Autore Topic: Guerra in Siria  (Letto 37979 volte)

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Online fabriziopiludu

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #195 il: Maggio 08, 2014, 11:31:13 am »



 
buona parte e' crollato dopo il terremoto del '75 se non erro, il resto e chiuso e una parte e' aperto come museo per i turisti ma cade a pezzi.

se realmente lo usassero come bunker mi sa che gli crollerebbe in testa hahaha !

 Se non ha retto un Terremoto, come avrebbe potuto reggere una bomba atomica?


 

Offline Angelo

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #196 il: Ottobre 06, 2015, 03:48:28 am »
Sentite l' "assordante silenzio" dei pezzi di merda?

Vi faccio un rapido sunto...

Dal 2011 in Siria c'è una guerra. La Siria è alleata storica dei russi e proprio lì in Siria c'è l'unica base russa del Mediterraneo (Tartous). Per 4 anni gli scagnozzi foraggiati da USA, Arabia Saudita, Turchia, hanno fatto porcate peggiori di quelle che ha fatto Assad.
Femministe, pezzi di merda vari, rotti in culo, pddini, pddioti, leccaculi, e prezzolati vari hanno ingigantito l'ISIS, hanno esaltato "l'opposizione siriana" . Poi, finalmente, Putin ha dato il via libera ai raid russi sull'ISIS.
Quel senzapalle femminista di Obama, con il codazzo dell'EU (tranne la Germania, che guarda caso viene scoperta ad imbrogliare sulle emissioni delle auto Volkswagen... :shifty: ) protesta contro Putin perchè ammazza "l'opposizione siriana" (cioè l'ISIS ). Quell'indecente vermedi Obama ha fatto bombardare un ospedale a Kunduz (dopo che giustamente e sottolineo il giustamente) i talebani avevano riconquistato la città (dopo 14 anni di indecente guerra USA).

Attaccate l'ipocrisia delle luride femministe, attaccate quei senzapalle femministi . Stanno in silenzio, sanno di essere solo dei vili scendiletto senza coglioni e dignità. Prima o poi arriverà la loro ora. Un saluto agli Uomini.


https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/02/il-golpe-mediorientale-la-russia-bombarda-i-terroristi-liran-e-pronto-ad-intervenire-e-i-sauditi-sono-nel-panico/

Vedete poi quel verme di Gasp che fa...

http://questouomono.tumblr.com/post/129558184297/questo-uomo-no-62-il-filosofo-maschio

Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Alberto1986

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #197 il: Ottobre 06, 2015, 06:06:37 am »
http://www.difesaonline.it/mondo-militare/siria-putin-istituisce-no-fly-zone-israele-invoca-la-presenza-dei-bombardieri-stealth

Citazione
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Un solo battello, la domanda potrebbe essere lecita per i non addetti ai lavori, potrebbe davvero scoraggiare i caccia della coalizione a guida USA? La risposta è si, perché il Moskva porta con se 64 missili terra aria S-300 PMU-1/2. Quei 64 missili di ultima generazione, in grado di abbattere sia caccia che missili balistici fanno del vettore classe Slava un incubo per la coalizione. Se a questo aggiungiamo che quella dinanzi le coste siriane è la nave più potente mai realizzata dalla Marina sovietica, pensata espressamente per devastare le portaerei USA (non per nulla le Slava sono soprannominate “carrier-killer” con i suoi SS-N-12 Sandbox lanciati a sciami), il quadro appare ancora più sinistro.

Putin, appare evidente, è riuscito dove l’amministrazione Obama ha fallito. La Casa Bianca fin dal 2012 ha proposto più volte l’istituzione di una no-fly zone in Siria, ma l’intenzione verbale non ha mai avuto un risvolto operativo. Mosca, invece, l’ha già imposta in pochissime ore (facendosi beffe dell’Occidente: non ha consegnato gli S-300 ai siriani, ma ne ha schierati 64 a protezione di Damasco su una nave da guerra).

Ma ragioniamo ancora per assurdo (assurdo?). Se Putin comunicasse al mondo di avere instaurato una no-fly zone con il pretesto del corridoio aereo sicuro per colpire l’Isis, la coalizione dovrebbe rivedere l’intera sua strategia perché sarà costretta a coordinare ogni operazione con Siria, Russia e Libano.

