Autore Topic: Usa, spot anti-aborto al Super Bowl  (Letto 1172 volte)

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Usa, spot anti-aborto al Super Bowl
« il: Gennaio 30, 2010, 01:11:46 am »
http://www.unita.it/news/mondo/94371/usa_spot_antiaborto_al_super_bowl

Tim Tebow è già una star del football a ventitré anni e deve ancora venire il bello. Bisognerà aspettare almeno un altro anno per vederlo gareggiare nel Super Bowl, ammesso che ci riesca la sua squadra a conquistarsi un posto nella partita-evento di ogni stagione, seguita da oltre cento milioni di telespettatori. Ma già da quest’anno il 7 febbraio, quando l’America si fermerà per assistere alla gara tra i Colts di Indianapolis e i Saints di New Orleans, lui ci sarà. Anzi non si discute altro che di lui e dello spot di trenta secondi che lo vedrà protagonista, tamburino della crociata anti-abortista. Già, perché il «vecchio» Tim, ha accettato entusiasta di raccontare la storia della sua nascita, insieme a mamma Pam, a favore del gruppo cristiano tradizionalista Focus on the family, in prima linea nella battaglia «pro life», cioè contro il diritto di scelta delle donne sull’interruzione di gravidanza.

Il paradosso sta nel fatto che la sua storia incorona proprio l’atto di volontà di una donna che si accolla rischi gravi sul suo corpo ma non accetta che nessuno interferisca sulla sua decisione se portare avanti o no una gravidanza. Mamma Pam figlia di un pastore evangelico, incinta del quinto figlio, era missionaria nelle Filippine quando si ammalò gravemente. Ameba, dissenteria, farmaci, coma, distacco placentare. I medici le consigliarono caldamente un aborto terapeutico. «C’era il rischio che mio figlio nascesse handicappato - racconta Pam nello spot - ma ho rispettato il suo diritto a vivere ed eccolo qui, è il più promettente quarterback della National Football League. Avevo chiesto al Signore di darmi come figlio un predicatore, invece mi ritrovo in casa un campione di football». Simpatica. Ma le femministe statunitensi non hanno gradito che la Cbs, uno dei maggiori network tv, abbia accettato di trasmettere questa pubblicità, pagata tra i 2,5 e i 2,8 milioni di dollari. Jemhu Greene, presidente del Woman’s media center di New York, ha chiesto alla Cbs di non trasmetterlo: «Una pubblicità che usa lo sport per dividere, piuttosto che unire non dovrebbe aver spazio durante l’evento sportivo più importante dell’anno».

In effetti gli spazi pubblicitari nel Super Bowl sono i più cari e i più ambiti, una specie di mega vetrina per lanciare prodotti. Di solito non viene usato per propaganda politica. Divieti non ce ne sono, purché non ci siano contenuti osceni. In occasione del Super Bowl dell’anno scorso Cnn e Nbc, gli altri due maggiori network tv, si rifiutarono di trasmettere uno spot «pro life», del gruppo CatholicVote.com, dal titolo «Immagina il potenziale» che iniziava con l’ecografia di un feto e finiva sfruttando l’immagine e la storia di Barack Obama «abbandonato dal padre» e diventato il primo presidente nero alla Casa Bianca. Fu giudicato troppo politico. Ma forse solo per Obama.
29 gennaio 2010
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
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