fonte :
http://www.adiantum.it/public/3389-il-diritto-dei-figli-al-vero-affido-condiviso-deve-essere-asessuato.aspIl diritto dei figli al vero affido condiviso deve essere asessuato
Osservatorio sul Condiviso
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13/07/2013 - 11.56
Da più parti, dati alla mano, piovono dubbi velati (ma non troppo) sull’imparzialità di quella parte di Magistratura che si occupa di diritto di famiglia. In alcuni casi, poi, si tratta di accuse esplicite in merito a provvedimenti preconfezionati, nati sulla scia di discriminazioni consolidate piuttosto che da un’analisi oggettiva degli atti. La fiducia della cittadinanza nella giustizia è ormai arrivata sotto le suole, e non da oggi.
Forse è il caso di tentare nuove strade, reiterando una proposta che coltiviamo da qualche anno: perché non spersonalizzare le decisioni, perché non esaminare i casi oscurando le generalità delle parti?
Si tratta di una proposta tesa a garantire trasparenza, imparzialità di giudizio, assenza di schemi precostituiti. E a ricostruire la fiducia della cittadinanza, mettendo la Magistratura al riparo da dubbi, insinuazioni, maldicenze .
Pertanto, di ogni genitore venga doverosamente descritto il comportamento nei confronti sia della prole che dell’altro coniuge, le caratteristiche reddituali ed ogni altro dettaglio utile, infine le istanze, senza però specificare se si tratti della madre o del padre.
Le decisioni vengano prese su dati oggettivi ed impersonali, eliminando soggettività, sovrastrutture culturali e pregiudizi di genere. Solo dopo l’omologa, a risultato acquisito, vengano aggiunte le generalità delle parti.
Quello del Giudice è il ruolo terzo per eccellenza, o almeno dovrebbe esserlo. Che bisogno ha di sapere se sta prendendo una decisione a favore di un uomo o di una donna al momento di disporre la collocazione dei figli, il pagamento di un assegno, i tempi di una vacanza?
Il bene tutelato è - o dovrebbe essere - il superiore interesse del minore, un diritto asessuato; quindi non sarebbe male prendere ogni decisione a favore dei figli basandosi esclusivamente sull’analisi oggettiva degli atti; quale sarà il genitore indirettamente beneficiario di un provvedimento dovrebbe emergere solo in seguito.
Invece il sesso del genitore, emergendo fin dall’inizio, ha l’effetto di orientare ogni scelta fin dalla fase embrionale del procedimento: piaccia o meno, è questa la stortura lamentata coralmente da genitori ed avvocati.
Anzi, soprattutto dagli avvocati, i quali sanno perfettamente che i genitori non partono alla pari, questo è chiaro a tutti; quindi il ruolo del legale cambia in funzione del cliente che ha davanti. Con alcuni clienti può garantire dei risultati, con altri deve cercare di limitare i danni.
Il genitore che ha la certezza di diventare prevalente (affidatario o collocatario non cambia nulla, sempre prevalente è) rappresenta una tipologia di cliente con la strada in discesa alla quale si possono garantire dei risultati.
A prescindere dalla fondatezza o meno della stortura lamentata, appare opportuno restituire al Tribunale, anche formalmente, quella certezza di imparzialità che oggi scarseggia. Altrimenti il procedimento giudiziario si certifica come il suo opposto: che una delle parti abbia la certezza di uscirne penalizzata è una negazione del Diritto nella sua accezione più alta.
E le parti, in tal modo non comparirebbero mai in Tribunale?
Non crediamo sia indispensabile. Siamo realisti:
- già oggi le trattative vere e proprie avvengono negli studi legali,
- già oggi l’avvocato raccoglie le richieste del proprio assistito e tenta di farle collimare con quelle di controparte,
- già oggi se i genitori in tribunale non comparissero affatto pochi giudici se ne accorgerebbero....
Un tentativo fittizio di riconciliazione, strascico del Concordato noiosamente doveroso ma cronicamente inutile, e morto li. I pochi minuti di udienza si risolvono in un veloce scambio tra giudice e legali, le parti non hanno la possibilità di incidere concretamente nel dibattimento. Quindi …
Un esperimento simile andrebbe almeno testato per un anno, sarebbe interessante analizzare i risultati prima di trasformare il periodo sperimentale in una consuetudine giurisprudenziale o in una riforma normativa. A fine anno sarebbe interessante confrontare le misure erogate con quelle dello stesso tribunale, ma relative al biennio precedente al periodo sperimentale.
Andando a ritroso, siamo sicuri che ogni provvedimento preso nei tribunali Ordinari e per i Minorenni, nelle Corti d’Appello ed in Cassazione, rimarrebbe invariato se i Giudici non fossero condizionati dal sapere in anticipo chi stanno giudicando?
In sostanza, l’imparzialità di giudizio è sempre rimasta pura, o talvolta viene inquinata da pregiudizi sessisti? Non crediamo che si tratti esclusivamente di pregiudizi sessisti, ma il timore è che gran parte dei provvedimenti - apparentemente incomprensibili nella propria illogicità - nascano dal terrore di alcuni Magistrati di uscire dal solco tracciato.
In sostanza, si fa così perché si è sempre fatto così. Ogni tanto, per dare un contentino, si fa una riforma sulla carta e poi si fa di tutto per non applicarla.
Fonte: Redazione - Fabio Nestola