Qualcuno mi ha detto da altre parti del Vs. sperabilmente comodo e accogliente forum, che "avrei spessore e cose da dire". Questo non lo so, è solo la forma -forse-, scrivendo da anni e anni con "alias" più o meno famosi, per varie riviste e testate cartacee come elettroniche, famose come meno e persino defunte, di cinema di profondita, affini, e vari altri argomenti, Il Fatto e Il Manifesto compresi. Quel che salta agli occhi è come la solitudine conoscendola fin troppo bene, anzi con la presunzione di conoscerla inspiegabilmente come pochi altri, sia appannaggio secondo me soprattutto maschile, almeno in questa madida, appunto solitaria e alquanto trista estate del maledetto 2013, come lo fu anche del 2012. Certamente le donne sosterranno al solito altro, ma è centrale il fatto che nel loro caso è banalmente quasi sempre una questione di "scelta", di ritorni o riflussi, dopo relazioni più o meno fallimentari, ecc., ecc., per l'uomo non è così. Può esserne una parte, legittimamente, ma senza doversene vergognare, e io assisto sempre più, e fra persone che conosco, a lunghi lunghissimi periodi di deprivazione sessuo -affettiva negli uomini come me per me di tanto tempo, non nelle donne. Consolabili e consolate" molto prima. In genere, qualche mese.
-"Ma cosa pensavi?" -dopo un mese che il sottoscritto era in ospedale,Sentito questo, dopo un mese. Ed è abbastanza la regola, oggi.