Autore Topic: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)  (Letto 33973 volte)

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Offline icarus.10

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #30 il: Gennaio 31, 2010, 14:28:53 pm »
 ma indicativamente il primo problema è una maggior difficoltà nel rapportarsi cogli uomini di cui la denatalità è una delle conseguenze (anche se certo il femminismo non può essere l' unica causa).

Immanuel, guarda chi decide se intraprendere o no una relazione, chi decide se fare sesso o no, chi decide se avere figli o no,chi decide se mantenere o no la relazione..è sempre, solo, soltanto e invariabilmente LEI!!!!
Quindi, la natalità non viene ad essere intaccata di certo dall'atteggiamento attuale delle donne nei confronti degli uomini. Al più per via di ciò, semmai sempre più numerosi uomini occidentali stanno ripiegando sulle donne dell' est o asiatiche o sudamericane(indiane, filippine,sudamericane, ecc) le quali certamente sono più femminili di quelle occidentali.  Ma ciò non cambia in termini di numeri di figli.

Quindi la denatalità non può essere attribuita all'atteggiamento femminile derivante dalla cultua femminista. Perchè è lei che comanda.
« Ultima modifica: Gennaio 31, 2010, 14:35:10 pm da icarus.10 »
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e-manuel

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #31 il: Gennaio 31, 2010, 14:52:32 pm »
Immanuel, guarda chi decide se intraprendere o no una relazione, chi decide se fare sesso o no, chi decide se avere figli o no,chi decide se mantenere o no la relazione..è sempre, solo, soltanto e invariabilmente LEI!!!!

Chi ha detto di no? (Perlomeno, io sono fra quelli che non lo pensa). Ma appunto, stavo evidenziando che il potere sessuale femminile per una serie di circostanze -tra cui la cultura femminista dà il suo apporto- negli ultimi tempi è aumentato per via del decrescere del potere dell' uomo medio, quindi se già la donna partendo da una situazione di vantaggio e tendenza all' insoddisfazione/manipolazione si fa anche spronare a proseguire per quella strada, il risultato finale è quello che è; e secondo me al momento prevale più la stasi e rapporti instabili come tendenza generale, che l' accasarsi con qualcuno quanto prima possibile per cercare di incastrarlo (anche se è palese che questo sia un fenomeno in aumento) .

« Ultima modifica: Gennaio 31, 2010, 15:10:32 pm da e-manuel »

Offline icarus.10

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #32 il: Gennaio 31, 2010, 15:26:36 pm »
  e secondo me al momento prevale più la stasi e rapporti instabili come tendenza generale, che l' accasarsi con qualcuno quanto prima possibile per cercare di incastrarlo (anche se è palese che questo sia un fenomeno in aumento) .




Pure è vero. Tuttavia anche dalle relazioni instabili nascono figli, cioè donne che hanno figli da più matrimoni. Del resto fare figli è un vantaggio economico per lei. Tanto paga lui.

Per la denatalità bisognerebbe indagare su tanti fattori, e non solo sul femminismo.  Quest' ultimo può in alcuni casi influire senz'altro. Io direi di valutare caso per caso, o meglio Paese per Paese, Cultura per Cultura, Epoca per Epoca.
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Offline Salar de Uyuni

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #33 il: Gennaio 31, 2010, 17:43:15 pm »
''Ripeto, non condivido la tesi secondo cui la denatalità sia frutto del femminismo.''

E io ancora una volta ripeto che io non ho detto questo.
Nel mio messaggio iniziale buttavo giù la domanda:''I fenomeni isterici,femminili di massa insorgono a partire dagli anni 60,cioè da quando incomincia il calo demografico,e allora ci si domanda se non sia la denatalità,dovuta alle migliori condizioni economico-sanitarie ad aver innescato il processo del femminismo e non viceversa...''

Sottolineo che attribuivo la denatalità a ''migliori condizioni economico-sanitarie''.

Essendo una questione complessa,ho dovuto semplicizzarla.
Poi incalzato da ulteriori domande ho spiegato che io ritengo che anche la relazione inversa sia vera.
Ma non ho mai pensato che sia l'unica.
Però l'elite mondiale ha investito notevoli risorse economiche mediatiche sul femminismo,in ragione di tentare il controllo delle nascite,da cui paiono ossessionati.
In un certo senso non dovresti obiettare a me,ma a loro, che il femminismo è inefficace nel controllare le nascite,chissà che non recedano nella loro politica di filofemminismo.

