So che questo post non piacerà alla gente di sinistra,tuttavia sento il DOVERE di farlo.
''Ci sono tre modi dire il falso:il primo sono le bugie piccole,il secondo le bugie grosse,il terzo la statistica''.Benjiamin Disraeli.
Secondo le statistiche presentate dall'istat la stragrande maggioranza degli stupri avverrebbe in ambito domestico ad opera di maschi italiani,i quali sarebbero degli stupratori incalliti.
E' la classica accusa,di sempre,''la famiglia uccide'',dicono le femministe,il mostro sta fra le mura di casa.
Vediamo come presenta lo studio istat repubblica:
''Una ricerca dell'Istat sfata molti luoghi comuni sui reati a sfondo sessuale
Secondo i dati resi noti dall'istituto solo il 10% delle violenze arriva da stranieri
Il 90% degli stupri commesso da italiani
Il rischio maggiore da familiari e conoscenti
ROMA - Non sono immigrati ma italiani i responsabili della piaga della violenza sulle donne nel nostro Paese. Secondo le stime dell'Istat, non più del 10% degli stupri commessi in Italia è attribuibile a stranieri, contro un 69% di violenze domestiche commesso a opera di partner, mariti e fidanzati. Dati che fanno crollare d'un colpo il luogo comune che associa l'immigrazione a una diminuzione della sicurezza nelle città italiane.
Secondo l'Istat, che oggi ha aperto, nella sua sede centrale a Roma, il Global Forum sulle statistiche di genere, solo il 6% degli stupri in Italia è commesso da persone estranee alla vittima: "Se anche considerassimo che di questi autori estranei la metà sono immigrati - ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell'istituto di statistica - si arriverebbe al 3% degli stupri; se ci aggiungessimo il 50% dei conoscenti, al massimo si arriverebbe al 10% del totale degli stupri a opera di stranieri".
Le forze politiche di sinistra denunciano una realtà "oscurata e alterata" dai media e "strumentalizzata dai partiti di minoranza". "Una doccia fredda per il narcisismo nazionale": così il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando, commenta la ricerca. Paola Balducci, responsabile giustizia del Sole che ride, ricorda "l'ostruzionismo della destra che alla Camera ha ritardato l'approvazione del disegno di legge contro le discriminazioni sessuali e la violenza sulle donne" e evidenzia la necessità di "un salto di qualità nelle politiche culturali e informative". "I dati rafforzano le ragioni e lo spirito della manifestazione del 24 novembre" commenta la senatrice Prc Giovanna Capelli.
Il lavoro dell'Istat non si ferma qui. "Ora dovremo porre l'attenzione - osserva Luigi Biggeri, presidente dell'istituto - anche su altre tematiche come la discriminazione, terreno difficilissimo ma che ormai necessita di essere misurato in tutte le sue manifestazioni". Ora dopo aver tuonato contro il maschio italiano,si arriva dove si vuole arrivare ovvero:''alle altre tematiche sulla discriminazione'',ovvero PRIMA SI SPARA L'ACCUSA,POI UN PO' DI PARI OPPORTUNITA'.
Immagino che a molti su questo forum fischieranno le orecchie,c'è qualcosa di noto in questo processo.
Ma ne parleremo dopo,ora torniamo alle violenze domestiche
Come conciliare,però, le ricerche istat con i recenti dati del ministero dell'interno,che dicono l'esatto opposto,qualcosa non quadra,nella grande bugia mediatica,bisogna che i vari uffici si mettano d'accordo fra di loro.
Vediamo invece i DATI (i dati,non le statistiche,del ministero dell'interno,i dati sono puri,le statistiche sono frutto della ricerca su un campione)
''ROMA - Tredici stupri al giorno: quasi un arrestato su quattro è immigrato, uno su venti è romeno. Le denunce? In calo. Quelle per violenza sessuale, nel secondo semestre 2007, sono state 2.174: il 12,6% in meno rispetto al semestre precedente. "Ma attenzione - avverte il sociologo, Marzio Barbagli, curatore del "Rapporto sulla criminalità 2007" - solo il 4% delle donne denuncia il suo stupratore".
Le ultime violenze di Milano e Roma riaccendono, dunque, i riflettori su un fenomeno spesso sottostimato. Il ministero dell'Interno, ieri, si è affrettato a fornirne una fotografia: nel 2007 sono stati accertati 4.663 casi di violenza sessuale, quasi 13 al giorno. Un dato in leggero calo rispetto ai 4.694 del 2006. Secondo il Viminale, in verità, le violenze denunciate dalle donne sono progressivamente aumentate negli anni: 2.194 nel secondo semestre 2005, 2.279 nel primo semestre 2006, 2.415 nel secondo semestre 2006, 2.489 nel primo semestre 2007. Poi, l'inversione di tendenza: nel secondo semestre dell'anno scorso, infatti, le violenze sessuali sono state 2.174, il 12,6% in meno rispetto al semestre precedente.
