Mi ha fatto molto piacere leggere i vari commenti, in particolare, cosa più importante, la comunanza del sentire
Sono d’accordo (DIMITRI, VICUS) il partito è l’ultimo STEP e vi potrà sembrare particolare ma per me non è il più importante.
Mi spiego: Ciò che oggi è davvero difficile non è creare qualcosa (partito, azienda, famiglia), ma farla durare.
Questo perché, come scritto in precedenza, abbiamo smesso di essere fratelli, e ancor prima figli dello stesso padre. Niente è possibile se non sappiamo anteporre l’interesse collettivo (i valori della famiglia, della maschilità, della natura, ad esempio) al nostro. Oggi chiunque arriva in parlamento o al potere dopo un po’ si brucia.
E’ per questo che formare in qualche mese o in un anno un gruppo di 50 o 100 persone davvero fraterne e profondamente convinte di questi valori condivisi, la riterrei già un grande successo. La crisi più profonda oggi non è quella economica, ma la solitudine dell’anima della gente, che non si rivede più nel prossimo, tiriamo tutti il carro in mille direzioni, ed il carro resta fermo; potevamo avere 10, ma volendo 100 ora stiamo ottenendo 0. Chiusa parentesi.
Riguardo alla questione punto.1 aborto (BHISHMA, VND): comprendo la volontà di VND di imporre subito un principio, e comprendo anche il fondato timore di BHISHMA che vede in una proposta del genere un passo troppo avanti che oggi non sarebbe compreso dalle persone, per questo il punto 3 l’ho scritto in quel modo.
Faccio una riflessione: pensate un attimo al punto 1) padri separati, tolti dei figli, tristi, poveri, etc. questo sta entrando nella coscienza delle persone è per questo che ora si può iniziare a proporre, i giornalisti ti ascoltano, leggi iniziano ad essere depositate in parlamento; pensate al punto 2) anche qui sta entrando nella coscienza della gente, le persone stanno capendo che le pari opportunità portano solo a pagare 30 quello che possiamo fare con 10, Grillo ha ottenuto il 20% anche perché parla di merito e abolizione dei privilegi di casta, razza, sesso, etc. ma pensate al punto 3 .. oggi parlare d’aborto è ancora Tabù e pensate che potremmo entrare con una legge che OBBLIGA la donna a.. blabla?! No. La gente non è pronta.
Quello che io dico è più sottile e graduale ma va nella stessa direzione. Obblighiamo ospedali e dottori quando ella partorisce o abortisce (sia su nascita appunto che aborto). Certo questa forse è solo una parte del diritto che spetterebbe all’uomo.. ma abbiamo la possibilità di giocare una carta importante, quella della coscienza (proprio come nel punto 1 e 2), pensate di dire alla gente che noi non vogliamo obbligare la donna (il corpo della donna, etc. etc. ) ad abortire o no, ma che figlio e padre hanno umano diritto di sapere se una nascita avverrà, o no, questo non è chiedere molto infondo, ma è entrare nella coscienza della gente che inizierà a dire “be’, mica ha chiesto tanto, insomma già la donna fa quello che gli pare.. ma anche non dirglielo è davvero da str..” oppure “e poi il bambino ha diritto di sapere che ha un padre” ..
Avete capito? Con una proposta del genere mettiamo in difficoltà le femministe, ed iniziamo ad entrare per la prima volta dopo 40 anni con una proposta “plausibile” nella coscienza della gente, perché senz’altro di un movimento che parla di uomini e che propone modifiche alla legge 194 ne parleranno i giornali.. ma il dibattito alla fine volgerà (come per i separati) a nostro favore, perché noi chiediamo un diritto di informativa, di coscienza, e non solo a nostro titolo, ma a titolo nostro e di un figlio e di una famiglia che se esiste è giusto che si sappia.
A titolo di esempio vi allego la storia del "Sos Papà Negati" di Paternita.Info, la storia di Mauro, un compaesano che ho aiutato, idem come per i padri separati la storia è di quella normalità agghiacciante per cui un figlio ed un padre oggi non valgono più niente. Ed è questo che dobbiamo far emergere:
http://paternita.info/mauro.pdfquesto fu il commento che allegai alla storia
“ Oggi un padre, fidanzato o sposato, non ha neppure il diritto di sapere (diritto all’informazione) se la sua compagna è incinta e se ha deciso o no di tenere il bambino concepito insieme. Capita così che la donna possa decidere di tenere il figlio crescendolo da sola, o con un altro uomo, lasciando il proprio compagno senza dirgli niente.
Ma l’uomo ha bisogno di sapere se è diventato padre. E il piccolo ha bisogno di sapere che ha un padre vivo, esistente. Per un padre poi che scopre (spesso dopo anni) di essere stato negato del figlio comincia un calvario infinito, tribunali, costi elevatissimi, diritti inesistenti, indifferenza ed ostacoli al recupero del rapporto con suo figlio. Tutto ciò è davvero inaccettabile. ”
Fabio
PS. feci anche una piccola campagna sociale (che mi fu richiesta anche tra l’altro dal prof. VANNI per il suo libro San Paolo)