L’alternativa? Esiste, certo. L’unico rischio è quello di volare in uno spazio aereo protetto da batterie missilistiche di ultima generazione. Se Putin davvero comunicasse l’entrata in vigore della no-fly zone – commentano dal sito di intelligence DEBKA – nessuna forza aerea presente nella Regione potrebbe alzarsi perché sarebbe alla mercé degli S-300. Quei 150 km di autonomia sono un incubo per i caccia israeliani, inglesi, giordani e turchi. Gli stessi americani, hanno per lo più caccia F-16 nella Regione che non avrebbero scampo contro una schermatura simile.

................................................. .....



 :shifty:
« Ultima modifica: Ottobre 06, 2015, 06:34:36 am da -Alberto86- »

Offline Damocle

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #198 il: Settembre 07, 2016, 02:18:41 am »
La guerra che non fa notizia: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/18/yemen-medici-senza-frontiere-evacua-il-proprio-staff-dal-nord-del-paese-dopo-il-bombardamento-sullospedale-di-abs/2982347/

Se qualcosa del genere l'avessero provocata i russi, ci sarebbe stato un polverone internazionale antirusso, invece se l'hanno fatto i sauditi alleati degli USA allora meglio non dargli troppo risalto...

"Yemen, Medici senza frontiere evacua il proprio staff dal nord del paese, dopo il bombardamento sull’ospedale di Abs

L'organizzazione no profit annuncia una decisione "mai presa alla leggera", dopo i 19 morti e 24 feriti durante l'ultimo raid della coalizione araba, a guida saudita, che combatte le truppe Houti. Era stato il quarto attacco alle strutture Msf dalla ripresa del conflitto. Ritirato tutto il personale di supporto nelle strutture sanitarie dei governatorati di Saada e Hajjah

18 agosto 2016

Medici senza frontiere ritira il proprio staff dal nord dello Yemen, evacuando gli ospedali che supporta nei governatorati di Saada e Hajjah. La decisione è stata presa dopo il bombardamento aereo dell’ospedale di Abs dello scorso 15 agosto, che ha provocato 19 morti e 24 feriti. La struttura ospedaliera è stata colpita dai raid della coalizione araba, a guida saudita, che a marzo 2015 ha lanciato operazioni militari in Yemen contro gli Houti per ripristinare il governo del presidente Abd-Rabbou Mansour Hadi.

Una decisione drammatica, spiega in comunicato stampa l’organizzazione no profit, “mai presa alla leggera“. “Il fatto che staff medico e persone malate o ferite vengano uccise all’interno di un ospedale – si legge nella nota – dice tutto sulla crudeltà e la disumanità di questa guerra”. Nel rammaricarsi profondamente per “le conseguenze di questa evacuazione”, Msf auspica però che le condizioni di sicurezza migliorino che le “equipe siano in grado di tornare a fornire cure mediche estremamente necessarie”.

Dopo la sospensione dei negoziati di pace tra la coalizione a guida saudita e le forze Houti in Kuwait, avvenuta lo scorso 7 agosto, è ripresa la campagna militare nello Yemen settentrionale con un incremento significativo dei bombardamenti. L’attacco, il quarto e più letale contro strutture supportate da Msf dall’inizio della guerra, è stato condannato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, come “una grave violazione del diritto internazionale”. A peggiorare le relazioni con la coalizione araba ha contribuito inoltre la mancata condivisione con l’organizzazione delle investigazioni relative ai tre attacchi precedenti, per cui “resta necessaria un’investigazione indipendente”.

L’ong spiega che l’intensità degli attacchi dimostra l’inaffidabilità della coalizione nell’evitare attacchi alle strutture sanitarie, che nelle zone di guerra sono esplicitamente protette dal diritto comunitario. Nei governatorati di Saada e Hajjah non c’è sicurezza né per i pazienti né per lo staff e, in mancanza di garanzie credibili, Msf ha preso la decisione sofferta di ritirare ostetrici, pediatri, chirurghi e specialisti di pronto soccorso. Gli ospedali lasciati da Msf sono quelli di Haydan, Razeh, Al Gamouri, Yasnim nell’area di Saada, e gli ospedali di Abs e Al Gamouri in quella di Hajjah. Queste strutture continueranno comunque a lavorare con staff del Ministero della Salute e volontari, ma sono già in estrema difficoltà nell’affrontare le necessità mediche causate dalle nuove campagne di bombardamenti e dalla scarsità di beni primari.