Il merito? Secondo il ministero dell'Interno, spetta ai patti per la sicurezza siglati dal Viminale coi sindaci delle principali città, tra maggio e luglio 2007. Nel primo semestre dell'anno, in effetti, i delitti sono stati 1 milione e 485mila, mentre nel secondo sono scesi a 1 milione e 379mila. Gli omicidi volontari sono scesi da 323 a 304, i furti da 838.956 a 783.262, le rapine da 26.681 a 23.861, gli scippi da 11.973 a 10.693, le estorsioni da 3.278 a 2.899. Non solo. Guardando a quanto accade nelle grandi città, si rileva come sempre tra il primo e il secondo semestre del 2007, le violenze sessuali sono scese da 247 a 197 a Milano, da 38 a 34 a Venezia, da 85 a 75 a Bologna, da 82 a 56 a Firenze, da 166 a 154 a Roma, da 102 a 85 a Napoli e da 29 a 19 a Catania. Unica eccezione Genova, dove le violenze sessuali sono passate da 24 a 40.
Questo, per quanto riguarda i reati denunciati. "Nel caso delle violenze sessuali - spiega però Barbagli - le denunce sono pochissime rispetto ai reati consumati. L'Istat, infatti, ci dice che su 100 donne stuprate solo 4 denunciano il fatto, quando il colpevole è il partner, 6 quando l'accusato è invece un estraneo. E nel 69% dei casi la violenza sessuale è proprio ad opera del partner o dell'ex". Ma chi sono le persone più denunciate? "Guardiamo ai dati: nel 2004, su 2.780 denunciati o arrestati per violenza sessuale, il 35% erano cittadini stranieri. Nel 2005 su 2.382 denunciati, gli immigrati salgono al 38,2%; nel 2006 su 2.706 denunciati, gli stranieri sono il 38%". Dunque nel 2006 oltre un denunciato per stupro su tre è immigrato: "Di questi, il 6,7% è romeno, il 5,9% marocchino, il 3.7% albanese". E nel 2007? "Le persone denunciate o arrestate per violenza sessuale sono aumentate del 15% rispetto al 2006 - fa sapere Barbagli, che ha sotto gli occhi i dati inediti del Viminale - e l'incremento è dovuto quasi esclusivamente ai romeni". Dunque l'equazione criminalità-immigrazione è qualcosa di più di un pericoloso luogo comune. "Va ribadito - ricorda però Barbagli - che la maggior parte degli autori di reato sono irregolari: nel caso di spaccio, per esempio, i clandestini sono il 90% del totale degli stranieri denunciati; nelle violenze carnali, il 62%". Un ultimo elemento: "Le violenze commesse da stranieri - spiega Barbagli - avvengono per lo più all'interno del proprio gruppo o di gruppi affini. E in questo caso le donne che denunciano si contano sul palmo di una mano". Qualcosa non quadra,vero?
Ecco spiegato il trucco,chi non capisce niente di statistica,non capirà che in verità entrambi gli studi dicono la verità. La statistica è una questione di campione scelto,e cambiando il campione,si cambiano i dati e li si giostrano come si vuole.Risultato.40% di stupri ad opera di extracomunitari,a fronte di una presenza del 5%,stuprano come minimo 7 volte di più degli italiani,il 700% in più,per intenderci.
Allora come mai questa discrepanza,dal 10 al 40%?
Per il semplice motivo che la statistica è stata fatta come al solito alla maniera femminista.
In primis devono aver incluso come molestia sessuale,gli sguardi impertinenti,gli sfioramenti,i litigi e altri orrendi oltraggi della cui natura non è dato di conoscere.
Poi potrebbero avere ciccato il campione.
lA STATISTICA è INFERENZIALE ovvero dipende molto dall'accuratezza nello scegliere il campione,se si cicca il campione,si cicca appieno la statistica.
E' pieno di statistiche farlocche,basta guardare i miracolosi tassi di crescita dei farmaci anticaduta dei capelli,eppure i pelati son sempre pelati(salvo trapianti svizzeri e riporti chilometrici).
Perchè tutto questo?
Perchè bisogna andare a vedere le condizioni messe in superminuscolo dello studio,come lo si è condotto.
Benjamin Disraeli soleva dire,ci sono tre modi di dire bugie:dicendo bugie piccole,dicendo bugie grosse,oppure con la statistica.
