con i mammiferi.
Quali noi siamo.
se fosse istintivo non ci sarebbero i tradimenti.
Cioè, vuol dire che quel sentimento si scontra con un istinto più profondo e animalesco che abbiamo canalizzato/sublimato/domato (usa il termine che preferisci).
In un certo senso l'uomo è poligamo di natura ma monogamo per necessità, secondo me.
Non ci sarebbero i tradimenti? Stai estremizzando: la fedeltà esiste come esistono i tradimenti. E' come se fossimo all'interno di due poli: uno totalmente infedele, oppure, anche meglio, la richiesta di fedeltà sarebbe proprio assente; l'altro polo con rapporti privi di tradimenti.
Siamo in mezzo a questi due poli proprio perché ci sono istinti promiscui e istinti monogami.
La teoria della monogamia opportunistica secondo me è una teoria che sopravvaluta la forza di volontà dell'essere umano, ma anche la sua creatività.
Ad esempio tutti i popoli sono religiosi perché c'è un istinto a volersi affidare a qualcosa di superiore; se non ci fosse quest'istinto, la religione non avrebbe attecchito. Poi ci saranno quelli che dicono che "infatti le persone stanno iniziando a svegliarsi" oppure che "gli uomini sono facilmente plagiabili". Però se mi metto a vendere un prodotto mica sono facilmente plagiabili; se fondo un partito e prometto 10000 euro a tutti, mica sono plagiabili; sono plagiabili solo c'è un buon motivo e presubilmente in quelle religioni, quelle in cui ognuno crede, c'è qualcosa che attrae nonostante tutto. Cultura? Mah! A me sembra istinto.
La cultura influenza in parte, ad esempio, facendo diminuire le vocazioni ecclesiastiche, ma alla fine a vedere il Papa a Rio erano tre milioni di persone e non mi sembrava una scusa per fare un'orgia.
Quando l'istinto più profondo vince e ci fa tradire, non significa che molte volte quell'istinto animalesco perde, quando ad esempio le coppie appena fidanzate neanche prendono in considerazione gli altri esponenti.
Certo, se uno considera la monogamia un rapporto lungo tutta la vita, è ovvio che gli istinti promiscui hanno la meglio prima o poi (soprattutto se si considera i tradimenti non soddisfatti), ma la monogamia dura per la stagione degli amori, non per tutta la vita. C'è un'esclusività ma non per forza fino alla morte.
Quindi, secondo me, non considererei gli istinti di nuova generazione (survival value) come culturali.
Infatti nella sessualità la differenza è sfumata, ma anche netta in certi casi. Pensa infatti a coloro che vengono chiamate "puttane", perché si approfittano, cioè si sposano senza amore con un ricco. Chi ce lo dice che non c'è amore? E' dovuto al giudizio che tiene conto di un confine tra il nuovo e il troppo nuovo, dove il nuovo è il sentimento per le storie lunghe, il più conveniente per un matrimonio, e il troppo nuovo è un'assenza di sentimento per la persona sposata e una presenza di calcolo opportunistico. Il "troppo" è perché un rapporto giudicato non istintivo è meno ben visto di una relazione con sentimenti magari irrazionali e tra due persone brutte che si attraggono neanche loro sanno perché.
Chi giudica è cosciente della differenza tra la presenza e l'assenza di quel collante che solitamente chiamano amore. Non credo proprio che l'amore sia da considerare come culturale; mentre considero culturale il matrimonio di calcolo.