“Negli ultimi 8 mesi – si legge in un comunicato stampa – Msf ha incontrato esponenti di alto livello della coalizione a guida saudita in due occasioni a Riyadh, per garantire l’assistenza umanitaria e medica per gli yemeniti e per chiedere garanzie che gli attacchi contro gli ospedali sarebbero cessati. Ma i bombardamenti aerei sono comunque continuati, nonostante Msf abbia sistematicamente condiviso con tutte le parti in conflitto le coordinate GPS degli ospedali in cui lavora. I rappresentanti della coalizione – continua la nota – dichiarano ripetutamente di onorare il Diritto Internazionale Umanitario, ma questo attacco mostra che hanno fallito nel controllare l’uso della forza e nell’evitare gli attacchi contro ospedali pieni di pazienti. Msf non è né soddisfatta né rassicurata dalla dichiarazione della coalizione secondo cui questo attacco è stato un errore”.

“Questo ultimo incidente mostra che le regole di ingaggio, i protocolli e le procedure militari attuali sono inadeguati a evitare attacchi contro gli ospedali e necessitano di revisioni e cambiamenti” ha detto inoltre Joan Tubau, direttore generale dell’Ong. “Msf chiede alla coalizione a guida saudita e ai governi che la supportano, in particolare Stati Uniti, Regno Unito e Francia, di garantire l’applicazione immediata di misure volte ad aumentare in modo sostanziale la protezione dei civili.”

L’Organizzazione non governativa definisce inoltre un “fallimento collettivo” l’incapacità di proteggere i civili yemeniti dall’azione militare e aiutarli con un’adeguata assistenza umanitaria e “condanna il modo in cui tutti gli attori coinvolti, la coalizione a guida saudita, gli Houti e i loro alleati, stanno conducendo questa guerra compiendo attacchi indiscriminati senza alcun rispetto dei civili”. Nel porre le condoglianze alle famiglie dello staff e dei pazienti morti durante l’attacco, Msf ricorda che era attiva in 11 ospedali e centri di salute in Yemen e forniva supporto ad altri 18 ospedali o centri di salute in otto governatorati: Aden, Al-Dhale’, Taiz, Saada, Amran, Hajjah, Ibb and Sana’a. Più di 2.000 operatori di Msf lavorano tutt’oggi in Yemen, tra cui 90 operatori internazionali."

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Altra fonte: http://it.sputniknews.com/mondo/20160816/3269767/yemen-coalizione-saudita-bombardamento-ospedale.html

"Yemen, bombe su ospedale Msf: 11 morti e 20 feriti

16.08.2016

Raid aereo della coalizione a guida saudita sulla struttura sanitaria. Medici senza frontiere: le coordinate dell’ospedale erano state condivise.

Undici morti e 20 feriti, questo il bilancio del raid aereo della coalizione guidata dall'Arabia Saudita che ha colpito un ospedale di Medici senza frontiere in Yemen. La struttura è stata parzialmente distrutta. Lo ha annunciato la stessa organizzazione umanitaria, che ha ribadito di aver più volte condiviso le coordinate della struttura ospedaliera con tutte le parti in conflitto nel paese, compresa la coalizione a guida saudita.

L'ospedale colpito si trova ad Hajja, a 130 km dalla capitale Sanaa. Fra le vittime, alcuni pazienti e un ingegnere che lavorava per Msf. Il raid è avvenuto ieri alle 15.45 locali: poche ore dopo le bombe su una scuola nel nord del paese che, sabato, hanno ucciso dieci bambini e ne hanno ferito 28. Dal 2014, lo Yemen è flagellato dalla guerra fra il governo sunnita e i ribelli Houti, sostenuti da alcune fazioni dell'esercito. La coalizione a guida saudita conduce raid aerei contro i ribelli su richiesta del governo yemenita. Nel conflitto tra il governo e i suoi alleati e i ribelli sciiti, che nel settembre 2014 hanno conquistato la capitale, sono morte 6.400 persone (metà di queste sono vittime civili); 2,5 milioni sono gli sfollati."


Alberto1986

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #199 il: Novembre 27, 2017, 15:39:31 pm »
Citazione
La guerra in Siria è finita: vincitori e vinti.