Poi ho parlato di fenomeni a feedback positivo,ovvero  una perturbazione del sistema(diminuzione tasso demografico) ingenera nel sistema non già un'opposizione di riequilibro,bensì trova nel sistema un rinforzo(femminismo,edonismo,vita coniugale impossibilitata,donne in carriera,aborto come diritto universale).

In natura spesso i fenomeni si svolgono così:esempio:fa più caldo,i ghiacciai si sciolgono,meno superficie ghiacciata,meno riflessione luce solare,ULTERIORMENTE PIU' CALDO.
E' il cosiddetto ''circolo vizioso''.

Ciò che io proponevo è in qualche modo di ROMPERE QUESTO CIRCOLO VIZIOSO.

Se non è possibile in senso stretto filosofico e scientifico stabilire quali siano le cause e quali siano le conseguenze(ne' del resto è utile),E' PERO' POSSIBILE ROMPERE QUESTO CIRCOLO VIZIOSO.

E ho dato delle chiare indicazioni in merito.

Un aumento della natalità,potrebbe,mitigare la guerra fra sessi e la misandria dilagante.

La mia tesi in sostanza rispolverava le antiche teorie sull'isteria,che fosse una patologia ''uterina'',ovvero dipendente da una mancata riproduzione,e non solo da una mancata attività sessuale.

Il femminismo con le femministe che strepitano dunque sarebbero  un fenomeno di isteria di massa(peraltro non isolato,ho fatto lesempio dei comportamenti femminili nei concerti rock,che compaiono nella stessa epoca),e per vincerlo non servirebbero argomenti logici,bensì diversi atteggiamenti biologici(una maggiore denatalità).
Non credo sia una tesi campata in aria.
Io ho provato a dare le mie soluzioni.






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Offline Salar de Uyuni

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #34 il: Gennaio 31, 2010, 17:53:15 pm »
Sulle conseguenze negative psicologiche dell'aborto,su internet ho trovato questo:Aborto e depressione (Parte II)


Intervista a Theresa Burke fondatrice di Rachel's Vineyard Ministries



KING OF PRUSSIA (Pennsylvania), sabato 11 marzo 2006 (ZENIT.org).- La depressione derivante dall’aborto è spesso un fenomeno sottaciuto e ignorato, che invece deve essere affrontato apertamente, secondo Theresa Burke, fondatrice di Rachel's Vineyard Ministries.

Nella seconda parte di questa intervista rilasciata a ZENIT, Theresa Burke, spiega che la depressione è una conseguenza naturale dell’aborto, che può manifestarsi anche a distanza di anni.

Rachel's Vineyard organizza ritiri nei fine settimana per le persone affrante dal dolore emotivo o spirituale a causa di un aborto.

La prima parte di questa intervista è pubblicata nell’odierno servizio di “Analisi internazionale”.

Qual è il rischio di sviluppare forme di depressione a causa del senso di colpa per aver abortito?

Burke: L’aborto, essendo legale, è considerato normalmente anche come un qualcosa di sicuro. Anzi, normalmente è considerato come un “diritto” della donna.

Questo diritto, o privilegio, dovrebbe liberare la donna dal peso di una gravidanza indesiderata. Dovrebbe procurare sollievo e non afflizione e depressione.

Uno dei maggiori problemi è che la donna che viene assalita dalle proprie reazioni istintive legate alla perdita del bambino, non se l’aspetta e non capisce cos’è che non va.

Molte donne ricorrono ai medici per le loro forme di depressione, di ansia o di dipendenza, senza capire la radice della loro malattia. In molti casi le vengono somministrati farmaci, ma mai vengono accompagnate lungo un percorso che porta alla guarigione e al recupero.

Memorie e sentimenti irrisolti inerenti l’aborto diventano fonte di pressione che può esplodere a distanza di anni in modi inaspettati. Presto o tardi i sentimenti irrisolti dovranno essere affrontati, spesso con l’emergere di disturbi emotivi o comportamentali.

