Autore Topic: Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano  (Letto 29635 volte)

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #75 il: Luglio 08, 2013, 06:47:37 am »
Vi pregherei di segnalare gli insulti ricevuti al moderatore come previsto da regolamento del forum.
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Offline Lucia

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #76 il: Luglio 08, 2013, 09:53:38 am »
Sai... non saprei proprio quanto peso dare a queste affermazioni.
Per tre ragioni:
- il tasso di alfabetizzazione,
(...)
Se ancora oggi il livello d'educazione è più alto in Veneto che in altre regioni italiane (lo dico per esperienza diretta),  posso credere che la dominazione austriaca abbia fatto bene e che, da parte di qualcuno, ci sia il ricordo del rimpianto delle confessioni dei bisnonni.

C'è una grande differenza di quando è stato introdotto l'obbligo scolastico in Nord e quando in Sud?







Offline Lucia

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #77 il: Luglio 08, 2013, 10:25:09 am »
Non c'è bisogno di essere rumeno per affermare che in Romania la maggior parte delle persona parla il rumeno non l'ungherese !
In Romania si parla princialmente il Rumeno , poi esistono minoranze in transilvania che parlano l'ungherese ed anche il tedesco , ma in Romania , ripeto , la maggior parte delle persone parla rumeno !
A chi vuoi prendere in giro ?

Certo e anhce in Dubrovnik tutti parlano slavo.
Ribadisco che questi stati di cui parli tu sono stati nati al tavolino dei vincitori della prima guerra mondiale per distruggere la forza dell'Europa centrale.
Prima che loro si formino non ha senso chiedersi che c'entrano le regioni austro ungariche con quelli dell'Est Europa impoverite anche loro in seguito dello smembramento in stati nazionali inventati al tavolino. Pi se tra Budapest (che era capitale storica di tutte quele regioni) del fine secolo e Trieste non trovi nessuna sommiglianza sei ciecco.
Chi si offende peggio per lui.
A parte questo, i territori italiani si trovavano sotto la giurisdizione austriaca diretta.

E vero era un Imero che non ha imposto una unica lingua nazionale, e poi ha dovuto pagare questa sua tolleranza, umanità, a quelli che invece lottavano per cancellare le differenze locali.

Citazione
Io ho detto che la Romania , non la Transilvania ,
Io non lo so davvero , ma anche a te devo fare i disegnini ?
La Romania e l'Ungheria non sono una nazione e infatti non lo sono perchè in Romania si parla principalmente il rumeno .
Non so come essere più chiaro .

non sai essere chiaro perché ti arrampichi sui vetri. Romania è formata in 1918 dall'Unione di tre regioni storiche che anche loro hanno storie e culture complettamente diverse una dell'altra, quindi il tuo paragone perdonami dis aperlo meglio di te c'entra ome cavoli a merenda se vuoi spiegare cosa vuol dire Unità nazionale di qualsiasi nazione sia.


Citazione
Ma quale misto e misto ? Io sono italiano e basta e di cosa dovrei essere "misto" di quale etnia o razza ?
1. se tu non senti che porti in te due o piu culture e tradizioni diverse, ognuna con il suo valore sei tu che perdi, uniformizzando tutto.
Io non vedo i opposizione il partiotismo locale, il sentirsi orgogliosamente diversi da altri con il patriotismo. Poi tu insista con questa legge che il patriotismo si puo imporre e obbligare.
Poi non è vero ceh gli italiani non sono patrioti nel loro modo, quando portono la pizza, la pasta e il cattolicesimo dovunque nel mondo lo fanno solo perché considerano le cose italiane superiori.

2. infatti la razza e la biologia c'entra ben poco con il sentimento patriotico (penso io poi se uno si identifica con il colore della sau pelle o dei occhi va bene), e nenahce i slogan pariotici imposti dall'alto o qualche inventore.
Ma  alla base del patriotismo sono i significati, i tuoi valori nella vita, e cio che ti manca dal tuo paese, nazione quando te ne vai.




Offline zagaro

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #78 il: Luglio 08, 2013, 12:26:13 pm »
lucia  non  ho letti gliarticoli precedenti.

ma in passato studiai un pò la storia delle lingue dei balcani ma lasciamo perdere che  il discorso è lungo.ma visto che conosci ben  il mondo ungherese, che fine hanno fatto i 'Siculi di Transilvania'?

è un gruppo umano del mondo ungherese-transilvano un pò particolre., a cui alcuni studiosi,ma con scarse prove, davano anche una origine  italica

Offline zagaro

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #79 il: Luglio 08, 2013, 12:36:49 pm »
Sai... non saprei proprio quanto peso dare a queste affermazioni.
Per tre ragioni:
- il tasso di alfabetizzazione,
- il latifondismo;
- la disponibilità al tradimento da parte della nobiltà meridionale.

E allora, è innegabile che vi siano state industrie e ferrovie ma... è anche vero che la nobiltà ed il popolo non erano gestiti con metodo.

Posso assicurarti che per quando indegni fossero stati i Savoia, i militari avrebbero dato la loro vita per il Re, anche nella seconda guerra mondiale.
Per alcuni la fedeltà continuò anche dopo il tradimento della fuga e dell'abbandono e si realizzo nella Resistenza e nella fedeltà al giuramento.
Perché, parliamoci chiaro, se non fosse stato per gli ufficiali del regio esercito, all'epoca in maggioranza nobili, le bande partigiane avrebbero finito per farsi concorrenza l'una con l'altra, come banditi.