I bombardieri Tu-22M3 decollati dal suolo russo hanno continuato a colpire anche ieri le ultime postazioni dello Stato Islamico nella provincia siriana di Deir Ezzor a sostegno delle truppe governative impegnate nell’offensiva nell’est del Paese ma si tratta degli ultimi bagliori di una guerra che, in Siria come in Iraq, è ormai conclusa con la sconfitta del Califfato.
In Siria la vittoria di Bashar Assad e dei suoi alleati russi e iraniani si afferma anche sulle altre milizie armate, dai qaedisti del Fronte al-Nusra alle altre milizie jihadiste che hanno rifiutato di negoziare con Damasco.
Certo alcune aree, come quella di Idlib, restano sotto il controllo di milizie di insorti ma sono circondate e prive di rifornimenti, incapaci di sovvertire l’esito del conflitto. Russia e Iran, insieme alla Turchia, stanno gestendo anche il processo negoziale per la pacificazione del Paese come conferma il summit di Sochi, sul Mar Nero mentre in Arabia Saudita si sono riuniti una trentina di gruppi di opposizione ad Assad (presente anche l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura) nel tentativo di formare un fronte unito in vista dei prossimi colloqui di pace a Ginevra.
Una dura confitta per l0asse filo ribelli guidato da Riad e dalle altre monarchie sunnite.
“La soluzione politica in Siria non può essere né iraniana, né turca” ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Anwar Gargash, in un tweet postato su Twitter. “La soluzione politica in Siria è l’unica via alla luce della grave e sanguinosa crisi”, ha scritto Gargash, aggiungendo come “realisticamente, non può essere una soluzione turca o iraniana, così come non possono mancare il ruolo e la prospettiva araba”. Il ministro ha sottolineato come sia “spiacevole, rispetto agli sviluppi internazionali della crisi siriana, la marginalizzazione del ruolo arabo. Ad eccezione degli sforzi di Riad nell’unire le file dell’opposizione – ha concluso – vediamo come il consenso russo-turco-iraniano prevalga su un ruolo arabo secondario”.
L’opposizione si è riunita la settimana scorsa a Riad per una conferenza di due giorni nel corso della quale ha eletto un nuovo Alto comitato per i negoziati che parteciperà a Ginevra 8, prevista domani, con una delegazione unificata presieduta da Nasr al-Hariri.
Riad sembra voler digerire il dato di fatto della sconfitta e per la prima volta ha accettato che Assad resti al potere durante una fase di transizione di 18 mesi, in contrasto con la richiesta di dimissioni immediate del presidente siriano formulata dai gruppi di opposizione e ribadita anche al recente summit in Arabia Saudita.
Del resto è difficile immaginare l’uscita di scena del leader siriano, che ha vinto la guerra sul campo di battaglia impedendo che il suo Paese cadesse in mano ai jihadisti, mentre è probabile anche un suo successo nelle prossime elezioni.
Putin ha sottolineato che per raggiungere un eventuale accordo politico serviranno “concessioni” da parte di tutti, incluso il governo del presidente siriano Bashar al-Assad che nei giorni scorsi ha avuto un vertice proprio col presidente russo in cui è stata proclamata ufficialmente la vittoria nel conflitto che ha provocato in sei anni e mezzo almeno 400 mila morti ma in cui è stata anche espressa la determinazione  a effettuare riforme costituzionali e lo svolgimento di nuove elezioni sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Nella nota congiunta diffusa a margine dell’incontro di Sochi di Russia, Iran e Turchia hanno sottolineato la necessità di liberare tutti gli ostaggi e i prigionieri, di entrambi i fronti in lotta.
A questo si aggiunge la ricerca dei dispersi e la creazione delle condizioni per un cessate il fuoco di lungo periodo e l’inizio di un colloquio politico che sia “inclusivo, libero, giusto e trasparente”.
In una nota il governo siriano ha accolto con favore l’accordo raggiunto, finalizzato all’organizzazione di un “congresso” di pace che metta attorno allo stesso tavolo Damasco e gruppi di opposizione. Un incontro che possa riunire “i rappresentanti dei diversi partiti politici, le opposizioni interne ed esterne”, per discutere sui “parametri del futuro Stato” nel rispetto della “sovranità” nazionale e della “indipendenza e integrità” territoriale.
Bouthaina Shaaban, consigliere del presidente siriano, ha esortato tutte le milizie ancora attive a deporre le armi.  “Il successo del congresso dipende dai vari gruppi di opposizione che devono rendersi conto che è arrivato il momento di porre fine alla violenza, deporre le armi e impegnarsi in un dialogo nazionale”.
Secondo quanto riportato dalla Tass i capi dello stato maggiore di Russia, Turchia e Iran hanno concordato “misure per aumentare il livello di coordinamento nella zona cuscinetto di Idlib” e sviluppato misure specifiche “per completare l’eliminazione delle restanti unità dello Stato Islamico e Jabhat al-Nusra”.
