Autore Topic: Inconsistenza scientifica della teoria del gender .  (Letto 2063 volte)

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Offline Stendardo

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Inconsistenza scientifica della teoria del gender .
« il: Agosto 16, 2013, 14:16:47 pm »
Fonte : http://www.uccronline.it/2013/03/10/linconsistenza-scientifica-della-teoria-del-gender/

L’inconsistenza scientifica della teoria del gender
 10 marzo, 2013
L’ideologia del gender è una delle più grandi truffe che sono mai state architettate a danni dell’umanità. Cosa recita in sostanza tale tesi, inventata negli anni ’90? Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali.

Quindi il sesso (sex) costituirebbe un corredo genetico, biologico e anatomico, mentre il genere (gender), rappresenta una costruzione culturale, che può essere anche contrario al sesso: se voglio sentirmi donna sarò donna e il giorno dopo posso sentirmi uomo, e allora sarò uomo. Oppure se mi gira posso essere gay, lesbo, trans, bisex e via con una scelta di ben altri 17 generi, secondo la “Australian human rights commission”.

E’ ovvio che tale sciocchezza sia una scheggia impazzita della rivoluzione sessantottina, fa parte anch’essa della ribellione  all’autorità, cioè verso tutto quello che ci definisce e che però non è in nostro possesso, come appunto la nostra natura umana. Così è nata questa favola per illudersi di decidere noi chi siamo veramente, eliminando qualsiasi antecedente. La tesi del gender ha anche una chiara origine ateista in quanto è ribellione anche contro Dio, non a caso recentemente Benedetto XVI ha detto in proposito: «La Chiesa ribadisce il suo grande sì alla dignità e bellezza del matrimonio come espressione di fedele e feconda alleanza tra uomo e donna, e il no a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore».

I Paesi nordici, protestantizzati e dunque secolarizzati, sono all’avanguardia su queste utopie, tanto che uomini e donne si comportano fin da piccoli in maniera completamente uguale, annullando ogni differenza. A Stoccolma, ad esempio, nell’asilo Egalia gli alunni non sono più bambini e bambine, ma “friends” e vengono tutti chiamati con il pronome neutro “hen”. Tutti i giochi e le favole sono obbligatoriamente neutri per indurre artificialmente l’indistinzione, la totale parità e la lotta alla discriminazione. Molti genitori non rivelano il sesso biologico ai propri figli, e nemmeno ai parenti stretti, per lasciare ad essi la scelta.

Marzio Barbagli, prestigioso sociologo italiano autore de “La sessualità degli italiani” (Il Mulino) ha tuttavia spiegato che la negazione delle differenze sessuali «porta più danni che vantaggi». Ha approfondito la psicologa Simona Argentieri: «Nascono dalla presunzione di avere un’idea precisa del processo di sviluppo maschile e femminile, e di correggerlo prevaricando». Diversi studi, inoltre, hanno messo in luce il Norwegian gender paradox, il paradosso norvegese del gender. Si tratta di una segregazione verticale tra uomini e donne nei settori di lavoro, che dimostra come le donne continuino a scegliere professioni tradizionalmente viste come “femminili” e gli uomini quelle tradizionalmente “maschili”. Questo fenomeno è stato oggetto di ricerca da parte di Catherine Seierstad, della Queen Mary University of London. La studiosa ha cercato di capire come mai, nonostante tutti gli sforzi normativi per la parità di genere, i comportamenti dei due sessi non rispecchino l’uguaglianza tanto ricercata.

Anche il sociologo norvegese, Harald Eia, ha cercato di approfondire la questione attraverso un documentario in sette puntate mandato in onda nel 2010. Eia si è rivolto americani e inglesi, da Cambridge alla California State University, passando per UCLA, e ha incontrato diversi docenti di psicologia (R. Lippa, A. Campbell), medicina (S. Baron-Cohen) e sociologia, i quali hanno spiegato che le donne e gli uomini sono, alla fine, ben diversi tra di loro e che questo fatto viene rispecchiato dai loro comportamenti. Eia ha dunque portato tali testimonianze davanti ai responsabili del Nordic Gender Institute, e il documentario si è chiuso con i loro imbarazzi e l’incapacità di fornire spiegazioni scientifiche per la loro linea di pensiero. Uno degli effetti immediati del documentario è stata la decisione, da parte del consiglio dei ministri dei paesi nordici (Nordic Council of Ministers) di tagliare i fondi al Nordic Gender Institute, provocandone la chiusura.

David Geary, psicologa dell’età evolutiva presso l’Università del Missouri, ha spiegato che anche tra i nostri parenti stretti, come il cercopiteco,i ricercatori hanno scoperto che le femmine giocano con le bambole molto di più dei loro fratelli, che preferiscono invece palle e macchinine. Sembra improbabile tuttavia, ha spiegato, che le scimmie siano state indottrinate dagli stereotipi della società, come invece sostengono per gli uomini i teorici del gender. Doreen Kimura, psicobiologo della Simon Fraser University, ha invece mostrato che le differenze sono presenti fin nel cervello, e i risultati hanno messo fortemente in dubbio la visione che il genere sia plasmato dalla società. Anche Christina Hoff Sommers, studiosa dell’American Enterprise Institute, ha parlato in modo molto negativo di questo “indottrinamento”.