Gli eroi....

Gli eroi del Risorgimento erano per di più nobili....

A loro dava fastidio che l'ufficialotto autriaco passasse loro davanti nelle file all'ufficio postale.

Se ancora oggi il livello d'educazione è più alto in Veneto che in altre regioni italiane (lo dico per esperienza diretta),  posso credere che la dominazione austriaca abbia fatto bene e che, da parte di qualcuno, ci sia il ricordo del rimpianto delle confessioni dei bisnonni.

E poi... alcuni tra gli eroi citati, visti dall'altra parte erano traditori...
Perché tradirono? Erano agenti sabaudi infiltrati, massoni o volgari venduti?

Quanti furono? Furono più o meno dei traditori comandanti del Rd2S?

Beh... questo ce lo dice la Storia... Lo si può misurare con l'esito delle guerre che i sabaudi persero o vinsero contro di loro.

e se  invece la lasse dirigenziale duonapoletana, che costutuiva il nerbo dell'esercito borbonico, ovvero quella classe di uomini che aveva le conoscenze per  poter guidare il sud come aveva fatto, non rinunciò al giuramento "O' Re" e  finì morta nelle prigioni sabaude tipo Fenestrelle? è una  ipotesi come i fatti che avvennero negli ex stati confederati dopo la guerra di secessione.
I sabaudi vincitori questo non lo fecero studiare mai, dissero sempre che 'Esercito di Franceschiello' era un leone con la testa di coniglio. e per quanto possa sembrarti strano è stata la polemica aperta dalle Lega che sta  facendo rileggere questa storia d'Italia con nuovi occhi


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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #80 il: Luglio 08, 2013, 13:22:45 pm »
Condivido la tua ultima riflessione l'Italia sarebbe dovuta restare neutrale , ma Mussolini insieme a tutto il popolo italiano , hanno pensato bene , nel giugno 1940 , quando i tedeschi sconfissero la Francia di sedersi al tavolo dei "vincitori" .

*Tutto* il Popolo Italiano un par di balle.

Sono comunque convinto che Mussolini sia stato costretto da molte lobby a prendere parte al conflitto.
C'è un sito di controstoria dal quale si può consultare un intero libro sull'argomento.
Tesi più che convincente.
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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #81 il: Luglio 08, 2013, 14:14:57 pm »
e se  invece la lasse dirigenziale duonapoletana, che costutuiva il nerbo dell'esercito borbonico, ovvero quella classe di uomini che aveva le conoscenze per  poter guidare il sud come aveva fatto, non rinunciò al giuramento "O' Re" e  finì morta nelle prigioni sabaude tipo Fenestrelle?

E' indubbio che Fenestrelle fosse un campo di prigionia militare.
Nè può stupirmi il fatto che i militari che non vollero passare sotto l'esercito sabaudo fossero stati reclusi.
Possiamo sostenere seriamente che sarebbero dovuti restare liberi?

Quello che mi perplime è l'esisto delle battaglie.
Buona parte dei comandanti del Sud era costituita da massoni o, comunque, da gente assoldata per perdere.
Poi, è ovvio che tra tanti, ci fossero i lealisti, caduti, feriti e finiti a Fenestrelle o a fare i banditi.
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Online Massimo

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #82 il: Luglio 08, 2013, 14:27:18 pm »
e se  invece la lasse dirigenziale duonapoletana, che costutuiva il nerbo dell'esercito borbonico, ovvero quella classe di uomini che aveva le conoscenze per  poter guidare il sud come aveva fatto, non rinunciò al giuramento "O' Re" e  finì morta nelle prigioni sabaude tipo Fenestrelle? è una  ipotesi come i fatti che avvennero negli ex stati confederati dopo la guerra di secessione.
I sabaudi vincitori questo non lo fecero studiare mai, dissero sempre che 'Esercito di Franceschiello' era un leone con la testa di coniglio. e per quanto possa sembrarti strano è stata la polemica aperta dalle Lega che sta  facendo rileggere questa storia d'Italia con nuovi occhi


