Autore Topic: la solitudine maschile come problema sociale?  (Letto 39313 volte)

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Offline donzella

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #105 il: Luglio 29, 2013, 17:47:07 pm »
l'idea che mi sono fatto è che non esista simmetria sessuale tra uomo e donna perché la donna, avendo maggiore selettività nella scelta del partner, tende a rifiutare molto di più. in natura osserviamo che le femmine clusterano attorno ai maschi in cima alla gerarchia del branco ignorando gli altri.
 
inoltre bisogna considerare che i consumi sono propulsi dall'allettante promessa di un ritorno in termini di sesso e compagnia femminile: perché facciamo straordinari per comprarci i vestiti firmati e il macchinone? perché spendiamo quattrini per frequentare locali con musica a volume spaccaossa e per ingurgitare pessimi intrugli alcolici? quando sempre più uomini si accorgeranno che questa ridicola pantomima del rincorrere a vuoto le donne (sempre più disinteressate a loro) non vale il loro tempo, le istituzioni e l'apparato economico-mediatico che cosa escogiteranno per metterci una pezza?

Quello che piace alle donne secondo me non ha a che fare coi soldi. Credo che una donna si senta attratta da un uomo forte, che la guida, che è autorevole e che la argina. Noi donne siamo umorali, istintive, emotive, soggettive, nervose e spesso tendiamo a compatirci, amiamo l'uomo deciso che non dà spazio alle nostre fobie, che non se ne lascia ricattare, che al contrario fa da "traino" in ragione della sua maggiore razionalità, obiettività, equilibrio e misura.

Gli uomini non dovrebbero farsi trascinare dal panico o dall'ansia, o dare corda alle manie delle donne, ma recuperare saldamente il comando della coppia. Lo so che non è sempre facile, ma se un uomo lo fa, in un rapporto diventa vincente, se invece diventa succube della donna, quella lo rovina dal punto di vista prima di tutto psicologico!

Un uomo deve essere in grado di  rimettere la donna al suo posto, con gentilezza ma in modo fermo. Le donne non ammirano nell'uomo i comportamenti simili a quelli femminili, ma quelli che dal femminile si distinguono!

Offline controcorrente

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #106 il: Luglio 29, 2013, 18:16:03 pm »
Quello che piace alle donne secondo me non ha a che fare coi soldi. Credo che una donna si senta attratta da un uomo forte, che la guida, che è autorevole e che la argina. Noi donne siamo umorali, istintive, emotive, soggettive, nervose e spesso tendiamo a compatirci, amiamo l'uomo deciso che non dà spazio alle nostre fobie, che non se ne lascia ricattare, che al contrario fa da "traino" in ragione della sua maggiore razionalità, obiettività, equilibrio e misura.

Gli uomini non dovrebbero farsi trascinare dal panico o dall'ansia, o dare corda alle manie delle donne, ma recuperare saldamente il comando della coppia. Lo so che non è sempre facile, ma se un uomo lo fa, in un rapporto diventa vincente, se invece diventa succube della donna, quella lo rovina dal punto di vista prima di tutto psicologico!

Un uomo deve essere in grado di  rimettere la donna al suo posto, con gentilezza ma in modo fermo. Le donne non ammirano nell'uomo i comportamenti simili a quelli femminili, ma quelli che dal femminile si distinguono!

Non è affatto facile e tu giustamente lo sottolinei. E non è cosi' scontato che in questo modo si ha successo con le donne. Perchè anche noi uomini siamo esseri umani, e come tali abbiamo le nostre fragilità, i nostri limiti, i nostri difetti e milioni di altre negatività. E perchè non sempre siamo tanto psicologi, cosi' come non lo sono le donne. IO PER PRIMO.
E perchè come dice la canzone (io l'ho sperimentato parecchie volte): "Se sei buono ti tirano le pietre, sei cattivo ti tirano le pietre, sei una via di mezzo ti tirano le pietre....".  Insomma non si sa mai quello che caspita volete.....
Piuttosto visto che se credente, volevo dirti: non è ora che le donne faccciano agli uomini, ciò che vorrebbero gli uomini facessero a loro?

Io donna da un uomo voglio questo questo e quest'altro, ma perchè io donna non lo faccio IO per prima nei confronti di un uomo??
Chi mi credo di essere, per esigere che gli uomini debbano essere sempre a mia disposizione e secondo i miei capricci e i miei voleri???? Solo perchè ho un buco in mezzo alle gambe????