Che le operazioni militari volgano ormai al termine lo dimostra anche la volontà russa di completarle entro dicembre per ridurre le sue forze militari in Siria lasciando nel Paese soltanto le forze e i mezzi necessari per il funzionamento delle basi russe.
Sembrano dare frutti importanti anche gli stretti legami mantenuti tra Mosca e Gerusalemme (ostile a Bashar Assad) durante le fasi successive all’intervento delle forze russe nel conflitto siriano.
Il vertice di Sochi sembra infatti aver tracciato le prime linee per un nuovo corso anche nei rapporti tra Siria e Israele, a partire da questioni storiche irrisolte come le Alture del Golan. Bashar Assad si è detto pronto, parlando con Vladimir Putin, a discutere la realizzazione di un’area demilitarizzata fino a 40 chilometri dalla linea di separazione dei territori annessi da Israele nel corso della Guerra dei ei giorni del 1967. Lo ha riferito il quotidiano kuwaitiano al Jarida, rilanciato dall’israeliana Arutz Sheva.
Putin ne ha parlato con Benjanmin Netanyahu trovando nel primo ministro israeliano la disponibilità a discutere le proposte siriane con i responsabili della sicurezza in Israele.
Ma, ha aggiunto la fonte, Netanyahu ha sottolineato la necessità che sia Hezbollah che le unità dei pasdaran iraniani lascino la Siria. Teheran, sostiene il funzionario israeliano, “continua a giocare con il fuoco” e Israele attaccherà le sue infrastrutture entro i 40 chilometri dai suoi confini.
Inoltre Assad si è detto pronto a valutare uno statuto autonomo per i Curdi e i Drusi nel paese mediorientale, puntando, ha affermato un funzionario dello Stato ebraico che vuol restare anonimo, verso una stato federale.
Conclusa la guerra ai jihadisti resta infatti aperta per Damasco la questione degli ampi territori occupati dalle milizie curde e arabe tribali le Syrian Democratic Forces – SDF) sostenute dagli Stati Uniti la cui espansione territoriale è malvista anche da Ankara e dall’Iran.
Non si può quindi escludere che possano venire esercitate forti pressioni sui curdi siriani affinchè si ritirino nelle aree abitate dall’etnia curda (come è già accaduto con i curdi iracheni pressata da Baghdad e dalle milizie filo-iraniane) consentendo così alle truppe di Damasco di riprendere il controllo della quasi totalità del territorio nazionale.
Un’eventualità che sancirebbe la sconfitta definitiva degli USA che hanno sostenuto le milizie anti Assad (e in modo ambiguo anche lo Stato Islamico) proprio come aveva fatto la Turchia che poi ha preferito cambiare bandiera e combattere i suoi alleati di ieri pur di avere vice in capitolo nel futuro della Siria e soprattutto nel controllo delle aspirazioni curde.
La debolezza degli USA in Siria è dovuta alle tensioni con Ankara e al fatto che al fianco dei curdi Washington schiera pochi militari, saliti però negli ultimi mesi da 1.251 a 1.723. Un rapporto pubblicato dal Pentagono rivela che negli ultimi tre mesi i militari statunitensi di stanza in Medio Oriente sono aumentati del 33%, dai 40.517 soldati di stanza nella regione a maggio ai 54.180 di settembre.
L’incremento maggiore è stato registrato in Bahrein, dove ha sede il comando navale e dei marines nella regione e il numero di soldati americani è passato in tre mesi da 6.541 a 9.335, con un aumento di 2.794 unità. Le forze armate USA hanno basi in almeno 14 paesi della regione e, oltre al Bahrein, gli aumenti più’ significativi si sono registrati in Kuwait, Siria, Turchia e Qatar. In Kuwait il numero di militari è passato da 14.790 a 16.592, in Turchia da 1.405 a 2.265 e in Qatar da 3.164 a 6.671.
Un aumento che non sembra avere giustificazioni diverse da possibili operazioni contro le forze di Bashar Assad o dal rafforzamento di strumenti di deterrenza contro attacchi dei governativi siriani poiché la guerra contro lo Stato Islamico si è di fatto conclusa almeno sui campi di battaglia.
Secondo quanto riportato dal quotidiano The Washington Post, che cita le dichiarazioni di alcuni esponenti militari statunitensi, gli Stati Uniti pianificano di mantenere una presenza stabile nella Siria settentrionale e di stabilirvi un governo locale autonomo dal regime di Assad. “Non ponendo alcuna scadenza alla fine della missione degli Stati Uniti, il Pentagono sta creando un quadro per mantenere il paese impegnato in Siria negli anni a venire”, ha detto una fonte anonima al Washington Post. E l’obiettivo non può che essere quello di affiancare i curdi per contenere il regime siriano, l’Iran e la Russia.
Di certo tra gli sconfitti nella guerra siriana c’è l’Europa, schierata coi ribelli e che ha subito immani flussi di migranti e profughi incassando la più alta minaccia terroristica della sua storia senza trarne nessun vantaggio.
Una disfatta strategica per tutto il Vecchio Continente. La fine del conflitto imporrebbe inoltre agli europei di provvedere a breve al rimpatrio dei tanti siriani e iracheni accolti come rifugiati di guerra e che in Europa hanno ottenuto l’asilo temporaneo.