Errore, zagaro, la classe dirigente napoletana aderì al regime sabaudo per salvaguardare i propri
interessi e privilegi di casta contro i "cafoni" perchè l'esercito sabaudo era maggiormente in grado
di garantire la stabilità sociale e politica (ricorrendo se del caso anche alle fucilazioni di massa alla
Cialdini) che l'esercito borbonico, oramai liquefatto, non era più in grado di garantire. Del resto,
non fu in grado di battere Garibaldi nemmeno quando fu l'esercito borbonico a prendere l'iniziativa
alla battaglia del Volturno e ad imporre a Garibaldi la guerra ragionata e la strategia che non era
il suo forte (Garibaldi propendeva per l'improvvisazione, i colpi di mano, gli assalti rapidi e veloci).
Di fronte ad un esercito letteralmente squagliatosi, la classe possidente e la borghesia del Sud
fu ben lieta di abbracciare con entusiasmo il dominio sabaudo e l'annessione al Piemonte. Era il
solo modo di restare saldamente in sella. Un simile atteggiamento fu ben evidente nel romanzo
del principe di Lampedusa Il Gattopardo: il nobiluomo che aveva aderito al regime sabaudo dice
alla madre scandalizzata: "Cosa cambia per noi se al posto dei Borbone ora ci sono i Savoia?
Nulla, cara mamma". Cambiare tutto perchè nulla cambi. Per l'appunto. Le classi elevate hanno
un solo interesse: il loro. Tutto ciò che è buono per loro è buono in se stesso e tutto ciò che è
dannoso a loro è dannoso in se stesso. A finire a Fenestrelle furono gli inguaribili nostalgici. Per
tutti gli altri ci fu l'inserimento immediato nell'esercito piemontese (ora diventato italiano) con gli
stessi gradi. Per ironia della sorte, gli ufficiali garibaldini ci entravano (SE ci entravano) con un
grado inferiore e si trattava di un esercito vincitore. Per quanto riguarda le classi popolari, esse
si ribellavano al dominio piemontese non per patriottismo meridionale o per un sentimento di
lealtà nei confronti di Franceschiello e consorte (la bavarese Amalia) ma solo perchè la pura e
semplice introduzione del liberismo economico sabaudo (contro la struttura economica feudale
che assicurava la sopravvivenza delle classi meno abbienti) aveva gettato nella più nera miseria
una grossa fetta della popolazione meridionale. Quindi, con il senno di poi, non cerchiamo di
vedere nella reazione antipiemontese un fenomeno identitario e culturale: era puro istinto di
sopravvivenza nei confronti di un cambiamento che rischiava di accentuare (come poi li accentuò)
gli squilibri sociali che poi si sarebbero riversati nel brigantaggio prima, nell'emigrazione poi.     

Online Massimo

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #83 il: Luglio 08, 2013, 15:05:36 pm »

non sai essere chiaro perché ti arrampichi sui vetri. Romania è formata in 1918 dall'Unione di tre regioni storiche che anche loro hanno storie e culture complettamente diverse una dell'altra, quindi il tuo paragone perdonami dis aperlo meglio di te c'entra ome cavoli a merenda se vuoi spiegare cosa vuol dire Unità nazionale di qualsiasi nazione sia.

Errore anche da parte tua, Lucia: la Romania sorse come Nazione e come Stato dall'unione dei due
principati, di Moldavia e di Valacchia imposta dal congresso di Parigi come boccone indigesto da far
digerire al Sultano come contropartita dell'appoggio delle potenze occidentali a favore dell'Impero
Turco contro le mire espansionistiche dell'Impero Russo. All'Occidente faceva comodo creare uno
stato cuscinetto tra i due imperi che li separasse territorialmente e così nacque la Romania. Il suo
primo titolare fu il principe Alessandro Cuza. Con la pace di Santo Stefano fu addirittura una linea
collaterale degli Hohenzollern, la dinastia regnante tedesca, a salire sul trono di Bucarest. Con
un regnante tedesco, si evitava il rischio che la Romania diventasse una succursale della Russia.
Quando scoppiò la prima guerra mondiale, l'Ungheria, legata all'Austria dall'Ausgleich (accordo)
del 1867, ne seguì le sorti, fino alla sconfitta e al conseguente prezzo della sconfitta. La Romania
invece, dopo qualche esitazione, decise di schierarsi dalla parte delle potenze dell'Intesa. E' vero
che fu occupata quasi subito dall'esercito del Kaiser. Ma, a guerra conclusa (e vinta da altri), fu
ricompensata con l'annessione della Transilvania che l'Ungheria sconfitta doveva pur cedere a
qualcuno. Dopo la sconfitta, l'Ungheria fu preda di disordini politici e sociali che portarono al potere
il regime comunista di Bela Kun. Si scatenò una guerra civile dalla quale la Romania pensò bene di
approfittare ed intervenne militarmente rovesciando il regime di Bela Kun. Siccome le "liberazioni"
costano sempre care, l'Ungheria pagò la sua, dal comunismo, con la perdita di Cluj, di Arad e di
un'altra bella fetta di territorio nazionale, oltre alla Transilvania già perduta con la guerra. Ecco
quindi il motivo della disgrazia ungherese. In maniera non dissimile è andata all'Italia che per
aver perso la seconda guerra mondiale si è vista privata dell'Istria e della Dalmazia, terre più
che italiane. Capisco quindi il tuo disappunto, cara Lucia, ma devi rassegnarti alle leggi della
Storia: l'Ungheria ha perso la guerra, anzi le guerre e le sconfitte purtroppo si pagano. E caro. 

Offline Stendardo

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #84 il: Luglio 08, 2013, 17:19:01 pm »
Certo e anhce in Dubrovnik tutti parlano slavo.
Ribadisco che questi stati di cui parli tu sono stati nati al tavolino dei vincitori della prima guerra mondiale per distruggere la forza dell'Europa centrale.
Prima che loro si formino non ha senso chiedersi che c'entrano le regioni austro ungariche con quelli dell'Est Europa impoverite anche loro in seguito dello smembramento in stati nazionali inventati al tavolino. Pi se tra Budapest (che era capitale storica di tutte quele regioni) del fine secolo e Trieste non trovi nessuna sommiglianza sei ciecco.
Chi si offende peggio per lui.
A parte questo, i territori italiani si trovavano sotto la giurisdizione austriaca diretta.

