si cela un principio semplice semplice, destinato a non tramontare mai.
Il machiavellico fine che giustifica i mezzi.
Poco importa della verità se l'obiettivo è rovesciare le condizioni sociali.
Per rovesciare le condizioni sociali, nella rivoluzione femminista la diffamazione è lo strumento cardine e la violenza di genere il precipitato teorico da utilizzare come randello purificatore.
E' sulla base di queste considerazioni, dunque, che la tesi difensiva di Nestola - esiste anche la violenza fisica femminile, non solo quella maschile - a me sembra una resa incondizionata all'idea del conflitto di classe.
Perché qui non si tratta di stabilire chi sia più violento tra maschi e femmine e con quale frequenza, dato che, com'è evidente, la mano di una donna non sarà mai tanto pesante ed intimidatoria come quella di un uomo.
Si tratta di stabilire se la violenza fisica - che esiste, va contrastata e combattuta senza riserve, quando è vera - sia l'unica forma di violenza, di sopraffazione o di cattiveria possibile tra gli esseri umani.
O se ne esistano anche altre forme quali, ad esempio, negare ai padri l'affetto dei figli, ridurli sul lastrico, inventarsi violenze inesistenti anche per questi scopi (ma non solo per questi), fare del vittimismo isterico continuativo sul piano sociale al solo scopo di diffamare un'intera categoria umana e quindi lucrarne i relativi vantaggi politici, giuridici e personali.
Si tratta anche di stabilire una volta per tutte se faccia più male uno schiaffo o una calunnia, se il primo sia più immorale della seconda e se non sia il caso di condannare e combattere tanto l'uno quanto l'altra con la severità che rispettivamente meritano.
I fatti ci dicono che in questo tipo di violenze sottili, immateriali e senza l'uso delle mani molte donne sono vere e proprie maestre, e non da oggi ma oggi più di sempre.
E che, quindi, quella teoria della violenza di genere è una falsità inaccettabile e folle, in quanto non esiste nessuna classe sociale in posizione di supremazia rispetto all'altra su base sessuale ma solo singoli individui che abusano degli strumenti di cui dispongono - e che non sono solo fisici - per affermare il proprio volere ai danni dell'altro.
Come è inaccettabile - dovrebbe essere inaccettabile per ogni persona onesta, personalmente e intellettualmente - che sulla base di questa mistificazione ideologica si cerchi di condizionare e dirigere decisioni politiche che dovrebbero dichiarare, de iure, una colpevolezza congenita degli uomini a fronte di un'innocenza congenita delle donne.
Ma tutto questo Fabio Nestola non lo dice o lo dice solo in parte.
E, allora, con tutta la stima che ho di lui e che pubblicamente gli tributo, io dico anche a lui che non è più tempo di belle maniere e di tentennamenti ideologici.
E' tempo di fermezza e verità.
Pubblicato da Gibbì 
lunedì 11 giugno 2012
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Offline zagaro

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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #1 il: Maggio 14, 2013, 08:49:55 am »
se è  passato il tempo delle 'smancerie galanti',  questo non ci autorizza a dimenticare  il principio democratico.

chiedo venia non so multi-quotare.   se come viene  illustrato nel post

Non lo dico io, lo dice ad esempio Luisa Muraro che, guarda tu il caso, è femminista di punta del c.d. "pensiero della differenza" ed ha scritto un libro - Dio è violent - con il quale giustifica l'idea di un ritorno al terrore rivoluzionario e, quindi, alla violenza politica, soprattutto se pensata e agita dalle donne (è per questo che non precisa se Dio sarebbe violento o violenta).


se esiste  un campo femminista  che 'giustifica il terrore rivoluzionario',
questo non ci autorizza  a noi masculi   ad enucleare  una teoria  uguale e contraria .

ma invece bisogna enucleare idee che partano dai bisogni e dalle necessità riscontrate sul campo, dalle  possibilità di realizzazione, e questo in modo universalistico e non in maniera speculare al supposto avversario.
Non dobbiamo dimenticarci mai che  la società è fatta di maschi e femmine, e  non di soli maschi e/o di sole femmine. queste ultime ideologie sono solo elucubrazioni di nicchia e come tali resteranno sempre

e l'applicazione del principio democratico è quello che alla fine pagherà sempre
« Ultima modifica: Maggio 14, 2013, 09:01:19 am da zagaro »

Offline vnd

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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #2 il: Maggio 14, 2013, 09:05:28 am »
Non dobbiamo dimenticarci mai che  la società è fatta di maschi e femmine, e  non di soli maschi e/o di sole femmine. queste ultime ideologie sono solo elucubrazioni di nicchia e come tali resteranno sempre

e l'applicazione del principio democratico è quello che alla fine pagherà sempre

Il patriarcato era riconoscimento della diversità ma non piace.

La denuncia e la querela non sono strumenti democratici?
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Offline zagaro

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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #3 il: Maggio 14, 2013, 09:17:28 am »
Il patriarcato era riconoscimento della diversità ma non piace.

