L'articolo che volevo pubblicare non era su Antifeminist, ma sul sito Fematrix (Peccato che non lo aggiornano più, comunque consiglio a tutti di guardarlo).
Ecco l'articolo:
Discriminazione anti-maschile sul lavoro
Sono gli uomini a essere bamboccioni o le donne a essere super tutelate?
Contributo di Claudio – Secondo alcune ricerche Eurostat i bamboccioni sono per lo più maschi, personalmente mi sono fatto alcune domande del perché e ho cominciato a guardarmi attorno. Di seguito riporto quello che vedo nella mia città e vorrei chiedervi se quello che riscontro è frutto di una mia visione distorta della realtà o è una situazione diffusa e reale soprattutto nei centri urbani.
Personalmente ho la sensazione che l’uomo abbia meno probabilità di avere un lavoro da dipendente. Da quella che è stata la mia esperienza, riscontro che all’uomo viene data la possibilità di fare delle sostituzioni maternità o dei contratti a termine fino a trent’anni, poi, essendo trascorso il tempo dell’apprendistato, viene spinto ad aprire una partita iva. Infatti, trascorrendo il tempo e non ottenendo un contratto definitivo, con l’aumentare dell’età avrà sempre più difficoltà ad rinnovare i contratti di lavoro e con il trascorrere del tempo sarà “costretto” ad aprire la partita iva, molto più spesso di quanto non facciano le donne che ora sono anche agevolate da uno sgravio Irap per le aziende anche dopo i 35 anni di età (vedi Dl 201/2011).
Questo è quello che osservo tra le mie conoscenze:
1)Conosco molti uomini, anche oltre i trent’anni, che faticano a trovare un lavoro e raramente vengono chiamati per dei colloqui presso le aziende.
2)Conosco uomini, anche laureati, che faticano o hanno faticato parecchio a trovare un lavoro definitivo.
3)Conosco molte donne che con un semplice diploma di ragioneria sono già diversi anni che lavorano con contratto definitivo presso una assicurazione, una banca, uno studio commercialista oppure hanno un impiego presso una struttura pubblica o lavorano come cassiere o commesse.
Di seguito un riassunto di quello che vedo nella mia città
Non molto tempo fa mi sono recato a fare delle analisi del sangue nel centro della mia città, ma per eseguire correttamente tali esami mi è stato chiesto di restare in piedi per almeno mezz’ora prima di effettuare il prelievo. Sono uscito quindi dal centro di analisi e sono andato a fare un giro lì attorno per far trascorrere quella mezz’ora in piedi. Premetto che nella struttura del centro di analisi sia all’accettazione che nella stanze dei prelievi lavoravano solo donne, ossia il 100% dei dipendenti di quella struttura erano donne. 1) Quindi, sarà un caso, ma in quella struttura l’uomo non era molto gradito come dipendente del centro analisi.
L’orario per il prelievo era stato fissato alle 8,20 del mattino, ossia durante la cosiddetta ora di punta in cui le persone si recano sul posto di lavoro. Devo ammettere che anche sul mezzo pubblico che ho utilizzato, il rapporto tra maschi e femmine era circa di 3/10 e tra i maschi la percentuale di over 40 era oltre il 70% mentre le giovani donne erano la stragrande maggioranza.
Facendo molto freddo e dovendo rimanere in piedi a lungo, ho scelto un posto soleggiato e sono rimasto in piedi sul lato opposto della strada, difronte all’ingresso di una sede assicurativa molto famosa. Durante l’attesa, casualmente, mi sono reso conto che su 10 persone che entravano mediamente più di 7 erano donne. Tra i pochi maschi che entravano dal grande ingresso, molti erano per così dire ”anziani”, in alcuni altri casi erano un po’ più giovani e provvisti di una valigetta, sembravano esterni, forse broker.
Non potevo credere a quello che vedevo, sostanzialmente i trentenni di sesso maschile che sono entrati durante quella mezz’ora nella struttura del complesso assicurativo si potevano contare sulle dita delle mie mani, mentre le donne saranno state un centinaio. Ad un certo momento mi sono chiesto… ma non ci sono giovani di sesso maschile meritevoli di essere assunti presso una sede assicurativa? Vengono solo assunti per procacciare il cliente? Per curiosità, qualche giorno dopo, mi sono recato presso un’altra sede assicurativa della mia città e ho constatato che la situazione era pressoché la stessa. 2) Quindi, sarà un caso, ma da quello che ho potuto vedere, l’uomo non è molto gradito nelle sedi assicurative. A giudicare dall’età media di chi vi lavora, gli ultimi assunti con contratto definitivo risalgono ad almeno 15 anni fa.
Da quel giorno ho cominciato a far caso a quante donne e uomini erano impiegate presso qualsiasi struttura lavorativa e quello che ho constatato è raccapricciante.
Infatti: Settimanalmente mi reco presso un grosso supermercato a fare la spesa e non posso fare altro che constatare, tutte le volte, che tra le 35 casse, tutte quelle in funzione sono occupate da donne. Ossia il 100% delle cassiere sono donne. A volte mi capita di vedere un uomo tra le venti o trenta cassiere restanti, ma vi posso assicurare che guardare la fila di cassiere tutte donne è umiliante da disoccupato. Vi domando, ma non è discriminazione questa? Andando presso il punto assistenza clienti dello stesso supermercato la cosa non cambia, 100% di donne anche per quella mansione.
Ho provato a cambiare supermercato (diversa catena) le cose non migliorano minimamente, anche nelle altre catene la percentuale si aggira attorno al 99%. Vi dirò la verità il sospetto è che il posto occupato dal maschio sia un “ritaglio di tempo”. Ossia per “non lasciarlo fermo in magazzino” si preferisce impiegarlo alle casse per un’oretta, utilizzandolo come jolly, magari quando qualche collega di sesso femminile è in malattia 3) Quindi, sarà un caso, ma da quello che ho riscontrato l’uomo non è impiegato o non è molto gradito per svolgere l’attività di cassiere o assistenza clienti presso i supermercati.
