Riporto un articolo appena scovato.
Grazie Doris, almeno per avermi confermato di non avere le allucinazioni.
http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/15/Umiliati_offesi_Doris_corre_salvare_co_0_0108158925.shtml Corriere della Sera
POSTFEMMINISMO La Lessing, già sostenitrice dei diritti delle donne, ora le accusa di infierire Umiliati e offesi, Doris corre a salvare gli uomini POSTFEMMINISMO La Lessing, già sostenitrice dei diritti delle donne, ora le accusa di infierire Umiliati e offesi, Doris corre a salvare gli uomini Poveri uomini sempre più umiliati e offesi dalle donne. Una voce autorevole s’ alza in loro accorata difesa. E poiché quella stessa voce un tempo si alzava per reclamare i diritti femminili, il Guardian le dedica la prima pagina, con immensa foto. Dentro c’ è il volto nobile e pensoso di Doris Lessing, la scrittrice ottantunenne nata in Zimbabwe e residente a Londra, che ha tra i titoli più noti L’ erba canta e Il taccuino d’ oro. Il quotidiano riporta per esteso le dichiarazioni rilasciate dalla romanziera alla Fiera del libro di Edimburgo: «Resto sempre più scioccata nel vedere come, senza neanche pensarci, in modo automatico, si maltrattino gli uomini; è una cosa ormai così connaturata alla nostra cultura che neppure ci si fa caso». Viene dal femminismo, questo veleno: dentro, vi si è infiltrata una cultura «pigra e insidiosa» che fa godere nell’ umiliare i maschi. «Abbiamo tante magnifiche, intelligenti, potenti donne dovunque, ma che cosa sta succedendo agli uomini? Perché tutto questo dev’ essere avvenuto a spese degli uomini?». A riprova di come si cominci presto a minare l’ animo maschile, la Lessing ha riportato una sua esperienza: «Sono andata in una classe con bambini di 9-10 anni, maschi e femmine, e c’ era questa giovane maestra che spiegava: la causa delle guerre sta nell’ innata natura violenta dei maschi. Dovevate vedere le ragazzine, gonfie di orgoglio e di compiacimento mentre i ragazzini se ne stavano lì rannicchiati, quasi scusandosi di esistere». La Lessing non ha detto se è intervenuta per far notare alla maestra che stava dicendo una grande sciocchezza. Riferisce solo l’ atteggiamento della giovane docente che «cercava il mio sguardo, sicura della mia approvazione per quelle scempiaggini». Uno sfortunato caso isolato? Nient’ affatto. Sempre più accalorata e indignata, la Lessing ha proseguito: «Queste cose avvengono in tutte le scuole e nessuno dice niente. Perché è diventata una specie di religione che non puoi criticare altrimenti ti bollano come traditore della grande causa, cosa che io non sono affatto». Critica verso il femminismo la scrittrice è da tempo. Sono dei primi anni Novanta le sue aspre recriminazioni per un movimento che aveva «un’ enorme energia», come ha ripetuto anche l’ altro ieri, e si è isterilito in chiacchiere, in divisioni, «quando avrebbe dovuto concentrarsi nello sforzo di cambiare le leggi». Abbiamo ottenuto la parità di salario, ha detto a Edimburgo, «ma la vera uguaglianza si ha solo quando si è risolto il problema della cura dei figli e questo non si è fatto, almeno non per quelle che ne hanno veramente bisogno». Su questi punti la Lessing non è sola, tra quante aderirono ai movimenti di liberazione delle donne, a recriminare o a constatare che molto non si è ottenuto, vuoi per colpa vuoi per impossibilità. Ma per la scrittrice non sta qui il vero punto dolente. A spezzarle il cuore, si direbbe, oggi è la condizione degli uomini, quella a cui li hanno ridotti le donne. Ecco come si è espressa: «È ora che cominciamo a chiederci perché la più stupida, maleducata, orribile delle donne può maltrattare il più carino, gentile e intelligente degli uomini e nessuno protesta». Vien da chiedersi: ma chi dovrebbe? I sessi sono solo due e se uno attacca - ammesso che sia vero - tocca all’ altro protestare. No, gli uomini non possono, pensa la Lessing, perché «appaiono così intimiditi che non posso reagire, ma sarebbe ora che lo facessero». Dove la Lessing abbia visto queste torme di uomini in ritirata, intimoriti e sopraffatti dalle donne, non ha specificato. Di sicuro negli uffici e nelle fabbriche molte, moltissime donne hanno visto uomini «più stupidi, maleducati, orribili» e pure meno preparati di loro prendersi i posti migliori ed essere omaggiati. Se nei parlamenti (anche nordici) le donne sono una minoranza, se c’ è una donna dirigente ogni cento impiegate e un uomo dirigente ogni dieci impiegati, se le imprenditrici sono il 22 per cento del totale, se lei tra casa e lavoro sgobba più del doppio di ore di lui e a fronte di ciò intasca solo il 20 per cento del reddito nazionale (in Italia, per esempio), ebbene, tutte quelle promozioni e quei successi non saranno premi alla «timidezza» e al «tremore» maschile. Col che non si nega che nel mondo maschile circoli un’ insicurezza nuova, ed è forse questa che Doris Lessing ha colto. Ma anziché protestare (chi? e con chi?), forse tocca agli uomini cercare nuove certezze. Non nella categoria del potere. Serena Zoli
Zoli Serena Pagina 33 (15 agosto 2001) - Corriere della Sera ARCHIVIO