http://www.analisidifesa.it/2017/11/la-guerra-in-siria-e-finita-vincitori-e-vinti/

Offline Vicus

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #200 il: Novembre 27, 2017, 23:31:30 pm »
Ottima notizia. C'è da aggiungere che la Siria è da decenni la destinazione di rifugiati (veri) da tutto il Medio Oriente, in particolare i Paesi distrutti dagli USA che più che la "democrazia" vi hanno installato una guerra civile permanente. La fine della guerra è una speranza anche per loro.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #201 il: Novembre 28, 2017, 00:14:44 am »
Purtroppo la parola fine ancora non si può pronunciare per colpa dei soliti USA che, nonostante abbiano nuovamente perso e creato solo casini, non vogliono abbandonare i loro insediamenti militari non autorizzati a nord del paese. La presenza di Trump credo abbia comunque facilitato la fine di ulteriori casini dato che si sono confermati e facilitati gli accordi con la Russia. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se al potere ci fosse stata quella malata di mente femminista e guerrafondaia della Clinton. Che pericolo ha scampato il mondo....

Putin si conferma il più grande leader e stratega dei nostri giorni.


Offline TheDarkSider

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #202 il: Novembre 29, 2017, 17:35:39 pm »
Non si può quindi escludere che possano venire esercitate forti pressioni sui curdi siriani affinchè si ritirino nelle aree abitate dall’etnia curda (come è già accaduto con i curdi iracheni pressata da Baghdad e dalle milizie filo-iraniane) consentendo così alle truppe di Damasco di riprendere il controllo della quasi totalità del territorio nazionale.

Un’eventualità che sancirebbe la sconfitta definitiva degli USA che hanno sostenuto le milizie anti Assad (e in modo ambiguo anche lo Stato Islamico) proprio come aveva fatto la Turchia che poi ha preferito cambiare bandiera e combattere i suoi alleati di ieri pur di avere vice in capitolo nel futuro della Siria e soprattutto nel controllo delle aspirazioni curde.
A proposito di malvagi yankee "che hanno sostenuto in modo ambiguo lo Stato Islamico": purtroppo questi maledetti criminali non hanno perso il vizio, e hanno protetto con aerei e droni l'esodo di 4000 jihadisti da Raqqa con tanto di equipaggiamento e armi, in modo che siano pronti a fare di nuovo attentati contro Assad e sopratutto in Europa contro di noi.

Fonte: non un sito di informazione alternativa, ma addirittura la BBC:
http://piccolenote.ilgiornale.it/34140/lo-sporco-segreto-di-raqqa-e-della-guerra-siriana
Citazione
«Lo sporco segreto di Raqqa», questo il titolo di un reportage della Bbc «"che documenta l’accordo dei curdi siriani per l’uscita indenne da Raqqa di 4mila jihadisti armati, foreign fighters compresi, con l’avallo americano e britannico. Un’intesa “segreta” ma già denunciata dai russi ai quali la coalizione a guida Usa avrebbe impedito di bombardare le colonne jihadiste"». Così Alberto Negri sul Sole 24ore del 15 novembre.

«"La lotta al terrorismo è una realtà a geometria variabile», spiega ancora il cronista del Sole. «Viene condotta dagli alleati degli americani e da Washington a seconda degli interessi tattici e geopolitici che guidato i rapporti tra le potenze occidentali e i loro partner arabi"».

I cronisti della Bbc, che hanno intervistato diversi testimoni, dettagliano che i miliziani dell’Isis hanno portato con sé non solo familiari, ma anche «tonnellate di armi e munizioni […] il convoglio era lungo sei-sette chilometri. Comprendeva quasi 50 camion, 13 autobus e più di 100 veicoli del gruppo islamico. I combattenti dell’Isis, con i loro volti coperti, sedevano in modo sfacciato su alcuni dei veicoli».

«I combattenti dell’Isis», si legge ancora, «hanno preso tutto quello che potevano portare. Dieci camion sono stati caricati con armi e munizioni». Uno degli autisti del convoglio ha spiegato: «C’erano tanti stranieri: della Francia, della Turchia, dell’Azerbaigian, del Pakistan, dello Yemen, dell’Arabia Saudita, della Cina, della Tunisia, dell’Egitto…».