Infine, il filosofo Vittorio Possenti, docente presso l’Università Cà Foscari di Venezia -anche riferendosi al mancato riconoscimento giuridico di coppie omosessuali- ha spiegato che: «Discriminare non è sempre qualcosa di cattivo, poiché è semplice atto di giustizia trattare in modo diverso cose diverse. Riconoscere le differenze non significa discriminare, mentre ricorrere ai criteri di eguaglianza e non­discriminazione in maniera assoluta può giustificare qualsiasi esito, come quelli di cancellare le diversità di genere o di inventare “nuovi diritti” quali il diritto al figlio, o a disconoscerlo dopo averlo voluto con la fecondazione in vitro (parto anonimo). Definire discriminazione una qualsiasi differenza è dunque un falso egualitarismo in cui non esistono più volti, ma tutto è indistinto, amorfo, intercambiabile e funzionale. Cancellare le differenze reali non è inclusione ma confusione».

Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Re:Inconsistenza scientifica della teoria del gender .
« Risposta #1 il: Agosto 16, 2013, 18:06:46 pm »
Fonte : http://www.uccronline.it/2013/03/10/linconsistenza-scientifica-della-teoria-del-gender/

L’inconsistenza scientifica della teoria del gender
 10 marzo, 2013
L’ideologia del gender è una delle più grandi truffe che sono mai state architettate a danni dell’umanità. Cosa recita in sostanza tale tesi, inventata negli anni ’90? Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali.

Quindi il sesso (sex) costituirebbe un corredo genetico, biologico e anatomico, mentre il genere (gender), rappresenta una costruzione culturale, che può essere anche contrario al sesso: se voglio sentirmi donna sarò donna e il giorno dopo posso sentirmi uomo, e allora sarò uomo. Oppure se mi gira posso essere gay, lesbo, trans, bisex e via con una scelta di ben altri 17 generi, secondo la “Australian human rights commission”.

E’ ovvio che tale sciocchezza sia una scheggia impazzita della rivoluzione sessantottina, fa parte anch’essa della ribellione  all’autorità, cioè verso tutto quello che ci definisce e che però non è in nostro possesso, come appunto la nostra natura umana. Così è nata questa favola per illudersi di decidere noi chi siamo veramente, eliminando qualsiasi antecedente. La tesi del gender ha anche una chiara origine ateista in quanto è ribellione anche contro Dio, non a caso recentemente Benedetto XVI ha detto in proposito: «La Chiesa ribadisce il suo grande sì alla dignità e bellezza del matrimonio come espressione di fedele e feconda alleanza tra uomo e donna, e il no a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore».

I Paesi nordici, protestantizzati e dunque secolarizzati, sono all’avanguardia su queste utopie, tanto che uomini e donne si comportano fin da piccoli in maniera completamente uguale, annullando ogni differenza. A Stoccolma, ad esempio, nell’asilo Egalia gli alunni non sono più bambini e bambine, ma “friends” e vengono tutti chiamati con il pronome neutro “hen”. Tutti i giochi e le favole sono obbligatoriamente neutri per indurre artificialmente l’indistinzione, la totale parità e la lotta alla discriminazione. Molti genitori non rivelano il sesso biologico ai propri figli, e nemmeno ai parenti stretti, per lasciare ad essi la scelta.

Marzio Barbagli, prestigioso sociologo italiano autore de “La sessualità degli italiani” (Il Mulino) ha tuttavia spiegato che la negazione delle differenze sessuali «porta più danni che vantaggi». Ha approfondito la psicologa Simona Argentieri: «Nascono dalla presunzione di avere un’idea precisa del processo di sviluppo maschile e femminile, e di correggerlo prevaricando». Diversi studi, inoltre, hanno messo in luce il Norwegian gender paradox, il paradosso norvegese del gender. Si tratta di una segregazione verticale tra uomini e donne nei settori di lavoro, che dimostra come le donne continuino a scegliere professioni tradizionalmente viste come “femminili” e gli uomini quelle tradizionalmente “maschili”. Questo fenomeno è stato oggetto di ricerca da parte di Catherine Seierstad, della Queen Mary University of London. La studiosa ha cercato di capire come mai, nonostante tutti gli sforzi normativi per la parità di genere, i comportamenti dei due sessi non rispecchino l’uguaglianza tanto ricercata.

