La democrazia.. altra fiaba sociale.. La democrazia oggi e' un fallimento su scala planetaria, esattamente come le altre forme di governo..
Metti una scheda ed una matita nelle mani di qualcuno e tre su dieci non voteranno (uno cercherà di rubare la matita). Tre su quindici faranno un disegnino osceno sulla scheda. Uno dei tre risulterà particolarmente riuscito il che provocherà una fremente atmosfera peccaminosa nei tetri locali del seggio. Uno su venti voterà il partito sbagliato, ma non lo saprà mai. Quattro su cinque voteranno il partito sbagliato e se ne accorgeranno nelle prime settimane di governo. Diciotto su ventuno voteranno comunque per lo status quo ante perché non hanno capito che il potere è come una squadra che cambia le maglie ma è fatta sempre dagli stessi giocatori.
Ma il peggio non è questo. Il voto, un po’ come la Messa, è una liturgia. Non serve a un cazzo, ma celebra una consuetudine, rafforza una tradizione, esprime l’appartenenza ad una comunità Ed è per questo che uno ci va, giusto per sentirsi parte di qualcosa e non essere il solito sfigato che ha sempre fatto il tifo per la squadra peggiore del campionato.
Alla fin dei conti le cose funzionano da sempre nello stesso modo. C’è il Re, ci sono i vassalli, ci sono le guardie e c’è il popolo.
Il Re è lì per volontà di Dio o della cosca mafiosa di turno, il che nei fatti è lo stesso. I vassalli servono il re perché così ci si diverte, si mangia, si scopa (non necessariamente il pavimento della sala del trono) e si è nel giro giusto. Magari ci scappa una pugnalata alla schiena al Re e, con l’aiuto di Dio (e della cosca mafiosa di turno), si può vincere un turno da regnante con il diritto di divertirsi, mangiare e scopare (non necessariamente il pavimento della sala del trono) che a prima vista sembra lo stesso dei vassalli, ma se non capisci la differenza è perché non potrai mai essere Re.
Le guardie sono lì a coprire le spalle a Re ed ai vassalli. Tutto questo per 1400 euro al mese, l’indennità di rischio, il diritto di correre in macchina a sirene spiegate con l’alabarda fuori dal finestrino quando c’è traffico, quello di dare una bella ripassata al marocchino di turno, la possibilità di piazzare false bottiglie molotov nelle scuole genovesi e quella di vedere le partite gratis facendo a botte con gli ultras. Mitico
Diciamocelo, la maggioranza delle persone necessita di certezze, il treno della loro esistenza deve scorrere su binari equidistanti e dotati di pochissimi interscambi, ogni cambiamento provoca panico. Così anche qui sono bastati dei cambiamenti ed un paio di pezzi fuori dal coro per provocare risentimento, reazioni scomposte, senso di smarrimento.
I pesci rossi vivono in una boccia ed il loro nutrimento dipende da noi, obiettivamente non è il massimo della vita, ma per il pesce rosso quella nella boccia di vetro è l’unica esistenza possibile, fuori dalla sua vasca piena d’acqua non potrebbe sopravvivere: la sua prigione è anche la sua salvezza.
La democrazia è la nostra boccia da pesci rossi.
I pesci rossi conoscono una solo forma di protesta: rifiutano qualsiasi gesto d’affetto nei confronti di colui che li ha costretti in prigione; allo stesso modo l’uomo, rinchiuso nella sua democrazia, rifiuta la sua miserevole esistenza sbandierando il diritto di voto, i concetti di uguaglianza, solidarietà, meritocrazia. Il cibo è la schiavitù del pesce, il voto la schiavitù dell’uomo.
Per giungere a queste conclusioni basta farsi delle domande e darsi delle risposte:
- Io potrei candidarmi? Ma soprattutto: io potrei essere eletto?
- Quanto costa una campagna elettorale? I candidati dove trovano i soldi per pagarla?
- Chi sono le persone a cui diamo il nostro voto? Ci assomigliano in qualche modo? Fanno la nostra stessa vita?
- Quante volte abbiamo votato convintamente per qualcuno, quante volte abbiamo votato il meno peggio?
- Quante delle persone da noi votate abbiamo conosciuto direttamente? Con quante di queste persone abbiamo avuto uno scambio diretto di opinioni? Abbiamo mai avuto occasione di parlare vis-a-vis con con coloro che abbiamo eletto?
- Se la democrazia è rappresentativa perché nelle nostre istituzioni non esistono precari e disoccupati, gli operai sono quasi assenti mentre abbondano imprenditori, avvocati, ex giudici, liberi professionisti?
- Quante volte infine le nostre scelte elettorali e/o referendarie sono state totalmente disattese senza che ciò provocasse conseguenze alcuna sui politici che avevano tradito il “patto” elettorale?
Per potersi candidare è necessario trovare un partito disposto a candidarti. Per essere candidato non è sufficiente essere iscritti al partito, magari da decine di anni. Per essere candidati bisogna avere un “peso elettorale”, per avere un peso elettorale bisogna avere voti. Per avere voti è necessario avere soldi per finanziare la propria campagna elettorale (che spesso significa comprare letteralmente i voti) ed è meglio svolgere professioni che favoriscano una buona visibilità. Con i voti della tua famiglia e dei tuoi amici (posto che questi ultimi non se lo siano già “venduto” in cambio di un “favore”) non riusciresti nemmeno ad essere eletto come consigliere di quartiere. Con la nuova legge elettorale nazionale potresti avere la fortuna di essere “nominato” e fare un giro di giostra in parlamento, ma le nomine le fanno coloro che controllano il partito e costoro controllano il partito grazie al peso elettorale, a sua volta ottenuto grazie ai soldi a disposizione, spesso frutto di intrecci economico/finanziari/mafiosi da far accapponare la pelle di qualunque persona dotata di un minimo di coscienza etica.
Una volta esistevano i nobili, oggi esistono i notabili, le cose non sono cambiate di molto. Le folle sono state pacificate con televisori, cellulari, auto, vestiti alla moda e (l’odore del) sesso. Dai una matita ad un lettore di “Repubblica” ed egli si sentirà realizzato, potente. Prova a dirgli che il voto è un inganno, che egli non controlla nulla e nulla può e ti riterrà un cinico disfattista. Digli che la democrazia è un fallimento e ti riterrà un fascista o, se dotato di buon gusto, che la democrazia è l’unica scelta possibile. Egli ha la sua matita, la pancia piena, la sua auto, il suo cellulare e le tette sul calendario, vive (in)felice nella sua splendida boccia di vetro ed il massimo che riuscirà a fare sarà dimostrare scarso affetto per i suoi padroni. Una manifestazione in piazza, un articolino sul proprio blog, una nuova pulzella su cui sfogare il proprio orgasmo democratico e qualche litigata con gli amici, il pesce rosso non chiede altro, in fondo la sua boccia è accogliente ed i pasti arrivano puntuali ogni giorno, per tre volte al giorno. Non è il massimo, ma per lui è l’unica scelta possibile.
opo quanto sopra esposto, sepolto cio' che penso della grande democrazia moderna, vorrei si tornasse alla questione maschile, non scevra dei condizionamenti sopra citati per carita', onestamente desidero che venga perseguita da tutti per trovarvi rimedio, sempreche' si sia disposti ad una sana disintossicazione politica, si capisce...