Particolare che spiega, semmai ce ne fosse bisogno, che la narrativa che vuole la guerra siriana come una guerra civile è alquanto bizzarra. Non è stata un’evacuazione, spiega ancora la Bbc, ma un vero e proprio «esodo».

Interessante un altro particolare riportato dai testimoni: «c’erano aeromobili della coalizione, a volte droni, che seguivano il convoglio». Sembra quasi un servizio di scorta, derubricato dalla coalizione a un semplice «monitoraggio».

E però il particolare combacia con le accuse mosse dei russi, che hanno affermato che le forze della coalizione hanno impedito loro di attaccare il convoglio dei terroristi.

Questa operazione coperta, ancora negata nelle sue dimensioni e nel coinvolgimento dei militari Usa e britannici, è stata portata alla luce grazie alla testimonianza degli autisti del convoglio. Ingaggiati per far uscire alcuni uomini da Raqqa, si sono visti invece catapultati in uno scenario da incubo. Peraltro non sono stati pagati e hanno spifferato tutto.

Una sporca faccenda, che ha permesso a molti miliziani dell’Isis di disperdersi nel territorio siriano, come spiega la Bbc, rafforzando l’opera di contrasto a Damasco.

Uno dei miliziani, intervistato dalla Bbc, ha affermato: «nel nostro gruppo ci sono fratelli francesi che sono partiti per la Francia per compiere attacchi in quello che sarà chiamato “day of reckoning”». Val la pena ricordarselo alla prossima strage…


Come val la pena accennare che quanto descritto non collima con i numeri ufficiali ammessi successivamente dal comando della coalizione, che ha dovuto correggere il minimalismo iniziale, che limitava l’evacuazione a qualche decina di miliziani (peraltro non stranieri) agli attuali 250.

Cifra che stride con quanto riferito dalla Bbc: cosa ci fanno 250 miliziani con «tonnellate di armi e munizioni»?

Bugie su bugie, purtroppo. Lo sporco segreto di Raqqa non è che la punta dell’iceberg dell’enorme «sporco segreto» che abita la «sporca guerra» siriana. Da questo punto di vista, mescolare le carte, come fanno alcuni cronisti, spiegando che accordi simili sono stati fatti da siriani e libanesi è erroneo (blando eufemismo).

Un conto sono gli accordi che gli aggrediti possono stipulare con gli aggressori, siano essi jihadisti, al Qaeda o Isis, che hanno uno scopo strettamente strategico e limitato.

Un conto sono gli accordi stipulati da quanti stanno conducendo una asserita campagna contro il Terrore in terra straniera, come appunto le forze della coalizione, che invece di combattere il Terrore, lo propagano. È tutt’altra cosa.

In questi giorni, le forze del Sdf, milizie curde-islamiche guidate dalla coalizione internazionale, hanno preso il controllo del campo petrolifero di al-Tanak, il secondo bacino petrolifero della Siria. L’Isis sarebbe scappato dopo i primi scontri con le milizie anti-Terrore.

Sull’Agenzia di stampa iraniana Fars, invece, si parla di un accordo tra l’Isis e la coalizione, «che prevede la cessione delle posizioni alle forze degli Stati Uniti».

Fonte di parte, certo (anche se le fonti della coalizione non è che finora siano rivelate molto attendibili). E però forse può spiegare un particolare non secondario di questa sporca guerra: mentre l’Isis combatte alla morte contro russi e siriani, davanti alle forze della coalizione scappa senza colpo ferire, per trovare riparo in aree di attrito con le forze di cui sopra. Tale il mistero di questo Terrorismo a geometria in-variabile.

 
Nella foto: un bel convoglio dell’Isis, che mette in mostra automobili nuove fiammanti. Chissà come arrivano fino in Siria…


Ora lo dice pure la BBC, e non i fantomatici "troll russi", che gli USA (e lo UK) sono uno stato che appoggia i terroristi dell'ISIS, cosa aspettano i nostri media a diffondere la notizia? Perche' io sulla RAI non ho sentito nulla di tutto questo... :mad: :mad: :mad:
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Re:Guerra in Siria
« Risposta #203 il: Novembre 29, 2017, 22:17:56 pm »
Un amico analista geopolitico mi disse meno di un anno fa che l'ISIS si sarebbe sciolto come i talebani, gli USA creano e disfano marionette in continuazione. Aveva ragione.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #204 il: Novembre 29, 2017, 23:18:24 pm »
Un amico analista geopolitico mi disse meno di un anno fa che l'ISIS si sarebbe sciolto come i talebani, gli USA creano e disfano marionette in continuazione. Aveva ragione.