Il professor David Fergusson, ricercatore della Christchurch School of Medicine in Nuova Zelanda, ha svolto uno studio in cui voleva dimostrare che l’aborto non comporta alcuna conseguenza psicologica. Ma si è sorpreso nello scoprire che le donne che hanno avuto un aborto avevano una probabilità 1,5 volte superiore di sviluppare malattie mentali, e 2 o 3 superiore di diventare tossicodipendenti o di fare abuso di alcol.

Fergusson ha seguito un campione di 500 donne dalla nascita all’età d 25 anni. “Quelle che hanno abortito avevano elevate probabilità di sviluppare successivamente problemi di salute mentale, tra cui la depressione (aumento del 46%), l’ansia, comportamenti suicidi e tossicodipendenza”, afferma lo studio pubblicato nel Journal of Child Psychiatry and Psychology.

L’aborto è in effetti responsabile di una serie di fenomeni gravi:

-- aumento del 160% nei tassi di suicidio negli Stati Uniti nel 2001, secondo l’Archives of Women's Mental Health;

-- aumento del 225% nei tassi di suicidio in Gran Bretagna nel 1997, secondo il British Medical Journal;

-- aumento del 546% nei tassi di suicidio in Finlandia nel 1997, secondo gli Acta Obstetrica et Gynecologica Scandinavica.

In definitiva, la media degli aumenti nell’incidenza del suicidio riportati da questi tre studi è del 310%!

Gli alti tassi di suicidio successivi all’aborto contraddice chiaramente l’idea che porre fine alla gravidanza possa essere una scelta più sicura rispetto a quella di dare alla luce il bambino.

Lo studio più autorevole sui legami tra ricovero psichiatrico e aborto rivela che nei quattro anni successivi ad una gravidanza, le donne che abortiscono ricorrono alla psichiatrica da due a quattro di più rispetto alle donne che portano avanti la gravidanza.

Un altro studio rivela che anche quattro anni dopo aver abortito, i tassi di ricorso alla psichiatria rimangono del 67% più alti rispetto alle donne che non hanno abortito.

Secondo l’Archives of Women's Mental Health, nel 2001, le donne che hanno abortito risultano aver sviluppato in maggior misura reazioni di aggiustamento, psicosi depressive e disturbi neurologici e bipolari.

Anche il rischio di depressione o psicosi post parto per le nascite desiderate è maggiore per le donne che avevano precedentemente abortito.

Per una media di otto anni successivi all’aborto, le donne sposate hanno dimostrato una propensione a cadere in depressione clinica del 138% superiore rispetto alle corrispondenti donne che avevano portato avanti la loro gravidanza indesiderata. Questo, secondo il British Medical Journal del 19 gennaio del 2002.

Riguardo il problema dell’alcol e della tossicodipendenza, le donne che hanno abortito risultano essere 4,5 volte più portate ad affrontare il loro contrasto e dolore interiore in questo modo.

E questo dato si basa solo su quelle donne la cui dipendenza da alcol o dalle droghe è resa nota. Non sono invece considerate tutte quelle donne che ogni sera si bevono i loro otto bicchieri di vino pensando che ciò sia semplicemente un modo per rilassarsi. Questo aspetto è stato riportato dall’American Journal of Drug and Alcohol Abuse, nel 2000.

Le conclusioni del primo studio di lungo termine condotto dal dr. Vincent Rue riportano abbondanti dati sui disturbi da stress post traumatico.

Dalle statistiche relative agli Stati Uniti risulta che:

-- Il 55% di coloro che hanno abortito afferma di avere incubi e di essere ossessionato dall’aborto;

-- Il 73% afferma di avere dei flashback;

-- Il 58% delle donne afferma di avere pensieri suicidi e di riferirli direttamente all’aborto;

-- Il 68% rivela di essere scontenta di se stessa;

-- Il 79% si sente in colpa e afferma di essere incapace di perdonarsi;

-- Il 63% ha timori per future gravidanze e dell’idea di diventare genitore;

-- Il 49% non si sente a proprio agio vicino ai neonati;

-- Il 67% si descrive “sentimentalmente insensibile”.