E vero era un Imero che non ha imposto una unica lingua nazionale, e poi ha dovuto pagare questa sua tolleranza, umanità, a quelli che invece lottavano per cancellare le differenze locali.

non sai essere chiaro perché ti arrampichi sui vetri. Romania è formata in 1918 dall'Unione di tre regioni storiche che anche loro hanno storie e culture complettamente diverse una dell'altra, quindi il tuo paragone perdonami dis aperlo meglio di te c'entra ome cavoli a merenda se vuoi spiegare cosa vuol dire Unità nazionale di qualsiasi nazione sia.

1. se tu non senti che porti in te due o piu culture e tradizioni diverse, ognuna con il suo valore sei tu che perdi, uniformizzando tutto.
Io non vedo i opposizione il partiotismo locale, il sentirsi orgogliosamente diversi da altri con il patriotismo. Poi tu insista con questa legge che il patriotismo si puo imporre e obbligare.
Poi non è vero ceh gli italiani non sono patrioti nel loro modo, quando portono la pizza, la pasta e il cattolicesimo dovunque nel mondo lo fanno solo perché considerano le cose italiane superiori.

2. infatti la razza e la biologia c'entra ben poco con il sentimento patriotico (penso io poi se uno si identifica con il colore della sau pelle o dei occhi va bene), e nenahce i slogan pariotici imposti dall'alto o qualche inventore.
Ma  alla base del patriotismo sono i significati, i tuoi valori nella vita, e cio che ti manca dal tuo paese, nazione quando te ne vai.

Qui dobbiamo fare come le scuole elementari .

Che cos'è la Nazione ?

1)Il World Book Dictionary definisce la nazione come “la popolazione che occupa uno stesso luogo geografico, unita sotto lo stesso governo, e parlante usualmente la stessa lingua”. Un'altra definizione considera la nazione come uno "stato sovrano" che può far riferimento ad un popolo, a un'etnia, a una tribù con una discendenza, una lingua e una storia in comune" .

2)Il Dizionario della Lingua Italiana "Treccani" dice testualmente che la nazione è : "Il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche indipendentemente dalla realizzazione in unità politica."

Queste non sono parole mie , sono parole del World Book Dictionay e del Dizionariodi Lingua Italiana "Treccani" .

In Ungheria si parla l'ungherese che è una lingua ugro-finnica . Giusto ?
Ci sono zone della Romania dove si parla Ungherese come la Transilvania . Giusto ?
Tuttavia la maggior parte della popolazione rumena parla il rumeno che è una lingua romanza come l'italiano o il francese . Giusto ?
Ergo la Romania e l'Ungheria non sono la stessa nazione perchè la maggior parte della popolazione rumena parla il rumeno .
Francamente non mi sembra di dire nulla di eretico .
Io sento di appartenere a culture e tradizioni diverse che io riconosco nelle loro specificità ma che hanno anche tanti punti in comune come la religione , la storia , l'etnia , la lingua .
Se dovessimo ragionare estremizzando una nazione non potrebbe mai esistere perchè il dialetto , la cultura o la tradizione può variare anche da un paese limitrofo all'altro .
Comunque io non nego assolutamente niente . Sono orgoglioso di essere figlio di diverse culture , tradizioni etc. d'Italia .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Stendardo

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #85 il: Luglio 08, 2013, 17:40:36 pm »
Sai... non saprei proprio quanto peso dare a queste affermazioni.
Per tre ragioni:
- il tasso di alfabetizzazione,
- il latifondismo;
- la disponibilità al tradimento da parte della nobiltà meridionale.

E allora, è innegabile che vi siano state industrie e ferrovie ma... è anche vero che la nobiltà ed il popolo non erano gestiti con metodo.

Posso assicurarti che per quando indegni fossero stati i Savoia, i militari avrebbero dato la loro vita per il Re, anche nella seconda guerra mondiale.
Per alcuni la fedeltà continuò anche dopo il tradimento della fuga e dell'abbandono e si realizzo nella Resistenza e nella fedeltà al giuramento.
Perché, parliamoci chiaro, se non fosse stato per gli ufficiali del regio esercito, all'epoca in maggioranza nobili, le bande partigiane avrebbero finito per farsi concorrenza l'una con l'altra, come banditi.

Gli eroi....

Gli eroi del Risorgimento erano per di più nobili....

A loro dava fastidio che l'ufficialotto autriaco passasse loro davanti nelle file all'ufficio postale.

Se ancora oggi il livello d'educazione è più alto in Veneto che in altre regioni italiane (lo dico per esperienza diretta),  posso credere che la dominazione austriaca abbia fatto bene e che, da parte di qualcuno, ci sia il ricordo del rimpianto delle confessioni dei bisnonni.

E poi... alcuni tra gli eroi citati, visti dall'altra parte erano traditori...
Perché tradirono? Erano agenti sabaudi infiltrati, massoni o volgari venduti?

Quanti furono? Furono più o meno dei traditori comandanti del Rd2S?

Beh... questo ce lo dice la Storia... Lo si può misurare con l'esito delle guerre che i sabaudi persero o vinsero contro di loro.

