Autore Topic: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti  (Letto 1473 volte)

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Offline madjakk

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Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« il: Febbraio 04, 2010, 09:29:54 am »
Quest'articolo è esilarante, notare il piglio contrariato dell'articolista. Ce l'ha anche con le ragazze tra l'altro.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/201002articoli/51894girata.asp

Bamboccioni francesi
"Come mamma nessuna mai"

   
La società torna indietro: le donne a casa, i maschi al lavoro
DOMENICO QUIRICO
Avanza forse una generazione di retrogradi, di nostalgici dei buoni vecchi tempi, di adepti fervorosi dei valori cosiddetti tradizionali che credevamo in pezzi dopo i mille Sessantotto, le rivoluzioni sessuali permanenti, i giulivi peana all’eguaglianza dei sessi, la disintegrazione della famiglia «normale» nei mille rivoli rigeneratori delle complesse tribù dei divorzi e delle separazioni? La Francia, dove un matrimonio su tre finisce in divorzio e si crede ultra modernista ed emancipata, ha prodotto invece adolescenti il cui ideale è: vorrei essere come papà e mamma. La maggioranza tra loro tira avanti a capo basso almanaccando, se è femmina, che il suo destino resta la maternità (passando attraverso la seduzione); e, se maschio, il lavoro.

Il dato più sconcertante è che non lo sente come una sconfitta ma come l’irrefrenabile inclinazione a un magnifico destino. La prova, definitiva? Invece di struggersi al cinematografo per i prototipi del mauvais garçon e della donna mascolinizzata, gli adolescenti vogliono assomigliare ad Angelina Jolie e Brad Pitt: non tanto per il glamour e il conto in banca quanto per il fatto che sono genitori di sei figli, la famiglia patriarcale! Per il 41% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni, il modello cui ispirarsi è la mamma o il papà. Il 36% dice addirittura che la mamma è il miglior simbolo della donna.

E’ un guaio, questa indagine condotta da Ipsos Santé per conto del «Forum adolescentes 2010» promosso dalla fondazione Wyeth ieri a Parigi: sciupa il lessico di decenni di politiche dell’educazione e di rimodellamento sociale. Come riassume il pedopsichiatra Philippe Jeammet: «A furia di dire che siamo tutti eguali, si finisce per ottenere il contrario. Si cerca di abolire le differenze, e invece gli adolescenti vi si arroccano. Soprattutto i più fragili, i ragazzi che hanno bisogno di sembrare più grandi o quelli che vengono dall’immigrazione e ritornano alle loro culture di origine». Si è costruito un costume santificato alla mescolanza dei sessi ed ecco i risultati: nella fase cruciale della vita, quando si costruisce la propria identità, ragazzi e ragazze se ne stanno ben divisi gli uni dagli altri, duri e inconvertibili all’aria del tempo. Le ragazze, lontanissime dal rispettare i codici femministi, non aspettano altro che sentirsi toccare il cuore. I maschi strimpellano virilità, machismo e lavoro. Una quota rilevante tra loro (29%) non vuole farsi abbindolare dall’eguaglianza delle retribuzioni e dalla condivisione dei lavori domestici. E questo mentre la Francia proclama di voler introdurre le quote obbligatorie di donne nei consigli di amministrazione! La società è in evidente sfasamento rispetto al progresso legislativo. Solo sul punto specifico dell’equa ripartizione delle faccende domestiche all’interno della coppia le ragazze dissentono nettamente dai coetanei: il 92% è per la condivisione.

Il luogo della competizione, dove l’eguaglianza tra i sessi si accascia, è evidentemente la scuola: qui il sesso forte e desideroso di restarlo è in penose difficoltà, attruppato nei corsi di sostegno, nelle liste dei più lenti a imparare e in quelle di coloro che la scuola, alla fine, la disertano. Constatazione che ha spinto ormai molti pedagogisti a invocare gruppi di lavoro separati, per parlare liberamente di sessualità, ad esempio, e preparare l’orientamento scolastico successivo. Le ragazze vanno a scuola per riuscire, per far piacere ai genitori e agli insegnanti; i maschi per incontrare dei compagni.

Fuori dall’aula, al momento di divertirsi, le cose non cambiano, i gusti restano nettamente divisi. I maschi deridono le abitudini femminili; loro che adorano i giochi elettronici burleggiano le ragazze che «chattano» in continuazione o parlano sempre di amore. Anche per una passione comune, la musica, le differenze sono ben marcate: i maschi non sopportano la tendenza delle loro coetanee a diventare «fan di». Come nota il sociologo Dominique Pasquier, «è come se i ragazzi avessero bisogno di rafforzare la loro identità in gruppi unicamente maschili che esaltano la competitività e i valori virili». Un impetuoso balzo all’indietro.

Online Jason

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Re: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« Risposta #1 il: Febbraio 04, 2010, 10:50:33 am »
Per certi giornalacci la libera scelta è legittima solo quando fa comodo.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Warlordmaniac

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Re: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« Risposta #2 il: Febbraio 04, 2010, 11:33:07 am »
Pazzesco, sembra satirico.

Offline Stealth

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Re: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« Risposta #3 il: Febbraio 04, 2010, 11:57:56 am »
Il popolo reagisce alle strategie del Potere.

Offline Stealth

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Re: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« Risposta #4 il: Febbraio 04, 2010, 12:19:28 pm »
Una lettera a Il Sole 24 Ore:

Gentili signori, vi scrivo riguardo un articolo che ho letto nella rubrica "Lettere al Sole" di venerdì scorso 28 gennaio. L'articolo riguardava l'ossessionante questione di portare l'occupazione femminile al 50%.
Io ora mi chiedo perché mai dovrebbe esserci un obbligo da parte dei cittadini affinché la parità dei diritti debba per forza tradursi in una forzata parità numerica. Come mai questa ossessione?
Inoltre mi chiedo se i disoccuapti maschi non abbiano gli stessi diritti delle disoccupate femmine se si vogliono favorire queste ultime. Non sarebbe meglio una politica che favorisca l'occupazione tout court invece di fare discriminazioni in tal senso? O meglio ancora una politica di una più efficiente distribuzione della ricchezza?
Ma la cosa che più mi infastidisce di tutto questo è la mancanza di rispetto della sfera privata e familiare. Questa gente che fa apologia di una parità numerica vuole entrare nell'intimità delle famiglie e imporre alla gente la loro idea su cosa debba fare un marito, una moglie, un genitore e via dicendo. Scusate ma io in casa mia faccio quel che mi pare e piace. Se le faccende domestiche vuole farle mia moglie non credo che io debba rendere conto a qualcuno.
Sarebbe ora di finirla con queste "analisi" sociali di pessimo gusto e puntare l'attenzione alle esigenze reali della povera gente e del popolo in generale.
Cordiali saluti.
« Ultima modifica: Febbraio 04, 2010, 12:24:09 pm da Giubizza »

Offline ilmarmocchio

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Re: Sti str**** di adolescenti sono dei luridi tradizionalisti
« Risposta #5 il: Febbraio 04, 2010, 14:55:16 pm »
Complimenti Maddjakk , il giornalista maschietto che si arrabbia perche' la realta' lo smentisce e' esilarante