Sarebbe un grosso gesto di umiltà, di empatia, di bontà e generosità da parte di voi donne. In questo modo come per incanto si risolverebbero tutti i conflitti tra i sessi. D'altra parte Gesù Cristo con questa frase si rivolgeva a tutti, agli uomini verso le donne, agli uomini verso gli uomini, alle donne verso le donne, ALLE DONNE VERSO GLI UOMINI.
« Ultima modifica: Luglio 29, 2013, 18:29:49 pm da controcorrente »

Offline Warlordmaniac

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #107 il: Luglio 29, 2013, 20:19:09 pm »
Ma in pratica CC che dovrebbero fare? Essere seducenti con chi non vorrebbero stare insieme?

Offline controcorrente

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #108 il: Luglio 29, 2013, 21:03:38 pm »
Ma in pratica CC che dovrebbero fare? Essere seducenti con chi non vorrebbero stare insieme?

Semplice: dovrebbero farsi un profondo esame di coscienza, domandarsi LORO per prime come sono fatte, prima di pretendere e basta da un uomo.
Esempio: se io donna sono antipatica con gli uomini, come posso pretendere che gli uomini siano simpatici con me?

Offline donzella

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #109 il: Luglio 30, 2013, 09:51:30 am »
Io donna da un uomo voglio questo questo e quest'altro, ma perchè io donna non lo faccio IO per prima nei confronti di un uomo??
Chi mi credo di essere, per esigere che gli uomini debbano essere sempre a mia disposizione e secondo i miei capricci e i miei voleri???? Solo perchè ho un buco in mezzo alle gambe????

Sarebbe un grosso gesto di umiltà, di empatia, di bontà e generosità da parte di voi donne. In questo modo come per incanto si risolverebbero tutti i conflitti tra i sessi. D'altra parte Gesù Cristo con questa frase si rivolgeva a tutti, agli uomini verso le donne, agli uomini verso gli uomini, alle donne verso le donne, ALLE DONNE VERSO GLI UOMINI.

Sai qual è il vero nome di questo problema? Potere! Se a una donna lasci troppo potere il risultato è questo qua, e te lo dico io che, in quanto donna, lo so bene!

Dove lavoro ci sono circa 20 donne e un solo uomo, che è il capo. Tu non puoi immaginare la babilonia che c'era prima che arrivasse lui. Dispetti, liti, gelosie, rivalità, capricci... la vita era un inferno!
Poi è arrivato lui, si è imposto, e adesso ognuna al suo posto, a fare il suo lavoro senza mettersi di traverso per futili motivi.

noi donne il potere non ce l'abbiamo mai avuto e non lo sappiamo gestire: lo usiamo per distruggere, non per costruire. Abbiamo una innata volontà a primeggiare sugli altri, a identificare il nemico in chiunque minacci la nostra supremazia, e a volerlo schacciare e piegare ai nostri desideri, vogliamo privilegi, siamo maestre a non voler seguire le regole ma a volerle fare, e a separare, mettere disaccordo, creare incomprensioni, perchè chi divide impera... Il sogno della donna è essere la vittoriosa e unica superstite sul campo di battaglia, poco importa quanto spargimento di sangue ci vorrà, l'importante è averla vinta. E' una competitività sterile, mentre gli uomini, quando competono, generalmente lo fanno per un fine più utile che stravincere.

E' culturale? E' genetico? non lo so. però è così.

Per quello, vivendo orami da anni accanto ad un uomo dominante, mi sono convinta che l'unica possibilità è la società patriarcale: la donna non deve avere potere, quello deve averlo l'uomo, che lo sa gestire in modo da mettere ordine e far funzionare. la donna deve avere il suo ruolo in cui fa e può far bene, ma con dei paletti che impediscano alla sua natura sterilmente competitiva di avere il sopravvento.

Un tempo gli uomini non avevano paura di esercitare autorità in casa, adesso, per via della cultura dominante, capita che ragazzi intelligenti come te si pongano il problema: "Insomma non si sa mai quello che caspita volete....".. Ma il giusto obiettivo per un uomo non è "piacere" ma esercitare al meglio la sua natura dominante. Nel farlo, non fa del bene solo a sè, ma anche alla donna e alla società!

Offline Lucia

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #110 il: Luglio 30, 2013, 10:12:20 am »
Donzella avere potere significa avere la responsabilità, solo che molti la confondono sia le donne che gli uomini.
Pensano che potere significa privileggi e non obblighi.

noi donne il potere non ce l'abbiamo mai avuto e non lo sappiamo gestire:

1. se una donna è cresciuta per essere responsabile per cio che ha, quindi cio che è nel suo potere allora lo saprà gestire.
Se non non.
La donna dell'aristocrazia sapeva come guidare l'amministrazione dei suoidomini, o sapeva anche come parlare in maniera diplomatica per attirare i favori per il suo marito, la moglie dell'operaio almeno nella mia famiglia era lei che gestiva tutti i soldi della famiglia (mentre lui lavorava). Una madre di 7 figli si ceh deve sapere metterli in regola e commandargli perché rispettino le regole.