Perduta l'indipendenza i settori produttivi dell'ex reame borbonico entrarono in una profonda crisi (Fonte : Egidio Sterpa, Anatomia della questione meridionale, pag. 6-7, Editrice Le Stelle, Milano 1878) . Finché il nuovo Stato non avviò una politica di industrializzazione (1878) le ripercussioni dell'annessione prima e le politiche doganali adottate poi, segnarono la fine delle non più "protette" imprese meridionali rispetto alla concorrenza europea ed italiana. (Fonte : Giustino Fortunato, Il Mezzogiorno e lo stato italiano; discorsi politici (1880-1910), vol.2, Laterza, 1911)
 
Secondo le ricostruzioni di Nitti (Fonte : F.S. Nitti, Nord e Sud, Torino, 1900 http://www.bibliotecadigitalefondazionegramsci.org/index.php?option=com_flippingbook&view=book&id=3:opuscolo-171) le consistenti ricchezze del regno, oltre a contribuire in modo preponderante alla formazione dell'erario nazionale, furono destinate prevalentemente al risanamento delle finanze di regioni settentrionali compromesse dalla sproporzionata spesa pubblica sostenuta dal Regno di Sardegna in quegli anni, cioè allo sviluppo delle province del cosiddetto "triangolo industriale" (Fonte :Nicola Zitara, L'Unità d'Italia: nascita di una colonia, Milano, 1971, p.37) (Fonte : Egidio Sterpa, Anatomia della questione meridionale, pag.152/161 (Francesco Saverio Nitti), Editrice Le Stelle, Milano 1878) . Il debito pubblico piemontese crebbe nel decennio precedente al 1860 del 565%, producendo come effetto un aumento delle tasse (furono introdotte negli stati sardi 23 nuove imposte negli anni '50 dell'800), la vendita dei beni demaniali (come lo stabilimento siderurgico di Sampierdarena) e la necessità di contrarre grandi prestiti, rimettendo in questo modo le sorti dello stato sabaudo nelle mani di alcuni grandi banchieri (come i Rothschild) (Fonte : Morya Longo, Il Sole 24 Ore, 17 marzo 2011) . Al contrario nello stato borbonico, riporta Giacomo Savarese (Ministro e Consigliere di Stato nel 1848), il debito pubblico corrispondeva al 16,57% del PIL ed esistevano solo 5 tasse tramite le quali le rendite pubbliche in quegli anni aumentarono da 16 milioni a 30 milioni di ducati "per effetto del crescere della ricchezza generale". (Fonte : Giacomo Savarese, Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1848 al 1860, Napoli 1862)
Recenti ricerche (Fonte : Rivista di Politica Economica) hanno evidenziato come prima dell'Unità non esistessero sostanziali differenze economiche tra sud e nord in termini di prodotto pro capite e industrializzazione (Fonte : Daniele - Malanima) (Fonte : Banca d'Italia - n. 4 - Attraverso la lente d’ingrandimento: aspetti provinciali della crescita industriale nell’Italia postunitaria) e come il divario cominciò a presentarsi invece negli ultimi anni dell'800, allargandosi da quel momento in poi fino a creare l'attuale dualismo tra centro-nord e Mezzogiorno, all'origine della cosiddetta questione meridionale messa in evidenza proprio in quel periodo da politici e studiosi del sud come Sidney Sonnino, Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Guido Dorso, Francesco Saverio Nitti e Antonio Gramsci. Le difficoltà economiche e le speranze deluse del proletariato meridionale negli anni successivi all'Unità d'Italia furono all'origine della lotta armata che infiammò le campagne dell'ex regno borbonico, definita "lotta al brigantaggio". La povertà portò inoltre alla formazione di un massiccio flusso migratorio, assente in epoca preunitaria (Fonte : Massimo Viglione, Francesco Mario Agnoli, La rivoluzione italiana: storia critica del Risorgimento, Roma, 2001, p. 98) (Il dato per il centro-nord è costruito aggregando i dati relativi alle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria e Marche; il dato per il centro-sud è costruito aggregando i dati relativi alle regioni Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) . Il declino economico del sud divenne percepibile anche a causa delle diverse proporzioni che assunse il flusso migratorio tra le varie parti del paese: se nel periodo 1876-1900, su un totale di 5.257.911 espatriati, la gran parte degli emigrati all'estero furono abitanti delle regioni centro-settentrionali (il 70,8% partì dal centro-nord e il 29,2% dal centro-sud) (Fonte : Giustino Fortunato, Il Mezzogiorno e lo stato italiano; discorsi politici (1880-1910), vol.2, Laterza, 1911, p.329) , in quello 1900-1915, su un totale di 8.769.785 esuli, la tendenza si invertì ed il primato migratorio passò alle regioni meridionali, con una riduzione degli emigrati settentrionali e una crescita di quelli dal Mezzogiorno (il 52,7% partì dal centro-nord e il 47,3% dal centro-sud) (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947, p.37): in particolare, su meno di nove milioni di emigrati, quasi tre milioni provenivano da Campania, Calabria e Sicilia (Fonte: Rielaborazione dati Istat in Gianfausto Rosoli, Un secolo di emigrazione italiana 1876-1976, Roma, Cser, 1978) .
Lo stesso Giustino Fortunato, benché avesse posizioni molto critiche nei confronti delle politiche borboniche e fosse un fervido fautore dell'unità nazionale, sostenne che il danno maggiore inflitto all'economia del Mezzogiorno dopo l'unità d'Italia fu causato dalla politica protezionistica adottata dallo stato italiano nel 1877 e nel 1887, che a sua detta determinò "il fatale sagrifizio degl'interessi del sud" e "l'esclusivo patrocinio di quelli del nord", in quanto cristallizzò il monopolio economico del nord sul mercato italiano (Fonte : Giustino Fortunato, Il Mezzogiorno e lo stato italiano; discorsi politici (1880-1910), vol.2, Laterza, 1911, p.329) . A supporto di questa tesi ci sono gli studi condotti dallo storico dell'agricoltura italiana Emilio Sereni, il quale individuava l'origine dell'attuale questione meridionale nel contrasto economico tra nord e sud che si venne a creare in seguito all'unificazione dei mercati italiani negli anni immediatamente successivi alla conquista militare del reame, affermando che: "Il Mezzogiorno diviene, per il nuovo Regno d'Italia, uno di quei Nebenlander (territori dipendenti), di cui Marx parla a proposito dell'Irlanda nei confronti dell'Inghilterra, dove lo sviluppo capitalistico industriale viene bruscamente stroncato a profitto del paese dominante" (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947, p.37). Gradualmente le manifatture e le fabbriche del Mezzogiorno decaddero: l'industria locale cedette sotto i colpi combinati dell'industria forestiera e soprattutto di quella settentrionale, che grazie a politiche protezionistiche venne messa dai governi del tempo nelle condizioni ottimali per poter conquistare il monopolio del mercato nazionale (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947, p.38) . Il sud quindi fu avviato ad un processo di agrarizzazione, e la massa di lavoro che gli operai e le popolazioni contadine impiegavano in altri tempi nelle lavorazioni connesse all'industria restò inutilizzata, provocando un marasma non solo industriale ma anche agrario. Se nelle campagne il malcontento delle masse contadine prendeva la via della rivendicazione legittimista, nei centri industriali del vecchio reame si verificò in quegli anni la nascita di nuclei socialisti ed anarchici (è da ricordare che le prime sezioni italiane ad aderire all'Internazionale nacquero a Napoli e a Castellammare pochi mesi dopo la nascita dell'organizzazione a Londra ) (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947, p.122) a cui aderirono operai e giovani intellettuali di estrazione borghese (come Carlo Cafiero, Emilio Covelli, Francesco Saverio Merlino, Errico Malatesta ed Antonio Labriola). (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947, p. 121) Questo processo avvenne gradualmente nei primi decenni di vita del Regno d'Italia, e già nel 1880 l'industria italiana era ormai per gran parte concentrata nel triangolo industriale. La questione meridionale emerse durante il processo di formazione e di assestamento del mercato nazionale. Essa, con i suoi vizi d'origine, acquistò un'acutezza sempre maggiore nel corso dello sviluppo capitalistico dell'economia italiana, complicandosi a mano a mano di nuovi fattori sociali e politici. (Fonte : Emilio Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Einaudi 1947) .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #86 il: Luglio 08, 2013, 17:57:07 pm »
C'è una grande differenza di quando è stato introdotto l'obbligo scolastico in Nord e quando in Sud?

