fonte :
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_maggio_15/maestre-asilo-altre-sapevano-2121152918740.shtmlMaestre arrestate, il gip: «Altre sapevano»
L'ORDINANZA
Maestre arrestate, il gip: «Altre sapevano»
Secondo il giudice «la direttrice ha coperto» gli abusi e la coordinatrice ha adottato «comportamenti minacciosi e violenti» che hanno messo «i bambini in stato paura costante»
L'ORDINANZA
Maestre arrestate, il gip: «Altre sapevano»
Secondo il giudice «la direttrice ha coperto» gli abusi e la coordinatrice ha adottato «comportamenti minacciosi e violenti» che hanno messo «i bambini in stato paura costante»
«»«»«»La materna «San Romano», dove sono avvenuti i maltrattamenti (Proto) ROMA - Ceffoni, strattonate e soprusi contro bimbi anche di soli tre anni. Piccoli alunni offesi con termini come «zozzi, scemi e bastardi». Violenze che per le insegnanti e i bidelli della materna «San Romano», a Portonaccio, non erano un mistero. Ma che la dirigente Maria Rosaria Citti, 57 anni, finita ai domiciliari insieme alla coordinatrice Franca Mattei, 63 anni, ha cercato di non far trapelare. È il quadro che emerge dall'ordinanza di custodia firmata dal gip Elvira Tamburelli, la stessa che anni fa si è occupata degli «orchi» di Rignano Flaminio (poi assolti). Secondo il giudice, «altre maestre dell'istituto e la direttrice Citti erano da tempo a conoscenza dei comportamenti della Mattei. La direttrice non è mai intervenuta, neppure attivando verifiche interne, bensì ha coperto».
«ANTIEDUCATIVO MA FUNZIONA» - Stando a quanto ha accertato il pm Eugenio Albamonte, titolare dell'inchiesta, la Mattei avrebbe contato proprio sulla copertura da parte della direttrice per persistere negli abusi. Abusi di cui era assolutamente consapevole, poiché un giorno, a proposito dei suoi metodi, avrebbe replicato a una bidella: «È antieducativo, però per me funziona». Per questo una volta avrebbe dato «uno sgrullone» a un piccolo alunno. «Un giorno - ha riferito la bidella al pm - uno dei bambini (affetto da problemi psico-fisici) doveva fare la pipì. La Mattei lo mette seduto sulla tazza, poi comunque lui è un bambino, non è che se tu gli dici stai buono lui sta buono? Lei ad un certo punto gli da un 'pizzone' in faccia, poi si vede che si è resa conto che comunque c'ero io, si è girata e mi ha detto: 'Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza'. E io le ho detto: 'Ma tra uno schiaffo e una carezza c'è una differenza».
GLI ALUNNI SCHERNITI - Con una collega, la coordinatrice avrebbe definito uno degli alunni «una cosa inutile, un bambino che non capiva niente, un testone». Non solo: la Mattei, scrive il gip nell'ordinanza di circa 30 pagine, era anche solita «schernire davanti all'intera classe alcuni alunni, permettendo che poi i compagni facessero altrettanto, emulando i comportamenti della maestra». E si spingeva anche a ordinare ai più grandi di colpire i piccoli, colpevoli di dare fastidio o di non eseguire i suoi ordini.
«SOFFERENZA E UMILIAZIONI» - Insomma, per il giudice la coordinatrice «ha usato metodi educativi assolutamente non previsti, irrispettosi della sensibilità, dignità e personalità evolutiva dei piccoli alunni; comportamenti tali da cagionare, specie nei bambini più deboli, in maggiori difficoltà e in condizioni di disagio, uno stato di sofferenza e di umiliazioni. La Mattei infatti «imperniava la sua figura di educatrice mostrando autorità e cercando di incutere timore e paura nei bambini». Aveva instaurato con la classe una «relazione aggressiva, ingiustificata e intollerabile». E adottava «comportamenti minacciosi e violenti» che mettevano «i bambini così piccoli in stato di soggezione e paura costanti».
Lavinia Di Gianvito