Citazione
siamo maestre a non voler seguire le regole ma a volerle fare, e a separare, mettere disaccordo, creare incomprensioni, perchè chi divide impera... Il sogno della donna è essere la vittoriosa e unica superstite sul campo di battaglia, poco importa quanto spargimento di sangue ci vorrà, l'importante è averla vinta. E' una competitività sterile, mentre gli uomini, quando competono, generalmente lo fanno per un fine più utile che stravincere.

Io non conosco il tuo ambito, ma io se vedo attorno all'iorganizzazione di un matrimonio le donne come si mettono in concorrenza, è vero che ognuna pensa essere migliore delle altre ma alla fine proprio con questo impulso le cose andrano per meglio, perché ognuna darà il suo meglio, e non è per nulla una concorrenza sterile.

Citazione
E' culturale? E' genetico? non lo so. però è così.

culturale probabilmente


Offline donzella

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #111 il: Luglio 30, 2013, 10:28:30 am »
1. se una donna è cresciuta per essere responsabile per cio che ha, quindi cio che è nel suo potere allora lo saprà gestire.
Se non non.
La donna dell'aristocrazia sapeva come guidare l'amministrazione dei suoi domini, o sapeva anche come parlare in maniera diplomatica per attirare i favori per il suo marito.

Scusami ma tutte queste donne dell'aristocrazia le conosci tu personalmente? Io sono cresciuta in una repubblica, in cui di aristocratiche diplomatiche che amministrano domini non ce ne sono.

la moglie dell'operaio almeno nella mia famiglia era lei che gestiva tutti i soldi della famiglia (mentre lui lavorava).
Far quadrare il bilancio non vuol dire comandare.
A parte che bisogna togliersi dalla testa che comanda chi maneggia i soldi. Questo io lo trovo devastante. Io lavoro e non guadagno male, ma anche se guadagnassi 10 volte tanto, il capo a casa mia resterebbe mio marito. Il potere in famiglia va all'uomo non perchè guadagna di più, ma perchè è designato ad essere il partner autorevole, non è che se sposti le cifre del conto in banca sposti anche l'ordine naturale delle cose... Sennò ragioni come quelle donne che si "vendono" all'uomo ricco perchè è ricco e lo piantano appena diventa povero.

Offline Lucia

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #112 il: Luglio 30, 2013, 11:04:27 am »
Scusami ma tutte queste donne dell'aristocrazia le conosci tu personalmente? Io sono cresciuta in una repubblica, in cui di aristocratiche diplomatiche che amministrano domini non ce ne sono.

Ci sono libri di storia, ci sono nelle Memorie dei aristocratici.
Poi per esempio mi sono ricordata di alcune regine/imperatrici.
Tra Francesco Giuseppe e Sissi, chi dei due riusciva gestire meglio il potere, e far cosi che il popolo la segua?
Potrei darti anche altri esempi delle donne che  ovviamente non con quote rosa ma con la loro educazione e personalità sapevano meglio gestire il potere sulle masse o sugli elettori di quanto un uomo.
Che non vuol dire che tutte lo sanno fare come non lo sanno fare nemmeno tutti gli uomini.

Citazione
A parte che bisogna togliersi dalla testa che comanda chi maneggia i soldi.

d'accordissimo, vai a dillo alle banche  :D

Citazione
Questo io lo trovo devastante. Io lavoro e non guadagno male, ma anche se guadagnassi 10 volte tanto, il capo a casa mia resterebbe mio marito.

Ma non si tratta di chi guadagna. Il marito guadagna e da tutto lo stipendio alla moglie.
A questa condizione puo anche essere il capo indiscuso della famiglia.


Offline donzella

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #113 il: Luglio 30, 2013, 11:11:32 am »
Ci sono libri di storia, ci sono nelle Memorie dei aristocratici.
d'accordissimo, vai a dillo alle banche  :D
Caterina D'aragona era una moglie umile e sottomessa, e la stessa Maria teresa d'austria, benchè imperatrice era del tutto sottomessa al marito Stefano di Lorena...
e potrei continuare...

Ma non si tratta di chi guadagna. Il marito guadagna e da tutto lo stipendio alla moglie.
A questa condizione puo anche essere il capo indiscuso della famiglia.