Da una indagine condotta dal centro demoscopico 'Cierre Ricerche' e basata su dati Istat , attualmente le regioni dove vige il più alto tasso di analfabetismo sono :
1)Trentino Alto Adige : 19 analfabeti ogni 100 persone ;
2)Friuli Venezia Giulia : 13,2 analfabeti ogni 100 persone ;
3)Lombardia : 12,6 analfabeti ogni 100 persone ;
4)Veneto : 11,7 analfabeti ogni 100 persone .

Fonte : http://www.osservatoriotributario.it/detail_notizie.asp?Chiave=272

ANALFABETI: LA PERCENTUALE PIU' ALTA AL NORD, AL SUD PIU' CERVELLONI
 
 
 


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Se e' vero che molti giovani al Sud non sanno ne' leggere ne' scrivere, e' in percentuale il Nord ad ospitare il maggior numero di giovani analfabeti, mentre e' al Sud che vivono i superlaureati italiani, quelli che hano concluso gli studi a tempo di record. E' quanto emerge da una indagine condotta dal centro demoscopico 'Cierre Ricerche' e basata su dati Istat. Quasi 43.000 giovani italiani sono analfabeti, su un totale di 782.342 di persone tra i 15 e i 34 anni, e sono concentrati soprattutto al Nord. In Trentino Alto Adige, che guida la classifica dell'analfabetismo in Italia, vivono 19 analfabeti su 100 rilevati. Seguono il Friuli Venezia Giulia con 13,2 giovani analfabeti, e poi la Lombardia con 12,6 unita' e il Veneto con 11,7. Ultima della classifica, e quindi detentrice del dato piu' positivo, e' la Basilicata con appena due giovani analfabeti su 100. Con un dato di poco peggiore ci sono la Calabria e il Molise con 3,1 giovani analfabeti e l'Abruzzo (3,2). In termini assoluti, invece, sono tre le regioni in cui si concentra il maggior numero di analfabeti under 34: poco meno di uno su due vive in Campania, Sicilia e Umbria, dove sono stati rilevati complessivamente 19.684 giovani analfabeti su un totale nazionale di 42.869, pari, quindi, al 45,9 per cento. Sul versante opposto, i 'cervelloni', quelli che oltre a saper leggere e scrivere, si inscrivono all'universita' a 19 anni e a 23 sono gia' laureato, sono solo 32.932 su un totale di circa 3,5 milioni di laureati. Sette regioni, la maggior parte meridionali, superano a media italiana dei superlaureati: a guidare la classifica dei 'cervelloni' d'Italia e' la Puglia che con 3.025 superlaureati su un totale complessivo di 203.770 laureati raggiunge un peso percentuale dell'1,48 per cento. A seguire altre quattro regioni del Sud: Campania (1,21%), Basilicata (1,18%), Calabria (1,14%) e Molise (1,02%). Per il Nord, le migliori sono la Lombardia con 5.710 cervelloni su 570.203 laureati pari all' 1%, e il Veneto (0,99%). In termini assoluti, il maggior numero dei cervelloni risiede in Campania, Lombardia e Lazio: 13.271 superlaureati, pari al 40,3 per cento del totale di quelli rilevati in Italia. © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 27/05/2005 20:32
 