Anche il sociologo norvegese, Harald Eia, ha cercato di approfondire la questione attraverso un documentario in sette puntate mandato in onda nel 2010. Eia si è rivolto americani e inglesi, da Cambridge alla California State University, passando per UCLA, e ha incontrato diversi docenti di psicologia (R. Lippa, A. Campbell), medicina (S. Baron-Cohen) e sociologia, i quali hanno spiegato che le donne e gli uomini sono, alla fine, ben diversi tra di loro e che questo fatto viene rispecchiato dai loro comportamenti. Eia ha dunque portato tali testimonianze davanti ai responsabili del Nordic Gender Institute, e il documentario si è chiuso con i loro imbarazzi e l’incapacità di fornire spiegazioni scientifiche per la loro linea di pensiero. Uno degli effetti immediati del documentario è stata la decisione, da parte del consiglio dei ministri dei paesi nordici (Nordic Council of Ministers) di tagliare i fondi al Nordic Gender Institute, provocandone la chiusura.

David Geary, psicologa dell’età evolutiva presso l’Università del Missouri, ha spiegato che anche tra i nostri parenti stretti, come il cercopiteco,i ricercatori hanno scoperto che le femmine giocano con le bambole molto di più dei loro fratelli, che preferiscono invece palle e macchinine. Sembra improbabile tuttavia, ha spiegato, che le scimmie siano state indottrinate dagli stereotipi della società, come invece sostengono per gli uomini i teorici del gender. Doreen Kimura, psicobiologo della Simon Fraser University, ha invece mostrato che le differenze sono presenti fin nel cervello, e i risultati hanno messo fortemente in dubbio la visione che il genere sia plasmato dalla società. Anche Christina Hoff Sommers, studiosa dell’American Enterprise Institute, ha parlato in modo molto negativo di questo “indottrinamento”.

Infine, il filosofo Vittorio Possenti, docente presso l’Università Cà Foscari di Venezia -anche riferendosi al mancato riconoscimento giuridico di coppie omosessuali- ha spiegato che: «Discriminare non è sempre qualcosa di cattivo, poiché è semplice atto di giustizia trattare in modo diverso cose diverse. Riconoscere le differenze non significa discriminare, mentre ricorrere ai criteri di eguaglianza e non­discriminazione in maniera assoluta può giustificare qualsiasi esito, come quelli di cancellare le diversità di genere o di inventare “nuovi diritti” quali il diritto al figlio, o a disconoscerlo dopo averlo voluto con la fecondazione in vitro (parto anonimo). Definire discriminazione una qualsiasi differenza è dunque un falso egualitarismo in cui non esistono più volti, ma tutto è indistinto, amorfo, intercambiabile e funzionale. Cancellare le differenze reali non è inclusione ma confusione».

Differenziare non è affatto discriminare, come da alcuni si vorrebbe far passare, o almeno come stretta correlazione di causa ed effetto. Questo sta avvenendo in molteplici campi, in primis quello razziale laddove si sta cercando di equiparare ed uniformare ad esempio la cultura europea con quella africana, laddove si nasce magari con 38 fratelli. Sostenere che è solamente una questione di educazione e impartizione di regole comportamentali da parte della società, l'assunzione di una determinazione di sesso, oltre quella anatomica, è una corbelleria bella e buona. Il sesso di una persona è quello che la persona è psicologicamente ed emozionalmente, oltre che per la sua anatomia. Tranne i rari casi che comunque sono un esigua minoranza, nei quali si nasce con un'identità psicologica ed al limite "ormonale", diversa da quella che è la sessualità anatomica, ma appunto sono casi particolari e che comunque dovrebbero esulare da talune derive di estrema destra per le quali non si vorrebbe riconoscere a tutti e comunque, gli stessi diritti.
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

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Re:Inconsistenza scientifica della teoria del gender .
« Risposta #2 il: Agosto 18, 2013, 16:30:10 pm »
Certo molto frequentato 'sto posto, tanti interventi non c'è che dire..,Mi sbaglierò per presunzione ma mi sembra tanto per cambiare di essere quattro gatti. Poi mi si contesta di "allargarmi troppo" troppo presto.
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

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Re:Inconsistenza scientifica della teoria del gender .
« Risposta #3 il: Agosto 18, 2013, 18:49:01 pm »
Certo molto frequentato 'sto posto, tanti interventi non c'è che dire..,Mi sbaglierò per presunzione ma mi sembra tanto per cambiare di essere quattro gatti. Poi mi si contesta di "allargarmi troppo" troppo presto.

Tranquillo Torsolo!
Oggi è domenica... ognuno ha la sua vita. Per fortuna...

Si fa sempre un po' gli stronzi con i nuovi....
Specie con quelli che sembrano abbiano tante cose da dire, come te.
Io però spero sempre che tu metta un nick un po' più serio...

In realtà questo non è propriamente un ng di cazzeggio.
Per quanto ci si sforzi di ridere la situazione del maschio italiano è tragica.
Una legge liberticida dopo l'altra, sempre peggio, sempre più in fondo...
Un colpo dalla destra, un colpo dalla sinistra, le libertà dell'uomo italiano dimuniiscono sempre più.
Stiamo scendendo sempre più in fondo....

L'uomo italiano sta diventando schiavo della donna e non lo sa.

(Schiavi dei potenti lo siamo sempre stati.....)

Stiamo perdendo la nostra guerra.

E cerchiamo di perderla a testa alta, con un po' di dignità.
Tutto qui....



Vnd [nick collettivo].