E' ovvio, secondo questa logica lui, togliendosi la vita, "costringerebbe" lei a vivere con EVENTUALI (molto eventuali...) sensi di colpa sino alla fine dei suoi giorni, naturalmente questo a parti invertite non vale...
Poi che soffrirà di tremendi sensi di colpa è tutto da vedere, se l'ha mollato dopo 7 anni di convivenza è perché evidentemente non lo amava più(e magari non l'ha mai amato davvero, ma l'ha soltanto usato per soddisfare i propri egoismi,
come capita purtroppo in tante coppie, in cui uno dei due- indipendentemente dal sesso, sia uomini che donne- ama veramente, mentre l'altro/altra ama molto meno, o non ama per niente!), perciò dipende tutto dalla sensibilità di questa ragazza. Se è molto sensibile, soffrirà qualche senso di colpa, se è una stronza che non l'ha mai amato e l'ha soltanto usato, se ne fregherà altamente, e troverà mille alibi per giustificarsi moralmente...
Ma non conoscendo assolutamente nulla della vita di questo suicida, non conoscendo la sua storia d'amore, non conoscendo il comportamento della donna che l'ha lasciato, è idiota dare giudizi, di qualsiasi genere essi siano!Non possiamo condannare la ragazza, ma non possiamo nemmeno condannare il suicida.
Accusare il suicida di "violenza morale" contro le donne è il colmo dell'imbecillità femminista!(e il fatto che sia stato scritto da un uomo, è ancora più deprimente )