 
 
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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #87 il: Luglio 08, 2013, 18:53:05 pm »
ma chi cazzo ha mai scritto qui che gli austriaci ci consideravano al loro pari ? loro non consideravano pari neppure i tedeschi figurarsi tutti gli altri.
dico solo che a differenza della vulgata romano-centrica nel lombardo veneto hanno lasciato un ottimo ricordo come buoni amministratori, l'esatto opposto di chi e' venuto dopo di loro tanto piu' i Savoia che ci hanno ridotti alla fame e all'emigrazione.

a che serve diventare italiani a calci in culo se poi non c'e' manco il pane in tavola ?
perche' e' a calci in culo che ci hanno costretti a diventare italioti, non dimenticarlo, nessuno vi ha chiamati salvo i circoli massoni e carbonari che ora nei libri di storia gia' delle medie vengono celebrati come eroi e patrioti.

X regio : e infatti e' quello che io ho scritto fin dall'inizio, che la X regio non pagava dazio, e questo IMPLICITAMENTE in quanto composta da cittadini dell'alleanza con roma !

smettiamola di chiamarla italia, si trattava di una serie di alleanze militari che solo in seguito si e' tramutata in esercito comune e tutto il resto, ma cosa credi che le regioni e le tribu' italiane solo a vedere i romani arrivare si cagassero sotto ? i celti lombardi di Brenno hanno razziato Roma molto prima che si blaterasse di Italia eh .. da cui il detto "Vae Victis" ...

tu la vedi come una cosa granitica e millenaria, di fatto e' durata pochi secoli e ha fatto una brutta fine anche sotto il peso del suo stesso marciume esattamente come fara' l'italietta attuale che e' tenuta insieme con nastro adesivo e fil di ferro.

tu citi i leghisti io ti tiro in ballo i separatisti siciliani, sardi, e tutti i pro-borbone a napoli e nel sud e non sono pochi anzi perso siano piu' al sud che al nord ormai.

leggiti alcuni interessanti libri della Pellizzari in merito.

Etruschi e greci : no intendevo far notare che secoli prima dell'arrivo dei romani in nord italia c'erano gia' commerci stabili con la magna grecia e pure con l'ambra in nord europa che passava dal brennero, tu romanofilo pensi la gente vivesse in palafitte o nelle caverne fatti un giro nei museu nostrani la tecnologia in lombardo-veneto non aveva nulla da invidiare a quella romana non a caso non hanno mai osato farci guerra e invaderci.

Plinio : per l'esattezza dice che i Veneti non sono poi molto diversi dai celti ma parlano una lingua diversa, poi cita i reti e gli euganei e dice ci sono anche altre tribu' ma che non contano un cazzo.

NON ricordo proprio Plinio citare alcun link tra veneti e romani, quello lo fanno altri autori con la scusa dei Troiani, di Enea e di Antenore.
e lo fa anche Omero e altri autori greci se e' per questo a riguardo degli Henetoi o Enetoi.

Veneti sono un popoli italico di latino-falisci ???? ma de che, su cosa si basa questa bestemmia ? tanto per iniziare ci sono almeno 20 teorie diverse sull'origine dei veneti e non parliamo di etruschi e liguri ...

la stessa lingua venetica e' ancora oggetto di discussione, e tende molto piu' al greco antico che non al latino pre augusteo sotto ogni punto di vista, beninteso che c'e' pure chi teorizza sia una lingua proto slava, o illirica, o perfino che sia tutto sbagliato e sia una lingua autoctona e che loro discendano dalla cultura villanoviana.

non c'e' nessun agreement in merito e i reperti migliori poi sono sparsi da bologna fino a Maribor in slovenia ...

oltre che poi c'erano i celti cenomani e altre tribu' meno note quindi non era neanche un popolo compatto e etnicamente omogeneo come certi credono.