Taroccare una statistica è facile...
basta vedere l'inflazione istat...
come scelgono il paniere?
Dunque appurato che cos'è la statistica e a che cosa serve(a dare dati rassicuranti alla popolazione...)ora noi in maniera diligente ci rivolgiamo AI DATI PURI,QUELLI NON INFERENZIALI,NON DEDOTTI DA UN CAMPIONE CHE PUO' ESSERE SCELTO A PIACIMENTO,MA INVECE PRESI NELLA LORO COMPLETEZZA.
IL 40% DEGLI STUPRI E' AD OPERADEGLI EXTRACOMUNITARI...
Perchè insistono ad incolpare il maschio italiano di essere l'unico mostro?
Perchè vogliono creare un clima di diffidenza nelle relazioni coniugali?
Per altro poi mi chiedo quale sia la definizione di stupro,sarebbe interessante saperlo,così capiremmo meglio una statistica,che casualmente è fatta da una donna. L'istat non è nuovo a dichiarazioni terroristiche sullo stupro,è interessante sapere che per l'istat 1 donna su tre sono state sottoposte a violenza sessuale. Diamo un'occhiata a come vengono condotte questo genere di statistiche anti-maschio occidentale, dal rapporto gesef:
COMUNICATO STAMPA: Fermiamo la Violenza Femminista
Stop alla Propaganda Terroristica di Dati Falsi e Mistificati
Con la presente intendiamo attuare un’informazione di contrasto alla propaganda mistificatoria inerente la violenza sulle donne. Evidenziando falsità e manipolazione dei relativi dati statistici, diffusi in maniera sproporzionatamente ridicola - senza alcun riscontro - da parte di Ministri, esponenti parlamentari e sedicenti “esperte”, attraverso un martellamento mediatico senza precedenti
Tale propaganda mira a radicare nell’immaginario collettivo l’idea di un ambiente domestico scenario di delitti e terribili violenze, dove vittima è sempre e solo la donna mentre il carnefice è esclusivamente di sesso maschile.
Vengono svelate cifre inquietanti quanto sospette: oltre sei milioni (qualcuno ha sparato 14 milioni) di donne hanno subito violenza da parte di un partner o altro familiare, di cui la metà stuprate. Sulla base di dati statistici pubblicati dall’Istat, dietro incarico della Ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini. La quale ha potuto disporre di un finanziamento doppio per il suo dicastero rispetto a quanto previsto per il suo predecessore. Leggendo tali dati sul sito dell’Istituto si scopre che altro non sono che .proiezioni statistiche dei risultati scaturenti da un sondaggio telefonico effettuato lo scorso anno su 25.000 abbonate (v. www.istat.it),
La nota metodologica del sondaggio chiarisce che le domande poste alle intervistate evitano volutamente riferimenti espliciti alla violenza fisica o sessuale, ma invitano le stesse a “descrivere concretamente atti e/o comportamenti in modo di rendere più facile alle donne aprirsi". Ciò per evitare una sottostima del fenomeno, "[...] sottostima che può essere determinata anche dal fatto che a volte le donne non riescono a riconoscersi come vittime e non hanno maturato una consapevolezza riguardo alle violenze subite". Non sono quindi le donne intervistate ad aver denunciato violenze subite, bensì le loro descrizioni sono poi state catalogate in varie fattispecie di “violenza.
Cosicché l’attenzione sessuale diventa molestia, l’esercizio del dovere coniugale dal parte del partner diventa stupro, un banale litigio diventa violenza fisica, una critica al vestito o alla pettinatura é considerata violenza psicologica, un blando rifiuto diventa limitazione della libertà personale, la necessità di chiarire situazioni ambigue diventa violazione della privacy, la richiesta di una equa distribuzione delle risorse familiari diventa ricatto economico.
I dati del sondaggio assunti come scientifici – ripetiamo: 25.000 interviste telefoniche “guidate”– oltreché proiettarsi riversati statisticamente sull’intera popolazione femminile italiana di età 16-59 anni, sono costruiti in funzione esclusiva di uno spettacolare allarmismo, e dunque sottratti al rigore della prova dei fatti. Tale metodologia è già stata adottata nel decennio scorso in altri Paesi Europei ed occidentali, e fortemente contestata da femministe storiche dotate di un certo spessore intellettuale (ad es. Francia: vedi Elisabeth Badinter – Il percorso sbagliato).