I talebani non si sono sciolti. Anzi, stanno riconquistando diverse zone dell'Afghanistan. Non prenderanno Kabul, non hanno le nostre idee, non sono nostri amici ideologici o spirituali ma dobbiamo riconoscere che dopo 17 anni di guerra ai talebani, loro sono ancora lì.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #205 il: Novembre 29, 2017, 23:27:38 pm »
Vero, ma non sono più al centro della scena mediatica, soppiantati dall'ISIS che a sua volta sarà rimpiazzato da qualcos'altro.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #206 il: Novembre 30, 2017, 02:13:48 am »
A proposito di malvagi yankee "che hanno sostenuto in modo ambiguo lo Stato Islamico": purtroppo questi maledetti criminali non hanno perso il vizio, e hanno protetto con aerei e droni l'esodo di 4000 jihadisti da Raqqa con tanto di equipaggiamento e armi, in modo che siano pronti a fare di nuovo attentati contro Assad e sopratutto in Europa contro di noi.

Fonte: non un sito di informazione alternativa, ma addirittura la BBC:
http://piccolenote.ilgiornale.it/34140/lo-sporco-segreto-di-raqqa-e-della-guerra-siriana

Ora lo dice pure la BBC, e non i fantomatici "troll russi", che gli USA (e lo UK) sono uno stato che appoggia i terroristi dell'ISIS, cosa aspettano i nostri media a diffondere la notizia? Perche' io sulla RAI non ho sentito nulla di tutto questo... :mad: :mad: :mad:


Eh si, d'altronde i cosiddetti "ribelli moderati" li hanno creati e finanziati loro. Così come hanno creato e finanziato gruppi di terroristi islamici sunniti e salafiti (tra cui Al-Nursa), confluiti poi nel cosiddetto ISIS.  Sono loro creazioni, ecco perchè li salvano. Li terranno al caldo per poi riutilizzarli altrove.
Ovviamente in tutto ciò, questa UE si è dimostrata una brava cagnolina al guinzaglio molto obbediente (non a caso il ruolo che ricopre quella nullità della Mogherini si addice a pennello).

Ps: anche Bin Laden fu una loro creatura, poi sfuggita loro di mano: http://www.giorgiobongiovanni.it/politica-mondiale/3466-bin-laden-creato-dalla-cia.html
« Ultima modifica: Novembre 30, 2017, 02:26:04 am da -Alberto86- »

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Re:Guerra in Siria
« Risposta #207 il: Novembre 30, 2017, 17:56:26 pm »
Un amico analista geopolitico mi disse meno di un anno fa che l'ISIS si sarebbe sciolto come i talebani, gli USA creano e disfano marionette in continuazione. Aveva ragione.
L'ISIS ha perso non per volonta' degli USA, ma della Russia che e' intervenuta in maniera pesante a supporto di Assad. Agli USA non e' rimasta altra scelta che prenderne atto, e incassare la sconfitta (visto che loro volevano abbattere Assad in quanto alleato dell'acerrimo nemico Iran).
Cosi' Raqqa e' caduta, ma i criminali yankee hanno pensato bene di scortare l'esodo degli jihadisti assassini, impedendo alla Russia di fare piazza pulita. Come dice l'articolo, i terroristi sedevano in modo sfacciato in cima ai loro bei pickup, tanto erano sicuri della protezione americana.
E si sono portati dietro tutte le armi, in modo da esser pronti per una nuova ribellione e nuovi attentati in Medio Oriente e soprattutto in Europa, quando il padrone a stelle strisce dara' l'ordine.


E' chiaro che gli USA sono uno stato canaglia e terrorista, ma per i nostri media il pericolo sono i fantomatici "troll russi" che diffonderebbero "fake news"  :doh: :doh:
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Re:Guerra in Siria
« Risposta #208 il: Novembre 30, 2017, 18:02:27 pm »
Ovviamente in tutto ciò, questa UE si è dimostrata una brava cagnolina al guinzaglio molto obbediente (non a caso il ruolo che ricopre quella nullità della Mogherini si addice a pennello).
Quoto, la nullita' della politica estera UE e' incarnata in modo esemplare da quella nullita' della Mogherini.
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Re:Guerra in Siria
« Risposta #209 il: Novembre 30, 2017, 23:36:54 pm »
E' chiaro che gli USA sono uno stato canaglia e terrorista
Ad oggi sono il solo vero Stato-canaglia.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.