http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article5677Vogliamo che anche qui in Italia si affianchi alla legge dello stato quella della sharia?
di Monica Lanfranco
Non so dire se sono più raggelata o furibonda per il doppio servizio,in video e in pagina, realizzato da Repubblica di oggi sulla giornata in burka e niqab per le vie e gli uffici di Milano. Non una parola o un cenno sul significato della adozione di un manto che copre il corpo di una donna, lasciando solo gli occhi visibili (e talvolta nemmeno quelli) o di un velo, unitamente ad un abbigliamento che copre tutto il corpo, che anche questo lascia scoperti solo gli occhi.
Chi pratica il mestiere dell’informazione conosce il valore dell’inchiesta, della ricerca sul campo, dell’esperienza in diretta e in prima persona nel restituire la realtà a chi legge, guarda o ascolta il reportage. C’è però ovviamente modo e modo, nella scelta di raccontare un fatto. E, soprattutto, c’è sempre una tesi che sotto traccia ci indica il messaggio della cronaca, anche se questa viene proposta sotto il segno della ’neutralità’ (ovvero il puro registrare cosa succede).
I risultati del doppio lavoro della collega possono essere sintetizzati così: i milanesi sono più gentili e civili di quanto ci si aspettasse, e questa è l’unica buona e lieta notizia.
Non una parola o un cenno sul significato della adozione di un manto che copre il corpo di una donna, lasciando solo gli occhi visibili (e talvolta nemmeno quelli) o di un velo, unitamente ad un abbigliamento che copre tutto il corpo, che anche questo lascia scoperti solo gli occhi.
La chiusa dell’articolo lascia persino intravvedere come la noiosa e ripetitiva giornata di una cassiera di supermercato possa essere alleviata dal diversivo offerto da una sua simile completamente invisibile.
So benissimo che, nell’assordante silenzio della sinistra, solo le voci leghiste e della destra risuonano, nel segno del razzismo e dell’indifferenza verso i diritti delle donne, pur usando queste per segnare il terreno nel nome della religione di stato, che qui da noi è quella cattolica.
So però altrettanto bene che l’accoglienza delle presunte ’differenze’, quando si tratta di donne e del loro corpo, è segnata in modo pesante da logiche che non sono di certo quelle della democrazia e del rispetto, ma sono sempre ossequio al mercato e all’opportunismo.
Lo dicevamo quando si ammantava una guerra come liberatoria per le donne in burka.
Però non ci sono molte reazioni quando alle ricche signore degli Emirates è stata con gioia riservata senza ingresso agli uomini una bella fetta di spiaggia vicino a Rimini, perché le signore erano islamiche integraliste ricche e paganti.
Ho visto a Milano, alla stazione centrale, una donna completamente velata e con gli occhi appena visibili tenuta da un gruppo di uomini con una corda al polso, senza che nessuno dicesse nulla.
Sono stata gentilmente avvicinata da un uomo con la barba, al cui fianco stava una donna in burka, che mi ha chiesto indicazioni stradali, come se nulla fosse.
Mi chiedo se è questa la società che vogliamo: quella in cui ogni scelta, ogni ideologia, ogni ’differenza’ è la benvenuta senza alcun dibattito e senza alcun confronto, specialmente se queste ’scelte’ e ’differenze’ ricadono sui corpi delle donne.
Mi chiedo se sia giusto, e se generi giustizia, un atteggiamento di relativistico rispetto per ogni scelta, senza una riflessione attenta sugli effetti sociali e politici delle conseguenze che ogni scelta provoca. Lo facciamo sull’esposizione dei corpi di donne nella tv, perchè taciamo sui significati della copertura del corpo delle donne islamiche? L’attivista femminista iraniana Namazie ha scritto che senza dubbio ci sono tante posizioni e ideologie politiche, ma che non tutte esprimono visioni del mondo improntate alla giustizia. Cita come inique il nazismo, il fascismo e l’integralismo religioso, in tutte le tre grandi religioni rivelate.
L’algerina Minouna Hajam, attivista femminista nella banlieu parigine, ha scritto circa le critiche da sinistra e da parte di alcune femministe contro la legge francese che non permette i simboli religiosi nella scuola (velo, kippa e croce):"Con le femministe avevamo scommesso il trionfo della modernità sull’ignoranza. Dobbiamo ammettere di esserci sbagliate e le donne sono rimaste intrappolate.Non eravamo fanatiche di una legge perché sappiamo per esperienza che una legge non risolve nulla. Ma le diverse leggi contro il razzismo pur non abolendolo permettono alle vittime di difendersi. Se la maggioranza della gente si interroga sulla proibizione dell’escissione della clitoride è perché la legge proibisce questa pratica. In questo senso pensiamo che la legge per la laicità protrebbe rivelarsi una stampella per le donne e le ragazze che rifiutano le idee integraliste."
Quello che penso è che l’indulgenza ’curiosa’, o l’indifferenza su questi argomenti sia ancora più dannosa del razzismo, perchè le uniche voci che si levano sono poi appunte quelle razziste. Vogliamo che anche qui in Italia, come già in inghilterra e Canada, si affianchino alla legge dello stato quella della sharia? A quel punto, travolte dalle benedizioni di ogni uomo e donna di integralista fede (qualunque fede) tutte saremo travolte. Pensiamoci.
Forum
Lascia un commento a questo articolo