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Allora: c'è questa signora qui, che si chiama Rashida Manjoo, che un giorno si sveglia e dice una puttanata. Solo che essendo "relatrice speciale delle Nazioni Unite" le genti si bevono la puttanata, e la rigirano in giro.Diciamolo chiaro: l'avere a che fare con le Nazioni Unite non ha mai impedito di dire puttanate, come ben dimostra l'esempio di quella associazione che voleva abolire Dante dalle scuole perché antisemita. Quindi, anche chi lavora o comunque ha qualche tipo di relazioni con l'ONU può dire cose senza senso.Cosa dice la signora Manjoo? Dice, almeno a voler dar retta ai virgolettati che si trovano in rete, che "La prima causa in Italia per la morte di giovani donne tra 16 e 44 anni è il femminicidio".Si tratta di una vecchia leggenda metropolitana, che pur essendo vecchia continua a circolare e viver di vita propria, come le scie chimiche, il signoraggio e le strampalate invenzioni di BeppeGrillo(tm). Chi volesse documentarsi un po' sulla storia dela bufala può andare a leggere qui, da un nuovo amico che si è ripercorso faticosamente tutta la storia. Noi, che siamo assai più pigri del nostro amico, proveremo a smontare la cosa usando semplicemente un po' di buon senso.Partiamo da quel cassonetto di luoghi comuni che è il blog "27esima ora" del Corriere, e in particolare da questo articolo della signora Spinelli, che rifrigge in olio esausto la solita formula (peraltro spendendosi con quasi 4.000 parole: si vede che aveva finito il bucato e non aveva ancora da preparar cena).Se avete la pazienza di cercare, vedrete che la didatta all'inizio ci racconta che «la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute)» (avrete notato dei lievi cambiamenti rispetto alla formula canonica: fate finta di niente e poi ci torneremo sopra), e un certo punto ci dice che «nel 2010 su 151 omicidi di donne 127 erano femmicidi»Dunque avremmo 127 femminicidi, e questi femminicidi sarebbero la prima causa di morte (assumendo che l'Italia sia paragonabile al resto del mondo, ma le suffragette peninsulari dicono che qui si stia ancora peggio, per cui è un'approssimazione che possiamo permetterci).Ora, io spero caldamente che nessuno di voi cinque lettori abbia mai avuto a che fare con un reparto di oncologia, ma se vi è capitato di entrarci alla Befana, potete essere stracerti che in quel momento tra i malati in cura c'era almeno una donna, nella fascia di età di cui stiamo parlando, che non avrebbe mai mangiato il successivo panettone. E dato che in ciascuna provincia italiana ci sono almeno due reparti di oncologia (vabbè, magari non a Isernia e nel Medio Campidano, ma Milano e Roma compensano con gli interessi), ecco che in un anno normale ci sono almeno duecento donne tra i 16 e i 44 anni che crepano di cancro.Tumore batte femminicidio.Ora, torniamo alla nostra Spinelli che, probabilmente mentre cercava l'apriscatole per apprestarsi alla preparazione della pasta al tonno per il marito, questo dubbio deve esserserlo fatto venire, e deciso che qualcosa non le quadrava. Se effettivamente per la prima causa di morte muoiono cento e qualche donna all'anno, le donne italiane sono meglio di Wonder Woman.E infatti la Spinelli corregge il tiro, e parla di "prima causa di uccisione", come a voler sottintendere -ma senza il coraggio di dirlo apertamente- che si tratta di morti non naturali ma violente. Il che sposta un pochino i termini del problema.Orbene, è fatto notorio che in Italia muoiano ogni anno circa 6.000 persone quali vittime della strada: che è effettivamente un morire violento. E' presumibile che la fascia di età tra 16 e 44 anni sia quella in cui si guida e si viaggia di più, e che quindi le vittime in tale range anagrafico siano la metà del totale. Ma ammettiamo pure che vi siano legioni di attempate zitelle che amano suicidarsi scontrando tra loro le proprie utilitarie, e che quindi nella fascia di età le vittime siano 1.500: la metà della metà del totale.Di queste 1.500 persone, la metà dovrebbero essere donne. Diciamo pure che in effetti le donne guidano meno, grazie al maschilismo imperante nella nostra società, e che quindi le vittime siano la metà della metà. Oh!, dimenticavo: le donne sono notoriamente più prudenti, e quindi dimezziamo un'altra volta.Un ottavo di 1.500 fa 187, e sfido chiunque a dire che in Italia non muoiano ogni anno almeno 187 donne tra 16 e 44 anni sulle strade.Viabilità batte femminicidio.Quindi, avendo escluso le cause naturali e quelle violente ma colpose, non ci resta che ritenere che "uccisione" deve essere inteso come "omicidio", e pertanto la frase «la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio» debba essere così interpretata: «la prima causa di omicidio nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio». Che sarebbe una bella tautologia, se non ci fosse poi quella parentesi: (da parte di persone conosciute).Il problema è che (salvo nei peggiori sobborghi di Caracas o di Lagos, o in occasione di rivolte popolari e attentati terroristici), statisticamente la massima parte degli omicidi sono proprio effettuati da persone che conoscevano la vittima. Non sono molti i killer professionali, e non sono molti coloro che sono così scomodi che si arruola un killer per farli fuori. E in Italia non sono neppure molte le rapine che finiscono con il morto, badate.In tutti gli altri casi, l'omicida conosce la vittima, e pertanto la bella frase della Spinelli ci dice semplicemente che, per nostra fortuna, l'Italia non è un sobborgo né di Lagos né di Caracas.