Da molti altri studi ed esperienze cliniche si comprende che per molte donne l’emergere di disfunzioni sessuali, di disordini alimentari, di un aumento del consumo di tabacco, di attacchi di panico e di ansia, o di relazioni conflittuali, è un dato costante che consegue all’esperienza dell’aborto.

Esiste un motivo scientifico o politico per cui non è stata svolta una vera ricerca diretta ad analizzare i possibili nessi tra aborto e depressione?

Burke: Come società, sappiamo discutere dell’aborto in quanto problematica politica, ma non sappiamo parlarne ad un livello intimo e personale.

Non vi è alcun obbligo sociale che imponga di affrontare la questione dell’aborto, tanto che tutti cerchiamo di ignorare il problema.

Uno dei motivi per cui non vogliamo parlare del dolore delle donne e degli uomini che hanno vissuto l’esperienza dell’aborto è che, come società, siamo profondamente turbati dalla questione. Mentre la gran parte della gente ritiene che l’aborto debba essere legalmente consentito in certe circostanze, la maggioranza di essi ne è al contempo moralmente turbata.

Secondo uno dei sondaggi più autorevoli, il 77% dell’opinione pubblica ritiene che l’aborto sia la soppressione di una vita umana, mentre il 49% lo equipara all’omicidio.

Solo il 16% afferma di credere che l’aborto sia solo “un’operazione chirurgica diretta a rimuovere del tessuto umano”.

Persino un terzo di coloro che si dicono fortemente favorevoli alla “libertà di scelta” ammette di credere che l’aborto sia la soppressione di una vita umana. Questo è quanto riportato da James Davison Hunter nel suo libro del 1994 “Before the Shooting Begins: Searching for Democracy in America’s Cultural War”.

Da queste conclusioni si desume che la maggior parte degli americani mette da parte le proprie convinzioni morali, in nome del rispetto del “diritto di scelta della donna”.

Come società abbiamo scelto di tollerare la morte di esseri umani non nati, al fine di migliorare la vita delle donne.

Questo compromesso morale viene tuttavia messo in discussione quando le donne manifestano la loro tristezza e il loro dolore a causa dell’aborto. In questo modo fanno sentire scomodi e turbati i loro ascoltatori.

La depressione post aborto ci costringe a guardare non solo al dolore dell’individuo, ma anche all’angoscia della nostra società. È una questione profondamente complessa e preoccupante, su cui la maggior parte della gente non vuole soffermarsi troppo attentamente.

I fautori dell’aborto spesso esitano a riconoscere la realtà del dolore post aborto perché temono che questo possa in qualche modo pregiudicare l’argomentazione politica a favore della legalizzazione.

La maggior parte dei consultori abortisti, ignorando ogni evidenza, assicurano alle donne che le reazioni psicologiche negative conseguenti all’aborto sono rare o persino inesistenti. Qualsiasi cosa che possa creare turbamento o dubbi viene evitata, nel timore che possa “persuaderla a non dare il suo consenso all’aborto”.

In sostanza, nel nascondere alla donna le informazioni capaci di dissuaderla, altre persone scelgono al suo posto.

La collusione tra ignoranza e negazione dà luogo ad un atteggiamento di abuso e di negligenza nei confronti della donna ed apre la strada a profondi e spaventosi traumi personali.

Lei crede che la consapevolezza del rischio di cadere in depressione possa costituire un deterrente per le donne che considerano l’ipotesi di abortire?

Burke: Spero proprio di sì. Le donne hanno il diritto di conoscere i rischi a cui vanno incontro qualora scelgano di ricorrere all’aborto.

La legge impone il consenso informato per ricevere qualsiasi farmaco o trattamento medico. Questo significa che dobbiamo conoscerne ogni implicazione, ogni aspetto dell’intervento e ogni rischio di breve e di lungo termine. Queste sono informazioni essenziali.

Alla luce di queste statistiche allarmanti, relative ai rischi per la salute mentale, per la salute fisica, per i tumori al seno, ecc., è evidente che una rigorosa regolamentazione è essenziale per la tutela della salute riproduttiva e psicologica delle donne.