Consola il fatto che l'Assemblea ONU, pur avendo decretato il 25 novembre come giornata contro la violenza alle donne già dal 2001, lo scorso anno ha "preso nota" ma di fatto rigettato l’ultimo rapporto sulle violenze domestiche contro le donne presentato dall'uscente Segretario, poiché quanto contenuto risultava outrageously inaccurate, contrived, manipulated and most distinctly dangerous, come riportato dalla stampa statunitense
La Ministra, ed altri esponenti del Governo e dell’Opposizione Parlamentare, oltre a propinarci dati mistificati, azzarda anche impressionanti confronti: la violenza domestica sarebbe la causa principale di decessi ed invalidità, prima del cancro e degli incidenti automobilistici.
Auspichiamo che la ventilata riduzione del numero di ministri la coinvolga, stante la sua imperizia a documentarsi: i delitti familiari che registrano una donna come vittima ad opera di un familiare si contano annualmente in numero di 60 a fronte di oltre 10.400 decessi femminili conseguenti malattie cancerogene (per un totale di oltre 18.000 considerate tutte le patologie – v. Istituto Superiore di Sanità) e 600 per incidenti stradali.
Al tempo stesso si tace della violenza femminile e materna: le cronache ci forniscono amari resoconti di omicidio, uxoricidio ed infanticidio, oltreché della partecipazione ad episodi di abuso sessuale che attestano il medesimo potenziale di brutalità. Anche se allo stesso reato si conferisce raramente un carattere penale quando a commetterlo sono delle donne: ciò mette in pericolo l'immagine che hanno di se stesse, e si tende a giustificarle – talora a legittimarle - con argomenti che rasentano il grottesco.
Le sottaciute inchieste europee informano che il 10% delle violenze domestiche sono rappresentate da mogli che picchiano i mariti. Al punto che la Germania da qualche anno ha inaugurato due rifugi per uomini vittime di percosse, ed altrettanto stanno facendo Spagna e Belgio.
In Italia l’unica indagine esistente è stata effettuata dalla scrivente GESEF su un campione di genitori che si sono rivolti alle sue strutture per aiuto e supporto . Attesta che nell’ambito del conflitto separativo un marito su tre è fatto oggetto di denunce per abuso sessuale sui figli o sulla partner, finalizzate ad allontanarlo definitivamente dai figli. Denunce che risultano sistematicamente false, ma la cui prassi giudiziaria provoca conseguenze devastanti sia sul piano psicologico che economico degli accusati. Rileva altresì che oltre il 50% dei mariti ha subito violenze fisiche di varia natura ed entità.
Analoga percentuale si rileva da imponenti studi effettuati negli USA ed altri Paesi anglosassoni: le violenze domestiche sono agite e subite in maniera paritaria tra uomini e donne, anche se queste ultime eccellono per violenza psicologica e provocatoria.
In tutto il mondo infanticidio e figlicidio restano primato assoluto delle donne.
La Ministra Pollastrini, titolare di un dicastero definito appunto Pari Opportunità, non si è però mai posta lo scrupolo di richiedere all’Istat analoga ricerca concernente l’eventuale violenza subita dagli uomini.
La manifestazione organizzata nella vigilia della giornata preposta dall’ONU, alla luce di siffatte statistiche induce qualche dubbio, poi confermato dagli avvenimenti
Infatti la frangia separatista del femminismo nostrano che ha organizzato l’evento, impossessandosi della tematica “violenza alle donne” l’ha trasformata in violenza maschile alle donne, tappezzando le strade di Roma con manifesti diffamatori contro gli uomini
Gli slogans esibiti ed urlati durante il corteo sono stati una fiorescenza della colorata cialtroneria veterofemminista anni ’70, come qualcuno ha poi scritto. Cui si è aggiunta una vera e propria offensiva misandrica di regime per imporre l’idea che qualunque uomo che si muove tra le pareti domestiche è un potenziale assassino
Viene chiamata in causa non la violenza esercitata da singoli delinquenti, ma quella collettiva che pervaderebbe culturalmente l'intera popolazione maschile.
Una manifestazione, dunque, contro gli uomini e contro la famiglia. Scivolando infine nell’antipolitica, come insulti e aggressioni a giornalisti, deputate e ministre ci hanno mostrato, confermando il dispotismo delle femministe che manifestavano contro la violenza alle donne.
La violenza più subdola sta nella loro campagna di discriminazione e criminalizzazione aprioristica. Mirata a far digerire normative e prassi giudiziarie limitanti la libertà individuale, che decretano il definitivo ritorno alla presunzione di colpevolezza ed al processo inquisitorio. Il cui scopo è quello di porre ciascun uomo - anche delle future generazioni - in una condizione di sudditanza psicologica, emotiva e morale di fronte al potere indiscutibile della percezioni femminile, in base alla quale viene definita la liceità o meno di qualunque comportamento maschile. Condizione che –stante l’assenza di contraddittorio e possibilità di difesa – induce alla disperazione i soggetti più deboli e ne fomenta risposte incontrollate e brutali.