Il marito non è un bancomat, che si guadagna il ruolo di capo famiglia perchè "paga". Il ruolo gli spetta di diritto, anche nel caso in cui la moglie guadagnasse più di lui. Scommetto che adesso mi dirai:
Il marito guadagna e da tutto lo stipendio alla moglie. A questa condizione puo anche essere il capo indiscuso della famiglia, se poi arriva un altor uomo che guadagna di più del marito, lei mette da parte il consorte e si mette con quello più ricco...

più che un matrimonio, mi sembra una forma mascherata di prostituzione... anzi, nemmeno tanto mascherata...

Offline donzella

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #114 il: Luglio 30, 2013, 11:17:09 am »
Tra Francesco Giuseppe e Sissi, chi dei due riusciva gestire meglio il potere, e far cosi che il popolo la segua?

PS: mi sa che la storia di cui parli tu, è quella del fil di Romy Schnaider. Nella realtà Sissi era una malata di nervi che non governò mai, anzi, negli ultimi anni della sua vita viveva in esilio, in preda a squilibri mentali. Francesco Giuseppe, invece era realmente impegnato nel governo dell'impero, che resse per quasi tutta la sua lunghissima vita.

ti consiglierei:
L' imperatrice Sissi. Storia e destino di Elisabetta d'Austria e dei suoi fratelli  - Autore Bestenreiner Erika

Offline Lucia

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #115 il: Luglio 30, 2013, 11:33:33 am »
Caterina D'aragona era una moglie umile e sottomessa, e la stessa Maria teresa d'austria, benchè imperatrice era del tutto sottomessa al marito Stefano di Lorena...
e potrei continuare...


si, ma ai la stessa confusione che faceva Standarte ma anche altri. E una cosa che la donna sia sottomessa al marito ed è una altra cosa che puo o non puo essere se ha le qualità adatte essere leader in società.
Quidi nu stai cotraddicendo cio che dico io. Loro potevano benissimo essere mogli sottomesse ma essere regine/imperatrici per un popolo.

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Il marito non è un bancomat, che si guadagna il ruolo di capo famiglia perchè "paga". Il ruolo gli spetta di diritto, anche nel caso in cui la moglie guadagnasse più di lui.

non solo perché paga, ma perché da i mezzi di susistenza alla famiglia, che nopn sono solo i soldi ma anche le sue capacità di arrangiarsi, o i valori in cui crede. Certo che se hai anche tu uno stipendio non è problema, problema è quano lui non ce l'ha lo stipendio per niente.


Citazione
Scommetto che adesso mi dirai:
Il marito guadagna e da tutto lo stipendio alla moglie. A questa condizione puo anche essere il capo indiscuso della famiglia, se poi arriva un altor uomo che guadagna di più del marito, lei mette da parte il consorte e si mette con quello più ricco...

più che un matrimonio, mi sembra una forma mascherata di prostituzione... anzi, nemmeno tanto mascherata...

non diro cosi, basta che guadagni il pane per la famiglia, non mi piacciono i ricchi, hanno sempre paura dei ladri.
Ma se il mio marito perdesse lavoro,desse fallimento, resterebbe senza soldi,
in quel momento io non lo lascio,
ma in quel momento se io ho un'ideea di come uscire da questa situazione  allora è lui che mi segue. Certo nessuno abusa di potere ma chi ha l'ideea migliore per far sopravivere la famiglia quello lo deve mettere in atto.
Altre forme di superiorità mi sembrano solo complimenti di circostanza.

Offline Lucia

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #116 il: Luglio 30, 2013, 11:42:20 am »
PS: mi sa che la storia di cui parli tu, è quella del fil di Romy Schnaider. Nella realtà Sissi era una malata di nervi che non governò mai, anzi, negli ultimi anni della sua vita viveva in esilio, in preda a squilibri mentali. Francesco Giuseppe, invece era realmente impegnato nel governo dell'impero, che resse per quasi tutta la sua lunghissima vita.

ti consiglierei:
L' imperatrice Sissi. Storia e destino di Elisabetta d'Austria e dei suoi fratelli  - Autore Bestenreiner Erika

carissima
In 6 ottobre 1849 Francesco Giuseppe fecce uccidere tutti i generali dell'insurezione ungherese  contro di lui e mando in esilio tutti i leader dell'insurezione e li perseguitò.
Dopo 20 anni alla richiesta di Sissi tutti questi uomini, leader politici perseguitati acettarono di allearsi con il vecchio nemico. Solo perché la chiedeva Lei. Lei è stata la fautore dell'Impero Austro-Ungarico.
E cosi commincio una delle piu serene e belle epoche per l?ungheria. Inclusa la mia citta dove i piu belli palazzi sono stati costruiti allora e c'era una vita culturale artistica effervescente.
Io non conosco Sissi solo dai film con Romy Scneider.  Io so cosa si è costruito e creato nell'Impero Austro-Ungarico creata da lei (perché con il marito nessuno si sarebbe alleato, mai).
E vero da quel film conosco la sena di venezia o ela Scala di Milano dove le masse arrabbiate da Ceche Beppo vengono rabonite dala dipomazia e dolcezza di Sissi. Penso che qualche verità ci sia anhce in quelle scene. Insomma perché a Trieste c'è la statua sua e non quello del marito autoritario e intollerante?!