Ancora più importate credo sia l’esigenza di infondere fiducia alle donne e agli uomini che hanno sofferto la perdita di un figlio a causa dell’aborto e di fargli sapere che hanno motivo di poter sperare in una piena guarigione. Essi devono sapere di non essere soli.

Nel 1989, un gruppo di esperti convocato dalla American Psychological Association ha concluso unanimemente che l’aborto, entro i limiti della legalità, “per la maggior parte delle donne che vi ricorre, non crea rischi di natura psicologica”.

Gli esperti hanno osservato che se dall’aborto derivassero gravi reazioni emotive, vi sarebbe un’epidemia di donne in cerca di cure psicologiche. Il gruppo ha affermato che non vi è alcuna prova di tale epidemia. E dal 1989 non vi è stato alcun cambiamento significativo di questo orientamento.

È chiaro che essi non hanno tenuto conto della enorme crescita di Rachel's Vineyard Ministries!

Nel 2006 la nostra organizzazione darà la possibilità di partecipare a 450 ritiri di fine settimana per guarire dai traumi post aborto. A ciascun ritiro partecipano tra le 12 e le 25 persone.

Questo significa che ogni anno partecipano tra le 5.400 e le 11.250 persone.

Il nostro servizio cresce ad un ritmo del 40% annuo. Nei soli ultimi sette anni, migliaia di uomini e donne ci hanno chiesto aiuto, mentre Rachel's Vineyard si diffondeva in Africa, Taiwan, Russia, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Spagna, Portogallo, Sud America, Canada e in tutti gli Stati Uniti.

Inoltre, anche altre organizzazioni post aborto stanno sorgendo ovunque a centinaia. Dunque, a dispetto di quanto pensi l’American Psychological Association - e chi come noi svolge questo tipo di servizio lo sa - è in atto una vera epidemia che è stata vergognosamente ignorata, diagnosticata male e non curata.


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Offline Salar de Uyuni

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #35 il: Gennaio 31, 2010, 18:25:24 pm »
La sostanza del problema potrebbe essere questa:come tutti i dualismi,anche quello uomo-donna si risolve in un elemento terzo.

Per secoli la nascita di un figlio è stato un elemento cercato,salutato come una gioia.
Ora si cerca di evitarlo è se capita è quasi una disgrazia.

La ragione per cui i sessi stanno assieme è per procreare,se finisce la procreazione non fa mistero che i due si allontanino e anzi si odino.
Ciò è semplice,in fondo,un ritorno alla procreazione potrebbe mettere fine alla misandria,e alla guerra fra sessi.

L'uomo e la donna non sono fatti per stare assieme,sono fatti per stare assieme E PROCREARE.
Non si può sfuggire dalla tirannide genitale,PERCHE' E' BIOLOGICA.
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Offline Animus

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #36 il: Febbraio 01, 2010, 08:45:22 am »
Poi incalzato da ulteriori domande....

Scusa Salar, non volevo "incalzarti", ma semplicemente farti presente che se abbandoni la "pretesa" di ricerca di scientificita'... non puoi che far meglio, visto che il metodo scientifico non e' applicabile a questa materia, come a tutte le "questioni umane".
(dal Dominio non logico, ma, psico-logico)

Nietzsche e' stato uno dei piu' grandi intellettuali dell'Occidente, e non e' considerato anche il massimo esponente dell'irrazionalismo?  ;)



Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline icarus.10

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #37 il: Febbraio 01, 2010, 11:31:41 am »
 Ok, Saalar ho capito il tuo discorso. In ciò che dici vi sono molti spunti interessanti- alcuni condivisibili, altri no.

Ciò che però vi chiedo(e quindi non mi sto riferendo solo a te) è come mai la denatalità vi faccia tanto paura. A me, no. Non mi fa paura. Siamo pur 7 miliardi persone, non siamo certo una specie da tutela WWF  :P

 

Quando ero bambino e ragazzino, giocavamo a nascondino, correvamo con la bici, giocavamo a biglie, incollavamo le mitiche figure Panini dei calciatori(ah..Maradona, Careca, Giordano miei  :wub: )..oggi invece cosa fanno i bambini e iragazzini di oggi? sono dei mascalzoni, rincoglioniti e viziati(dai loro ultrarincoglioniti genitori rincoglioniti a loro volta dai tanti "esperti" paladini della "difese dell 'infanzia" di cui le tv sono pieni ) che passano le loro giornate con gli I-pood, con i grande fratello, con i facebook, e quant'altro. Che nostalgia dei miei tempi..eppure non sono un matusalemme..ho appena 30 anni!!E se oggi è così, figuriamocii nei prossimi anni.