Ripeto ancora una volta : ma sei stupido a fai soltanto finta di essere stupido ? A questo punto io sarei più propenso per la prima ipotesi .
La X°Regio Venetia et Histria non pagava dazio non perchè i suoi abitanti erano considerati una tribù alleata o alleati generici ma perchè nel 49 a.C. con la Lex Roscia anche gli abitanti del nord Italia ottennero il Plenum Ius ossia la cittadinanza romana piena venendo considerati "Romani" ed "Italiaci" a tutti gli effetti , gli altri abitanti dell'impero romano , invece , erano tenuti al pagamento dei tributi in quanto non avevano la piena cittadinanza romana , ma il "diritto latino" che è un diritto minore rispetto al Plenum Ius .
La X°Regio Venetia et Histria altro non era che la numero 10 delle "regiones" con la quale l'Imperatore Cesare Augusto suddivise l'Italia .
Con l'avvento dell'impero Augusto provò a riorganizzare le città della penisola in base a criteri etnici, linguistici nonché geografici, probabilmente a causa del fallimento del precedente sistema organizzativo in tribù territoriali. Non si hanno certezze riguardo alla finalità dell'organizzazione dell'Italia in regiones; tra le ipotesi più probabili c'è che le regiones dovessero costituire il nuovo quadro per i censimenti o per il sistema fiscale. Come riferito da Plinio il vecchio nella sua Naturalis Historia, Augusto riorganizzò l'Italia suddividendola nelle seguenti regioni:
 Regio I Latium et Campania
 Regio II Apulia et Calabria
 Regio III Lucania et Bruttii
 Regio IV Samnium
 Regio V Picenum
 Regio VI Umbria et ager Gallicus
 Regio VII Etruria
 Regio VIII Aemilia
 Regio IX Liguria
 Regio X Venetia et Histria
 Regio XI Transpadana
Che significa smettiamola di chiamarla Italia ? Il nome utilizzato era proprio quello "ITALIA" e non c'era alcuna alleanza militare tra le varie "regiones" erano tutti considerati "Italici" e "Romani" ! Somaro !
Si proprio i celti...che presero scoppole dai Romani in ogni dove...in Gallia , in Britannia , in Pannonia , nel nord Italia , nella Galizia , nell'Iberia...Paragonare i celti ai Romani...
Quello che contano sono i fatti : adesso l'Italia esiste , Mentre è la tua repubblichetta di pescatori infami corsara che è sprofondata nel marciume e che non tornerà più ! Il resto sono chiacchiare .

I Romani non hanno mai "osato invadere il lombardo-veneto" e la "tecnologia del lombardo veneto non aveva nulla da invidiare a quella dei romani" . Ma che idiozie vai dicendo ?
Ma se la Gallia Cisalpina fu conquistata definitivamente dai Romani con Publio Cornelio Scipione intorno al 200 a.C. quando cacciarono a calci in culo i cenomani , gli insubri , i boi , i galli , ed i picentes !
Di quale tecnologia parli ? Quando a Roma si parlava di diritto , si disqusiva di filosofia , di arte e di scenza , quando a Roma c'erano strade , ponti , edifici , monumenti ed acquedotti  , quando Cicerone faceva le sue arringhe presso il Senato della Repubblica Romana , voi eravate tribù selvagge e barbare che vivevano in caverne o in palafitte ! Ma di che stiamo parlando ?

Ripeto che c'entra il fatto che gli Etruschi commerciavano con la Magna Grecia prima di Roma ? Che significa ?
Allora poichè gli Etruschi commerciavano con la Magna Grecia prima di Roma , vuol dire che la Toscana non è Italia ?


 
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Offline ilmarmocchio

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #88 il: Luglio 08, 2013, 18:54:46 pm »
"prive di alcuna correlazione con una critica obiettiva"

????!!!  prive?

questo passaggio dei cazziatori è impagabile :doh:

Offline Stendardo

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Re:Se dici "Italia di merda" per strada ti condannano
« Risposta #89 il: Luglio 08, 2013, 19:18:54 pm »
*Tutto* il Popolo Italiano un par di balle.

Sono comunque convinto che Mussolini sia stato costretto da molte lobby a prendere parte al conflitto.
C'è un sito di controstoria dal quale si può consultare un intero libro sull'argomento.
Tesi più che convincente.

Il problema lo sai qual è ?

Che noi italiani saliamo sempre sul carro del vincitore !

Abbiamo trovato il capro espiatorio (Mussolini) e tutto va bene gli italiani sono diventati illibati come delle povere verginelle indifese...la colpa è senz'altro tutta sua...
Anche i partigiani erano 4 gatti fino al Marzo 1945 . Nell'Aprile 1945 erano tutti partigiani...50.000-60.000 combattenti per tutta la guerra fino al Marzo 1945 e quando finì la guerra nell'Aprile 1945 erano 300.000...
Fonti degli stessi partigiani :
Marzo 1945 80.000 (fonte Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (Giugno 1944-aprile 1945), a cura di Giorgio Rochat, prefazione di Ferruccio Parri. Franco Angeli, 1972)
Aprile 1945 300.000 (fonte Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (Giugno 1944-aprile 1945), a cura di Giorgio Rochat, prefazione di Ferruccio Parri. Franco Angeli, 1972)
Anche i tedeschi hanno appreso molto bene dagli italiani...gli ebrei sono stati uccisi da Hitler . I tedeschi non c'entrano niente . Era lui il "pazzo" gli altri tedeschi invece , erano i "normali" secondo la vulgata corrente di oggi .
Nel 1945 i tedeschi erano dei fanatici antisemiti e mai nessun tedesco che si sia posto il minimo dubbio su ciò che stava accadendo appena fuori dalle loro città...appena un anno dopo... la Germania è diventata fanaticamente filoisraeliana...Non credo che un fanatico antisemita possa diventare in breve tempo filoisraeliano non credo che i sentimenti si possano mutare così repentinamente , se non per semplice opportunismo , i tedeschi per semplice opportunismo sono diventati filoisraeliani , l'importante è stare bene , vivere comodi e fare carriera...

Articolo "A non volere la guerra era rimasto solo Mussolini" .
fonte : http://cronologia.leonardo.it/mondo23d.htm

« Ultima modifica: Luglio 08, 2013, 19:34:01 pm da Standarte »
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