Offline pzm

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #117 il: Luglio 30, 2013, 17:00:19 pm »
grazie, leggere questa discussione mi è stato utile. questo è quanto ho rielaborato dopo avervi letto, è utile più che altro per me ma è giusto che ve lo restituisca ;)

praticamente, avere una compagna è diventato uno status simbol, infatti per indicare una persona che vale poco gli si da dello s-figa-to (questa sottolineatura l'ho letta in qualche sito legato alla QM non ricordo se questo o altri).

questo mette l'ansia di trovarsi una compagna.

però se andiamo a ben vedere, le esigenze che una compagna può soddisfare, a parte appunto fungere da status-simbol, sono:

1) sesso
2) amore
3) affettività
4) famiglia

se uno ha le qualità per trovare una compagna che gli soddisfi, eventualmente, mano a mano, tutte queste esigenze, buon per lui. oppure se non ha tutte queste esigenze, e quelle che ha le riesce a soddisfare, oppure anche avendo queste esigenze se riesce a soddisfarle senza darle tutte in carico alla stessa persona, ancora buon per lui.

se uno queste qualità non ce le ha, può lavorare per costruirsele. nel frattempo rimane comunque soggetto alle frustrazioni causate dal mancato soddisfacimento di queste esigenze. questo lo intralcia nel lavoro di miglioramento, quindi ha un costo.

quindi, che fa? il sesso lo può avere lo stesso, avvalendosi dei servizi di una prostituta. non c'è niente di sbagliato, però come per tutte le cose, deve farsi i conti i tasca, valutare le proprie disponibilità economiche, compatibilità con altre esigenze di spesa, e priorità.

dalle esigenze di amore e affettività o riesce a emanciparsi, o riesce a farsi bastar l'amor proprio, o si avventura nella spiritualità, o tenta altre strade, non so.

la famiglia ovviamente non può metterla su da solo, ma forse è meglio così. in fondo, se non ha ancora raggiunto l'apice del proprio sviluppo personale, se non ha raggiunto il livello per attrarre una compagna adeguata alle proprie aspettative, una famiglia lo rallenterebbe, alla fine se c'è uno si sacrifica volentieri ma comunque sarebbe stato più vantaggioso costruirla DOPO aver realizzato il proprio potenziale.

alla fine l'unica esigenza che davvero non si può soddisfare senza una compagna è quest'ultima. quindi se uno non si sente pronto a metter su famiglia, non dovrebbe nemmeno sentire l'urgenza di trovare una compagna.

tutte queste esigenze in fondo sono un lusso non per tutti, pochi fortunati le riescono a soddisfare come gli si presentano, altri devono lavorare, chi più, chi meno, per soddisfarle, altri probabilmente riusciranno a soddisfarne solo alcune, o nessuna.

l'ingiustizia sta nel fatto che la società spacci il soddisfacimento di queste esigenze non come lusso quale esso è, ma come un minimo sindacale da richiedere a se stessi a tutti i costi per potersi concedere l'autostima e l'amor proprio.

Offline Warlordmaniac

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #118 il: Luglio 30, 2013, 17:03:17 pm »
Semplice: dovrebbero farsi un profondo esame di coscienza, domandarsi LORO per prime come sono fatte, prima di pretendere e basta da un uomo.
Esempio: se io donna sono antipatica con gli uomini, come posso pretendere che gli uomini siano simpatici con me?

Perché ho (ha) un corpo attraente.

Lo squilibrio nasce da lì: dal pagamento maschile.

Offline Lucia

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Re:la solitudine maschile come problema sociale?
« Risposta #119 il: Luglio 30, 2013, 18:33:39 pm »
Perché ho (ha) un corpo attraente.

Lo squilibrio nasce da lì: dal pagamento maschile.

e perché una donna dovrebbe essere felice se un uomo è attirato sopratutto del suo corpo (che cambia, si amala, dopo parto di deforma)? Bisogna essere riconoscenti per questa attrazione per qualcosa che non ci appartiene per esenza ?