Ecco dove siamo arrivati...leggete bene l'articolo , scritto da una donna , e traete pure la morale della favola sul livello di democrazia e di legalità nel nostro paese...neanche nelle peggiori dittature .
fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/846742/Elezioni-amministrative-e-matrimoni-d-interesse.htmlverso il voto
19/05/2013 11:17
Elezioni amministrative e matrimoni d'interesse
La nuova norma che consente di esprimere due preferenze, se di sesso opposto, ha dato vita ad un "gioco delle coppie"
La spasmodica ricerca del consenso nei Comuni d'Italia ora si fa in due: anche perché conviene mica poco...
“L’elettore potrà altresì manifestare non più di due voti di preferenza per candidati alla carica di consigliere comunale, scrivendo, nelle apposite righe stampate sotto ogni contrassegno di lista, i nominativi (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita) dei candidati preferiti appartenenti alla lista prescelta, avendo però presente che, nel caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza”. Queste righe scritte in perfetto burocratese vengono dal Ministero degli Interni e rappresentano la vera novità “tecnica” delle prossime amministrative. Tradotto in parole spicce, gli italiani che andranno al voto potranno esprimere due preferenze, ma soltanto nel caso in cui una di esse fosse destinata ad una donna in lista. Ciò ha dato la stura ad un fenomeno particolarissimo, amplificato peraltro dall’invadenza dei social network: la foto elettorale “a due”, con coppie (a volte improbabili) pronte a chiedere il doppio voto. Un vantaggio enorme per coloro che trovano un partner, perché consente di moltiplicare le preferenze: ai voti personali, si aggiungo in una mera addizione matematica quelli dell’alleato di sesso opposto, con un effetto per certi versi diabolico. Se il candidato X ha 100 voti e la candidata Y ne ha 90, tutti e due ne prenderanno 190 (a testa), battendo un ipotetico candidato Z che magari di voti ne ha 120, o 180. Un’ingiustizia, probabilmente: comunque l’altra faccia della medaglia delle cosiddette leggi sulle “quote rosa”. Ma soprattutto un insulto alla legge del consenso che dovrebbe essere alla base della democrazia, ridotta ormai a matrimoni d’interesse, quando non a un gioco delle coppie.
“L’elettore potrà altresì manifestare non più di due voti di preferenza per candidati alla carica di consigliere comunale, scrivendo, nelle apposite righe stampate sotto ogni contrassegno di lista, i nominativi (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita) dei candidati preferiti appartenenti alla lista prescelta, avendo però presente che, nel caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza”. Queste righe scritte in perfetto burocratese vengono dal Ministero degli Interni e rappresentano la vera novità “tecnica” delle prossime amministrative. Tradotto in parole spicce, gli italiani che andranno al voto potranno esprimere due preferenze, ma soltanto nel caso in cui una di esse fosse destinata ad una donna in lista.
Ciò ha dato la stura ad un fenomeno particolarissimo, amplificato peraltro dall’invadenza dei social network: la foto elettorale “a due”, con coppie (a volte improbabili) pronte a chiedere il doppio voto. Un vantaggio enorme per coloro che trovano un partner, perché consente di moltiplicare le preferenze: ai voti personali, si aggiungono in una mera addizione matematica quelli dell’alleato di sesso opposto, con un effetto per certi versi diabolico. Se il candidato X ha 100 voti e la candidata Y ne ha 90, tutti e due ne prenderanno 190 (a testa), battendo un ipotetico candidato Z che magari di voti ne ha 120, o 180.
Un’ingiustizia, probabilmente: comunque l’altra faccia della medaglia delle cosiddette leggi sulle “quote rosa”. Ma soprattutto un insulto alla legge del consenso che dovrebbe essere alla base della democrazia, ridotta ormai a matrimoni d’interesse, quando non a un gioco delle coppie.
Barbara Fruch