Concordo con Guit.
Non ho reale antipatia per i popoli scandinavi, anche se sono considerati femministi per antonomasia. Hanno situazioni diverse dalle nostre, socialmente parlando. Trovo abbastanza interessante il testo riportato, anche se è "goccia nel mare".
Da noi purtroppo c'è il cerchiobottismo solito, che è insopportabile, secondo me: si sbraita per la "parità" quando c'è da PIGLIARE, ma quando c'è da DARE si torna improvvisamente alla (conservatrice) "precedenza alle signore".
Finché non vedrò le donne ITALIANE, fare TUTTI I LAVORI che oggi fanno gli uomini (agricoltrici, benzinaie, muratrici, meccaniche, elettriciste, ecc ecc), parlare di parità è una panzana. In Scandinavia ho conosciuto donne che fanno tranquillamente "lavori di fatica".
Per questo non mi sento di "crocifiggerli" troppo.
Commento maschilista:
Le nostre "fichette" sono buone per passare carte in ufficio (e spessissimo fare "servizi speciali" ai superiori), ma sui lavori VERAMENTE tecnici sono scarsissime (MAI visto una brava tecnica informatica, per esempio, solo una mediocre su 120 maschi) e non venitemi a raccontare favolette. Abbiamo ORDE di segretarie o pseudo-segretarie ma pochissime donne veramente valide, nel senso, capaci di prendere decisioni importanti, o di valutare situazioni complesse.
Meglio non indagare sulle amministrazioni pubbliche italiane, sono sicuro che troveremmo delle belle sorprese (ossia, che sono PIENE di donne).
Rimango straconvinto che molti uffici dirigenziali non siano altro che una specie di "harem travestiti" per il sollazzo dei megadirettori.
E' solo un mio pensiero, per quello che vale.