Io francamente con questi presupposti e con queste prospettive, non vorrò mai avere figli. Sarebbe una violenza nei confronti loro.

Da qui discende il fenimeno della denatalità occidentale. Vi è una forte demoralizzazione dovuta a questa mancanza dei pur minimi principi e valori che disincentiva dal volere aver figli. Tutto qui.
« Ultima modifica: Febbraio 01, 2010, 11:44:01 am da icarus.10 »
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Offline Red-

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #38 il: Febbraio 01, 2010, 14:19:45 pm »
L'aborto, la pillola, il preservativo, il divorzio, etcetera, si diffondono nei primi anni 70, col diffondersi del neofemminismo.
L'uomo d'oggi non trova più conveniente fare famiglia e fare figli, essenzialmente per via del portato del neofemminismo.
Se non sono verità con la V mauiscola, provate a dimostrarlo.

Dimostrate che prima del neofemminismo ugualmente non si formavano le famiglie, dimostrate che non si facevano figli.


Non si può fare un'analisi seria basandoci su ciò che piace e su ciò che ci sta antipatico.
« Ultima modifica: Febbraio 01, 2010, 14:22:48 pm da Red- »
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Wyk72

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #39 il: Febbraio 01, 2010, 14:56:04 pm »
Citazione
Io francamente con questi presupposti e con queste prospettive, non vorrò mai avere figli. Sarebbe una violenza nei confronti loro.

Da qui discende il fenimeno della denatalità occidentale. Vi è una forte demoralizzazione dovuta a questa mancanza dei pur minimi principi e valori che disincentiva dal volere aver figli. Tutto qui.

Rispetto la tua opinione, ma la trovo un po' da "sconfitti in partenza". I valori, se correttamente inculcati, permangono e vengono trasmessi alle generazioni successive.

Non mi trovi d'accordo sul "tutto qui". E' troppo semplicistico, a mio parere.

Sono molto in accordo con Salar su questi punti:

Citazione
Però l'elite mondiale ha investito notevoli risorse economiche mediatiche sul femminismo,in ragione di tentare il controllo delle nascite,da cui paiono ossessionati.
In un certo senso non dovresti obiettare a me,ma a loro, che il femminismo è inefficace nel controllare le nascite,chissà che non recedano nella loro politica di filofemminismo.

Tempo fa seguivo un sito di un "tuttologo" che si chiama Albanesi (www.albanesi.it). Se leggi le sue tesi iper-razionaliste lui giunge alle seguenti conclusioni:

- l'aborto va benissimo
- il controllo delle nascite  va benissimo perché c'è "l'antropoentropia" (ossia troppa gente)
- il femminismo va benissimo, anzi, ce n'è troppo poco

Ovviamente, collimano moltissimo con quanto espresso da Salar.

L'ossessione al controllo delle nascite nasce dalla semplice constatazione razionale che la vita "alla occidentale" non è condivisibile con TUTTI gli abitanti del pianeta, perché porterebbe il sistema al collasso. Indi, per non condividere le risorse planetarie con troppe persone (con conseguente generale impoverimento), il solo modo è rallentarne il proliferare.

Il femminismo è "inefficace nel controllare le nascite" solo nei paesi ove, per ignoranza o per iperconservatorismo, non è penetrato. In occidente ha funzionato eccome. La prova è il fenomeno delle primipare 40enni, che è in costante aumento. Da noi anche di più, vaticano o meno, perché il cristianesimo cattolico è vissuto in maniera totalmente ipocrita e superficiale - secondo loro, addirittura, l'unione sessuale dovrebbe essere SOLO procreativa (io non sono cattolico, e non sono in accordo con questa visione).