La denuncia e la querela non sono strumenti democratici?
molti  confondono il patriarcato con l'origine del diritto positivo che filosofeggiando ha delle diversità con il diritto naturale.

il diritto naturale  è un diritto che sta nelle cose  e negli eventi in se, L'Uomo può solo indagare alla ricerca e riconoscimento di questo diritto. un esempio tipico è la consuetudine. Questo tipo di fenomeno giuridico si esalta in abbandonza di risorse, e quindi la bussola del vivere diventa  l'armonia con il creato, e la metafora della madre terra, e delle sue sacerdotesse ( il senso apollineo diremmo con paradigmi di Nietzche).

mentre  il diritto positivo è un diritto creato dall'esperienza dell'Uomo, e che generalmente nasce da una scarsità di risorse, quindi il fenomeno giuridico ha  necessità di creare una qualche forma di equa distribuzione delle risorse. RIsorse che quindi vanno cercate, custodite, difese, amministrate ovvero la creazione di una classe di persone specializzate in questo che generalmente era la classe dei guerrieri e dei sacerdoti.
la bussola della vita diviene  l'efficienza  (il senso dionisiaco). esempio tipico è la creazione di codici sempre  più centellinati

se esiste  l'origine di un patriarcato e l'esistenza di un matriarcato va ricercata nello studio del fenomeno giuridico.

e certamente  la querela e  la denuncia sono dei sistemi democratici purchè vengano operati con  quello spirito, e  non come mezzo di guerra effettuato con  altre armi


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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #4 il: Maggio 14, 2013, 09:42:48 am »
e certamente  la querela e  la denuncia sono dei sistemi democratici purchè vengano operati con  quello spirito, e  non come mezzo di guerra effettuato con  altre armi

E lo so cumpà... però quà ci dobbiamo difendere.
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Offline zagaro

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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #5 il: Maggio 14, 2013, 11:18:46 am »
E lo so cumpà... però quà ci dobbiamo difendere.

contro chi predica di incatenarci per  il semplice fatto che esistiamo mi sembra il minimo.

ripeto dobbiamo rispettare e prenderne atto chi studia  la violenza maschile,e che esiste, ma mi opporrò sempre a tutte quelle teorie che partono dal concetto che  il maschio sia un essere incapace di amare.
ti faccio una domanda  banale:se il maschio fosse un essere  incapace di amare  che cosa sarebbe allora un marito, un fidanzato, un figlio, un fratello?
minimo minimo sarebbe un fardello di cui liberarsi, e poi?


io mi sono arrabbiato con  quella scuola che ha abolito la festa del papà, senza minimamente consultare  i padri perchè avevano un problema a scuola .
e che cosa siamo diventati noi padri? dei semplici bancomat? questa storia naturalmente per i più  non fa parte della tematica di genere perchè si parte dal presupposto che  il padre 'NON AMA', per molti è un dato scontato

qualcuno si dovrà ricordare che questa Patria  è andata avanti fin quando ci sono stati padri che hanno creduto  che il loro lavoro doveva essere il benessere per i propri figli, il giorno che per qualche ragione smetterebbero di pensare così, e/o  li indurranno a pensare così, allora inizierà la discesa
« Ultima modifica: Maggio 14, 2013, 11:32:21 am da zagaro »

Offline Guit

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Re:Già nel 2012 non era "più tempo di belle maniere"
« Risposta #6 il: Maggio 14, 2013, 14:23:16 pm »
molti  confondono il patriarcato con l'origine del diritto positivo che filosofeggiando ha delle diversità con il diritto naturale.

il diritto naturale  è un diritto che sta nelle cose  e negli eventi in se, L'Uomo può solo indagare alla ricerca e riconoscimento di questo diritto. un esempio tipico è la consuetudine. Questo tipo di fenomeno giuridico si esalta in abbandonza di risorse, e quindi la bussola del vivere diventa  l'armonia con il creato, e la metafora della madre terra, e delle sue sacerdotesse ( il senso apollineo diremmo con paradigmi di Nietzche).

mentre  il diritto positivo è un diritto creato dall'esperienza dell'Uomo, e che generalmente nasce da una scarsità di risorse, quindi il fenomeno giuridico ha  necessità di creare una qualche forma di equa distribuzione delle risorse. RIsorse che quindi vanno cercate, custodite, difese, amministrate ovvero la creazione di una classe di persone specializzate in questo che generalmente era la classe dei guerrieri e dei sacerdoti.
la bussola della vita diviene  l'efficienza  (il senso dionisiaco). esempio tipico è la creazione di codici sempre  più centellinati

se esiste  l'origine di un patriarcato e l'esistenza di un matriarcato va ricercata nello studio del fenomeno giuridico.

e certamente  la querela e  la denuncia sono dei sistemi democratici purchè vengano operati con  quello spirito, e  non come mezzo di guerra effettuato con  altre armi

Sto seguendo quello che scrivi e mi trovo quasi sempre d'accordo con te.

Take the red pill