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Il Governatore della Toscana Enrico Rossi si è opposto al convegno organizzato sulle tematiche gender il 29 maggio a Firenze in cui interverranno il Prof. Gandolfini, neuropsichiatra e neurochirurgo, la Prof.ssa Boccenti, Mario Adinolfi ed Alfredo Mantovano.
Moltissime persone si sono prese l’impegno di voler esporre la propria posizione al Governatore, incitandolo a riprendere il proprio posto di rappresentante di tutti i cittadini e non meramente partigiano delle proprie personali e partitiche posizioni.
Riportiamo la lettera del Dott. Giovanni Bonini, pediatra di Pistoia e la relativa risposta di Rossi.
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Gentilissimo dott. Enrico Rossi
Ho letto con attenzione la sua risposta al sig Mirco Zanaboni, riguardo alla concessione dell’auditorium del Consiglio Regionale Toscano per un incontro sulla Cultura del gender, vista come attacco alla libertà di educazione e di espressione.
Sono un medico, un pediatra, e questo lavoro lo faccio con passione da oltre 30 anni.
Vivo a contatto con le famiglie, con i problemi dei bambini, non solo quelli legati alla loro crescita fisica (che grazie a Dio sono andati riducendosi in questi ultimi anni grazie ad una buona prevenzione messa in atto grazie a politiche sanitarie efficaci), ma anche a quelli relativi allo sviluppo psicoaffettivo, relazionale, comportamentale, che sono purtroppo invece in aumento.
Condivido con Lei la preoccupazione per il dilagare del bullismo, non solo di quello omofobico e tranfobico, che è assolutamente marginale in Toscana ed in Italia (come i dati sia regionali che Italiani dimostrano), e che è il segno di una grossa incertezza, instabilità, ineducazione dei nostri adolescenti.
Il bullo non è un super uomo od una super donna che impone con la forza la sua superiorità, ma è un adolescente che mostra tutta la sua insicurezza attraverso meccanismi violenti di difesa.
Tanto più un ragazzo è cosciente della sua identità, di cosa è e cosa vorrà essere tanto più ha ragione e forza di volontà per dominarsi, per controllare l’emotività.
In sostanza se vi è il predominio dell’istinto a scapito della razionalità, il suo sarà un comportamento libero da ogni vincolo, da ogni regola.
Ecco perchè tutto il periodo evolutivo (dalla nascita all’adolescenza) necessita di regole certe, di una educazione familiare che promuova il rispetto dell’altro a prescindere da qualsiasi caratterizzazione (bello, brutto, grasso, magro, uomo, donna, gay, ricco, povero, nero, bianco, giallo).
E’ alla persona che si deve rispetto, non a quello che rappresenta.
La cultura gender si inserisce in questo insegnamento, ribaltando quello che è la realtà, quello che vediamo, quello che la natura ci propone (biologia, genetica, anatomia, psicologia) e mettendo al centro dell’uomo come motore propulsivo, l’istinto, il piacere, il desiderio, slegandolo da quello che lui è: LOVE IS LOVE.
Non esiste una legge naturale, ma tante leggi individuali, ognuno fa quello che desidera fare, è quello che desidera essere.
Se ciò può anche essere comprensibile in un adulto che è libero di scegliere della propria vita come meglio crede, non è applicabile, anzi diventa un delitto, farlo con dei minori, dei bambini, in crescita, quindi in formazione, in evoluzione, in maturazione.
L’educazione dell’ideologia “gender” nelle scuole (ha sottolineato orgogliosamente di come la Toscana, da lei governata, stia portando avanti questi progetti) può solo creare insicurezza e instabilità in un bambino che si sta formando, e che sta imparando in famiglia certi concetti relativi alla sessualità, confrontandoli con i propri cari, verificando sul campo, imitando quello che vive ogni giorno, mettendosi alla prova, rispecchiandosi nel padre e nella madre con cui ogni giorno si confronta.
Decostruire la eterosessualità, in quanto non “normalità”, ma una delle varie possibilità di espressione è una guerra contro l’antropologia, non contro nè la religione, ne dei partiti politici. Cioè è una guerra contro l’uomo stesso.