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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #40 il: Febbraio 01, 2010, 14:59:30 pm »
 "L' uomo d'oggi" non ha nessuna voce in capitolo nel sesso e nel rapporto di coppia. Chi decide, chi comanda è sempre e soltanto lei, sia nel sesso che nella vita di coppia. E' lei che decide se avere figli o meno. E a lei conviene avere figli. Paga tutto lui. Anche e soprattutto se sono divorziati.

Non capisco poi cosa c'entri il preservativo e il divorzio con la denatalità. Il preservativo serve per scopare nei rapporti liberi per premunirsi da malattie, il divorzio invece non inficia sulla natalità in quanto si possono avere benissimo figli da diversi matrimoni, oppure in semplici rapporti di convivenza.

Nè capisco cosa c'entri il preservativo(che riguarda la sessualità maschile) con il femminismo!!!! bah..misteri

L'aborto c'era anche prima del femminismo degli anni 70. Solo che essendo clandestino, non vi erano statistiche ufficiali a riguardo, ma di certo il loro numero non era inferiore a quello odierno.

 
« Ultima modifica: Febbraio 01, 2010, 15:14:18 pm da icarus.10 »
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« Risposta #41 il: Febbraio 01, 2010, 15:22:03 pm »
La Svezia, paese femminista per eccellenza, di gran lunga più dell' Italia, ha un tasso di natalità di 10,15(cioè 10.15 su 1000), mentre in Italia è 8.36. Come lo spiegate?

Qualcuno dirà che è per via dello stoccafisso.

http://www.indexmundi.com/it/italia/tasso_di_natalita.html

http://www.indexmundi.com/it/svezia/tasso_di_natalita.html
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« Risposta #42 il: Febbraio 01, 2010, 15:27:53 pm »
La Svezia, paese femminista per eccellenza, di gran lunga più dell' Italia, ha un tasso di natalità di 10,15(cioè 10.15 su 1000), mentre in Italia è 8.36. Come lo spiegate?

Qualcuno dirà che è per via dello stoccafisso.

http://www.indexmundi.com/it/italia/tasso_di_natalita.html

http://www.indexmundi.com/it/svezia/tasso_di_natalita.html

Perchè sono più ricchi e ci sono molte più ragazze madri. Aspetta che ci sarà l'utero artificiale, il tasso salirà di più ancora.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline icarus.10

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #43 il: Febbraio 01, 2010, 15:38:59 pm »
Perchè sono più ricchi e ci sono molte più ragazze madri. Aspetta che ci sarà l'utero artificiale, il tasso salirà di più ancora.

Vedi, quindi che la storiella del femminismo non è una causa e che quindi vi sono anche e soprattutto altri fattori dietro??!!

Ma vi può essere  anche una questione di mentalità e di ottimismo o pessimismo a riguardo della vita. Vedi ad es Napoli, città notoriamente povera, ha un tasso di natalità superiore al nord Italia. Questo perchè i napoletrani sono notoriamente più ottimisti della vita e a reagiscono alle avversità in modo molto più allegro.
 Quindi nemmeno il fattore  ricchezza conta sempre.



Vi sono numerosi fattori dietro: economici, sociali, di mentalità, ecc
Il femminismo può anche c'entrare, ma non è determinante.
"Sono contraria alla pena di morte e all'ergastolo, eccetto che per stupratori, pedofili, e per coloro che maltrattano cani, gatti e...criceti"

Offline Tullio

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Re: Femminismo e denatalità,causa o conseguenza?(l'isteria secondo Ippocrate)
« Risposta #44 il: Febbraio 01, 2010, 15:39:21 pm »
La Svezia, paese femminista per eccellenza, di gran lunga più dell' Italia, ha un tasso di natalità di 10,15(cioè 10.15 su 1000), mentre in Italia è 8.36. Come lo spiegate?

Qualcuno dirà che è per via dello stoccafisso.

http://www.indexmundi.com/it/italia/tasso_di_natalita.html

http://www.indexmundi.com/it/svezia/tasso_di_natalita.html

Dovrebbe essere per via dell'immigrazione.
La Svezia al pari della Norvegia sono paesi importatori di immigrati medio orientali e nord africani.

Sono loro che incrementano la natalita'.

Non certo i raffrolliti (ex) vichinghi.

omissis