La recente approvazione di uno stanziamento di € 20.000.000 (soldi dei contribuenti perlopiù uomini) per contrastare la violenza sulle donne è parte integrante del progetto. Il fondo è destinato a finanziare i gruppi femministi (centri antiviolenza, comitati pari opportunità, ecc) da cui è partito il parossistico allarme sociale appositamente ingegnato e la conseguente manifestazione nazionale del 24 novembre scorso.
Ma suona come un oltraggio a fronte delle problematiche che le famiglie italiane – afflitte dal caro vita, dal caro mutui, dal precariato, dalla carenza di asili nido e dalla insicurezza urbana – si trovano ad affrontare.
La violenza non ha sesso: si combatte attraverso l’equilibrata e puntuale applicazione delle norme vigenti, interventi preventivi adeguati che riconoscano le problematiche di entrambe le parti in conflitto, dialogo e confronto culturale.
L’arma della colpevolizzazione, umiliazione e vilipendio dell’intero genere maschile non vi pone alcun rimedio: è finalizzata invece ad alimentare l’odio sociale, la guerra tra i sessi, l’insicurezza delle donne da poter così convogliare sotto la “tutela” di avvocate e psicologhe dei centri antiviolenza, l’annichilimento degli uomini da “rieducare”, l’isolamento affettivo degli individui.
Un’arma funzionale solo all’affermazione del potere politico-burocratico-istituzionale e l’ottenimento di maggiori finanziamenti pubblici da parte di una esigua ma influentissima schiera di militanti, spinte da torpori di rivalsa distruttiva. Che sfruttano abilmente debolezze ed avidità delle donne – fregandosene altamente delle loro reali sofferenze - per dirigere la società verso il definitivo sfacelo delle relazioni uomo-donna, e di conseguenza della famiglia così come storicamente intesa.
Ringraziamo i giornalisti, le deputate. le ministre - cui esprimiamo la nostra solidarietà - vittime della aggressione femminista, che inconsapevolmente con la loro presenza hanno sturato la rabbiosa esaltazione delle organizzatrici del corteo. In pochi secondi le immagini diffuse dai media hanno testimoniato agli italiane (donne e uomini) quanto noi conosciamo per esperienza diretta e divulghiamo da tempo.
Auspichiamo pertanto una nuova fase di impegno istituzionale - più sensbile e collaborativo verso tutte le espressioni dell’associazionismo - orientato a liberare la nostra società da questa cappa di odio sessista, per ricostruire la relazione uomo/donna all’insegna del reciproco rispetto e valorizzazione dei ruoli sociali e familiari, nell’uguaglianza dei poteri e delle responsabilità.
Per restituire dignità ad entrambi i Generi, alla Famiglia ed ai nostri Figli.Elvia Ficarra
Responsabile Osservatorio Famiglie Separate – Gesef Lunedì 26 novembre 2007.
Sarebbe poi ancora più interessante intervistare uomini e vedere quanti di loro hanno subito violenza ''psicologica'' dal loro partner. E anche sapere quanti uomini hanno subito ''violenza fisica'' dal loro partner,un dato che quando è stato raccolto in America ha suscitato molta sorpresa...perchè? Perchè i dati del femminismo sono palesemente taroccati. Che senso ha parlare di stupro da parte del coniuge in una civiltà che considera stupro ''l'essere rimasto per più di trenta secondi'' dentro la vagina in un rapporto consenziente dopo che lei aveva negato il consenso. Qui da noi un giovane è stato condannato perchè una signora su un treno(con dei complessi)si sentiva troppo guardata sebbene i testimoni non confermassero la tesi della signora. Ripeto il 40% dei condannati per stupro nelle statistiche del ministero degli interni sono extracomunitari. Il fatto che il dato secondo l'istat(in questa ricerca,in altre è differente) sia del 3%(ridicolo) dipende dal fatto che il campione è stato scelto male o da non so che. Il problema di questa ricerca è appunto che prende un campione di donne. Ergo è un dato soggettivo. Se fossero state presi i dati OGGETTIVI DEL MINISTERO DEGLI INTERNI,ovvero i fascicoli giudiziari i dati direbbero ben altre cose:40%di extracomunitari a fronte del 5% di presenza sul territorio,significa che ANCHE SE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DEGLI STUPRATORI SONO ITALIANI,PER OGNI STUPRATORE ITALIANO CI SONO CIRCA 7-8 STUPRATORI EXTRACOMUNITARI.