Vi siete mai recati presso una agenzia di lavoro. Nella quasi totalità dei casi ho sempre incontrato donne e la responsabile del personale dell’azienda “utilizzatrice” era nel 90% dei casi una donna. Quando si trattava di uomo era il titolare dell’azienda. 4) Quindi, sarà un caso, ma da quello che ho riscontrato personalmente l’uomo non è impiegato o non è molto gradito per svolgere l’attività di responsabile del personale e scrutatore.
Ultimamente mi sono recato in banca e pur essendo già da tempo palesemente sproporzionato il numero di donne agli sportelli, qualcuno ha pensato bene di mandare a casa l’unico giovane maschio che era allo sportello per mettere un’altra giovane donna. 5) Quindi, sarà un caso, ma da quello che riscontro presso la mia banca, l’uomo non è molto gradito come impiegato di banca.
Dovendo provvedere a rinnovare l’assicurazione dell’auto di mia madre ho chiamato il numero verde dell’assicurazione telefonica e mi ha risposto una centralinista, alla quale, dopo aver chiesto il rinnovo delle polizza ho chiesto delle spiegazioni del motivo per cui a rispondere al telefono sia sempre una donna. La risposta ricevuta dalla centralinista è stata la seguente -”Difficilmente Le risponderà un uomo perché quasi il 90% delle centraliniste sono donne”-. 6) Quindi, sarà un caso, ma da quello che ho sentito dire dall’addetta al servizio clienti dell’assicurazione, il 90% degli impiegati al centralino sono donne, forse l’uomo non è gradito o non è in grado di svolgere la stessa mansione.
Non soddisfatto del preventivo presentato dell’ assicurazione telefonica ho chiamato un’agenzia di un altro gruppo assicurativo per la richiesta del preventivo e dopo aver chiesto il preventivo provo ad indagare sulla situazione uomini donne in quella agenzia. La risposta fornitami è stata, ”qui non ci sono uomini siamo solo 3 donne”. 7) Quindi anche presso questa agenzia assicurativa, sarà forse un caso, ma l’uomo non è presente.
Ultimamente mi sono anche recato presso una libreria molto grande della mia città. Non ho potuto far altro che constatare che ad ogni piano lavoravano solo ed esclusivamente donne. Solo in un piano ho incontrato due uomini, ma complessivamente la stragrande maggioranza dei dipendenti erano donne. Non avendo trovato quello che cercavo mi sono recato in un’altra libreria lì vicino e la situazione era identica. 8 ) Quindi, sarà forse un caso, ma anche presso le librerie, il dipendente di sesso maschile non è gradito.
Ho lavorato presso diverse multinazionali come impiegato, il rapporto uomini e donne in ambito impiegatizio è sempre stato vergognoso 80% donne 20% uomini. Il caso più vergognoso è quello dove in un openspace di circa 25 impiegati 2 erano uomini ed erano precari, uno di quelli ero io. In questo caso, se la matematica non è un’opinione, il rapporto era 88% a 12%, ma la cosa più vergognosa è che la totalità di quel 12% era precario. 9) Quindi, sarà forse un caso, ma per quella che è stata la mia esperienza non ho visto molti uomini lavorare come impiegati.
Spesso mi reco anche presso le poste e anche qui non posso far altro che constatare che su 8 sportelli in funzione mediamente 7 o 8 sono occupati da donne. 10) Quindi, sarà forse un caso, ma sia presso la posta vicino al mio domicilio sia in quella del mio paese di origine, agli sportelli lavorano solo donne.
Quando accendo il televisore, non posso fare altro che constatare che i giornali sono condotti da donne e che anche le inviate sono spesso donne. Tra le nuove assunzioni gli uomini sono sostanzialmente esclusi o un’eccezione veramente rara. 11) Quindi, sarà forse un caso, ma nei nostri telegiornali e redazioni vengono fatte lavorare quasi esclusivamente donne.
Quando guardo la politica, non posso far altro che notare la discriminazione del sesso maschile. Giovani parlamentari donne e ministri, (ricordo ci sono anche state presidenti della Camera dei Deputati donna) molto spesso con carriere lampo e poi ultrasessantenni di sesso maschile. 12) Quindi, sarà forse un caso, ma in politica uomini trentenni non ne vedo molti mentre di donne trentenni vi posso fare un lungo elenco. Poi è ovvio che risultano più preparate dei colleghi sessantenni maschi.
Quello che noto è che sostanzialmente alla donna il lavoro deve essere dato, mentre l’uomo si deve arrangiare in tutti i modi, indebitandosi per fare il piccolo imprenditore in concorrenza alle multinazionali fondate da uomini ora discriminati, adattandosi come lavoratore autonomo o venditore con partita iva, etc. Sostanzialmente l’uomo può accedere a tutti quei lavori che comportano rischi e stress che alla donna si preferisce evitare.
Quindi, pur essendo già la stragrande maggioranza delle partite iva (come imprenditori dovrebbero essere attorno al 70%) intestate al sesso maschile, sembra quasi che si cerchi di incrementarle ulteriormente discriminando l’uomo dal lavoro dipendente. Non c’è nemmeno da chiederselo, ovviamente le donne per aprire una partita iva pretendono l’incentivo, lo sgravio e lo sponsor dalle “Sisters” che lavorano nei mezzi di comunicazione, magari adducendo che era in atto una forte discriminazione nei confronti del sesso femminile.
di Claudio, 12.3.2012