Ci sono migliaia di studi mai contraddetti di psicologi clinici, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, psicanalisti che per decine e decine di anni hanno studiato l’importanza della figura materna e della figura paterna per un armonico sviluppo psicoaffettivo del minore, dimostrando che solo all’interno di questa famiglia si ha il massimo del risultato.
Oggi invece si vuol far credere che tutto questo sia superato, e che la scienza non ha detto il vero, e si va nelle scuole, fin da quelle dell’infanzia a portare confusione, a cambiare le regole.
Peccato Dott. Rossi che non sia interessato a sentire alcune autorevoli voci che dissentono dalla Sua posizione e che verranno il 29 maggio a parlare di queste cose. Lei viene da un partito che del confronto democratico, del dialogo, della concertazione vorrebbe fare la sua bandiera, ma questo stesso partito sta mostrando invece intransigenza e mancanza di dialogo in un campo così delicato.
Parlo da pediatra e non da politico, né da religioso, avendo come mio unico obiettivo il bene del bambino ed i suoi diritti, mentre ho la sensazione che si sia spostato fin troppo l’obiettivo all’esclusivo interesse del mondo degli adulti.
La ringrazio se avrà la pazienza di leggermi e la saluto cordialmente.
Dott Giovanni Bonini
PS. allego questo articolo significativo Tutelare i più deboli la sfida di sempre
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LETTERA DEL GOVERNATORE ENRICO ROSSI CONTRO IL CONVEGNO ORGANIZZATO DA LA MANIF POUR TOUS ITALIA CIRCOLI TOSCANI
Ecco la risposta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ad uno degli organizzatori delle manifestazione di giovedì:
Gentile signor Mirco Zanaboni,
ho letto la sua email – e le altre numerose email che mi sono arrivate sull’argomento – e credo sia il caso di fare alcune precisazioni in merito alla vicenda a cui lei si riferisce.
Mi preme precisare due cose che mi stanno molto a cuore. Innanzitutto confermo tutto ciò che la Regione Toscana ha fatto contro l’omotransfobia e la violenza di genere, siamo stati i primi ad approvare e rendere effettiva una legge regionale, la n. 29 del 2004, contro le discriminazioni per orientamento sessuale e di genere e, come lei ricorda, abbiamo inserito nel nostro Statuto, approvato nel 2010, il principio secondo cui la Regione rifiuta ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale. Non solo, quindi, abbiamo preceduto il governo centrale e tutte le altre regioni italiane, ma siamo fermamente intenzionati a proseguire il percorso intrapreso a favore della lotta ad ogni forma di discriminazione, come dimostrano le numerose iniziative che abbiamo promosso all’interno delle scuole.
In secondo luogo, come lei può ben immaginare, non parteciperò a questa manifestazione, promossa – ci tengo a sottolineare – non dalla Giunta Regionale ma da due gruppi del Consiglio Regionale, Fratelli di Italia e Nuovo Centro Destra, evento di cui personalmente non condivido né contenuti né finalità.
Detto ciò, la informo che l’uso della sala è stato concesso dal Consiglio Regionale sulla base di quanto previsto dallo Statuto e nei relativi regolamenti sul funzionamento e l’attività dei gruppi consiliari. L’articolo 16 dello Statuto dispone che la Regione assegni ai gruppi consiliari per lo svolgimento delle loro funzioni istituzionali personale, locali e servizi. Disposizione ribadita dall’art. 15 del Regolamento Interno dell’Assemblea legislativa regionale.
Relativamente all’uso di spazi consiliari dedicati all’attività di convegni, seminari, anche da parte di soggetti esterni, il Testo Unico delle disposizioni organizzative e procedimentali del Consiglio prevede che tale uso sia concesso ai gruppi consiliari, che si assumono la piena responsabilità delle iniziative e dei loro contenuti.
Essendo il convegno del 29 maggio un’iniziativa coordinata dai due gruppi consiliari, i contenuti dello stesso sono nella piena responsabilità degli organizzatori.
Ribadisco, dunque, che la manifestazione non è stata affatto organizzata dalla Regione Toscana, tanto che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ha provveduto già la scorsa settimana a segnalare agli organizzatori la necessità che qualunque materiale pubblicitario l’iniziativa informasse correttamente sulla tipologia e la natura degli organizzatori.
Con i miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi