Un brutto film di fantascienza, ma brutto, degli anni '50. L'impossibilità di uscire dal deserto delle relazioni con il sesso femminile e della loro totale assenza per l'inafferrabilità e inconsistenza delle stesse dopo una storia finita male, ma molto male, e soltanto per obiettivo colpo di testa e alla fine falsissime professioni d'affetto, dell'altra parte. Naturalmente, femminile. Ma poi perchè, sono mai esistite storie che dopo tanto tempo, finiscano in maniera non squallida, triste, amara, e in una parola trita e ritrita? Stanco quindi del cazzeggio fine a sè stesso dei social network come praticamente in tutti, che sono soltanto una vetrina esibizionistica e decerebrata del solito rumore di fondo della massa, assolutamente ininteressata e ininteressante, a qualsivoglia conoscenza dell'altro, anche se di bell'aspetto e fin troppo distinto e acculturato come lo scrivente, e prevedibilmente banale nei gusti ma soprattutto nelle aspirazioni. E' difficile parlare di queste cose perchè così tante sarebbero le frustrazioni e le repressioni accumulate di cui parlare in mesi reiterati di solitudine, che soltanto coloro che ne abbiano esperienza diretta possono conoscere e avrebbero diritto a parlarne, discuterne. Tutti parlano straparlano, "consigliano" e discettano, nell' utilizzo di alcuni mezzi "elettronici" per fare conoscenze e poter nella speranza miracolistica trovare una relazione (seria? affidabile? Una ragazza equilibrata e matura, perchè ne esistono ancora, a trent'anni e più?), in un'epoca nella quale però pare siano serviti ma ben all'opposto, vista la solitudine come male endemico e primigenio della nostra società per ogni fascia di età, basta fare un giretto proprio e anche da queste parti, per accorgersene.
E intanto gli effetti della solitudine dopo tanti troppi reiterati mesi, sono chiari e nefasti. Come ebbe a scrivere Ian Curtis in quella sua ultima estate del 1979, nella quale avrebbe anche scritto i versi di "Love Will Tear Us Apart", "[...]al minimo dell'ambizione, e al massimo del rancore".