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http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_luglio_28/donne_mafia_boss_come_maschi-2222372312818.shtmlDonne di mafia, boss come i maschi
I clan di Ostia
Donne di mafia, boss come i maschi
Dall'inchiesta «Nuova alba» emerge il ruolo di mogli e figlie dei capoclan e dei «soldati». Alle Fasciani l'usura e i cambi societari, le Triassi «contatti di Cosa Nostra»
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Una delle donne arrestate (Afp)
ROMA - Alleate e prestanome. Ma anche insostituibili aiutanti nella gestione degli affari e dei contatti con i «soldati». Non più semplici mogli e figlie dei mafiosi, relegate a ruoli di secondo piano, ma complici sempre in prima linea. Sono le donne dei clan di Ostia, finite al centro delle indagini della procura e della Squadra mobile. Dalle sorelle Felicia e Nunziata Caldarella, mogli di Vincenzo e Vito Triassi - figlie di Santo Caldarella, condannato per associazione mafiosa e «canali indispensabile per i contatti con i Caruana Cuntrera, ossia con Cosa Nostra», scrive il gip Simonetta D'Alessandro - alla coniuge e alle figlie del boss Carmine Fasciani - Silvia Bartoli, Azzurra e Sabrina Fasciani. A tutte è contestata l'accusa di mafia.
In particolare, aggiunge il gip, Azzurra - «la scienziata» - «sotto la direzione del padre e con la collaborazione della madre sovraintende al settore del controllo delle attività economiche e della gestione delle intestazioni fittizie», mentre Sabrina, con lo zio Terenzio Fasciani «Garibaldi» - e ancora la madre - si occupava dell'acquisizione, anche con minacce, di attività commerciali da chi non riusciva a pagare i prestiti a strozzo (come nel caso dell'autosalone «Messina Car» a Isola Sacra).
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Rcd
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Ma la quarantenne, sempre per il gip, «supervisiona» sul territorio italiano le operazioni legate al traffico di cocaina e hashish dalla Spagna gestito dai parenti. Anche la madre ha un ruolo importante nell'organizzazione criminale diretta dal marito. Per ottenere i soldi da un debitore spiega a Fasciani: «Perché questo se ne approfitta... ce devo andà io?», ma il boss la ferma facendo «intendere alla moglie che non era il caso di intervenire drasticamente ma di attendere con calma», sottolinea ancora il giudice.
Il boss è sempre il punto di riferimento delle figlie. In un'intercettazione Sabrina - addetta per il clan al settore usura-estorsioni -, gli rivela di avere speranze per un posto di lavoro e il padre - spiega il gip - «le riferisce che finché c'era la Polverini alla Regione, aveva un aggancio per farle fare il corso (da designer d'interni), adesso devono aspettare e vedere chi andrà alla Regione». Ed è sempre lei, nella clinica Villa Faieta, dove il padre è ricoverato, a portargli gli appunti con il dare-avere delle vittime d'usura. Dalle indagini della Mobile è emerso che sia lei (coinvolta anche nel noleggio-vendita di videopoker) sia la sorella Azzurra (anche contabile e contatto con le banche) - «avevano presentato una domanda di sussidio essendo figlie di un soggetto colpito da un provvedimento di sequestro dei beni». Azzurra sovrintende «alla gestione delle attività imprenditoriali nelle quali l'organizzazione ha investito i suoi capitali».
28 luglio 2013 | 16:48
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Rinaldo Frignani